La proposta di modifica del Regolamento occupazione suolo pubblico: poche luci e molte ombre
Autore : Redazione
Foto P.Gelsomini
Venerdì 22 novembre è andata al voto dell’Assemblea Capitolina la Proposta di Delibera n. 68/2019. (a firma del Consigliere Coia) “Modifica del Regolamento in materia di occupazione suolo pubblico (OSP) e del canone (COSAP), comprensivo delte norme attuative del P.G.T.U. con ripubblicazione integrale dello stesso”(1).In calce il video della diretta del dibattito in Aula. Il Coordinamento Residenti Città Storica e il gruppo Commercio di Carteinregola, che avevano già segnalato ai consiglieri alcune criticità per il Centro Storico lo scorso settembre (2) , dopo aver preso visione del testo dei nuovi emendamenti (3), meritoriamente pubblicato, insieme alla Proposta di delibera, dallo stesso Presidente Coia sul suo blog personale, hanno scritto ai consiglieri capitolini*, indicando i punti critici che permangono, soprattutto per quanto riguarda il Centro storico (il Regolamento naturalmente riguarda tutta la città) e anche l’accentramento di competenze prima affidate ai Municipi. In calce la lettera con l’analisi puntuale, preceduta da un articolo di Paolo Gelsomini. Abbiamo chiesto al Presidente Coia di rispondere ai punti, che ci ha inviato il testo che pubblichiamo insieme a un nostro ulteriore commento. (AMBM)
Aggiornamento: il 22 novembre la Delibera non è stata messa ai voti perchè mancano alcuni pareri degli uffici sugli emendamenti
(ultimo aggiornamento 25 novembre )
Il video dell’assemblea del 22 novembre 2019: inizio discussione generale su Delibera Modifiche regolamento OSP e COSAP a 5 ore 39’ dall’inizio, con intervento Presidente Coia. Seguono Intervento Corsetti (PD) a 5 ore 5 ore 47’ , Onorato (Lista Marchini Sindaco) a 6 ore 9’ ,De Priamo (FdI) a 6 ore 33’, poi di nuovo Coia a 6 ore 46, Pelonzi (PD) a 6 ore 58’. la seduta termina a 9 ore 10′
La proposta di modifica del Regolamento occupazione suolo pubblico: poche luci e molte ombre
di Paolo Gelsomini
E’ stata presentata dal Presidente della Commissione capitolina commercio Coia, una proposta di modifica del Regolamento in materia di Occupazione suolo pubblico (OSP) e del canone (COSAP) della Deliberazione di Assemblea Capitolina n.39 del 23 luglio 2014 (DAC_Delib_39_23_07_2014 regolamento suolo pubblico).
Insieme a tentativi di migliorare e adeguare il Regolamento alla normativa sovraordinata vigente in materia, c’è anche la dichiarata esigenza di aggiornare le norme in seguito al mutato contesto. Quest’ultimo riferimento è in effetti da interpretare perché va oltre, a nostro parere, al contesto normativo sovraordinato, per approdare a quello del quadro dello sviluppo economico. Preoccupazioni e intenti più che legittimi, ma che devono anche essere compatibili con le situazioni ambientali, con la fruibilità dello spazio pubblico, con il decoro dei luoghi.
Quindi va bene trattare (4) , le isole ambientali come unità di micropianificazione urbanistica [la definizione è nostra n.d.r.] e subordinare il rilascio della concessione di suolo pubblico all’adozione di specifici piani che individuino la massima occupabilità dell’area concedibile all’interno delle isole ambientali, ma questa facoltà dovrebbe essere attribuita ai Municipi e non alla Giunta capitolina o almeno i Municipi territorialmente competenti dovrebbero partecipare alla co-pianificazione delle isole ambientali. I Municipi territorialmente competenti hanno invece solo la facoltà di adottare specifici piani entro un anno dalla individuazione delle isole ambientali, all’interno delle quali è stata già specificata dalla Giunta capitolina la massima occupabilità dell’area concedibile per i dehors.
