La vicenda dell’ ESC, primo banco di prova per la nuova Giunta
Autore : Redazione
foto da dinamopress
Gli amici dello spazio sociale ESC Atelier (1), con cui come Carteinregola abbiamo condiviso una lunga interlocuzione con le istituzioni comunali per il Regolamento dei Beni Indisponibili (poi fortunatamente non approvato) (2), hanno nei giorni scorsi ricevuto una mazzata, sotto forma di una sentenza di un giudice civile. La sentenza li condanna a corrispondere al Comune di Roma una cifra esagerata, 221.408,82 euro, raggiunta attraverso il conteggio di tutti gli anni nei quali l’associazione ha operato in uno spazio dismesso a San Lorenzo, appartenente al patrimonio “indisponibile” di Roma Capitale, calcolando un canone di affitto analogo a quello di mercato, dal 2009 al 2019 . Troppo lungo e complicato, e anche non opportuno, opporre argomentazioni giuridiche alla sentenza. Basti dire, da questo punto di vista, che nell’affrontare i ricorsi promossi da altre associazioni in altri spazi sociali nella medesima condizione – cioè ai quali il Comune tempo fa aveva inviato la stessa richiesta di canoni arretrati a prezzo di mercato – altri giudici hanno invece accolto la tesi delle realtà sociali che hanno fatto ricorso, peraltro ribadita anche da varie sentenze della Corte dei Conti, cioè che per beni appartenenti al patrimonio indisponibile non possono essere richiesti canoni equiparati a locali commerciali. Va anche detto, sintetizzando al massimo, che ESC era arrivato nei locali di via dei Volsci grazie a un’Ordinanza sindacale dell’allora Sindaco Veltroni, concessione poi mai regolarizzata a causa di un contenzioso promosso da terzi, che, come spesso capita, si è protratto per vari anni. Anni in cui la macchina capitolina ha inesorabilmente fatto il suo corso, senza alcun collegamento apparente con le altalenanti decisioni politiche.
Ma in quegli stessi anni, quello spazio – citiamo dal comunicato di ESC – “lo abbiamo riempito con sportelli di sostegno legale per migranti e precari, la scuola di italiano per stranieri, le merende e i doposcuola dei bambini del quartiere, l’aula studio e le occasioni di incontro di studenti universitari e medi, le riunioni della redazione di dinamopress, gli incontri delle lavoratrici e dei lavoratori del sindacato Clap, le assemblee del movimento femminista Non Una Di Meno e delle reti politiche cittadine e internazionali. A Esc si sono svolti centinaia di dibattiti, presentazioni, proiezioni, mostre. E poi i cicli di seminari della Libera Università Metropolitana e di Euronomade, la conferenza C17 a cent’anni dalla rivoluzione sovietica, i festival di editori e vignaioli indipendenti. Il nostro spazio è diventato negli anni un centro di produzione culturale indipendente e gratuita, un presidio anti-fascista e anti-sessista, un punto di riferimento per la città e il quartiere” e molto altro, fino al periodo del lockdown, quando ESC è diventato il punto di raccolta e di distribuzione di pacchi spesa per le tante famiglie in difficoltà. Il tutto portato avanti con un lavoro totalmente volontario e con momenti di raccolta fondi, necessari per rendere accessibili e completamente gratuite tutte le attività che scandivano la vita dello spazio. Una storia uguale a quella di tanti altri spazi autogestiti di Roma, che hanno ridato vita a locali pubblici abbandonati per portare cultura e servizi dove l’amministrazione pubblica non arriva mai, o troppo poco.
Per questo, al di là delle vicende giudiziarie, si tratta di un nodo tutto politico da affrontare urgentemente, nodo che noi di Carteinregola abbiamo invano cercato di portare all’attenzione dei candidati Sindaco, senza ottenere nessuna risposta dai principali aspiranti, Gualtieri compreso. Infatti la quinta delle nostre “9 domande scomode” riguardava “IL PATRIMONIO PUBBLICO PER IL PUBBLICO”(3).
Chiediamo al nuovo Sindaco e alla sua Giunta di mettere ai primi posti della sua agenda la stesura di un Regolamento per le concessioni dei beni di proprietà di Roma Capitale, attraverso un percorso trasparente e partecipato con i cittadini e con le associazioni, per fissare le modalità di concessione degli immobili con regole certe e uguali per tutti, riconoscendo una volta per tutte il valore e la dignità delle tante esperienze che hanno reso più ricca e solidale questa città.
Anna Maria Bianchi Missaglia
1 novembre 2021
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(1)L’ESC Atelier è uno storico spazio autogestito da militanti e collettivi universitari, prima in via dei Reti e oggi in via dei Volsci (> Vai alla pagina Fb)
Rimbalza in ogni programma e in ogni dibattito elettorale il tema del consistente patrimonio della città di Roma come panacea che dovrebbe risolvere di volta in volta i problemi abitativi, le esigenze sociali, le carenze di spazi culturali, i servizi sanitari sul territorio, centri sportivi ecc. Eppure sono anni e anni che assistiamo all’abbandono di molti edifici pubblici – non solo comunali – a fronte di una drammatica riduzione, soprattutto nelle zone più periferiche, di spazi e servizi per chi ha pochi soldi da spendere. Molte iniziative spontanee, che da anni si sono sviluppate sopperendo alle carenze istituzionali, sono da tempo sotto schiaffo, con il perenne rischio di sgombero, o di dover far fronte a spese che realtà auto organizzate non sono in grado di sostenere. Una proposta di regolamento dei beni indisponibili di Roma del M5S, che è stata fortunatamente archiviata prima di arrivare all’approvazione definitiva, assimilava beni destinati a usi sociali e istituzionali al loro valore di mercato, prevedendo lo strumento del bando per ogni fattispecie di assegnazione, compresa quella a soggetti attivi nei territori, le cui proposte sarebbero state messe in competizione con qualunque altro soggetto*.
Quale regolamento per la concessione dei beni di proprietà di Roma Capitale intende promuovere? Quali provvedimenti intende prendere per le realtà auto organizzate impegnate nel sociale lasciate in uno stato di precarietà? In quanto tempo? Con quali fondi o quali strumenti intende rendere utilizzabile il patrimonio capitolino dismesso per fini sociali?
La Giunta Raggi il 31 dicembre 2020 ha approvato la delibera “Ridefinizione delle linee guida per il riordino del patrimonio immobiliare indisponibile in concessione, rispetto alle Deliberazioni della Giunta Capitolina…