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Il senso degli alberi – di Anna Maria Bianchi

Una riflessione personale a margine del Regolamento del Verde che nei prossimi giorni dovrebbe andare al voto dell’Assemblea capitolina

Via del Vignola 2009 (Foto AMBM)

Si può dire che il mio impegno civico nelle questioni romane sia cominciato dagli alberi. Trentasei platani “quasi centenari” che sarebbero stati abbattuti in viale del Vignola al Flaminio per fare posto a un parcheggio interrato di box privati da cedere a caro prezzo ai residenti.

Allora, con tanti cittadini del quartiere che si sono mobilitati per mesi con assemblee, girotondi, striscioni, letture in piazza, disegni, l’abbiamo spuntata. L’Assessore Marchi – era il 2009 – cancellò l’intervento. Dopo però le battaglie si sono moltiplicate in tanti altri angoli di bellezza di Roma che dovevano essere cancellati da altri coperchi di cemento senza alberi.

Con Paola Loche e tanti altri compagni di avventura di Carteinregola ci siamo conosciuti difendendo gli alberi che rischiavano l’abbattimento per far posto ai parcheggi. E difendendo gli alberi abbiamo capito che in questa città c’erano ben poche regole efficaci a tutela del patrimonio comune, e che per il verde urbano ce n’erano ancora meno. Da allora siamo cresciuti, abbiamo cominciato a occuparci di tante altre emergenze cittadine, ma abbiamo continuato testardamente a batterci e a confrontarci con tutte le Amministrazioni che si sono nel frattempo succedute, insieme a tante altre associazioni, per ottenere il Regolamento del Verde Urbano anche per Roma, come tutte le altre capitali europee e tante altre città italiane.

Striscione in Viale del Vignola 2009

E da allora guardo gli alberi con un altro sguardo. Intanto, da allora, li vedo, gli alberi, perchè troppo spesso passano inosservati, come uno scenario scontato sopra ai nostri passi o dietro i finestrini. Modeste presenze che eppure danno al nostro paesaggio urbano la bellezza che senza di loro non ci sarebbe o non sarebbe la stessa, basta provare a guardarsi intorno cancellando mentalmente il mondo vegetale.

Ma non sono solo bellezza, è banale dirlo, sono ombra, respiro pulito, riposo degli occhi e conforto dell’anima.

E soprattutto gli alberi sono anche creature viventi, molti hanno visto vicende romane ben prima che nascessero gli avi che ricordiamo. Platani che hanno allungato i loro rami sul fiume per compensare radici bloccate dagli argini del Tevere. Pini che hanno accompagnato viaggiatori quando quella che oggi è già Roma era ancora campagna. Alberi centenari cresciuti nelle ville dei privilegiati che oggi rinfrescano il miscuglio di età e provenienze che nei giorni di festa invade i nostri parchi.

Piazza Perin del Vaga al Flaminio

Esseri viventi, che possono soffrire per un’aiuola troppo angusta, uno scavo che taglia le radici, una potatura drastica, la mancanza di cure, e anche per pandemie come quelle che aggrediscono noi umani.

Presenze di cui spesso ci accorgiamo solo quando scopriamo che stanno per essere abbattute. Allora, come me, come noi anni fa, tanti cittadini si rendono conto di quanto gli alberi facciano parte della nostra vita e della nostra identità, della comunità che si rinsalda nel territorio che la circonda, quotidiano legame con la natura in cui si rispecchia la nostra umanità.

Ma se vogliamo davvero farci carico di questa natura che ancora sopravvive rigogliosa nella nostra Roma, perchè continui a colorare le quinte archeologiche come i palazzoni delle periferie, dobbiamo prenderci la responsabilità delle regole. Regole certe, che possono essere cambiate – l’esperienza e i cambiamenti devono poter produrre aggiustamenti – ma che sono l’unica difesa per chi è più debole, che siano uomini o alberi.

Foto AMBM

Per questo mi auguro che i tanti cittadini che amano gli alberi e il paesaggio, chiedano che venga approvato al più presto questo Regolamento del verde, e che il loro impegno continui anche dopo, quando dovranno essere portati avanti tutti i passaggi successivi, dal Piano del Verde alle Consulte comunali e municipali, dalla trasparenza ai patti di collaborazione per l’adozione delle aree verdi.

Questo Regolamento non è un regolamento come gli altri. E’ stato elaborato in un tavolo istituzionale a cui hanno avuto la possibilità di partecipare decine di associazioni, oltre agli ordini professionali, con un impegno prolungato nel tempo che ha richiesto tanto tempo, da parte degli esponenti delle realtà civiche e anche, per parlare solo dell’ultima consiliatura, da parte delle due assessore che si sono succedute, e ognuna ha fatto la sua parte. Non sarà il “Regolamento perfetto”, ma chi – incredibilmente – attacca uno strumento che metterà fine al farwest, rischia di fare il gioco di quelli che considerano il verde urbano un inutile intralcio alle solite “attività produttive”.

Intanto i platani di Viale del Vignola sono ancora lì, tra voli di pappagallini verdi che ci hanno messo casa.

Anna Maria Bianchi Missaglia

28 febbraio 2021

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

> Vai alla pagina con le domande e risposte elaborate dal gruppo di lavoro del Coordinameno per il regolamento del verde urbano

Vai alla sezione Regolamento del Verde e del Paesaggio Urbano per Roma con tutti i materiali

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Antonella
Antonella
3 anni fa

Bel l’articolo, sono profondamente vicina sull’importanza degli alberi e la loro difesa . A Treviso ho contribuito a predisporre e far approvare il Regolamento del Verde che poi e’ rimasto nella maggior parte dei casi inosservato ahimè ! E’ importante infatti corredarlo di vigilanza , la Consulta e’ fontamentale per l’applicazione delle regole e per seguire gli sviluppi , i piani urbanistici e tutto ciò che appartiene al mondo ‘Verde ‘ .- complimenti bravi buon lavoro !