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Lazio 2023 confronto programmi su rifiuti e economia circolare (e termovalorizzatore)

I rifiuti e il loro trattamento sono un tema particolarmente scottante, soprattutto a Roma e nel Lazio. Basti pensare che la scelta del Governo Draghi nel luglio scorso di inserire nel disegno di legge di conversione del decreto Aiuti un articolo che attribuiva poteri straordinari sui rifiuti al sindaco di Roma Gualtieri (1), e in particolare quello di approvare, con una semplice ordinanza e sentita la Regione Lazio, i progetti di nuovi impianti per la gestione, in vista della realizzazione del cosiddetto “termovalorizzatore”, è stata la miccia che ha portato in pochi giorni alla crisi di Governo e alle elezioni anticipate. Sempre il termovalorizzatore è stato uno degli ostacoli alla costruzione di un’alleanza elettorale PD-M5S nel Lazio, alleanza che si è invece concretizzata in Lombardia.

Ma va ricordato che le opinioni sul termovalorizzatore sono piuttosto varie, sia all’interno della maggioranza di centrodestra – con FdI su posizioni tendenzialmente contrarie e Forza Italia e Lega favorevoli (2) – sia nella coalizione di centrosinistra, con la parte ambientalista di Europa Verde critica, e Azione e Italia Viva e vari altri partiti favorevoli.

Le divergenze interne emergono anche dai programmi elettorali: il lungo capitolo dedicato a rifiuti e economia circolare proposto dal candidato D’Amato si dilunga molto sugli aspetti più universalmente accettati, come l’economia circolare – che ormai è una bandiera di tutte le forze politiche, e infatti appare in tutti i programmi – ma non dice una parola – letteralmente – sul termovalorizzatore o inceneritore, come lo si vuole definire. Solo un vago accenno, contenuto nel sottotesto di uno dei proponimenti: “continuare le iniziative di sensibilizzazione delle comunità locali, con un’attività di coinvolgimento volta a comunicare i vantaggi ambientali sociali ed economici di una azione amministrativa attenta in questo settore e a superare resistenze sui territori alla realizzazione di impianti”. Ben più esplicita la posizione del candidato PD Mario Ciarla, che ha letteralmente tappezzato la città di Roma di manifesti elettorali – ci risultano gli unici, a parte qualche affissione dei candidati Presidenti – in cui inneggia: “Sì al termovalorizzatore, per un Lazio più Verde“, a cui aggiunge “La Ragione è forte“. Non sappiamo se tale entusiasmo a rischio ossimoro sia condiviso da tutto il suo partito o solo dai suoi sostenitori, e se la cautela del programma derivi dalla mediazione interna della coalizione. Decisamente e argomentatamente contrario agli inceneritori il programma del Movimento Cinque Stelle, che boccia il recupero energetico dai rifiuti a favore del recupero di materia, e ancora più esplicito quello di Polo Progressista, dove è confluito un pezzo di sinistra (Sinistra italiana e Coordinamento 2050), che ribadisce in più passaggi un netto NO, non solo all’inceneritore, di cui si intende “impedire l’insediamento a Roma avviando a riduzione e futura dismissione di quello S. Vittore“, ma anche al biogas e al TMB (trattamento meccanico biologico). Contraria al recupero energetico anche Unione Popolare, che propone una “Revisione del PRGR che impedisca la realizzazione di inceneritori“.

Vago sulle prospettive generali il programma del candidato Rocca della coalizione del centrodestra – alla conferenza stampa della presentazione aveva fatto una mezza dichiarazione contraria, poi subito ritirata – con qualche “paletto”: “la tecnologia della combustione potrà essere adeguata alle necessità. Realizzare infatti termocombustori sovradimensionati significherebbe violare le leggi e le direttive esistenti e aprire un altro ciclo di scala nazionale invece di chiudere quello di scala regionale“. Con un “lancio di palla” a favore dei cittadini e dei comitati di Roma Sud e dei Castelli e non solo che da mesi contestano la scelta della realizzazione dell’impianto a Santa Palomba: “è utile sottolineare che oltre al sovradimensionamento dell’impianto di combustione dei rifiuti previsto dal commissario per i rifiuti Gualtieri ci risulta non idonea l’attuale localizzazione. Infatti il quadrante scelto contiene a pochi chilometri di distanza il Santuario del Divino Amore, meta ambita da centinaia di migliaia di turisti e pellegrini, e si colloca in un contesto paesaggistico e agricolo di assoluta qualità che vedrebbe a rischio tutte le principali filiere produttive agro alimentari ed enogastronomiche. Infine la viabilità primaria per il trasporto dei rifiuti risulta sottoposta a un vincolo storico già fatto valere in occasione del Giubileo del 2000 che ne impedisce il potenziamento”.

Un tema, la chiusura del ciclo dei rifiuti con impianti di incenerimento, assai divisivo, tanto che anche Carteinregola non ha una posizione che riesca a conciliare i diversi punti di vista al suo interno, infatti non abbiamo fatto richieste ai candidati sul tema. Tuttavia, forse, da chi si presenta agli elettori sarebbe stata utile più chiarezza.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

8 febbraio 2023 (ultima modifica 9 febbraio 2023)

IL CONFRONTO TRA I PROGRAMMI

Parole chiave: rifiuti, differenziata, recupero, riuso, riccilo, economia circolare, termovalorizzatore, inceneritore, impianti, combustione, termocombustori, discarica

(Il grassetto è nostro, tranne nel caso del programma di Polo Progressista dove abbiamo lasciato anche il grassetto originale – in rosso parti riguardanti direttamente o implicitamente il termovalorizzatore)

PROGRAMMA D’AMATO CENTROSINISTRA

8)  TRANSIZIONE ECOLOGICA: UNA NUOVA ECONOMIA, SOSTENIBILE 68 Clima | Energia | Ossigeno | Ecosistema | Green jobs | Ciclo dei rifiuti | Aree protette | Tevere

(pag.70) (…)Siamo parte di questa sfida. E daremo piena attuazione alle tecnologie disponibili per affrontarla: a partire da quelle per autoprodursi l’energia dalle rinnovabili sino a quelle dell’Economia Circolare, per il recupero, riciclo e riuso della materia.