Ai Municipi dovrebbe ritornare anche la possibilità, nell’ambito della Città Storica, di subordinare il rilascio di concessioni di suolo pubblico alle prescrizioni di appositi piani che individuino la massima occupabilità delle aree di rispettiva competenza e la facoltà di fare approvare detti Piani di massima occupabilità (PMO) dal Consiglio del Municipio.
Tale facoltà, con questa proposta di modifica Coia, passa interamente a Roma Capitale, ed i PMO potranno essere approvati “dalla Giunta capitolina acquisito il parere obbligatorio della Polizia locale”.
Questa proposta di modifica (5) , scavalca il ruolo precipuo dei Municipi della Città Storica in materia. In effetti il tema delle occupazioni commerciali di suolo pubblico dovrebbe essere di competenza dell’istituzione di prossimità, che ha maggiori strumenti di indagine territoriale per individuare e valutare i casi nei quali si renda necessario il PMO secondo precisi criteri approvati da apposite delibere municipali.
Si prevede anche, per gli esercizi che non siano di somministrazione alimenti e bevande (gelaterie, friggitorie, pizzerie a taglio ecc.), una possibilità di concedere occupazioni di suolo pubblico con panchine o piani di appoggio. Così facendo i già esigui e già gravati spazi del Centro Storico verrebbero ancor di più invasi da OSP, mentre tale possibilità potrebbe essere invece utile in altre aree semiperiferiche e periferiche dove le OSP potrebbero costituire un elemento di sicurezza sociale e di riqualificazione ambientale
Inoltre, un nuovo articolo aggiunto nella proposta di modifica (6), prevede che l’Amministrazione possa stipulare convenzioni o approvare specifici progetti con soggetti terzi con compensazione totale o parziale del canone o con l’ampliamento della superficie già contemplata nei PMO (Piani di massima occupabilità già concessi) a fronte dell’effettuazione di prestazioni di pubblico interesse o utilità quantificate il cui valore è determinato nella convenzione o negli stessi progetti.
Il nuovo articolo sembra molto vago e suscettibile di valutazioni e interpretazioni molto larghe nella definizione di “prestazioni di pubblico interesse o utilità”, se questi progetti venissero avanzati da operatori commerciali. In effetti la materia delle OSP è molto delicata in certi contesti fragili come quelli della Città Storica e non si può lasciare l’iniziativa ai privati di presentare progetti con possibilità di ampliamento delle OSP già concesse, anche se l’approvazione dei progetti spetta naturalmente all’Amministrazione. Ma è proprio l’Amministrazione che deve progettare spazi urbani, adeguamenti di marciapiedi ecc. secondo criteri di pubblica utilità e quindi non può limitarsi ad approvare progetti di privati che perseguono i loro legittimi interessi.
Infine, un nuovo articolo (7) prevede che le edicole possano avere gratuitamente o con canone ridotto l’OSP. Le edicole, che soprattutto nel centro storico costituiscono oramai dei chioschi con un appendice di mostre sul marciapiede di ogni sorta di articolo, potranno somministrare cibi confezionati e alcolici o anche vendere souvenir, in conformità al Testo Unico Regione Lazio recentemente approvato. Quindi ogni edicola potrebbe diventare un insostenibile punto di ingombro per l’aumento di OSP. Questa possibilità di gratuità o semi-gratuità delle occupazioni di suolo pubblico per le edicole, a nostro avviso non favorirebbe lo sviluppo economico di queste attività, ma causerebbe soltanto nuove occasioni di consumo di suolo pubblico e di oggettivo degrado e affollamento intorno alle edicole stesse.
Paolo Gelsomini
La risposta del Presidente Andrea Coia
Buongiorno,
premesso che il nuovo iter con i nuovi pareri richiesti dal segretariato appare “anomalo”, cerco di rispondere alle vostre osservazioni:
all’art.4 bis comma 4:
la competenza dei PMO è comunale in virtù del Tuel (267/2000) e l’approvazione dei piani è già in parte comunale (vedi delibera salotti della città).
