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Modifiche PRG: la relazione dell’INU (Istituto Nazionale di Urbanistica) e dell’ANCSA (Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici)

Pubblichiamo la relazione presentata il 3 agosto 2022 durante l’ Audizione presso la Commissione Capitolina Urbanistica dell ‘INU Istituto Nazionale di Urbanistica e dell’ANCSA Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (> Vai alla registrazione) che ci è stata gentilmente inviata, segnalando gli articoli della rivista Urbanistica Informazioni n.303 maggio giugno 2022 nel capitolo Mosaico Italia – Aggiornare il Piano Regolatore di Roma a cura di Domenico Cecchini, INU Lazio

ROMA CAPITALE_COMMISSIONE VIII – URBANISTICA Audizione 3 agosto 2022

CONTRIBUTO DELL’ISTITUTO NAZIONALE DI URBANISTICA (INU) E DELL’ASSOCIAZIONE NAZIONALE CENTRI STORICI E ARTISTICI (ANCSA) AL PERCORSO DI REVISIONE E AGGIORNAMENTO DELLE NORME TECNICHE DI ATTUAZIONE DEL PRG VIGENTE AVVIATO DALLA DELIBERA DI GIUNTA CAPITOLINA N. 120/2022 (scarica il documento stampabile)

Il presente documento è stato elaborato da:

L’Istituto Nazionale di Urbanistica (INU), fondato nel 1930, riconosciuto dal Presidente della Repubblica come “Ente di alta cultura” e dal Ministero per l’ambiente come “Associazione di protezione ambientale” che annovera, tra i suoi presidenti, urbanisti di fama nazionale e internazionale ma anche figure rappresentative di altri campi professionali come Adriano Olivetti (dal 1950 al 1960).

L’Associazione Nazionale Centri Storico-Artistici (ANCSA), fondata nel 1961, promotrice delle Carte di Gubbio del 1960 e del 1990 e impegnata da oltre 60 anni nella salvaguardia e nella valorizzazione culturale dei centri e dei territori storici. Le due associazioni rappresentano e coinvolgono un’ampia e qualificata platea di docenti e ricercatori universitari, tecnici e amministratori degli enti locali e professionisti del settore. Questa articolazione di competenze e ruoli consente di promuovere iniziative e assumere posizioni capaci di garantire una fertile triangolazione tra la dimensione culturale dei problemi urbani e territoriali, quella tecnico-scientifica e quella operativa e gestionale dei processi pianificatori e progettuali. Questa complessità di competenze ha consentito di affrontare i temi contenuti nella Delibera della Giunta Capitolina n. 120/2022 attraverso un approccio integrato, multidisciplinare e multiscalare. Alla base di questo approccio c’è il convincimento che l’urbanistica e il governo del territorio non possano ridursi ad una semplice, quantunque necessaria, regolazione dei diritti dei proprietari privati circoscritta alla scala edilizia, ma debbano configurarsi come un’attività complessa in grado di coniugare la regolazione di quei diritti con la condivisione di valori e princìpi sottesi all’azione pubblica e privata nella città, alle strategie e ai progetti che li sostanziano e li inverano, alla capacità di gestione di piani e programmi nel tempo per offrire le migliori condizioni possibili allo sviluppo di progetti, politiche e pratiche in un quadro di interazioni sociali, economiche, ambientali e funzionali che alimentano la città e la sua rigenerazione. Per tali motivi, la valutazione e l’aggiornamento delle Norme Tecniche deve sapersi misurare con questa complessità e non proporre un mero collage di interessi e istanze di parte.

INTRODUZIONE. LA CITTÀ STORICA TORNA AL CENTRO

Si intende fornire di seguito un contributo culturale e tecnico al percorso di revisione e aggiornamento delle Norme Tecniche di Attuazione del PRG vigente avviato dalla Delibera di Giunta Comunale n. 120/2022, partecipando alle Audizioni promosse in tal senso dalla Commissione VIII – Urbanistica di Roma Capitale.

