Il Regolamento per la concessione dei beni indisponibili di Roma non è un tema di routine
Autore : Redazione
Forte Antenne, uno dei beni indisponibili del patrimonio capitolino (Foto AMBM)
Un gruppo di consiglieri capitolini del M5S ha predisposto una bozza di Regolamento per la concessione degli immobili demaniali del Comune: una “patata bollente” che riguarda decine di gruppi e associazioni che utilizzano locali appartenenti al patrimonio comunale, ma soprattutto un tema che più degli altri racconta la visione politica di chi è al governo della città, e il suo rapporto con i cittadini.
Il 31 gennaio 2020 si è tenuta la Commissione Patrimonio presieduta dal pentastellato Francesco Ardu, per la presentazione della bozza di una Proposta di delibera di iniziativa consiliare (a firma dei consiglieri M5S Ardu, Iorio, Sturni, Simonelli, Spampinato,Diario, Catini) dal titolo: “Regolamento delle concessioni dei beni immobili appartenenti al patrimonio demaniale e indisponibile di Roma Capitale”, alla presenza di molti rappresentanti di associazioni e realtà sociali che da anni sono in attesa di risposte rispetto agli immobili che gestiscono a vario titolo.
Una presenza dovuta esclusivamente al passa parola, dato che la convocazione della Commissione – come quella di tutte le altre Commissioni capitoline – è alla portata solo di chi caparbiamente si avventura ogni giorno nelle scatole cinesi del sito istituzionale per conoscere gli ordini del giorno delle Commissioni (e la maggior parte dei Presidenti non avverte dei temi in esame neanche le associazioni che ne fanno esplicita richiesta).
Situazione che si aggiunge a un altro notevole deficit di informazione – anche questo comune alla maggior parte delle commissioni – che riguarda i testi dei provvedimenti in discussione. Alla Commissione Patrimonio del 31, ad esclusione di alcuni cittadini che avevano avuto il testo “di straforo” , a quanto dichiarato non avevano ricevuto copia della bozza nemmeno alcuni consiglieri della Commissione.
Il dibattito tra i membri della Commissione e i rappresentanti delle tante realtà civiche è stato molto serrato: molti dei presenti hanno contestato le modalità seguite dal Presidente della Commissione nella redazione del Regolamento, che, si è appreso, essendo già stato protocollato presso il Segretariato, potrà subire modifiche solo attraverso degli emendamenti decisi in sede di Commissione o in seguito, nella discussione per il voto in Assemblea Capitolina.
Anche l’Associazione Carteinregola si è unita alle voci critiche, facendo presente che un tema di grandissima rilevanza, che riguarda scelte che ricadono sulla città pubblica, sulla solidarietà sociale, sulle regole uguali per tutti, non dovrebbero essere circoscritte a una bozza di delibera promossa da un gruppo di consiglieri, e risolta con qualche modifica al testo in seguito alle audizioni in commissione dei gruppi che ne sono venuti a conoscenza.
E soprattutto abbiamo voluto sottolineare che prima di passare all’esame degli articoli della bozza di Regolamento, sarebbe stata necessaria una riflessione su che cosa è il patrimonio demaniale indisponibile e quali sono i suoi usi possibili al servizio della collettività. Anche per capire a quale visione politica risponda il Regolamento, dato che le stesse finalità dichiarate nelle premesse del documento -“il patrimonio immobiliare capitolino costituisce una fondamentale risorsa economica, strumentale a garantire l’autonomia finanziaria della comunità locale” – appaiono piuttosto in contraddizione con quelle enunciate nei principi generali – “La gestione del patrimonio capitolino è volta a favorire l’integrazione e la crescita sociale e culturale delle comunità”. Due mondi diversi, che non possono risolversi con qualche emendamento, ma che dovrebbero essere oggetto di una riflessione profonda e allargata sulla Roma che vogliamo.
Carteinregola ha chiesto quindi alla Commissione che venisse avviato un ben più ampio confronto, con la pubblicazione della bozza di Regolamento, la creazione di una piattaforma dedicata per informare i cittadini e promuovere il dibattito pubblico, e soprattutto la costituzione di tavoli in ogni Municipio, che comprendessero cittadini e istituzioni locali.
Il percorso prefigurato dal Presidente Ardu prevede invece una prima fase di confronto tutta interna alla Commissione, con una serie di sedute a cadenza settimanale – senza limiti di tempo – il venerdì mattina [quindi di giorno e nei giorni feriali, un limite insormontabile per la maggior parte dei cittadini che lavorano], dedicate alla disamina del testo insieme ai cittadini e alle realtà interessate e , man mano, ad altre commissioni (cultura, urbanistica ecc.); in seguito, dopo che il regolamento sarà licenziato dalle commissioni preposte, si prevede il giro dei Municipi per il parere (non vincolante) e infine, dopo gli ultimi pareri tecnici degli uffici, il dibattito e il voto in Assemblea Capitolina.
Un copione seguito da sempre, che, con una maggioranza al governo della città che invoca la “democrazia diretta” (e che ha cambiato persino lo Statuto di Roma per introdurre referendum abrogativi e propositivi) ci si poteva aspettare che potesse cambiare, coinvolgendo un’ampia fetta di cittadinanza almeno su un tema così centrale per il futuro della Capitale.
Il prossimo appuntamento annunciato dal Presidente della Commissione per cominciare il confronto di merito sulla bozza di Regolamento dovrebbe essere il 14 febbraio.
Carteinregola intende seguire tutto il percorso, avanzando proposte alla Commissione ma anche cercando di allargare, attarverso il suo sito e la sua rete, i confini del dibattito, svolgendo quel servizio di informazione che sarebbe meglio fosse promosso a livello istituzionale.
Ci auguriamo che il Presidente e la Commissione confermino la disponibilità e la possibilità di introdurre consistenti modifiche del testo, di cui abbiamo già rilevato numerose criticità.
31 gennaio 2020
Il Gruppo Patrimonio e Trasparenza di Carteinregola
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinegola@gmail.com
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