L’ente territoriale rimane comunque coinvolto nel processo di conferenza dei servizi.
all’art.4 ter comma 2:
1) questo comma non costituisce anche autorizzazione in deroga. E’ prevista l’istruttoria di cui all’articolo 4 comprensiva dei pareri degli uffici competenti;
2) va a limitare alle sole panchine (con emendamento vengono tolti i piani di appoggio) quanto già più ampiamente previsto dal regolamento vigente;
3) e’ ancora specificato che eventuali concessioni di panchine non costituiscono ampliamento della superficie di vendita o espositiva;
dopo l’art.19 bis viene inserito l’art.19 ter:
Riteniamo che la presentazione, verifica ed eventuale approvazione di specifici progetti con soggetti terzi con compensazione totale o parziale del canone ovvero l’ampliamento della superficie già contemplata nei PMO a fronte dell’effettuazione di prestazioni di pubblico interesse o utilità quantificate, il cui valore è determinato nella convenzione o negli stessi progetti sia uno strumento che può amplificare le opere che l’Amministrazione deve progettare ed autorizzare tra le quali come da voi elencato: progettare spazi urbani, adeguamenti di marciapiedi ecc. secondo criteri di pubblica utilità.
Non è il privato che si sostituisce all’ente, ma come previsto da altri strumenti costituisce un partenariato pubblico-privato nell’interesse del bene comune.
all’art.19 e 19 bis al punto e):
L’esenzione o la riduzione della COSAP per le edicole non costituisce autorizzazione in deroga. Si deve fare comunque l’istruttoria di cui all’art. 4.
Inoltre non si deve confondere l’abuso di pseudo-edicole o di operatori abusivi con l’aiuto che si vuole dare alle vere edicole per la SOLA ESPOSIZIONE DI LIBRI e RIVISTE
E’ vero la Regione Lazio ha ampliato molto le tipologie di merci che possono essere vendute, ma per noi l’arredo urbano deve essere quello approvato dall’Amministrazione e deve seguire l’istruttoria prevista all’articolo 4.
Dispiace molto allo scrivente rilevare che una iniziativa volta a semplificare tramite l’uso di strumenti informatici, rilanciare le attività commerciali in crisi, alla collaborazione tra pubblico e privato e alla soluzione di alcune problematiche burocratiche ed amministrative venga rappresentata da alcuni come un attacco ai residenti e l’apertura indiscriminata di attività senza le tutele previste dalle leggi vigenti.
Sicuro di una vostra pronta diffusione di queste informazioni vi porgo i miei Cordiali Saluti Andrea Coia
Il commento di Paolo Gelsomini
Rispondendo alle cortesi note del presidente Coia che ringrazio, mi preme far notare che nella proposta di modifica n.68 non abbiamo mai avvertito “un attacco ai residenti e l’apertura indiscriminata di attività senza le tutele previste dalle leggi vigenti” come afferma Coia. Mi pare che le nostre argomentazioni ed i nostri inviti a ritirare alcune parti del testo proposto, siano state più ampie di una visione corporativa (i residenti) e più razionali rispetto ad una semplice polemica, che non ci appartiene, verso ipotetiche aperture indiscriminate di attività.
Se questo servirà, come auspico, per raggiungere una maggiore chiarezza, cercherò brevemente di approfondire quanto già affermato nella lettera inviata alla Sindaca, all’assessore e a tutti i consiglieri. Seguirò la traccia delle risposte del presidente Coia alla nostra lettera, risposte che qui pubblichiamo.