(…)  Per questo nei prossimi anni saremo una Regione in prima fila nella transizione ecologica, negli investimenti per le fonti energetiche rinnovabili e nelle filiere della produzione energetica, uno dei punti di forza della nostra strategia di reindustrializzazione, nel portare la circolarità nelle nostre filiere produttive. Ma sostenibilità è anche il ciclo dei rifiuti. Negli scorsi anni i passi avanti sono stati molti. Abbiamo portato la raccolta differenziata dal 16,5% al 56,5%, abbiamo approvato il Piano regionale dei Rifiuti. E, accanto a questo, abbiamo lavorato per diffondere cultura della sostenibilità tra gli operatori, utilizzato il sistema tariffario per incentivare la minore produzione dei rifiuti. I prossimi anni saranno quelli di un completamento di questa azione, con l’ambizione di essere una regione leader: in Italia e in Europa.

(pag. 71) Un patto per il lavoro, il clima e l’energia circolare

Le ricadute territoriali del cambiamento climatico sono oramai evidenti. Altrettanto evidente è che per superare la crisi ambientale è necessaria una vera e propria trasformazione “verde” dei modi di progettare, consumare, produrre, riciclare e smaltire. Questo significa una strategia di insieme per la decarbonizzazione, che guidi interventi in ambiti quali energie rinnovabili, efficienza energetica, edilizia di nuova generazione, mobilità dolce, agricoltura sostenibile e sociale, turismo responsabile, comunicazione e finanza sostenibile, gestione dei rifiuti e sicurezza del territorio.(…)

(pag. 72) Programma “LazioCircolare”

L’economia circolare è uno dei grandi obiettivi dei prossimi anni. Ce lo indica con chiarezza l’Europa, con Il Piano di azione per l’economia circolare, a cui ha fatto seguito la strategia italiana del giugno 2022. Vogliamo essere protagonisti in questa tendenza, perché un’economia circolare è un’economia più efficiente, più competitiva e perché riduce la nell’approvvigionamento di materie prime.
Per questo avvieremo il programma “LazioCircolare” con cui definiremo la “Strategia regionale dell’economia circolare” per l’intero sistema economico regionale, con particolare riferimento ai settori dell’edilizia, dei trasporti, dell’industria alimentare, della plastica, del tessile e dell’elettronica. Oltre a questo specifico intervento, gli obiettivi legati alla circolarità saranno parte integrante di tutti gli strumenti di programmazione economica.
In particolare la nostra strategia si concretizzerà nelle seguenti azioni prioritarie per lo sviluppo della circolarità nei processi produttivi:

●  un’attività di assistenza e formazione alle imprese nell’intraprendere iniziative di economia circolare;

●  l’incentivo all’incremento dell’uso di materiali riciclati;

●  la simbiosi industriale;

●  la bioeconomia rigenerativa.

In aggiunta, saranno previsti:

●  l’integrazione della considerazione del capitale naturale nella contabilità regionale;

●  la promozione di un foro di scambio delle migliori pratiche sul punto;

●  azioni di monitoraggio sull’avanzamento dell’economia circolare nel Lazio.

La prospettiva rimane quella di portare nel Lazio alcune delle soluzioni più avanzate su questo tema: tra queste, ad esempio, la creazione di una vera e propria “Borsa delle Materie”.

(pag. 73) Ecodesign, riparazione e riuso dei prodotti, dei materiali e del “packaging”
In quest’ottica di ‘circolarità’ rafforzeremo, inoltre, la nostra azione per facilitare lo sviluppo dell’ecodesign, anche in collaborazione con le Università e i centri di ricerca del Lazio: per riutilizzare prodotti e per un packaging sempre più attento alla qualità ambientale.

Nella stessa ottica, anche attraverso il sistema degli appalti, sosterremo gli acquisti circolari preferendo prodotti disassemblabili, recuperabili, riciclabili e riciclati.

Finanzieremo azioni per creare una “Rete di Artigiani del Lazio per l’Economia Circolare”: perché il lavoro artigiano costituisce un patrimonio sociale e culturale che ben si adatta alla transizione verso l’economia circolare, in grado di mantenere vivo il tessuto nelle zone centrali e periferiche. L’artigiano durante le fasi di progettazione deve confrontarsi con l’esigenza di coniugare ricerca, tradizione e innovazione, riducendo l’impatto ambientale (eco-design), progettando i beni secondo i criteri di circolarità e contribuendo ad allungarne la vita, attraverso le attività di riparazione e manutenzione. Dalle competenze degli artigiani dipendono i cicli di vita di molti prodotti e le loro qualità possono sensibilmente estenderne la durata.

(pag. 73) Ciclo dei rifiuti: prevenzione, raccolta differenziata e riciclo effettivo
La politica europea in materia di economia circolare pone al primo posto l’impegno alla riduzione (prevenzione) dei rifiuti e il potenziamento del riciclo effettivo. Prevenire e riciclare saranno i nostri impegni, decisivi per rendere la nostra regione autonoma sotto questo profilo ed in quest’ottica, confermeremo il massimo impegno per la raccolta differenziata nei prossimi anni.