Questo contributo prende le mosse da una sostanziale condivisione delle motivazioni e degli orientamenti definiti dalla citata Delibera per procedere alla revisione e all’aggiornamento delle NTA del PRG, con particolare riferimento: all’implementazione ragionata di leggi e norme sovraordinate (tra cui l’aggiornamento del DPR 380/2001 per quel che riguarda le categorie d’intervento e la L.R. 7/2017 sulla rigenerazione urbana; alla risoluzione di specifici nodi interpretativi delle NTA sollecitati anche da precisazioni giurisprudenziali in sede di contenziosi; all’aggiornamento di dati cartografici e alfanumerici riconducibili a sistemi informativi territoriali elaborati in sede di redazione del PRG a supporto delle decisioni d’intervento da assumere nel tempo, mai gestiti dal 2008 in poi; alla correzione di errori materiali. Tutti aspetti questi che presuppongono un lavoro accurato anche di messa in coerenza delle disposizioni da modificare con quelle non interessate dalle modifiche, per garantire la necessaria efficacia ed evitare conflitti interpretativi causati da possibili disallineamenti.

Il presente contributo, inoltre, esprime piena condivisione in merito alla necessità di procedere al rafforzamento dei principi di rigenerazione urbana e salvaguardia storico- ambientale nel quadro di:

  • una conferma del ruolo della rete ecologica prevista dal PRG anche procedendo, come auspicato da INU e ANCSA, alla sua implementazione entro un più aggiornato e denso dispositivo strategico e regolativo riconducibile alle “infrastrutture verdi e blu” oramai centrale negli orientamenti nazionali ed europei in materia di tendenziale azzeramento del consumo di suolo, adattamento proattivo ai rischi, produzione di servizi ecosistemici, nuovo metabolismo urbano e qualificazione eco-paesaggistica della città pubblica;
  • una conferma anche del ruolo della straordinaria ricchezza e qualità del patrimonio storico, leggibile nel palinsesto urbano e territoriale, che ha portato il PRG del 2008 ad assumere appieno il necessario passaggio da un concetto di Centro Storico ad uno di Città Storica che va ben oltre il riduttivo confine delle Mura Aureliane, interessando porzioni importanti delle espansioni otto-novecentesche extra moenia, pur nella riaffermazione della necessaria differenziazione normativa rispetto ai tessuti edilizi pre- moderni caratterizzati da una più densa e profonda stratificazione.

INU e ANCSA si riservano di presentare uno specifico contributo sui contenuti della rigenerazione urbana e delle infrastrutture ambientali per l’intera città, circoscrivendo il campo della riflessione e della proposta del presente documento alla Città Storica e agli strumenti messi a punto dal PRG di Roma, per conciliare la sua salvaguardia attiva con processi di innovazione sostenibili con la qualità e la densità dello straordinario patrimonio ereditato. Questo tema appare infatti – dalla lettura e dall’ascolto di alcune posizioni espresse in diverse sedi (tra cui anche la Commissione VIII -Urbanistica) da alcuni soggetti rappresentativi di categorie imprenditoriali e professionali – un bersaglio ricorrente delle proposte avanzate. Oltre a non ritrovare adeguate motivazioni a tali proposte, non si può non rilevare che esse si collocano ad una scala meramente edilizia, ignorando quella urbanistica sia nelle argomentazioni sia nell’incomprensibile assenza di valutazioni in merito alle ricadute urbanistiche di alcune proposte. Se ne ricava un sostanziale spostamento del baricentro del campo d’azione primario dell’invocata rigenerazione urbana verso operazioni edilizie tradizionali e di trasformazione puntuale in tessuti di pregio della Città Storica extra moenia, più appetibili rispetto ai tessuti precari e degradati della “Città da ristrutturare” dove occorrerebbe invece concentrare tutti gli sforzi necessari per dare risposta a condizioni urbane molto critiche e a fasce sociali e di mercato medio-basse. In tal modo si finisce di fatto per privilegiare fasce sociali e di mercato che non dovrebbero costituire l’interesse primario in questa fase storica, con il rischio di esasperare processi di iper-valorizzazione immobiliare a scapito della qualità urbana e storico-architettonica di parti di città fortemente connotate da un punto di vista identitario e, parallelamente, di incentivare processi di impoverimento sociale e disagio abitativo.

