La Corte Costituzionale ha annullato il Piano Paesaggistico Regionale del Lazio contestato da Carteinregola e Italia Nostra
Autore : Redazione
Il PTPR – Piano Territoriale Paesaggistico Regionale – adottato nel 2008, era stato stravolto in Commissione nel luglio 2019, pochi giorni prima di arrivare al voto del Consiglio, e per questo Carteinregola aveva organizzato un presidio simbolico davanti alla Pisana insieme a Italia Nostra (1) e aveva continuato ribadire le proprie ragioni e le proprie richieste rispondendo virtualmente al dibattito in Aula sul sito carteinregola.it (2) . Alcuni dei nostri motivi di opposizione sono gli stessi che hanno spinto il MIBACT ad avanzare il ricorso alla Corte Costituzionale, dopo un ulteriore confronto con la Regione conclusosi con un’ennesima sconfessione del lavoro fatto con il Ministero da parte della Regione (3).
Oggi è stata resa nota la pronuncia della Consulta (4), che ha annullato il PTPR approvato dalla Regione il 5 agosto 2019, dando quindi ragione al MIBACT ma anche ai cittadini che si sono mobilitati in difesa della copianificazione Stato Regioni per la tutela del Paesaggio, come previsto dal Codice dei Beni culturali.
Ma questa per noi è solo una parziale vittoria, visto che il PTPR – sia quello adottato nel 2008 sia quello approvato nel 2019 e ora annullato – continua a non tutelare il centro storico di Roma, nonostante che un emendamento proposto da Carteinregola e sottoscritto da varie associazioni (5) per includere la città storica nel Piano fosse stato presentato da alcuni consiglieri di varie appartenenze (6).
E vogliamo ricordare che un provvidenziale emendamento approvato in Parlamento lo scorso settembre (7), che sottopone gli interventi di demolizione e ricostruzione degli edifici nelle aree storiche – come i famosi “villini” – alla pianificazione comunale, è di nuovo sotto il tiro delle associazioni edili di categoria, che chiedono a gran voce che l’emendamento sia cancellato.
La nostra mobilitazione quindi continua, per la tutela della Città storica e del Paesaggio di Roma e del Lazio. Ma oggi possiamo dire con soddisfazione che avevamo ragione.
IL COMUNICATO DELLA CORTE COSTITUZIONALE del 17 novembre 2020
PIANI TERRITORIALI PAESAGGISTICI: LE REGIONI DEVONO COINVOLGERE SEMPRE IL MINISTERO PER I BENI CULTURALI
Nella pianificazione paesaggistica, le Regioni non possono fare da sole ma devono coinvolgere il Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo (MiBACT). In particolare, nel procedimento di formazione del piano regionale, è necessario un confronto costante, paritario e leale tra Regione e Stato in funzione di un’intesa di carattere generale che assicuri una tutela unitaria del paesaggio.
È quanto ha stabilito la Corte costituzionale con la sentenza n. 240 depositata oggi (relatrice Daria de Pretis), annullando il Piano paesistico della Regione Lazio del 2 agosto 2019 e tutti gli atti conseguenziali.
Nella fattispecie, il Consiglio regionale del Lazio – dopo aver raggiunto un’intesa con il MiBACT sulla proposta di piano adottata dalla Giunta regionale con decisione dell’8 marzo 2016 n. 6, sottoposta al Consiglio regionale con proposta di delibera consiliare del 10 marzo 2016 n. 60 – aveva unilateralmente approvato il piano paesaggistico regionale, senza il coinvolgimento del Ministero. Di qui l’impugnativa da parte del Governo.
La condotta della Regione è stata ritenuta dalla Corte costituzionale in contrasto con il principio della leale collaborazione. Anche nel procedimento di pianificazione paesaggistica, ha osservato la Corte, dev’essere raggiunta un’intesa di carattere generale, per assicurare l’unitarietà del valore della tutela paesaggistica al di là dei singoli beni per i quali è previsto l’obbligo di pianificazione congiunta. L’approvazione del piano da parte della Regione senza un accordo con il Ministero viola, quindi, il principio di leale collaborazione, oltre che il Codice dei beni culturali e del paesaggio.
(4) Sentenza 240/2020 (ECLI:IT:COST:2020:240) Giudizio: GIUDIZIO PER CONFLITTO DI ATTRIBUZIONE TRA ENTI Presidente: MORELLI – Redattore: DE PRETIS Udienza Pubblica del 21/10/2020; Decisione del 22/10/2020 Deposito del 17/11/2020; Pubblicazione in G. U. Norme impugnate: Deliberazione del Consiglio regionale della Regione Lazio 02/08/2019, n. 5. Vai alla sentenza sul sito della Corte Costituzionale
(5) La proposta era sottoscritta, oltre che da Carteinregola da: Italia Nostra Roma, Associazione Bianchi Bandinelli, FAI Lazio, Salviamo il paesaggio Roma e Lazio, VAS (Verde Ambiente e Società) Roma, Coordinamento Residenti Città Storica, Comitato Mura Latine, Comitato Roma 150, Comitato Salviamo Villa Paolina di Mallinckrodt, Comitato per la Bellezza, Comitato Piazza Caprera, a cui si aggiunge Legambiente, mentre Cittadinanzattiva Lazio aveva diramato un proprio comunicato
(6) 24 luglio 2020 La proposta di emendamento sul centro storico-città storica di Carteinregola viene presentata (con diversa formulazione) da alcuni consiglieri di maggioranza (Paolo Ciani del Centro Solidale – Demo. S, Marta Bonafoni della Lista civica Zingaretti , Alessandro Capriccioli di + Europa Radicali, MartaLeonori del Pd) e dal M5S (Marco Cacciatore).
Gli emendamenti:
1) che anche il centro storico di Roma, e i tessuti novecenteschi messi a rischio dal Piano casa e dalla Legge della rigerazione urbana della Regione, siano sottoposti a tutela paesaggistica come gli altri comuni del Lazio
2) che vengano annullati i 9 emendamenti che, a 15 giorni dal voto in Consiglio, hanno cancellato anni di copianificazione con il Ministero dei Beni culturali, riportando il PTPR al 2007
(7) L’emendamento a prima firma della senatrice Loredana De Petris (Gruppo Misto), ha introdotto nel Decreto semplificazioni (art. 10 comma 3), non il divieto di interventi di demolizione e ricostruzione nei centri storici, ma l’obbligo che gli interventi in tali aree siano inseriti “all’interno di un piano di recupero e di riqualificazione, in cui le amministrazioni pubbliche, le amministrazioni comunali, sappiano gestire e indicare qual è il piano riqualificazione“ , e che “Per gli interventi di ristrutturazione edilizia, la richiesta di permesso di costruire in deroga è ammessa previa deliberazione del consiglio comunale che ne attesta l’interesse pubblico limitatamente alle finalità di rigenerazione urbana, di contenimento del consumo del suolo, al recupero sociale e urbano dell’insediamento”. Un’iniziativa per restituire la guida pubblica alle trasformazioni urbane, soprattutto in quei quartieri che conservano pezzi di storia e di memoria della città. Una decisione di buon senso, che tuttavia da anni è stata aggirata da una galoppante deregulation, come ad esempio quella del Piano Casa della Regione Lazio, sia quello del centro destra della Polverini, sia quello – con poche differenze – del centro sinistra di Zingaretti, Piano rimasto in un articolo (art.6) della Legge della Rigenerazione urbana del Lazio che consente – e favorisce – interventi come quelli degli abbattimenti dei citati villini della città storica, articolo che da tempo chiediamo inutilmente che sia cancellato .