In particolare per raggiungere gli obiettivi intendiamo:

●  sostenere la realizzazione di impianti necessari al riuso e al riciclo dei materiali, tra cui anche centri del riuso e composterie di comunità, poiché Il recupero di materia – in particolare nel caso delle “materie rare”, cruciali nell’economia digitale e rinnovabile – è obiettivo primario delle strategie comunitarie, nazionali e regionali;

●  velocizzare le procedure autorizzative per gli impianti e per i prodotti derivati dai rifiuti, anche facendosi promotori, presso il Ministero dell’Ambiente e la Commissione europea, di misure per favorire prodotti e usi innovativi;

●  estendere l’uso della Tariffa puntuale;

●  continuare le iniziative di sensibilizzazione delle comunità locali, con un’attività di coinvolgimento volta a comunicare i vantaggi ambientali sociali ed economici di una azione amministrativa attenta in questo settore e a superare resistenze sui territori alla realizzazione di impianti;

●  definire un sistema premiale per le amministrazioni che superano gli obiettivi regolamentari in materia di gestione dei rifiuti;

●  attuare i criteri premiali per la prevenzione della produzione dei rifiuti come individuati dal Ministero dell’Ambiente, nell’ambito della revisione dei criteri ambientali minimi.

Nella stessa ottica di efficientamento vogliamo inoltre rafforzare le azioni per la riduzione dello spreco di cibo, aspetto troppe volte sottovalutato nella politica dei rifiuti.

Sul punto i tre ambiti sui quali agire sono:

●  le case, dove avviene il 40% dello spreco, tramite la sensibilizzazione;

●  le imprese, soprattutto quelle grandi dimensioni dotate di mense collettive, favorendo l’adozione di Criteri Ambientali e Sociali anche nell’organizzazione del loro servizio;

● le organizzazioni del settore alimentare (mense, bar, ristoranti, etc.) dove avviene circa il 60% dello spreco, rafforzando, in accordo con il terzo Settore, la logistica necessaria a recuperare le eccedenze verso chi ne ha bisogno.

(pag. 74) Green Public Procurement

Il Green Public Procurement – i c.d. “appalti verdi”, con cui le pubbliche amministrazioni scelgono prodotti e servizi “verdi” – ha un ruolo chiave nella trasformazione in un’economia efficiente dal punto di vista dell’uso delle risorse. È uno strumento considerato con grande attenzione a livello europeo e ne vogliamo rafforzare l’utilizzo nei prossimi anni.

La Regione Lazio ha già intrapreso questo percorso, ma lo vogliamo seguitare con maggior forza.

Il nostro impegno è ad adottare criteri ambientali e sociali in tutti gli appalti dell’amministrazione regionali e degli Enti Parco; nelle procedure relative ai fondi comunitari e nelle procedure di gara di tutte le società regionali.

Vogliamo inoltre favorire la diffusione di tali criteri nelle amministrazioni locali del territorio regionale, con adeguati programmi di formazione e accompagnamento, e tra gli operatori economici per facilitare la loro partecipazione nelle gare pubbliche anche di altre regioni italiane. Il nostro obiettivo è una Regione Lazio al 100% GPP.

Inoltre

Pag.38 “10 km di scienza” per fare del Lazio il Polo europeo
della Conoscenza

  • (…) rafforzare le strutture di ricerca per le tecnologie chiave per la transizione ecologica e la sostenibilità (energia rinnovabile, salute, cambiamenti climatici), le scienze dello spazio, l’economia circolare, l’archeologia; (…)

Pag. 39 Far crescere l’impresa agricola laziale

(…) Specifica attenzione va data al contributo all’economia circolare, in particolare sulla gestione dell’energia, dell’acqua e della sostanza organica per la fertilità dei suoli. Per questo aumenteremo il dialogo tra impresa agricola e mondo dell’innovazione con voucher per l’acquisto di servizi innovativi e maggiore collaborazione con le Università e i centri di ricerca. (…)

Servizi ecosistemici

I benefici forniti dagli “ecosistemi” al genere umano – approvvigionamento idrico, produzione di cibo, riduzione dell’inquinamento dell’aria, riduzione dell’isola di calore, protezione da eventi catastrofici quali inondazioni e frane, riduzione del rumore, fertilità del suolo, capacità di assorbimento dei rifiuti, servizi di impollinazione, riduzione dell’incidenza delle malattie respiratorie – garantiscono il benessere generale, la qualità della vita e la prosperità dell’intera regione. (…)

(pag. 75) Il ruolo delle Aree naturali protette

(…) La stessa manutenzione dei Parchi, e la loro gestione quale area boschiva, producono biomasse che oggi sono classificate come rifiuti. In una logica di circolarità, esse dovranno, invece, divenire materia prima per impianti di produzione a biomassa, la cui realizzazione intendiamo prevedere e sostenere finanziariamente. (…)

PROGRAMMA DONATELLA BIANCHI (M5S e Polo progressista)

AMBIENTE, TRANSIZIONE ECOLOGICA, RIFIUTI, DIFESA DEL SUOLO, BENI COMUNI, TUTELA DEGLI ANIMALI

(pag. 3) (…)La tutela dell’ambiente passa anche attraverso una virtuosa gestione dei rifiuti e la bonifica dei siti contaminati (…)