DAL CENTRO STORICO ALLA CITTÀ STORICA. UN PRINCIPIO IRRINUNCIABILE PER L’AZIONE PUBBLICA

La questione della perimetrazione della Città Storica è purtroppo ridotta, nell’intenso dibattito di questi mesi, ad un problema sostanzialmente normativo di implementazione della L.R. n. 7/2017 nelle Norme Tecniche di Attuazione del PRG di Roma che, allo stato attuale, esclude gli insediamenti storici dal suo campo di applicazione. L’esclusione di tutti i tessuti otto- novecenteschi e novecenteschi dalla Città Storica è divenuta pertanto il cavallo di battaglia di chi, in nome della possibilità di poter applicare in modo estensivo le premialità previste da questa legge, non esita a proporre un’impressionante sforbiciata alla Città Storica cancellando completamente una delle acquisizioni culturali, normative e progettuali più importanti degli ultimi decenni che riconosce nel PRG di Roma il suo riferimento più qualificato, come dimostrano centinaia di pubblicazioni, convegni e riconoscimenti nazionali e internazionali.

Stupisce peraltro che a proporre questa modifica così stravolgente sia, tra gli altri, l’Ordine degli Architetti di Roma da cui ci si sarebbe aspettati qualche argomentazione in proposito che non fosse solo un implicito riconoscimento di un’opportunità legata ad interessi esclusivamente professionali. Sono lontani i tempi in cui una scelta di questa portata sarebbe stata accompagnata da un dibattito approfondito tra posizioni, valutazioni e rivalutazioni. A partire dall’importanza acquisita dall’urbanistica e dall’architettura dell’Ottocento e del Novecento che annovera a Roma alcuni capisaldi straordinari su cui gli studi e le ricerche sviluppati in sede di redazione del PRG hanno elaborato significativi approfondimenti.

La patente di storicità non è attribuibile più – come era invece prassi nei piani della seconda metà del Novecento – in base alla tale data, alla forma urbis leggibile nella tale carta storica ritenuta rappresentativa e discriminante tra ciò che è storico e ciò che non lo è o, peggio ancora, al limite di una cinta muraria come nel caso delle Mura Aureliane di Roma. Chi conosce la storia urbana di Roma sa bene che l’espansione urbana prevista dal Piano Viviani del 1883 è stata realizzata con gli stessi tessuti e morfologie d’impianto previsti dall’espansione extra moenia del Piano Sanjust di Teulada del 1909. A ciò si aggiunge un patrimonio straordinario di quartieri e tessuti del Novecento, da Garbatella e città-giardino di Montesacro a Monteverde vecchio, dal Flaminio e dal Villaggio Olimpico all’EUR per citarne solo alcuni. Un mosaico di grande importanza che va salvaguardato con la necessaria articolazione e differenziazione dei gradi di libertà dell’intervento che il PRG garantisce.

È dunque evidente che la dimensione culturale che sorregge le norme di piano nella Città Storica esclude un arretramento così vistoso e immotivato, inconciliabile con il livello di consapevolezza e condivisione valoriale oramai consolidato, nonostante questo nuovo tentativo – analogo a quello perpetrato con il Piano Casa – tenti di giustificarsi con le ragioni del termine-passpartout della rigenerazione urbana. In altra parte di questo documento si argomenta sugli effetti pervasivi che la riduzione del perimetro della Città Storica produrrebbe sul mercato immobiliare e sulle ricadute abitative e sociali.

GLI STRUMENTI DEL PRG PER LA CITTÀ STORICA. PUNTI DI FORZA E CRITICITÀ

Una valutazione delle eventuali modifiche alla normativa per la Città Storica non può prescindere dalla “forma” di piano e dalle ragioni che sottendono la scelta effettuata di mettere a punto specifici elaborati di natura prescrittiva, gestionale e d’indirizzo. Senza questa valutazione, comprensiva dei modi della loro interazione, i ricorrenti giudizi rintracciabili nei documenti espressi da alcuni stakeholder appaiono arbitrari e frettolosi.

