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Metanodotto a Lecce, troppe controindicazioni per il paesaggio e il territorio

dals ito http://www.acquaricadilecce.it/ulivi-secolari-macchia-mediterranea

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 Pubblichiamo un articolo che riguarda una vicenda della Puglia,  piuttosto emblematica
La Gazzetta del Mezzogiorno 12 Ottobre 2017

Lecce: La commissione Urbanistica dice «no» al metanodotto
L’assessore Miglietta: «Un’opera che agisce in modo rilevante sul territorio»

Arriva il parere sfavorevole della commissione Urbanistica di Palazzo Carafa al metanodotto Snam, che dovrà portare il gas di Tap da San Foca a Brindisi. La delibera approderà domani in consiglio comunale, che dovrà esprimere il parere alla Conferenza dei servizi promossa nei prossimi giorni a Roma dal Ministero dello Sviluppo economico.

Su oltre 55 chilometri di tracciato necessario a collegare l’approdo del metanodotto Tap da San Foca a Brindisi e che attraversa oltre a Melendugno anche i comuni di Vernole, Castrì, Lizzanello, Surbo, San Pietro Vernotico e Torchiarolo, il territorio di Lecce risulta quello maggiormente interessato dall’attraversamento, per complessivi 22 chilometri. Rispetto ai circa 2.200.000 metri quadri di suolo interessato dall’intero tracciato, circa 900mila interessano il capoluogo.

«Oggi l’amministrazione con questa delibera – sottolinea l’assessore all’Urbanistica, Rita Miglietta – ricostruisce un iter lungo e complesso che riguarda un’opera che agisce in modo rilevante sul nostro territorio, coinvolgendo in tutto il suo versante orientale e incidendo nelle relazioni tra la città e la sua costa. In un lungo arco temporale che, a partire dal 2015, ha riguardato l’iter procedimentale del metanodotto, mai l’amministrazione fino ad oggi ha ritenuto di dover esprimere osservazioni e pareri, nonostante ripetute trasmissioni del progetto».

«Una rinuncia grave – aggiunge l’assessore – al dovere che un’amministrazione ha di esprimersi in merito ad un’opera di rilevante importanza ed impatto. La parte del nostro territorio interessata dall’attraversamento del metanodotto Snam è caratterizzata da un contesto ad alta valenza ambientale e paesaggistica. Nel nostro territorio è previsto l’espianto e il reimpianto di 3.200 alberi di ulivo nella fascia di 40 metri necessaria a realizzare il metanodotto. Come riscontrato dal parere contrario del Mibact, il rischio, reale, di un mancato attecchimento degli alberi reimpiantati inciderebbe con un forte depauperamento dell’identità consolidata del nostro paesaggio, in larga misura tipizzato a parco agricolo, mettendo a rischio l’equilibrio tra le numerose aree naturali presenti e le aree rurali olivetate».

Scende in campo anche il presidente della commissione Urbanistica, Massimo Fragola. «Non possiamo accettare – dice – che un territorio già martoriato come il nostro venga vessato da ulteriori opere a forte impatto ambientale. Oggi ci troviamo a pagare le conseguenze dell’ignavia della precedente amministrazione comunale, che ha agito da Ponzio Pilato rispetto alle richieste di parere giunte dal Ministero e al tempo stesso della giunta regionale Vendola, che ha voluto fortemente l’opera: entrambe non sono state in grado di intervenire sulla vicenda».

Qualora il Ministero decidesse di procedere comunque alla realizzazione dell’opera, nella proposta di delibera l’amministrazione chiede l’istituzione di specifiche misure di ristoro ambientale e paesaggistico e l’istituzione di un tavolo tecnico collegiale, coordinato dalla Regione, con funzioni di controllo e monitoraggio di tutte le fasi successive alla Conferenza dei servizi, che si terrà a Roma il prossimo 17 ottobre.

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