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L’indennità ai consiglieri capitolini – soprattutto futuri – non è una regalia a privilegiati, ma una garanzia democratica per i cittadini

di Anna Maria Bianchi Missaglia

Il passaggio da gettone a indennità e l’adeguamento del corrispettivo per i consiglieri capitolini lo auspicavo da tempo – spero in un analogo provvedimento per i consiglieri municipali – per vari motivi, anche se in questo momento mi rendo conto che possa essere un provvedimento impopolare, viste le difficoltà economiche in cui versa una grandissima parte di italiani e romani, destinate a peggiorare (e, come fanno notare giustamente altri partecipanti al dibattito, visti gli stipendi offensivi che ricevono tante categorie di dipendenti, pubblici e non, come gli insegnanti, o quelli che si vedono proporre tanti giovani e tanti disoccupati ecc).

Innanzitutto penso che la proposta riequilibri la palese sproporzione tra le indennità dei parlamentari (1) e dei consiglieri regionali (2) e quanto percepito dai consiglieri della Capitale d’Italia (3), con compiti e responsabilità non molto diversi. Ma il punto che mi sta più a cuore è la possibilità di diventare consigliere e di potersi impegnare adeguatamente (un impegno quasi a tempo pieno) anche per chi non è ricco e non ha un lavoro dipendente. Infatti finora per tutte le incombenze di un consigliere (non solo partecipazione all’Assemblea e alle Commissioni, ma tutto il lavoro preparatorio e il confronto e il rapporto – almeno in teoria – con i cittadini e i territori) viene attribuito un “gettone di presenza”, formula già poco dignitosa rispetto alla carica ricoperta e all’impegno richiesto, con un’ulteriore discriminazione: chi è dipendente pubblico o privato continua a essere remunerato dal datore di lavoro, che il Comune provvede a rimborsare, mentre chi lavora in proprio – professionista, artigiano ecc – o non ha un lavoro fisso, prende una cifra assai inadeguata al lavoro svolto e alle responsabilità ricoperte (e non ha nè ferie, nè contributi pensionistici, nè indennità per malattia).

Un altro motivo a favore sono i costi – molto alti – che i candidati devono sostenere per la campagna elettorale, visto che, a parte il Movimento Cinque Stelle (4), gli altri partiti accollano in buona parte (alcuni completamente) alle risorse che ciascun candidato riesce a mettere insieme. Così il candidato deve contare sui finanziamenti che riceve, anche da portatori di interessi economici spesso in contrasto con l’interesse generale: con quale serenità e imparzialità potrà decidere, di fronte a proposte di deliberazioni in campi collegati ai suoi finanziatori? Carteinregola aveva rilanciato la Carta di Avviso pubblico (5), che prevedeva ulteriori restrizioni nei rapporti tra i candidati e i loro finanziatori, ma la Carta non è mai stata adottata, nè dall’Assemblea Capitolina (6) nè dal Consiglio regionale del Lazio, nonostante entrambi gli enti fossero promotori dell’iniziativa (7).

In ogni caso, prima di esprimerci sulla questione specifica dell’aumento dell’indennità, penso che dovremmo chiederci, visto che in una democrazia rappresentativa non si può eliminare la classe politica, quali criteri vogliamo adottare per la sua selezione: quelli democratici che consentono a chi vuole lavorare seriamente per l’interesse collettivo di poter svolgere la sua funzione prendendosi tutto il tempo necessario indipendentemente dalla sua situazione economica (8), o quelli che favoriscono chi può permetterselo per censo o situazione lavorativa? (9)

Certo, non hanno torto quelli che sostengono che lo stipendio dei consiglieri non dovrebbe influire sul loro impegno personale, ricordando che in questi dieci  anni di vita di Carteinregola ci siamo imbattuti anche in consiglieri che partecipavano alle Commissioni senza essersi minimamente informati sui temi trattati e/o che si trattenevano solo il tempo necessario a maturare il gettone (fino al febbraio 2015 fa pochi minuti, dopo  20’ (9′)). Ma credo che un più equo trattamento economico, anche se non garantisce automaticamente una maggiore qualità dell’impegno politico, ne sia una necessaria base di partenza

In ogni caso penso che alle nostre istituzioni serva più trasparenza, a partire da quella sulle decisioni che vengono prese dai vari livelli istituzionali prima del punto di non ritorno dell’approvazione delle delibere, e anche un maggiore confronto – preventivo – con i cittadini e sui territori. Anche della proposta di delibera di cui parliamo, come della maggior parte di quelle in via di approvazione, abbiamo avuto notizia dai giornali, mentre non ce n’è traccia evidente sul sito istituzionale: per leggere il testo abbiamo dovuto inerpicarci in percorsi sconosciuti ai più , che oltretutto in molti casi non permettono di accedere ai testi delle delibere ai lavori dell’Assemblea (10). Forse sarebbe il caso di spendere meno negli uffici comunicazione (che fanno essenzialmente propaganda per la maggioranza di turno) e un po’ di più per offrire un’informazione tempestiva, puntuale e accessibile ai cittadini romani.