La “forma” di Piano è infatti strutturata su 4 elaborati:

Una zonizzazione di natura storico-morfologica (“Sistemi e Regole” in scala 1:10.000 e 1:5.000) che ha definitivamente superato la tradizionale prassi della seconda metà del Novecento (a partire dall’esperienza capostipite di Bologna) di regolazione degli interventi diretti attraverso la predeterminazione tipo-morfologica dei singoli edifici, risultata spesso rigida e fonte di errori e conflitti. Al suo posto il PRG prevede un’interpretazione dei caratteri costitutivi strutturanti, caratterizzanti e qualificanti dei tessuti edilizi, delle modalità dispositive/aggregative e delle interdipendenze tra edifici e spazi aperti. Il superamento delle condizioni di maggiore criticità urbanistico-edilizia viene demandato invece agli interventi indiretti attraverso piano attuativo nei 40 “Ambiti di valorizzazione” (di cui all’appendice 1 delle NTA del PRG).

La zonizzazione per tessuti rimanda alla “Guida per la Qualità” il compito di individuare le specificità dei singoli casi sulla base di criteri comportamentali supportati da schemi e abachi. Rimanda inoltre alla “Carta per la Qualità” il compito di mettere a disposizione un quadro costantemente aggiornato di aspetti conoscitivi (di natura archeologica, ambientale, tipologica, architettonica) che interessano e interagiscono con la specifica unità edilizia e di spazio aperto e dunque con il relativo progetto.

Alla triangolazione suddetta si affianca e si sovrappone la dimensione strategica e programmatica degli “Ambiti di programmazione strategica” che mettono in relazione i materiali urbani della Città Storica, regolati dalle norme di tessuto, sollecitando azioni progettuali puntuali inserite entro visioni più ampie strutturate su segni rilevanti della storia, dell’ambiente e dell’infrastrutturazione della città.

Non si ritiene che questa articolazione della strumentazione di Piano debba modificarsi, quantunque richieda aggiornamenti e limitati adeguamenti normativi volti a superare talune criticità manifestatesi nei 14 anni di gestione del PRG, come di seguito precisato.

TESSUTI

• La definizione dei Tessuti e degli Spazi aperti contenuta nel PRG prevede un’articolazione tuttora efficace e adeguata alla ricchezza della Città Storica che va confermata anche laddove ricomprende pezzi importanti del Novecento, garantendo un’articolazione differenziata anche dei gradi di libertà relativi alle categorie d’intervento, con particolare riferimento a quelle trasformative (RE, DR e AMP).

• Appare comunque necessario un adeguamento delle categorie d’intervento agli aggiornamenti normativi nazionali, anche per chiarire ed eventualmente precisare le condizioni di applicabilità di alcune di esse, nel rispetto dei limiti previsti dalle attuali NTA per la Città Storica.

AMBITI DI VALORIZZAZIONE

Anche nella Città Storica esistono brani di tessuto di nessun valore, aree marginali con edifici e impianti dismessi, enclaves critiche dal punto di vista fisico e sociale che contrastano con la qualità urbana diffusa della Città Storica, rientranti in 40 Ambiti e altrettante Schede dell’Appendice 1 alle NTA.

Questi Ambiti richiedono un aggiornamento sia dei perimetri sia di alcuni contenuti regolativi per garantire il raggiungimento degli obiettivi previsti e l’efficacia dei processi, anche profondi, di rigenerazione nei termini delineati dall’art. 1 della L.R. n. 7/2017. Tali Ambiti sono assimilati a zone “B” e non “A” ai sensi del D.I. n. 1444/1968 e quindi possono essere interessati dal recepimento mirato dei dispositivi previsti dalla L.R. n. 7/2017, nella consapevolezza che sono comunque interni o contigui alla Città Storica e richiedono quindi un’attenzione differenziata a seconda dei contesti in cui si collocano.

CARTA PER LA QUALITÀ

È uno strumento prezioso di conoscenza in continuo aggiornamento attraverso la manutenzione costante del GIS nel quadro degli accordi tra Comune e altri soggetti pubblici.

Questo strumento tuttavia non è stato mai gestito dopo l’approvazione del PRG del 2008, a partire dagli errori materiali e dalla verifica puntuale di inserimenti incongrui. A ciò si aggiunge l’assenza di una più corposa presenza di dati relativi alle componenti ambientali (verde fluviale, ville e giardini storici, filari arborei stradali, ecc.) anche alla luce delle nuove domande paesaggistiche e ambientali maturate negli ultimi 20 anni

GUIDA PER LA QUALITÀ

È anch’esso uno strumento utile di accompagnamento degli interventi diretti nei tessuti della Città Storica, strettamente connesso alla Carta per la Qualità.

