Piano casa 2: la lettera di Carteiregola al segretario del PD romano
Autore : Redazione
In calce: anche oggi in Consiglio Regionale…(dopo una sospensione per mancanza del numero legale di quasi un’ora)
Carteinregola e tutti i comitati che fanno parte del laboratorio si sono sempre tenuti alla larga dai partiti, evitando ogni interferenza delle organizzazioni politiche nelle proprie iniziative, per cui sarebbe naturale sostenere che valga anche il “viceversa”. Invece in questo caso pensiamo che abbia un senso rivolgere una precisa richiesta al segretario della Federazione romana del Partito Democratico Lionello Cosentino, affinchè si faccia garante di un’informazione equilibrata, perchè rivolta a coloro che, prima che appartenenti a un partito, sono rappresentanti scelti dai cittadini. Infatti, a una riunione prevista lunedì prossimo per “approfondimenti” sul Piano casa 2, i Consiglieri regionali, comunali, i Presidenti e gli Assessori dei Municipi, i Presidenti di Commissione e i Capigruppo, tutti del PD, ascolteranno solo il punto di vista dell’assessore Civita e del Presidente della Commissione Panunzi, cioè dei promotori e principali sostenitori del provvedimento, senza che sia data la possibilità a coloro che hanno responsabilità istituzionali di formarsi una propria opinione valutando anche le ragioni di chi è contrario.
Aula vuota durante la sospensione per la mancanza del numero legale oggi 9 ottobre
Gentile Lionello Cosentino,
apprendiamo con soddisfazione che la Proposta di Legge 75, il cosiddetto “Piano casa”, attualmente in discussione al Consiglio Regionale, sarà oggetto di una riunione di lavoro che si terrà lunedì prossimo presso la Federazione Romana, a cui sono invitati i Consiglieri Regionali, Comunali (di cui molti anche eletti nel Consiglio di Roma Metropolitana) e i Presidenti, Assessori e Capigruppo PD dei Municipi.
Da tempo, come Carteinregola e Cittadinanzattiva Lazio Onlus, siamo impegnati per evitare la proroga del Piano Casa oltre la sua scadenza naturale del 31 gennaio 2015, anche nella nuova versione messa a punto dall’assessore Civita e “licenziata” dalla Commissione guidata da Enrico Panunzi, che a nostro avviso ricalca quasi pedissequamente il precedente Piano Polverini/Ciocchetti, in particolare per molti di quegli articoli contro cui il Suo partito, insieme ad altri partiti di opposizione, si era strenuamente battuto. Come riportato dai giornali di allora e ancora dai siti web della Provincia di Roma e del Partito Democratico, i deputati Meta e Morassut avevano dichiarato il provvedimento incostituzionale e annunciato un referendum abrogativo. E aveva lanciato critiche durissime lo stesso Civita, allora assessore alla Provincia di Roma guidata da Zingaretti. E ci teniamo a sottolineare che tali attacchi si rivolgevano solo in parte ai rischi per l’ambiente ora “sanati” dalla Pl 76 approvata ad agosto: il tema era tutto urbanistico e riguardava la deroga a strumenti come il PRG e la cancellazione delle prerogative di Comuni e Municipi rispetto alla pianificazione e alla regia pubblica di interventi molto impattanti sui territori.
Per questo motivo, e non per un generico “ambientalismo”, da tempo abbiamo avanzato le nostre obiezioni, con un’audizione alla Commissione regionale, un appello sottoscritto da decine di esponenti del mondo della cultura e dell’urbanistica e associazioni di profilo nazionale, con un convegno insieme all’Ordine degli architetti e diversi dossier. Nessuna delle nostre richieste e di quelle di altre associazioni sono state prese in considerazione: l’unica vera differenza rispetto al “Piano Polverini” è stata la soppressione di un comma che regalava una ulteriore premialità non dovuta, in un caso particolare. Il resto è praticamente identico, e ci siamo presi la briga di dimostrarlo, elaborando un testo che mette a confronto la versione precedente con quella attuale, e che evidenzia, oltre al sostanziale mantenimento delle norme più discusse introdotte dalla Polverini, anche la loro siderale distanza dalle linee programmatiche dell’Intesa Stato-Regioni del 2009, da cui sono scaturiti tutti i “piani casa”. E anche dalle altre leggi regionali: ad esempio il Piano casa del Piemonte, che il Presidente Chiamparino si accinge a prorogare, non ha niente a che vedere con il Piano casa del Lazio: nessuna deroga agli strumenti urbanistici vigenti, nessun aumento di cubature su edifici inesistenti (di “nuova costruzione”), nessun cambio di destinazione da “non residenziale” a “residenziale”, né, tantomeno, da “non residenziale” a “non residenziale” senza pareri delle istituzioni preposte.
E veniamo al punto.
Abbiamo appreso che nella riunione di lunedì, promossa per offrire un “approfondimento” “anche in considerazione del dibattito pubblico che il tema ha innescato”, di tale dibattito saranno rappresentate solo le posizioni di chi questa legge regionale ha elaborato e fortemente voluto, cioè l’assessore all’urbanistica Civita e il Presidente della Commissione Panunzi. E quindi l’informazione che sarà fornita ai partecipanti – non solo dirigenti e militanti del Partito, ma eletti dai cittadini da cui hanno ricevuto il mandato di rappresentarli – sarà priva di quei requisiti di confronto democratico tra diversi punti di vista che dovrebbero far parte di ogni dibattito equilibrato, e che per un partito di centrosinistra dovrebbero essere più che mai assicurati.
