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L’esproprio “dimenticato” nel Parco dell’Appia Antica

aree-espropriate-caffarella-senza-nomi-1Pubblichiamo un documento dell’Associazione Parco della Caffarella, che da anni si batte per l’ampliamento del   parco, riuscendo a ottenere  nell’ultimo decennio l’esproprio di 110 ettari e tre casali. Ma  che ha scoperto che cinque  aree “mancanti” dove sono presenti importanti reperti archeologici, con affaccio sull’Appia Antica nel tratto subito dopo porta San Sebastiano e a ridosso della chiesetta del Quo Vadis,  sono state  espropriate da tempo dal Comune, ma sono rimaste   affidate agli ex proprietari – che ne fanno un uso privato  – con la formula “detenzione precaria”.    L’Associazione  ha scritto alla Sindaca Raggi per chiedere che le aree vengano riportate   al più presto nella disponibilità del pubblico.

(aggiornato al 27 novembre 2016)

L’esproprio “dimenticato” di una piccola Pompei sotto il Parco dell’Appia Antica

a cura dell’ Associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella

http://www.caffarella.it/

La storia comincia nel 1988, quando  l’associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella raccoglie 13.000 firme di cittadini per chiedere l’esproprio della Caffarella e le consegna all’allora Sindaco Franco Carraro e al Parlamento Italiano. Quest’ultimo recepisce la petizione e nel 1990 inserisce nella Legge Interventi per Roma Capitale della Repubblica la somma di 26 miliardi di lire per l’esproprio della Caffarella (Legge n. 396 del 15/12/1990).

Nel 1994, nel corso della presentazione del libro del Comitato La valle della Caffarella – la storia ci racconta, il Sindaco Francesco Rutelli, appena eletto, chiede al Comitato di partecipare alla redazione del Piano di Utilizzazione della Caffarella. Tale piano è un atto propedeutico fondamentale per la realizzazione dell’esproprio, i cui primi 70 ettari di Caffarella verranno acquisiti nel 1998, sempre dall’amministrazione Rutelli, e inaugurati nel 2000.

Successivamente il Comitato però si rende conto che erano stati spesi solo una parte dei 26 miliardi previsti dalla Legge per Roma Capitale della Repubblica e chiede al successivo Sindaco Walter Veltroni un nuovo esproprio. Pertanto nel 2005 si effettua un nuovo piano di acquisizioni di ulteriori 40 ettari di Caffarella e di 3 casali, tra cui la Vaccareccia (confronta sito del Comitato www.caffarella.it, clicca su: 2005 Decreto di esproprio Veltroni; ordinanza 2° esproprio; esproprio Ubi Vadis). L’immissione in possesso delle aree nel patrimonio comunale  e l’inaugurazione di questo nuovo esproprio vengono effettuati nel 2007 .

Nel 2015 il Comitato, a causa di qualche dubbio sul  secondo esproprio, inizia una serie di accessi agli atti nei confronti del Dipartimento Patrimonio della Giunta presieduta dal Sindaco Ignazio Marino. A seguito della mancata risposta del Dipartimento e della caduta della Giunta Marino, il Comitato effettua nuovi accessi agli atti, sempre nei confronti del medesimo Dipartimento, durante la Giunta presieduta dal commissario Tronca. Purtroppo anche in questo caso non si hanno risposte; permane il silenzio anche nei confronti della successiva diffida e denuncia da parte del Comitato (clicca denuncia al prefetto).

L’associazione scopre però che nello Statuto del Comune di Roma esiste una norma che, in caso di inadempienza da parte del dirigente di un Dipartimento, si prevede l’attivazione di poteri sostitutivi. Il Comitato scrive pertanto alla vicesegretaria generale del Campidoglio Mariarosa Turchi ed ottiene da quest’ultima finalmente la possibilità di accedere ai documenti in possesso del Dipartimento Patrimonio (clicca su concessione poteri sostitutivi). E così scopre che dei 40 ettari di Caffarella espropriati nel 2005 ,  ben 11 sono stati  lasciati nel 2007 in detenzione precaria agli ex proprietari. Ciò è pienamente confermato dai documenti ottenuti attraverso ulteriori  accessi agli atti, che vengono tempestivamente concessi sia dalla Soprintendenza Archeologica che dall’Ente Parco Appia Antica (confronta link dell’Ente Parco Appia Antica).