Allo stesso tempo, è uno strumento che ha palesato incongruenze ed equivoci in merito al ruolo prescrittivo di fatto attribuitogli dalle NTA, aldilà della sua qualificazione esclusivamente “gestionale” che sollecita un chiarimento normativo. A ciò si aggiunge l’assenza di indirizzi di maggiore pertinenza sugli aspetti ecologico-ambientali, a partire dalle infrastrutture verdi (come già detto per la Carta per la Qualità).

AMBITI DI PROGRAMMAZIONE STRATEGICA

  • Si tratta di un importante e innovativo strumento di indirizzo per selezionare e coordinare le priorità d’intervento, definendo al contempo il quadro di riferimento spaziale per l’atterraggio territoriale dei finanziamenti europei, nazionali e regionali al fine di dare operatività al PRG.
  • Questo ruolo (e le opportunità che ne scaturiscono) non è mai stato concretizzato e reso operativo attraverso strumenti di programmazione adeguati, sorretti da modalità di coordinamento orizzontale e verticale tra i soggetti coinvolti nell’attuazione coordinata degli interventi.

DOMANDE DI RIGENERAZIONE URBANA E CITTÀ STORICA

La L.R. n. 7/2017 è innanzitutto una legge sulla rigenerazione urbana, come chiaramente esplicitato negli Articoli 1 e 2 (rispettivamente “Finalità e ambito di applicazione” e “Programmi di rigenerazione urbana”). Allo stesso tempo però gli articoli 3 e 6 (rispettivamente “Ambiti territoriali di riqualificazione e recupero edilizio” e “Interventi diretti”) introducono un altro campo d’azione parallelo, quello cioè degli interventi diretti di ristrutturazione edilizia, sempre consentiti o consentiti in specifici Ambiti (non definiti di rigenerazione) – comprendenti l’ulteriore categoria della ristrutturazione urbanistica – realizzabili con permesso di costruire semplice o convenzionato.

Sugli obiettivi della rigenerazione urbana, l’Art. 1 della legge è inequivocabile laddove elenca le finalità “sociali, economiche, urbanistiche ed edilizie”, in linea con un’ampia e collaudata esperienza nazionale e internazionale. Assume cioè caratteri complessi di integrazione sinergica di una molteplicità di azioni materiali e immateriali volte a risolvere innanzitutto i problemi di degrado fisico, criticità ecologico-ambientali e disagio sociale ed economico delle nostre città.

Eppure gran parte delle posizioni espresse nel dibattito di questi mesi sembra dimenticarlo, come abbiamo già avuto modo di rilevare, dando ampio spazio all’altro obiettivo della legge, quello degli interventi diretti di trasformazione edilizia su ampie parti dei tessuti della città esistente. In questa direzione si fa largo in modo insistente la proposta di ridurre considerevolmente il perimetro della Città Storica, per liberalizzare gli interventi di demolizione e ricostruzione con incrementi di SUL in ampie parti comprendenti i tessuti otto- novecenteschi extra moenia. Una variante urbanistica di riduzione della Città Storica al perimetro delle Mura Aureliane eliminerebbe definitivamente la garanzia oggi offerta dall’inapplicabilità dei dispositivi della L.R. n. 7/2017 agli insediamenti storici individuati dal PTPR. Appare infatti evidente che il richiamo al perimetro dell’insediamento storico individuato dal PTPR non può essere inteso nei termini di una sua meccanica trasposizione ed esprime invece il rispetto di una perimetrazione non riducibile ma legittimamente ampliabile dal Comune, come nel caso appunto della Città Storica nel PRG del 2008.