RIFIUTI

L’attuale gestione dei rifiuti nel Lazio presenta criticità in ogni suo aspetto, incluso il modello di gestione adottato. Non c’è una pianificazione credibile, le misure di prevenzione sono pressoché inesistenti, si ricicla poco, si recupera materia male e si smaltisce peggio: in un’emergenza cronica l’intero sistema risulta estremamente fragile e soggetto alle disposizioni dei pochi impianti di proprietà privata. Un sistema pronto in ogni momento a divenire instabile al primo imprevisto. Una gestione che porta i rifiuti laziali a percorre migliaia di chilometri extra regione e spesso fuori dai confini nazionali causando un enorme aggravio economico per i cittadini. I rifiuti urbani prodotti nel Lazio (2020) sono pari a 2.815.267 tonnellate. I rifiuti smaltiti nel Lazio (2020) ammontano a 2.492.513 tonnellate, di cui il 59,5% nei TMB; il 5,6% tramite il compostaggio; il 12,8% tramite incenerimento; il 17,8% tramite lo smaltimento in discarica; il 4,3% tramite trattamento aerobico e anaerobico. I costi di tale gestione dei rifiuti (2019) ammontano a 224,94 € per abitante contro i 176,76 € della media italiana. Il dato è in crescita da cinque anni e si è tornato ad attestare agli stessi livelli del 2014, rivelandosi il costo più alto d’Italia.

Se guardiamo i numeri sulla raccolta differenziata (2020), i rifiuti differenziati ammontano a 1.476.774 tonnellate: il 52,5% contro il 63,0% di media in Italia ovvero 258 kg di differenziata all’anno ad abitante contro i 307,91 kg ad abitante di media in Italia. Il Lazio è una delle ultime regioni d’Italia, per intensità della raccolta differenziata, alle spalle di Campania, Puglia, Calabria, Basilicata e Sicilia.

Le azioni da mettere in atto devono riguardare interventi strutturali sul sistema attraverso una programmazione efficiente al fine di uscire rapidamente da una gestione miope verso un ciclo virtuoso dei rifiuti, in base a quanto indicato dall’Unione Europea con la direttiva sul trattamento dei rifiuti 2008/98/CE.

Uscire dall’emergenza è necessario anche per trasformare il costo per la comunità in utile, avviando un Piano sistemico e resiliente, investendo risorse su politiche virtuose e un nuova gestione dei rifiuti capace di ridurre al minimo l’impatto ambientale. Per l’attuazione di un sistema virtuoso orientato all’economia circolare si deve agire sulle politiche di:

  • Prevenzione e Riduzione: attraverso un piano che promuova la riduzione a monte dei rifiuti di cittadini e imprese e una programmazione efficace che attui il Green Public Procurement, a cominciare dalla pubblica amministrazione.
  • Riutilizzo e Recupero: Il riuso dei materiali è una pratica più economica e più sostenibile del riciclo, ma, a differenza del riciclo, non possiede attualmente una filiera ben definita (consorzi) e strumenti atti ad integrare domanda e offerta. Saranno inoltre necessari piani attuativi affinché gli Enti Pubblici acquistino beni e manufatti recuperati dai rifiuti, pari almeno al 30%, in modo da dare un forte impulso al mercato dei materiali recuperati.
  • Raccolta differenziata: La raccolta porta a porta non è ancora molto diffusa nel territorio regionale e talvolta, anche quando presente, non è adeguatamente supportata né da informazioni per svolgere correttamente la separazione, né da un sistema di tariffazione atto a premiare chi differenzia e penalizzare chi genera rifiuto. A tal fine, la Regione dovrà impegnarsi a incentivare la raccolta puntuale che dovrà andare di pari passo con sistemi di tariffazione puntuale (il concetto di equità tariffaria del payasyouthrow è incentrato nel far pagare alle utenze una tassa proporzionale alla quantità prodotta di rifiuto indifferenziato). Gli investimenti per implementare la tariffazione puntuale nei comuni che adottano un sistema di raccolta puntuale si ripagano presto, sia attraverso la riduzione dell’evasione dei tributi che con le elevate percentuali di raccolta differenziata raggiungibili.
  • Compostaggio domestico e di comunità: Il Lazio, fatta eccezione per Roma Capitale e poche altre città, è composto da piccoli centri: i comuni con popolazione inferiore a 10 mila abitanti sono l’80%, mentre, se si considerano i comuni inferiori a 30 mila abitanti, la percentuale sale al 93%, con una popolazione totale di 1,65 milioni di abitanti e una produzione di circa 650 mila tonnellate di rifiuti urbani anno, corrispondente al 22% della produzione complessiva su scala regionale. Ne consegue che la gestione del rifiuto organico prodotto in piccoli comuni attraverso grandi impianti comporta costi di gestione e trasporto così elevati da trovare quasi concorrenza negli impianti di trattamento del rifiuto indifferenziato. Con un territorio così strutturato, sarebbe quindi ideale incentivare l’auto-compostaggio, il compostaggio domestico e una rete di compostaggio di comunità diffusa, “primo anello impiantistico” che rappresenta un’importantissima novità per piccoli Comuni e le aziende che in questo modo possono rendersi autosufficienti, adottando un sistema di impianti industriali aerobici di piccola-media taglia e di prossimità per le realtà più grandi tali da gestire l’umido prodotto a basso costo e a chilometro zero. Tutto ciò con conseguente diminuzione della TARI comunale, associata al possibile utilizzo di compost di buona qualità, a beneficio dei campi del territorio, che sarebbero così arricchiti di materia organica bilanciata e idratati.
  • Recupero Materia: Secondo le direttive europee, la priorità in ambito di riciclo è il recupero materia, non il recupero energetico, eppure solo quest’ultimo gode di incentivi, (pagati in bolletta dai cittadini), che stravolgono priorità e sistema di gestione dei rifiuti. Solo per citare la gestione delle plastiche, oltre la metà di quella raccolta in modo differenziato finisce in magazzini che spesso prendono fuoco, in una discarica o soprattutto ad alimentare impianti di incenerimento (che godono di incentivi), perché si considera poco conveniente il recupero in materia di plastiche miste, pur essendo possibile. L’incenerimento mal si concilia con una visione dei rifiuti come materiali post-consumo, da recuperare dopo l’uso. Incentivare i piccoli impianti di recupero di materia consente di recuperare materiali da immettere nelle filiere produttive soprattutto in una fase storica e socio economica di scarsità di materie e innalzamento dei costi delle poche esistenti.
  • Recupero di Energia: nessun ricorso a impianti di incenerimento o di termovalorizzazione, opere non virtuose, non sostenibili, che non guardano al futu- ro e che contrastano con la normativa regionale e con le prerogative europee incentrate sulle politiche di transizione ecologica. Uno scenario ulteriormente pericoloso è dato dal coincenerimento di rifiuti presso cementerie o impianti che usano combustibili solidi come centrali a carbone. Con programmi di riduzione della produzione di rifiuti a monte del sistema, con piani di riuso, raccolta differenziata e recupero di materia, la quantità di rifiuti da incenerire sarà sempre minore e in futuro si dovrà programmare la dismissione di tali impianti.
  • –  Pretrattamento dei rifiuti indifferenziati: Gli attuali impianti di pretrattamento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati presenti nel territorio regionale consentono il recupero di soltanto circa il 5% di materia e sono orientati alla riduzione in peso della componente organica (poi smaltita in discarica) e alla comminuzione della frazione secca per la produzione di CDR-CSS da bruciare negli inceneritori o in coincenerimento presso cementifici o centrali termoelettriche. Questa tipologia impiantistica, detta di trattamento meccanico-biologico (TMB), deve essere superata da tecnologie volte a massimizzare il recupero di materia. Nel breve periodo sarà necessario verificare tutte le autorizzazioni e fare in modo che le criticità di manutenzione – e quindi problemi odorigeni e di stabilizzazione (ARPA ha verificato indici respirometrici non rispettati) – vengano risolte. Un sistema impiantistico flessibile consentirebbe di far fronte agli scenari di cambiamento che si presenteranno nel sistema. Dalle variazioni delle quantità prodotte e raccolte, al mercato delle materie alle variabili gestionali.
  • L’applicazione delle buone pratiche in materia di gestione dei rifiuti porterà anno dopo anno ad avere quantitativi sempre più bassi di rifiuti da smaltire in discarica, riducendo al tempo stesso le sostanze nocive che spesso portano a interventi di bonifica o a procedure europee di infrazione per mancato risanamento ambientale (come già accaduto in passato). L’obiettivo è quello di raggiungere, nel lungo periodo, uno scenario ideale nel quale non si abbia più necessità di dotarsi di discariche, come già accade in diversi paesi europei.
  • Per l’ottimizzazione del ciclo dei rifiuti sarà di primaria importanza il rapido avvio delle delibere per rendere operativi gli EGATO, che possano portare alla realizzazione di un vero sistema integrato di impianti di dimensioni coerenti con la produzione di ogni singolo ATO. Impianti di nuova generazione che possano ridurre la parte residuale.
  • Nella scorsa legislatura, grazie ad una proposta di legge del M5S, la Regione Lazio si è dotata degli enti di governo degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti (EGATO). Una legge che ha colmato un vuoto normativo che lasciava gli ATO (ambiti territoriali ottimali entro i quali deve essere gestito l’intero ciclo dei rifiuti) solo formalmente individuati sulla carta, senza alcuna indicazione precisa di chi dovesse fare cosa.
  • È fondamentale proseguire il lavoro per l’attuazione della legge sugli EGATO così da poter dare agli enti locali gli strumenti per dotarsi di impianti pubblici di nuova tecnologia, che vadano soprattutto a ridurre le quantità di rifiuti inviati in discarica e inceneritore; che possano introdurre pianificazioni coerenti, soprattutto in termini di riduzione del rifiuto prodotto ma anche di lavorazione della materia proveniente dai rifiuti differenziati, che non riguardi esclusivamente umido, ma che si rivolga anche al riciclo delle plastiche, del ferro e alluminio. In un’epoca in cui consumiamo più risorse naturali di quanto i sistemi naturali riescono a produrne, e, considerato lo scenario di aumento demografico, non possiamo sprecare nulla.
  • Altro intervento normativo fondamentale è l’aggiornamento del Piano di gestione dei rifiuti del Lazio, sulla base dei principi e dei programmi attuativi per prevenzione, riuso, riciclo, recupero (di materia e non di energia) e riduzione energica progressiva dello smaltimento in discarica. Quanto sopra deve essere programmato in sinergia e in stretta collaborazione con il Comune di Roma Capitale, che rappresenta il principale attore nella produzione di rifiuti, poiché nella città si concentra quasi il 50% della popolazione di tutta la Regione.