E’ vero che secondo il D.Lgs.vo 267/2000 (Testo Unico Enti Locali – art. 4 commi 1 e 3) (D_lgs_267_2000TUEL) le Regioni organizzano l’esercizio delle funzioni amministrative a livello locale attraverso i comuni e le province (art.4 comma 1) e che la generalità dei compiti e delle funzioni amministrative è attribuita ai Comuni (…) in base ai princìpi di cui all’articolo 4 comma 3 della L. 15 marzo 1997, n. 59, ma per quanto riguarda la competenza di concessione delle Occupazioni Suolo Pubblico (OSP) rileviamo che c’è una differenza sostanziale con i Piani di massima occupabilità (PMO), in quanto questi ultimi sono strumenti straordinari di governo dello spazio pubblico attribuiti ai Municipi della Città Storica di Roma dalla delibera comunale 39/2014 (DAC 39/2014), che riprende la precedente delibera 75/2010 (DAC 2010-75), che all’Art.4 bis, comma 4 prevede che“nell’ambito della città storica, i Municipi possono subordinare il rilascio di concessioni di suolo pubblico alle prescrizioni di appositi piani che individuino le aree di massima occupabilità nelle aree di rispettiva competenza (….)tenendo conto degli interessi pubblici relativi alla circolazione, igiene, sicurezza, estetica, ambiente e tutela del patrimonio culturale”.
La ratio della norma della delibera è evidente: i Municipi competenti per territorio nell’ambito della Città Storica hanno strumenti di indagine e di conoscenze specifiche delle realtà urbanistiche e topografiche locali tali da poter esercitare questa facoltà di individuare strade e piazze e di adottare di conseguenza PMO sostenibili ambientalmente e compatibili con i luoghi, con le strette vie del centro storico, con la sicurezza dei pedoni e degli stessi avventori dei locali, con il passaggio dei mezzi di soccorso.
Inoltre, aldilà delle possibilità di carattere normativo, continuiamo a credere che concedere l’occupazione di suolo pubblico anche di una sola panca per ogni attività alimentare che non sia di somministrazione, moltiplicherebbe il caos delle barriere che incontrano i pedoni, specialmente anziani e portatori di handicap, che progressivamente si vedono sottrarre aree pubbliche della città per interessi economici privati.
Crediamo inoltre, al contrario di quanto afferma il presidente Coia, che queste OSP concesse a locali che esercitano attività diversa dalla somministrazione possano costituire ampliamento della superficie di vendita che non sarebbe consentita dalla vigente normativa.
Infatti, la Del. 39/2014 sulle OSP recita all’Art.4 ter comma 2: “Sono legittimati ad usufruire delle concessioni di OSP realizzate con tavoli, sedie, tende ed ombrelloni soltanto i titolari di esercizi di somministrazione di alimenti e bevande per i quali è consentita la consumazione al tavolo o i titolari di esercizi in cui l’attività di somministrazione è prevalente. Agli altri esercizi commerciali possono essere concesse OSP funzionali all’esercizio dell’attività che comunque non costituiscono ampliamento della superficie di vendita o espositiva”.
Per la definizione di superficie di vendita, riprendiamo l’art.4 del D.Lgs.vo 114/98 che recita testualmente: “Per superficie di vendita di un esercizio commerciale si intende l’area o le aree destinate alla vendita, comprese quelle occupate da banchi, scaffalature, vetrine e quelle dei locali frequentabili dai clienti, adibiti all’esposizione delle merci e collegati direttamente all’esercizio di vendita (…).
Abbiamo poi evidentemente opinioni diverse sul concetto di partenariato pubblico-privato. L’Amministrazione non dovrebbe valutare i progetti dei privati che perseguono legittimamente i loro interessi e non certo il bene comune, ma dovrebbe essa stessa progettare spazi urbani, adeguamento di marciapiedi, giardini, isole ambientali secondo criteri di pubblica utilità. Solo all’interno di questi progetti definiti dall’Amministrazione potrà intervenire il privato con forme di convenzione capaci di armonizzare i preminenti interessi pubblici con quelli privati.