Un’operazione di riduzione di questa portata e gravità non avrebbe alcuna giustificazione. La rigenerazione urbana non è la reiterazione degli interventi di riqualificazione urbana degli ultimi decenni del secolo scorso centrati su rilevanti dispositivi di valorizzazione immobiliare di aree dismesse o, più banalmente, la diffusione di operazioni puntuali di qualificazione edilizia di tessuti consolidati da sottoporre a processi di terziarizzazione e sostituzione sociale ed economica. Essa dovrebbe invece dare risposte a domande abitative inevase soprattutto degli strati sociali più fragili – compresi quelli di ceti medi impoveriti o in corso di impoverimento – che non trovano risposta nel mercato immobiliare. Al contempo, le azioni di rigenerazione urbana propriamente dette (cfr. Art. 2 della L.R. n. 7/2017) dovrebbero produrre un elevato innalzamento della qualità ecologico-ambientale in termini di adattamento ai rischi, di produzione di servizi ecosistemici attraverso desigillazioni e nuove dotazioni di infrastrutture verdi e blu, di nuove forme di metabolismo urbano (riciclo acque, suoli, energia, rifiuti, ecc.) e di nuovi spazi pubblici di qualità sia alla scala urbana che di prossimità.

La riduzione del perimetro della Città Storica, richiesta da alcuni rappresentanti di categorie professionali e imprenditoriali, andrebbe in una direzione completamente diversa e dissonante dai principi e dagli obiettivi della L.R. n. 7/2017. Aldilà di retoriche strumentali e di una inaccettabile assenza di motivazioni, questa riduzione faciliterebbe di fatto interventi di iper-valorizzazione economica di tessuti già ad alto valore di mercato con effetti pervasivi di ulteriore gentrification, a favore di una domanda abitativa di fasce sociali alte e altissime e non di quelle medio-basse e basse. Tutto ciò senza alcuna giustificazione e riscontro di questa necessità nel dimensionamento del PRG e in specifiche valutazioni della domanda, con rischi quindi anche di insolvibilità dell’offerta. A questi effetti se ne affiancherebbero altri due, ugualmente indesiderabili. Innanzitutto un ulteriore impulso ad acquisti esteri del patrimonio immobiliare dei tessuti otto-novecenteschi per usi residenziali saltuari e per un’offerta di case-vacanza già molto robusta con il parallelo estendersi di offerte ricettive extra-alberghiere e alberghiere di lusso (nelle diverse formule che hanno preso forma in altre “città d’arte”) che si aggiungerebbero ad un’offerta di B&B non controllata e che troverebbero alimento dagli eventi futuri, a partire da quello giubilare. Una dinamica questa che si cumulerebbe con i processi di terziarizzazione indotti dall’estensione della “turisticizzazione” in un contesto già fortemente segnato anche dalla pervasività degli usi terziari della Pubblica Amministrazione, con una riduzione complessiva della residenzialità di ampi settori urbani e della mixité sociale.

In sostanza, piuttosto che coltivare ambizioni tese a facilitare operazioni speculative di facile successo alla scala edilizia, drogando il mercato immobiliare a scapito di un patrimonio insediativo e architettonico storico di qualità (dal Flaminio a Garbatella, da Prati a Monteverde vecchio, dal quartiere Trieste alla città-giardino di Montesacro), sarebbe utile e coerente che l’attenzione della città si concentrasse sui veri e necessari programmi di rigenerazione laddove occorre intercettare le domande delle fasce sociali più svantaggiate nei tessuti più degradati – soprattutto della “Città da ristrutturare” – che esprimono priorità d’intervento ineludibili, consentendo così di avviare un percorso virtuoso di riconversione del settore edilizio e delle competenze tecnico-professionali.

Nella Città Storica, tuttavia, esistono spazi chiari per una rigenerazione urbana compatibile con le diverse qualità dei contesti, di cui però incomprensibilmente non si parla quanto sarebbe necessario, alimentando così la vulgata di una cristallizzazione di parti troppo estese della città che giustificherebbe la riduzione drastica del perimetro della Città Storica. Come già detto in precedenza, bisognerebbe riservare infatti la necessaria e prevalente attenzione normativa e progettuale ai 40 “Ambiti di valorizzazione” della Città Storica, dentro e fuori le Mura Aureliane, che solo in minima parte hanno prodotto risultati concreti richiedendo quindi un bilancio e una valutazione di adeguamento normativo per una maggiore efficacia del PRG e una messa a punto dei dispositivi pubblico-privati necessari, assieme al riconoscimento prioritario dei finanziamenti pubblici, anche attraverso un adattamento mirato delle potenzialità offerte dalla L.R. n. 7/2017.