AZIONI

  1. Cabina di regia per il monitoraggio e la pianificazione degli interventi per la gestione dell’emergenza rifiuti.
  2. Aggiornamento del piano rifiuti regionale.
  3. Rafforzamento degli investimenti per la raccolta differenziata su tutto il territorio regionale e per l’implementazione della tariffa puntuale.
  4. Incentivi economici ai commercianti e agli operatori economici che adottano sistemi di restituzione con cauzione (c.d. vuoto a rendere) nonchè sistemi per il riutilizzo di imballaggi.
  5. Sostegno ai Comuni per la sperimentazione, in aree/quartieri in cui si rende difficile realizzare una raccolta porta a porta, di sistemi di raccolta dei rifiuti misti, da monitorare con soluzioni digitali e controlli satellitari.
  6. Incentivazione dei centri di riparazione, di ripristino di oggetti usati per la rivendita a prezzo calmierato, di riuso di componenti in buono stato ottenibili da beni che non possono più essere riparati o ricondizionati e di riciclo di componenti ancora funzionanti.
  7. Incentivazione delle attività di gestione integrata dei rifiuti da imballaggio e delle iniziative che favoriscano il ritrattamento in un processo di produzione dei rifiuti da imballaggio per la loro funzione originaria o per altri fini, incluso il riciclo dell’ organico e ad esclusione del recupero di energia.
  8. Implementazione degli investimenti per promuovere le pratiche di compostaggio domestico, di prossimità e autocompostaggio, dando maggiore impulso e attuazione alla legge regionale n. 19 del 2019.
  9. Incentivi per le imprese che, sfruttando tecnologie d’avanguardia a livello europeo, selezionano e riciclano le materie plastiche esaurite che altrimenti sarebbero destinate alla distruzione attraverso incenerimento.
  10. Realizzazione di campagne di educazione alla riduzione, al riuso e al riciclo anche attraverso gli Egato (enti di governo degli ambiti territoriali ottimali per la gestione dei rifiuti).
  11. Investimenti per favorire la progettazione e la realizzazione di impianti pubblici di prossimità di nuova generazione di dimensioni parametrate agli effettivi fabbisogni degli ambiti/sub-ambiti, evitando di concentrare il trattamento in singole aree che subiscono oggi gravi ripercussioni sulle matrici ambientali e sanitarie.
  12. Obbligatorietà dello studio di impatto sanitario per i nuovi insediamenti di impianti insalubri e per le richieste di ampliamento delle volumetrie di discariche.
  13. Verifica delle autorizzazioni rilasciate per gli impianti di trattamento dei rifiuti indifferenziati e della solidità delle garanzie bancarie obbligatorie per i proprietari di impianti a tutela dei possibili danni ambientali.
  14. Potenziamento degli strumenti di controllo della qualità dell’aria attraverso una rete più numerosa di centraline di ultima generazione.
  15. Aggiornamento del piano regionale dei siti da bonificare (con inserimento ad es. delle discariche di Borgo Montello, dell’Inviolata, di Cupinoro e di Roncigliano), implementazione delle risorse destinate alle bonifiche sul territorio e avvio di interlocuzioni con il governo nazionale per inserirli nei siti di interesse nazionale.
  16. Implementazione delle politiche di contrasto agli sprechi alimentari e incentivi alla ridistribuzione dell’invenduto prossimo a scadenza nei circuiti solidali.
  17. Piano di dematerializzazione dei documenti e degli archivi per ridurre l’uso della carta e implementare il formato digitale.
  18. Istituzione di una filiera certificata con marchio regionale di negozi e catene di rivendita di prodotti sfusi o in cui si possa esercitare la pratica del “disimballaggio” in appositi spazi, ai quali dare visibilità sui vari siti istituzionali.
  19. Introduzione dei Criteri Ambientali Minimi per eventi e manifestazioni.

(pag. 30) URBANISTICA, POLITICHE DEL TERRITORIO, POLITICHE ABITATIVE

URBANISTICA E POLITICHE DEL TERRITORIO

(…)

AZIONI NORMATIVE

  • (…)Redazione del Piano Strategico Regionale di coordinamento dei Piani Strategici Comunali, rivolto alla sostenibilità ambientale e agli incentivi all’economia circolare.
  • (…)

Programma in 10 punti del Movimento Cinque Stelle del Lazio

  1. AMBIENTE, TRANSIZIONE ECOLOGICA, RIFIUTI, DIFESA DEL SUOLO E BENI COMUNI

Ribadiamo con forza il nostro no all’inceneritore di Roma: non è sostenibile, non è un’opera virtuosa e va contro i dettami dell’economia circolare e della politica regionale. Dobbiamo invece rafforzare gli investimenti sulla raccolta differenziata in tutto il territorio, attuando una tariffa puntuale. (…)

PROGRAMMA POLO PROGRESSISTA (a integrazione programma coalizione)

ECONOMIA CIRCOLARE: I RIFIUTI COME RISORSA

NO al mega-inceneritore: in alternativa, Piano regolatore regionale per la raccolta differenziata e il recupero dei materiali, attraverso impianti medio-piccoli distribuiti sul territorio.

Sul tema rifiuti è essenziale la sinergia tra Regione Lazio e Comuni garantendo nel processo decisionale il coinvolgimento dei territori e dei cittadini.

Occorre implementare l’economia circolare, relegando l’incenerimento a pratica sempre più residuale, fino alla dismissione richiesta anche dall’UE anche nell’ottica di favorire la maggiore occupazione stabile che questa produce. 

Vogliamo rilanciare il PRGR del Lazio, che anzi va aggiornato e migliorato secondo questi indirizzi:

  • Raccolta differenziata porta a porta; raccolta dell’organico vicino al 100% entro 2-3 anni;
  • Trattamento aerobico dell’organico per produzione di compost, compostaggio di prossimità; no a biogas;
  • Trattamento dell’indifferenziato residuo con impianti che massimizzano il recupero di materia, (no TMB, stop alla produzione di Combustibile da Rifiuti);
  • Puntare su impianti pubblici di dimensioni medio piccole distribuiti nel territorio;
  • Introduzione della tariffa puntuale, estesa anche all’organico.