Le scriventi Associazioni, nell’esprimersi in merito alla proposta n.68/2019 a firma del consigliere Coia, di modifica del Regolamento in materia di Occupazione suolo pubblico (OSP) e del canone (COSAP) della Deliberazione di Assemblea Capitolina n.39 del 23 luglio 2014, rilevano con preoccupazione alcune pesanti modifiche alle norme vigenti in tema di OSP di pubblici esercizi di somministrazione alimenti e bevande, introdotte nella proposta di modifica.
In particolare modo le scriventi associazioni rilevano quanto segue:
all’art.4 bis comma 4 viene tolta ai Municipi, nell’ambito della Città Storica, la possibilità di subordinare il rilascio di concessioni di suolo pubblico alle prescrizioni di appositi piani che individuino la massima occupabilità delle aree di rispettiva competenza e la facoltà di fare approvare detti Piani di massima occupabilità (PMO) dal Consiglio del Municipio. Tale facoltà passa interamente a Roma Capitale ed i PMO potranno essere approvati “dalla Giunta capitolina acquisito il parere obbligatorio della Polizia locale”.
Si chiede di annullare questa proposta di modifica e di ripristinare interamente l’art.4 bis comma 4 della Del.39/2014 in quanto il tema è oggettivamente di competenza dell’istituzione di prossimità che ha maggiori strumenti di indagine territoriale per individuare e valutare i casi nei quali si renda necessario il PMO secondo precisi criteri approvati da apposite delibere municipali.
all’art.4 ter comma 2 si prevede anche per gli esercizi che non siano di somministrazione alimenti e bevande, una possibilità di concedere OSP non più solamente “funzionali all’esercizio dell’attività che comunque non costituiscono ampliamento della superficie di vendita o espositiva” come recita l’articolo citato della Del. 39/2014, ma “panchine o piani di appoggio” che di fatto costituiscono un ampliamento della superficie di vendita. Inoltre i già esigui spazi del Centro Storico verrebbero ancor di più invasi da OSP, mentre tale possibilità potrebbe essere invece utile in altre aree semiperiferiche e periferiche dove le OSP potrebbero costituire un elemento di sicurezza sociale e di riqualificazione ambientale.
Si chiede quindi di impedire rigorosamente questa possibilità di ampliamento delle OSP nei Rioni del centro storico, già pesantemente gravati, e di valutare eventuali benefici che potrebbero essere apportati in altre zone della Città.
dopo l’art.19 bis viene inserito l’art.19 ter che prevede che l’Amministrazione possa stipulare convenzioni ovvero approvare specifici progetti con soggetti terzi con compensazione totale o parziale del canone ovvero l’ampliamento della superficie già contemplata nei PMO a fronte dell’effettuazione di prestazioni di pubblico interesse o utilità quantificate, il cui valore è determinato nella convenzione o negli stessi progetti.
Si chiede di cancellare questo comma del nuovo art.19 ter perché la materia delle OSP è molto delicata in certi contesti fragili come quelli della Città Storica e non si può lasciare ai privati l’iniziativa di presentare progetti con possibilità di ampliamento delle OSP già concesse, anche se l’approvazione dei progetti spetta naturalmente all’Amministrazione. Ma è proprio l’Amministrazione che deve progettare spazi urbani, adeguamenti di marciapiedi ecc. secondo criteri di pubblica utilità, e quindi non può limitarsi ad approvare progetti di privati che perseguono i loro legittimi interessi.
Il nuovo art.19 bis al punto e) prevede che le edicole possano avere gratuitamente o con canone ridotto l’OSP. Si rileva che le edicole potranno somministrare cibi confezionati e alcolici o anche vendere souvenir, in conformità al Testo Unico Regione Lazio recentemente approvato. Quindi ogni edicola sarebbe un insostenibile punto di ingombro per l’aumento di OSP.
Si chiede di cancellare questo punto e di non accordare questa possibilità perché non favorirebbe lo sviluppo economico di queste attività ma causerebbe soltanto nuove occasioni di consumo di suolo pubblico e di oggettivo degrado e affollamento intorno alle edicole.