In questo senso, la rigenerazione urbana auspicabile per una città come Roma che ha forti contraddizioni sociali e ampie sacche di marginalità, assieme a uno straordinario e articolato mosaico di parti urbane di valore storico da salvaguardare, dovrebbe modulare i propri obiettivi in ragione delle profonde differenze che caratterizzano e distinguono la Città Storica da quella consolidata e da ristrutturare, dando comunque risposte a domande inevase di città pubblica di qualità attraverso quote aggiuntive di standard urbanistici necessari in ambiti urbani dove le dotazioni sono estremamente ridotte.

IN SINTESI. ALCUNI AGGIORNAMENTI NECESSARI DEGLI STRUMENTI DI PIANO PER LA CITTÀ STORICA

Sulla base di quanto sin qui detto, si riassumono le principali modifiche alle NTA del PRG di Roma per la Città Storica.

TESSUTI
• Adeguare le categorie d’intervento e le destinazioni d’uso al DPR n. 380/2001 e s.m.i., nel rispetto delle morfologie delle strutture insediative in cui si collocano gli edifici, delle categorie d’intervento di cui all’Art. 24 c. 5 delle NTA e dei limiti di incremento di SUL stabiliti dagli incentivi di cui all’Art. 21 c. 5.

AMBITI DI VALORIZZAZIONE

  • Verificare ed eventualmente aggiornare gli obiettivi e i contenuti normativi degli Ambiti (categorie d’intervento e destinazioni d’uso in primis), alla luce dei cambiamenti verificatisi nel tempo anche per effetto degli interventi realizzati.
  • Adattare e differenziare le premialità massime previste dalla L.R. n. 7/2017 alle diverse famiglie di Ambiti e alla specificità dei contesti storici in cui sono inseriti.

CARTA PER LA QUALITÀ

  • Istituire un gruppo di lavoro stabile per l’aggiornamento della Carta, che di norma avrebbe dovuto rispettare una cadenza biennale (cfr. Art.16, c.12 delle NTA del PRG), e per la gestione del GIS nel tempo per un quadro conoscitivo costantemente allineato con le modificazioni avvenute, a supporto dell’attività di pianificazione/progettazione.
  • Correggere errori legati soprattutto alla presenza di manufatti di nessuna qualità (in particolare alcuni edifici speciali e altri manufatti ex industriali o commerciali).
  • Aggiornare localizzazioni e dati relativi ai beni archeologici, alla luce degli scavi e delle analisi connesse alle opere pubbliche, riattivando il protocollo d’intesa con le Sovrintendenze.
  • Definire nuovi criteri di reperimento dati sul patrimonio vegetale, attraverso accordi tecnici con l’Assessorato all’Ambiente e l’Orto Botanico di Roma.
  • Riattivare la convenzione con l’Università per l’aggiornamento dei dati sull’architettura moderna e contemporanea.

GUIDA PER LA QUALITÀ

Risolvere giuridicamente l’equivoco di uno strumento gestionale che esprime di fatto un valore prescrittivo, strettamente integrato con quello attribuito alle NTA, puntando a conservare il valore prescrittivo attraverso un confinamento delle parti caratterizzate da questo valore rispetto a quelle in cui permane il valore gestionale.

Aggiornare e qualificare alcuni capitoli (es. Spazi aperti) oggetto di specifici strumenti di settore in corso di redazione da parte del Comune.

AMBITI DI PROGRAMMAZIONE STRATEGICA

  • Prevedere l’obbligo, per ciascuno dei 5 Ambiti, di un Programma strategico e operativo – aggiornabile nel tempo – che definisca gli obiettivi e le azioni progettuali e delinei scenari spazio-temporali con le relative alternative, a partire da quelli di breve termine raccordati a risorse finanziarie certe.
  • Istituire per ciascun “Ambito di programmazione strategica” strutture di missione inter- assessorili dedicate, per la promozione e gestione dei programmi e delle attività connesse di cooperazione istituzionale orizzontale e verticale.
  • Aggiornare i contenuti delle due carte-base (Risorse e Obiettivi) per ciascun Ambito.
  • Definire la platea di soggetti da coordinare per garantire l’operatività delle scelte.

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

7 agosto 2022

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