L’incenerimento è retaggio del passato, antieconomico e pericoloso, ostacolo alle pratiche virtuose di separazione dei rifiuti (Raccolta Differenziata), riciclo e riuso, che si ripercuote nel futuro per parecchi decenni. Fornisce un contributo veramente marginale alla domanda di energia, vista la potenza elettrica installabile. Piuttosto che guardare alla produzione di energia dai rifiuti, costosa e antieconomica, è molto meglio sostenere anche finanziariamente le Comunità Energetiche Rinnovabili

Nel Lazio non solo non servono nuovi inceneritori, ma con l’attuazione piena del PRGR è possibile prevedere il depotenziamento fino a futura dismissione dell’impianto di S. Vittore (FR) e limitare sempre più il ricorso alla discarica. Occorre:

  • Pretendere dal Governo la riabilitazione del PRGR e degli obiettivi di conversione del sistema al recupero materia, evitando la centralità di incenerimento e conferimento in discarica prevalenti fino a oggi;
  • Destinare da subito finanziamenti adeguati allo sviluppo della raccolta differenziata: ciò renderebbe di fatto superato il piano di Gualtieri, per lo meno nella taglia dell’inceneritore;
  • Far sì che dal 2027, anno di aggiornamento del PRGR e di scadenza del Commissariamento di Roma, venga impedito l’insediamento dell’inceneritore di Roma avviando a riduzione e futura dismissione di quello S. Vittore.

PROGRAMMA ROCCA CENTRODESTRA

(pag. 28-29-30) Ciclo dei rifiuti

Per avere chiaro il concetto di economia circolare, è necessario considerare i rifiuti materia prima e catturarli nelle migliori condizioni affinché possano essere reimmessi nel circuito della produzione, del recupero, del riciclo, del riuso. Questa è la visione innovativa, frutto anche del graduale depauperamento di materie prime nel pianeta, che ci viene raccomandata anche dall’Unione europea e su cui nessuno può transigere. Ricapitolando: considerare i rifiuti materia prima e trasformarli in risorsa.

A valle della riduzione dei rifiuti su cui sarà necessario operare sinergicamente con la legislazione nazionale, sarà indispensabile stabilire gli strumenti per avere nel nostro territorio delle vere e proprie miniere di materie prime: plastica, vetro, carta, ferro, alluminio, frazione organica. Per ottenere questo risultato occorre da un lato tornare a investire sulla raccolta differenziata spinta, dall’altro mettere in ordine e rendere più efficienti le filiere dei consorzi di recupero per non vanificarla. Tale lavoro va effettuato con una grande attenzione all’insediamento di nuovi impianti di raccolta, stoccaggio e trattamento delle citate nuove materie prime, spostando l’attenzione dalla guerra sulle localizzazioni alla tipologia di qualità dell’impianto che dovrà caratterizzare la futura stagione.

Dobbiamo essere consapevoli che la gestione degli impianti di termocombustione non è economicamente sostenibile senza l’intervento fiscale dello Stato a parziale rimborso del servizio reso dagli operatori del settore, giusto per sfatare un luogo comune, ma è inaccettabile trincerarsi dietro pregiudizi ideologici contro qualunque tecnologia idonea alla cosiddetta “chiusura del ciclo dei rifiuti”, definizione secondo la quale il residuo del recupero, riciclo e riuso va comunque trattato in modo responsabile e non inviato in altre regioni e nazioni con costi esorbitanti per la comunità, come accade ora.

In questo itinerario, con molti comuni virtuosi che raggiungono anche l’80% di differenziata c’è la caotica e collassata condizione in cui versa il Campidoglio, che ha una pessima qualità di raccolta differenziata che raggiunge a stento il 40% e conferisce altrove il 60% restante, con un dispendio di economia fuori misura. La Regione intenderà collaborare con l’amministrazione capitolina per giungere nei cinque anni almeno al 70% di differenziata contribuendo a trovare una soluzione per smaltire la quota residua di rifiuti progressivi; nell’immediato anche nuove linee agli impianti di combustione esistenti, che peraltro l’amministrazione Zingaretti ha già autorizzato.

L’errore commesso nel decennio precedente è stato quello di non realizzare altri impianti dopo la giusta chiusura di Malagrotta. Il piano rifiuti approvato nel 2010 (che di fatto era quello varato dalla giunta Storace), conteneva un numero di impianti sufficiente a chiudere il ciclo dei rifiuti ma purtroppo, dal 2010 a oggi, quel piano è rimasto sulla carta, anzi alcuni impianti sono stati perfino chiusi.

Realizzare gli impianti di trattamento previsti e mettere a regime quelli esistenti consentirà di misurare potenza e quantità delle linee e delle tecnologie necessarie per smaltire il residuo e anche la tecnologia della combustione potrà essere adeguata alle necessità. Realizzare infatti termocombustori sovradimensionati significherebbe violare le leggi e le direttive esistenti e aprire un altro ciclo di scala nazionale invece di chiudere quello di scala regionale. Infine è utile sottolineare che oltre al sovradimensionamento dell’impianto di combustione dei rifiuti previsto dal commissario per i rifiuti Gualtieri ci risulta non idonea l’attuale localizzazione. Infatti il quadrante scelto contiene a pochi chilometri di distanza il Santuario del Divino Amore, meta ambita da centinaia di migliaia di turisti e pellegrini, e si colloca in un contesto paesaggistico e agricolo di assoluta qualità che vedrebbe a rischio tutte le principali filiere produttive agro alimentari ed enogastronomiche. Infine la viabilità primaria per il trasporto dei rifiuti risulta sottoposta a un vincolo storico già fatto valere in occasione del Giubileo del 2000 che ne impedisce il potenziamento.

I rifiuti possono generare ricchezza anche e soprattutto se accanto alla raccolta differenziata si testano sistemi di ultima generazione con le loro moderne tecnologie che consentono l’estrazione di idrogeno e pellet di combustibile solido.