Anna Maria Bianchi Missaglia

Note

(1) si veda dal sito della Camera: Il trattamento economico – Indennità parlamentare L’indennità parlamentare è prevista dall’articolo 69 della Costituzione, a garanzia del libero svolgimento del mandato elettivo. (…)

In termini netti, a decorrere dal 1° gennaio 2012, l’importo dell’indennità parlamentare, corrisposto per 12 mensilità, è pari a 5.246,54 euro, al quale devono poi essere sottratte le addizionali regionali e comunali, la cui misura varia in relazione al domicilio fiscale del deputato. Tenuto conto del valore medio di tali imposte addizionali, l’importo netto mensile dell’indennità parlamentare risulta pari a circa 5.000 euro.Tale misura netta è determinata sulla base dell’importo lordo di 10.435,00 euro, sul quale sono effettuate le dovute ritenute previdenziali (pensione e assegno di fine mandato), assistenziali (assistenza sanitaria integrativa) e fiscali (IRPEF e addizionali regionali e comunali).
Per i deputati che svolgono un’altra attività lavorativa, l’importo netto dell’indennità ammonta a circa 4.750 euro, corrispondenti a 9.975,00 euro lordi.(…)

(2) Si veda legge Regione lazio n. 4 28 giugno 2013Numero BUR: 53
Data BUR: 02/07/2013 Disposizioni urgenti di adeguamento all’articolo 2 del decreto legge 10 ottobre 2012, n. 174, convertito, con modificazioni, dalla legge 7 dicembre 2012, n. 213, relativo alla riduzione dei costi della politica, nonché misure in materia di razionalizzazione, controlli e trasparenza dell’organizzazione degli uffici e dei servizi della Regione
[il Trattamento economico lordo dei Consiglieri regionali (Art.1 legge regionale 28 giugno 2013, n.4): Indennità di carica mensile: euro 7.630,40; –  Rimborso spese mensile per l’esercizio del mandato: euro 3.514,00. Detta indennità ed il rimborso spese sono corrisposti per 12 mensilità. Il trattamento economico è indicizzato annualmente sulla base della variazione del costo della vita accertato dall’ISTAT.

(3) Vedi Compensi di qualsiasi natura connessi all’assunzione della carica

Riferimenti normativi: art 14, comma 1 (lett. c) del D.lgs. n.33/2013A norma dell’articolo 82, comma 8, del Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali, D.lgs.vo n.267/2000, la misura delle indennità di funzione e dei gettoni di presenza degli amministratori degli enti locali è determinata con decreto del Ministro dell’Interno.Con decreto ministeriale n. 119/2000 è stato adottato il regolamento recante norme per la determinazione della misura dell’indennità di funzione e dei gettoni di presenza per gli amministratori locali.Le indennità di funzione e i gettoni di presenza, così determinati, possono essere incrementati o diminuiti con delibera di Giunta e di Consiglio per i rispettivi componenti.Nell’ambito di Roma Capitale la materia è stata disciplinata dalle deliberazioni di G.C. n. 879/2000C.C. n. 147/2000C.C. n. 71/2001.

(4)  Un tempo gli eletti nei partiti di sinistra tenevano per sè il corrispettivo dello stipendio di un operaio e davano la differenza al Partito (che però provvedeva alla campagna elettorale). Anche gli eletti del M5S versano parte del loro stipendio (ma l’obbligo è stato motivo di dissidi interni) per un fondo destinato a finanziare le piccole imprese. Ma si tratta(va) di una libera scelta.

(5) vedi la Carta di Avviso pubblico (> https://www.carteinregola.it/index.php/avviso-pubblico-ai-consiglieri/) – vedi la Carta della candidata e del candidato trasparente di Carteinregola

In particolare l’articolo  12, che riguarda il Finanziamento dell’attività politica. Per la Carta di Avviso Pubblico “L’amministratore deve astenersi dal richiedere o dal ricevere finanziamenti e altre forme di sostegno alla propria attività politica da parte di concessionari o gestori di pubblici servizi, ovvero da privati che hanno rapporti di natura contrattuale con l’amministrazione, o che hanno demandato od ottenuto provvedimenti da essa nei 5 anni precedenti, nell’ambito di procedimenti nei quali l’amministratore abbia svolto una funzione decisionale e istruttoria“.

(6) Alcuni candidati l’hanno sottoscritta a titolo personale Vedi:

(7) la seduta di assemblea capitolina in cui si doveva illustrare la Carta di avviso pubblico fu interrotta – lo stesso giorno – dalle perquisizioni dell’indagine “Mondo di mezzo” nel dicembre 2013. Dopo di allora l’argomento non venne più ripreso.

(8) Nota la vicenda del consigliere Gigi De Palo, prima assessore della Giunta Alemanno, poi consigliere e cameriere, prima di lasciare definitivamente la carica elettiva. Allora le Iene ne fecero un caso, non si sa quanto “pompato”: vedi Romatoday Dopo l’esperienza in giunta, l’anno scorso mi sono candidato con la lista civica di Alemanno. E sono stato eletto». Con 4.191 preferenze, tantissime. «Ed eccomi qua. Consigliere comunale e, per far sopravvivere una famiglia numerosa, cameriere due giorni a settimana, giovedì e sabato».9 maggio 2014 https://www.today.it/rassegna/gigi-de-palo-cameriere.html

(9)Molti consiglieri pentastellati lo sono diventati anche senza mezzi personali, ma va ricordato che questo è stato possibile grazie a un'”onda lunga” dello scontento popolare per un sistema partitico cristallizzato e lontano dai problemi delle persone che si è indirizzata verso un movimento nuovo e civico, indipendentemente dai profili dei singoli candidati, spesso eletti con poche decine di voti.

(10) nel febbraio 2015 era stata approvata una proposta dei pentastellati all’opposizione che introduceva il minimo di 20′ di presenza , non sappiamo se in seguito sia stato modificato Vedi Regole per le Commissioni Capitoline: i M5S ce l’hanno fatta! https://www.carteinregola.it/index.php/trasparenza/comune-casa-di-vetro/regole-per-le-commissioni-capitoline-i-m5s-ce-lhanno-fatta/

(11)VEDI il percorso spiegato nel nostro articolo: Sito di Roma Capitale: informazioni sulle delibere presenti ma inaccessibili-17 Settembre 2019Continua#

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