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5 domande a Paolo Masini

MasiniLe risposte di Paolo Masini Assessore ai Lavori Pubblici e alle Periferie

> Vai alla pagina con la biografia di Paolo Masini sul sito di Roma capitale

(1 dicembre 2014)

Le cose più importanti che ha fatto finora

Parto dall’ultima cosa: non perché sia la più importante, ma perché da l’idea di un metodo, quello della collaborazione per il bene comune. Magari fa fatica a finire sui giornali, ma è capace di cambiare la vita concreta dei cittadini. Nel caso specifico, dopo vent’anni di attesa, e grazie ad una sinergia costante con i municipi, i consorzi ed Acea, venerdì scorso siamo riusciti a dare avvio al programma che in meno di due anni porterà fogne ed acqua potabile al quadrante intorno a Tragliatella (depuratore e completamento della rete fognante). Un successo fatto di concretezza, collaborazione e rispetto degli impegni.

Poi ci sono questioni più strutturali, che non solo cambiano la città, ma anche la mentalità di chi la vive e di chi vi opera. Per esempio, il nuovo regolamento scavi, ovvero le norme che regolano gli scavi ad opera delle società di sotto-servizi. Abbiamo rivoluzionato il tradizionale approccio “asservito” mettendo criteri invece estremamente chiari e rigidi: ripristini più veloci, controlli affidati ad enti terzi, multe salatissime, blocco delle autorizzazioni per chi infrange le regole. Basta con i rattoppi modello Frankestein: le strade di Roma sono un bene comune.

Ma la cosa forse più importante è un dato difficilmente quantificabile, ma evidente ai cittadini e agli operatori: da un anno e mezzo nel settore in cui opero le parola d’ordine che informano il lavoro quotidiano sono sviluppo, legalità e trasparenza.

Le cose più importanti che sta per fare o sta facendo

Il mio motto è: alzare l’asticella. E lo stiamo applicando dappertutto, anche nelle grandi gare che dobbiamo gestire. Dopo la fondamentale opera di risanamento durata un anno e mezzo e con le risorse finalmente disponibili, a fine anno potremmo bandire la nuova gara per la manutenzione delle strade. Un’altra rivoluzione. Un esempio su tutti: gli interventi sul manto stradale non saranno più esclusivamente emergenziali ma verranno programmati attraverso il PMS (Paviment Management System), ovvero una mappatura tridimensionale delle le strade, che ci potrà dire quale sia effettivamente lo stato della pavimentazione e conseguentemente intervenire in maniera scientifica, evitando il rischio sempre presente di asfaltature ‘elettorali’. E poi, finalmente, nel 2015 verrà bandita la cosiddetta “Gara calore” – la gara per il riscaldamento degli edifici pubblici – basata su un criterio ribaltato: basta luci accese di notte e finestre aperte di inverno. I fornitori dell’energia verranno pagati in base al risparmio – in termini di consumi ed emissioni – che riusciranno a perseguire. E infine, con la collaborazione di Acea, siamo pronti a far partire il cosiddetto “Piano LED”, un progetto che, con i suoi 200.000 punti luce, si colloca come fra i più grandi interventi a livello mondiale e migliorerà enormemente la qualità dell’illuminazione delle nostre strade. Come sarà pagato? Con i risparmi che le nuove lampade e i nuovi ‘sistemi intelligenti’ permetteranno.

Le “gatte da pelare” ereditate di cui si sta occupando
Sicuramente un lavoro certosino ma fondamentale è stato quello di capire lo stato dell’arte dei consumi. Mi spiego meglio. Roma Capitale ha una serie di contratti (illuminazione, riscaldamento, acqua, etc) che non riescono ad essere debitamente controllati. Attraverso sistemi di monitoraggio ‘social’ ovvero condivisi con la cittadinanza, l’attivazione delle centrali di controllo dei contratti, la sinergia con gli enti di ricerca, stiamo mettendo a posto questa che dovrebbe essere una banalità, la prima regola in ogni casa, e invece ad oggi è l’eccezione: sapere quanto e come stiamo consumando.

Le cose che vorrebbe  fare (sogni nel cassetto)
In questo particolare periodo storico, a fronte di un drammatico impoverimento delle casse pubbliche, siamo quotidianamente di fronte ad una grande ricchezza in termini di partecipazione e di disponibilità a “dare una mano”, aiutare le istituzioni pubbliche a prendersi cura della città. A Roma c’è tanta energia in questo senso, tante associazioni, gruppi spontanei, comitati o singoli cittadini che portano avanti meravigliose esperienze di responsabilità civica, soprattutto in periferia. Ecco: vorrei che tutte queste persone trovassero nelle istituzioni porte aperte, disponibili e reattive invece di portoni chiusi, di cui sono magari sono state buttate le chiavi. Il mio sogno, per tornare alla domanda, è che anche Roma – sull’esempio di Bologna – si doti di un Regolamento per la cura condivisa dei Beni Comuni.

Gli ostacoli con cui deve  combattere
Il primo grande ostacolo è quello di una suddivisione delle competenze all’interno della macchina amministrativa che rispecchia troppo spesso più il sedimentarsi di antichi interessi di potere, che le effettive esigenze della Città. E questo le persone non lo possono e non lo vogliono accettare. Ed è giusto così. Penso ad esempio al numero esagerato delle stazioni appaltanti che implicano un insensato innalzarsi dei costi per la collettività, il moltiplicarsi dei criteri e delle complicazioni per l’operatore economico e il conseguente imperversare del meccanismo non scritto delle ‘mediazioni’. Quando abbiamo sottoscritto ad inizio consiliatura il Patto per lo Sviluppo, la Legalità e la Trasparenza delle Opere Pubbliche, il Sindaco prese l’impegno di arrivare alla stazione unica appaltante. E’ un impegno dal quale non dobbiamo recedere.

Ma, in generale, l’ostacolo principale che ho trovato nel mio lavoro quotidiano è quello della stanchezza: ci sono tante persone ottime, capaci e competenti nell’amministrazione ma stanche di spingere l’immobile pachiderma della burocrazia. Ridare coraggio e speranza a queste risorse preziose per la Città è stato forse il mio impegno e il mio successo più grande. Pignatone alla conferenza Programmatica del Pd ha citato una frase semplice e illuminante di Falcone: “Possiamo sempre fare qualcosa”. Io non smetterò mai di farla quotidianamente mia.

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LE OSSERVAZIONI DI CARTEINREGOLA

(in progress)

NOTA: ci risulta che sia stato licenziato in giunta il nuovo regolamento scavi dell’Assessorato ai Lavori Pubblici che non prevede prescrizioni per la tutela delle alberature:  è prioritario e assolutamente indispensabile il reintegro delle prescrizioni già esistenti nel vecchio regolamento e l’ampliamento delle stesse. Non si può pensare di predisporre interventi di controllo , monitoraggio e cura degli alberi e nel contempo eliminare le prescrizioni di tutela durante i lavori di scavo.