Nel sistema innovativo Plastic road l’utilizzo della plastica riciclata per la realizzazione di piste ciclabili, strade urbane, marciapiedi può arricchire ancora l’offerta delle soluzioni. C’è un’infinità di queste attività di trasformazione e riuso e occorre scegliere quelle più efficaci con il minore impatto per la salute dei cittadini, che non alterino la loro qualità della vita, che siano in sintonia con l’obiettivo dell’economia circolare.

In estrema sintesi per mettere in ordine la rete di raccolta e trattamento dei rifiuti occorrono queste azioni imprescindibili:

Rafforzamento della raccolta differenziata particolarmente a Roma, sull’esempio dei comuni più virtuosi del Lazio;

Realizzazione, completamento ed efficientamento degli impianti di trattamento propedeutici alla filiera del recupero, riuso, riciclo;

Realizzazione delle linee di termocombustione necessarie alla chiusura del ciclo dei rifiuti in misura correlata alle esigenze effettive ed esclusive della Regione Lazio e in località idonee e non confliggenti con le vocazioni del territorio.

(pag. 2) … Nel Lazio, da almeno dieci anni, nessuna soluzione ai problemi strutturali è stata tentata da chi aveva ricevuto la responsabilità del governo della Regione. Le criticità principali sono sempre le stesse, in molti casi si sono fatte più pressanti. Il diritto alla Salute, la gestione dei trasporti, le forniture energetiche, il consolidamento del territorio, la programmazione urbanistica, le infrastrutture, lo sviluppo economico, la gestione del ciclo dei rifiuti, l’emergenza abitativa erano problemi pressanti dieci anni fa e lo sono ancora oggi, perché nessuna soluzione radicale è stata proposta o anche solo tentata. (…)

(pag. 21) Mare e Economia Blu  (…)le buone pratiche che consentono di ridurre l’impatto ambientale del nostro mare riducendo i rifiuti antropici marini (marine litter) e che può rappresentare un volano per la crescita economica sostenibile della nostra costa (…)

PROGRAMMA UNIONE POPOLARE

AMBIENTE E BENI COMUNI

  • Piano regionale dei rifiuti con impiantistica gestita/promossa direttamente dalla Regione, investimenti/incentivi a supporto del recupero/riciclo di materia ma non di recupero energetico.
  • Impianti di prossimità e di piccola taglia realizzati e gestiti nei territori e rispetto alle esigenze delle comunità locali, Impedendo grandi impianti, anche per interrompere il malaffare e la corruzione legati ai grandi interessi economici.
  • Revisione del PRGR che impedisca la realizzazione di inceneritori.

SUL PUNTO NON CI SONO RICHIESTE DI CARTEINREGOLA

Vai a Elezioni politiche 2022: Economia circolare – programmi a confrontoa cura di Paolo Gelsomini 11 Settembre 2022 Continua#

NOTE

(1) Il Decreto Legge del 17 maggio 2022, n. 50 (pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 114 del 17 maggio 2022) recante “Misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese e attrazione degli investimenti, nonché in materia di politiche sociali e di crisi ucraina”, convertito con modificazioni nella Legge 15 luglio 2022, n. 91, ed, in particolare, l’art. 13 rubricato “Gestione dei rifiuti a Roma e altre misure per il Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025” che, al comma 1, attribuisce al Commissario di Governo, li- mitatamente al periodo del relativo mandato e con riferimento al territorio di Roma Capitale, tenuto anche conto di quanto disposto dall’articolo 114, comma 3, della Costituzione, le competenze assegnate alle regio- ni ai sensi degli artt. 196 e 208 del Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 ed, in particolare:

  • –  la predisposizione e l’adozione del piano di gestione dei rifiuti di Roma Capitale;
  • –  la regolamentazione delle attività di gestione dei rifiuti, ivi compresa la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, anche pericolosi;
  • –  l’elaborazione e approvazione del piano per la bonifica delle aree inquinate;
  • –  l’approvazione dei progetti di nuovi impianti per la gestione di rifiuti, anche pericolosi, assicurando la realizzazione di tali impianti e autorizzando le modifiche degli impianti esistenti, fatte salve le compe- tenze statali di cui all’articolo 7, comma 4-bis, e 195, comma 1, lett. f) del D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.;
  • –  l’autorizzazione dell’esercizio delle operazioni di smaltimento e recupero di rifiuti, anche pericolosi, fatte salve le competenze statali di cui all’articolo 7, comma 4-bis, del D. Lgs. 152/2006 e ss.mm.ii.

(2) Per le elezioni politiche 2022, nel programma comune del centro destra si parlava genericamente di “trasformare il rifiuto in energia rinnovabile attraverso la realizzazione di impianti innovativi e sostenibili”, ma nel programma di Fratelli d’Italia il termovalorizzatore e similari era del tutto assente : “chiusura del ciclo dei rifiuti e introduzione del principio per cui più differenzi meno paghi. Progressiva sostituzione dei prodotti inquinanti con altri biodegradabili e promozione delle forme di riciclo-riuso come il vuoto a rendere”. Mentre gli impianti erano previsti sia nel programma della Lega – “Vogliamo arrivare ad abbassare la Tari creando mercato e aumentando le percentuali di ricilaggio ma tutto questo si può fare solo con l’incremento dell’impiantistica, contemplando assolutamente tutti quegli impianti che a chiusura del ciclo dei rifiuti, possano generare energia (termovalorizzatori, impianti a biogas, biometano)“, sia in quello di Forza Italia “Sì ai termovalorizzatori e agli impianti a biomassa per il recupero totale dei rifiuti indifferenziati e degli scarti agricoli e forestali a fini energetici

Vai al programma di Fratelli d’Italia settembre 2022

scarica il programma della Lega settembre 2022

scarica il programma di Forza Italia Oggi più che mai UNA SCELTA DI CAMPO” settembre 2022

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