E non riteniamo la nostra critica un’indebita interferenza in un gruppo di lavoro “interno” al partito, in quanto non si tratta di un tema “politico”, come ad esempio la scelta di una linea comune, ma di “informazione” fornita a rappresentanti delle istituzioni, che in base a quella informazione più o meno imparziale si devono formare una opinione che orienterà le loro scelte. E anche se siamo consapevoli che in realtà solo i Consiglieri regionali potranno influenzare con il voto l’esito del provvedimento, siamo convinti che anche consiglieri capitolini e municipali debbano prendersi le proprie responsabilità, facendo pesare la propria autorevolezza e il proprio mandato per sollecitare un ripensamento sulla proroga o una ricalibratura della legge nella direzione dell’interesse pubblico.
Lo diciamo senza giri di parole: se passa questo Piano casa, quando gli interventi atterreranno sui territori e i cittadini si rivolgeranno ai Municipi, ai Consiglieri capitolini (ma anche al proprio partito) chiedendo che non vengano permesse operazioni edilizie impattanti sui loro territori, o quantomeno che vengano governate e modificate, i rappresentanti di queste istituzioni dovranno dichiararsi impotenti, perché una legge, approvata dal proprio stesso schieramento, non dà loro voce in capitolo su un tema così importante come le trasformazioni urbane, permettendo di aggirare “in automatico” le regole stabilite, a partire da quelle del PRG.
Ci sta particolarmente a cuore quindi che i Consiglieri possano comprendere fino in fondo tutte le implicazioni, ma sappiamo che si tratta di un argomento complesso, che richiede una conoscenza specifica e un notevole investimento di tempo per studiare e confrontare i testi. Per questo riteniamo che la “sintesi” non possa essere affidata solo a chi, presentando la Proposta in Consiglio Regionale, ha illustrato in modo quantomeno “riduttivo” molti aspetti a nostro avviso dirimenti.
E aggiungiamo che, pur essendo Carteinregola e Cittadinanzattiva Lazio realtà apartitiche, intendiamo partire da questa occasione per avviare un confronto con il PD, con l’obiettivo di accorciare la distanza sempre più percepibile tra la città e un apparato troppo impegnato nel difendere equilibri che poco hanno a che fare con l’interesse collettivo e i bisogni reali delle persone. E se naturalmente il nostro dialogo è aperto a tutti i partiti, riteniamo il Suo partito un interlocutore privilegiato, perché è il partito della maggioranza di governo in Regione, in Comune e nei Municipi, e anche perché tra le nostre fila vantiamo una nutrita rappresentanza di elettori e militanti del PD, che vorrebbero che “regole” e “Partito Democratico” fossero due parole che continuano ad andare d’accordo.
Consapevoli della scarsa “ortodossia” della richiesta, intendiamo proporLe di intervenire (non certo partecipare) nella riunione in questione, per poter sottoporre ai Consiglieri e ai Presidenti le nostre obiezioni, in modo semplice e sintetico. Non vuole essere un’interferenza ma un contributo, che sentiamo di dover offrire proprio per rendere più equilibrata e democratica l’informazione, su un tema che non riguarda solo il Partito, ma la vita di tutti i cittadini. In alternativa Le chiediamo di voler individuare all’interno del PD una figura che possa farsi portatrice degli argomenti che, come abbiamo detto, non sono solo nostri, ma di tante associazioni e comitati, di militanti PD e dei Consiglieri del II municipio che hanno votato una mozione di SEL sul tema insieme a Lista Civica Marino, Cinquestelle, Lista Marchini, Forza Italia.
E sono obiezioni condivise anche, in parte, dell’Assessore Caudo, che le aveva già avanzate al nostro seminario nel gennaio scorso e che anche recentemente, a margine delle Commissioni congiunte sullo Stadio della Roma, ha manifestato tutta la sua preoccupazione per le conseguenze del Piano casa sulla Capitale, e per gli emendamenti della maggioranza, che rischiano di “annacquare” le modifiche concordate.
Il nostro vuol essere quindi un contributo costruttivo, per riannodare quei fili tra società civile e politica che si sono allentati da tempo, provocando una sfiducia generalizzata nei partiti, e in particolare nel Suo partito, sfiducia che non può che avere conseguenze nefaste per la vita democratica della nostra città.
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(la seduta convocata ale 14.30 è iniziata alle 15.15. Dopo pochi minuti sospensione per mancanza numero legale fino alle 16.30. Alla fine il Consiglio termina alle ore 18.30 )
ore 17.50 Si discute l’emendamento Avenali (Legambiente, lista Zingaretti) di riaprire i termini per i Comuni per gli immobili e le aree da escludere dal Piano casa.
ore 18.20 ancora sull’emendamento Avenali: si discute se si può decidere la riapertura dei termini prima di aver votato la proroga. L’impressione è che non vogliano neanche riaprire i termini. Adesso parla Civita. La data della proroga sarà l’ultimo articolo da votare. Secondo Civita dipende da come uscirà il Piano casa. E dice che non è ammissibile l’emendamento di Avenali. Ancora una volta Civita dice che stanno approvanbdo una legge più restrittiva. MA COME SI FA A DIMOSTRARE CHE NON E’ COSI’? C’è un giornalista a Berlino?
Alla fine si propone di accantonare l’emendaemtno in attesa di vedere se e come sarà prorogato il Piano
LA SEDUTA TERMINA ALLE ORE 18.30- AGGIORNATA A MERCOLEDI’ 15 ALLE 15