Si tratta di 5 aree di grandissimo pregio con accesso da via Appia Antica ai civici 27, 41, 43-45, 51 e da via della Caffarella, 15 (foto 1). nel tratto dell’Appia Antica subito fuori Porta S. Sebastiano. È questa la zona del laghetto e del Domine Quo Vadis , del sepolcro di Geta, dell’Acquataccio, tra il I e il II miglio della via, dove nell’antichità si trovava l’area sacra di Marte Gradivo, un culto antichissimo legato alla fondazione stessa di Roma, essendo all’interno di questo santuario che – secondo la tradizione – avviene l’incontro amoroso tra Rea Silvia e il dio, da cui nasceranno Romolo e Remo. L’importanza del culto è tale che il sito del tempio viene ricercato sin dal Cinquecento, ma senza successo. Nel 1970 la Soprintendenza Archeologica scopre delle strutture di epoca repubblicana che potrebbero essere attribuite proprio al tempio di Marte, ma gli scavi sono  condotti con grande fretta, tanto che la natura delle strutture non viene  riconosciuta e le stesse vengono  nuovamente interrate. Il tempio è  così “riscoperto” tra le carte di archivio dalla dott.ssa Rachele Dubbini, che a riguardo ha di recente pubblicato il volume Il paesaggio dell’Appia ai confini dell’Urbs, la valle dell’Almone in età antica, Edipuglia 2015 (1) . La stessa dott.ssa Dubbini, in una intervista all’Adnkronos (2), parla di questa scoperta come di un evento di grandissima importanza storico-archeologica, paragonando questo sito ad “una piccola Pompei sotto il Parco dell’Appia Antica”: il sito,  infatti,  abbandonato già  nell’antichità non fu mai più  utilizzato. La localizzazione di questo autentico tesoro archeologico è al civico 43-45 di via Appia Antica in un’area degradata, dove si trova  una concessionaria di auto (foto 2).

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foto 2

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Foto 3

Nessun degrado, ma estrema cura dei particolari e ricerca del bello lo troviamo invece  nel precedente civico 41, analogamente espropriato dal Comune e lasciato, come gli altri, agli ex proprietari (3). Basta andare sul sito di Villa Geta, e si potrà ammirare la bellissima villa e sepolcro di Geta (foto 3 ), che viene affittata per matrimoni, comunioni, feste di laurea, cioè attività a fini di lucro (4).

La situazione a oggi

Venuti in possesso dei docuemnti, i membri del  Comitato per il Parco della Caffarella intervengono tempestivamente. Promuovendo  un'”operazione trasparenza”,  con la pubblicazione sul proprio sito www.caffarella.it  di tutti i documenti ottenuti da mettere a disposizione dei cittadini. Incontrando i Presidenti appena eletti dei Municipi VII e VIII, che si dividono la giurisdizione delle aree, mettendoli a conoscenza della situazione. Lanciando una campagna per coinvolgere la Sindaca Virginia Raggi (5) anche attraverso una sensibilizzazione della stampa locale (6)

A seguito di ciò sembra che nelle prossime settimane si dovrebbero riunire congiuntamente le Commissioni capitoline Ambiente e Patrimonio, ma a tutt’oggi non è stata fissata una data.

Il Comitato chiede che al più presto l’amministrazione si occupi del problema, dato che  questi 11 ettari di Caffarella, espropriati e lasciati dal Comune ai vecchi proprietari, sono costati oltre 800.000 euro ai contribuenti, oltre a costituire  una ferita nella dignità del patrimonio storico artistico della nostra città.

Il Comitato chiede pertanto a tutti di sostenerlo in questo impegno civico sollecitando risposte adeguate e tempestive da parte delle istituzioni,  affinché venga ristabilito il diritto, si riaffermi la cultura, si protegga l’ambiente e si possa finalmente fruire liberamente di un bene pubblico di enorme valore.

Associazione di volontariato Comitato per il Parco della Caffarella

(per contattare il comitato clicca qui)

La Mappa degli espropri del Parco regionale dell’Appia Antica (DAL SITO DEL PARCO) AGGIORNATO  al 27 ottobre 2016

mappa-espropri-appia-antica-parco-regionale-sito>vai alla legenda http://www.parcoappiaantica.it/altridownload/Lotti_esproprio_situazione2016.pdf

(1) Il volume sarà presentato al pubblico e agli studiosi il prossimo 2 dicembre 2016 alle ore 17:30 presso la sala conferenze di Palazzo Massimo alle Terme (L.go di Villa Peretti 1)

(2) ADNKronos 07/11/2016 13:25Roma, forse una ‘Pompei’ sotto l’Appia Antica. Ecco perché nessuno lo sa

 (3) dalla documentazione dell’Associazione risulta che non venga corrisposto alcun canone>>>>

(4)  analogamente all’area occupata da un vivaio al civico 27

(5)il fac simile del testo da noi proposto si trova sulla home page del sito caffarella.it);

(6) Vedi la citata intervista   ADN CRONOScongiuntamente alla dott.ssa Rachele Dubbini, e  le interviste a Roma Today del 13 ottobre 2016 13:34,Appia Antica, i cittadini avvertono: “Rischiamo di perdere 11 ettari di parco”Dopo aver inutilmente tentato con la Giunta Marino, i cittadini chiedono anche alla Sindaca Raggi ed ai suoi Assessori “la restituzione alla fruizione pubblica delle aree espropriate del Parco della Caffarella” di Fabio Grilli e a  La Repubblica 26 ottobre 2016 Roma, Appia antica: 11 ettari della Caffarella “regalati” dal Comune agli abusivi Da 11 anni gli ex proprietari di sette insediamenti che si trovano nel parco vivono in beni espropriati dal Campidoglio. Che però non ha mai fatto nulla per riprenderseli. E rischia addirittura di perderli di CARLO ALBERTO BUCCI

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