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Modifiche PRG, le osservazioni dell’Associazione Bianchi Bandinelli

Pubblichiamo la lettera inviata dall’Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli al Presidente della Commissione Consiliare Urbanistica Tommaso Amodeo il 1 dicembre 2023, nell’ambito del ciclo di audizioni promosse dalla Commissione in relazione alla Proposta di deliberazione di Assemblea Capitolina (prot. Segret. Generale n RC/2023/15320) di variante parziale alla Norme Tecniche di Attuazione del vigente Piano Regolatore

L’ Associazione Ranuccio Bianchi Bandinelli, fondata da Giulio Carlo Argan e Giuseppe Chiarante nel 1991, nel perseguire il proprio scopo di confronto costante nel campo della cossocenza, della tutela, della valorizzazione e dell’uso del patrimonio storico, ritiene opportuno dare seguito a quanto già precedentemente osservato con la nota del 20.7.2022, per esprimere forti preoccupazioni in merito alla proposta in oggetto, relativa alla “revisione e attualizzazione” delle Norme Tecniche Attuative del PRG vigente, nelle forme di una “semplificazione e coordinamento alle altre normative”, in particolare sulla rigenerazione di cui alla L. R. n. 7 del 2017.
Come già osservato, la rilevanza dei temi della Città Storica e della rigenerazione in generale per il complesso della città e il caso esemplare di Roma Capitale, inducono a partecipare a questa importante modifica normativa finalizzata al governo del territorio secondo un disegno organico di disposizioni che disciplinino le trasformazioni urbane.
Si auspica, innanzitutto, come già sottolineato, che la definizione Città Storica, posta alla base del PRG del 2008, nel pieno riconoscimento degli assetti e dei contesti urbani della città, superando il vecchio concetto di Centro Storico limitato alla sola area monumentale entro le mura, non venga sottoposta a modifiche.
Si confidava, per questo, che l’Amministrazione fosse impegnata a salvaguardare e mantenere l’identificazione della ricca sedimentazione di epoche, tipologie urbane e architettoniche, nella città storica, anche fuori delle Mura, rispettando il PRG del 2008 nella tutela della città storica dentro e fuori le mura, evitando ogni alterazione significativa; cosi come si auspicava che si prestasse la massima attenzione a preservare i valori dell’Agro. Il piano del 2008 fondava le proprie scelte sul valore della storia, della qualità urbana diffusa, aspetti questi che rivestivano un ruolo basilare ed essenziale di impostazione di tale piano.

La legge sulla rigenerazione urbana (Legge Regionale n. 7/2017), d’altro canto, ha finalità pubbliche ed è indirizzata, in termini normativi, a una serie di azioni per migliorare la qualità della vita dei cittadini anche in riferimento ai contesti urbani, negli aspetti sociali, economici, ambientali, urbanistici, edilizi e culturali, per favorire i territori in situazioni di disagio o degrado.

Si fa notare che gli atti citati rientrano nell’ambito di applicazione della Legge n. 1150/42 all’art. 10 co. 2, la quale indica limiti ben precisi ad eventuali modifiche al PRG approvato, che non dovranno comportare sostanziali innovazioni tali cioè da mutare le caratteristiche essenziali del piano stesso ed i criteri di impostazionelimitando de facto gli interventi sul PRG approvato ad aggiornamenti (o adeguamenti) e non a sostanziali correzioni dell’impostazione originaria del PRG stesso.

Nella proposta di delibera presentata in Assemblea Capitolina, prot.15320 dell’8 giugno 2023 si elabora, invece, una radicale riscrittura delle norme che associano gli articoli delle NTA con gli elaborati, come ad esempio l’art. 16, spezzando il rapporto di corrispondenza normativo necessario a rendere cogente il rispetto delle indicazioni del G2, Guida per la Qualità.

Al riguardo la preoccupazione è massima circa la riscrittura proposta dell’art 16: Carta per la Qualità.

Nel merito si osserva, infatti, che la proposta di modifica del comma 10 dell’art. 16, che oggi recita: “Se gli elementi inseriti nella Carta per la Qualità non sono tutelati per legge, l’approvazione dei relativi progetti […] è subordinata al parere favorevole della Sovrintendenza Comunale che si esprime entro 60 giorni” è : “Se gli elementi inseriti nella Carta per la Qualità non sono tutelati per legge, ovvero non ricadenti all’interno di aree tutelate dalla legge statale, l’approvazione dei relativi progetti è subordinata al parere finalizzato al miglioramento/riconoscimento della qualità formale compositiva ed architettonica degli interventi urbanistici ed edilizi ed al loro inserimento nel contesto urbano, paesaggistico ed ambientale, della Sovrintendenza Capitolina, che si esprime entro 60 giorni dalla richiesta formulata, decorsi infruttuosamente si formalizza il silenzio assenso”. La sostituzione del termine “favorevole” col termine “finalizzato”, insieme alle frasi successive che generano soltanto confusione, annebbiando i confini di competenza attualmente ben precisi, di fatto ridurrebbe i pareri della Sovrintendenza Capitolina da preventivi ed obbligatori a consultivi, svuotando, di fatto, le competenze della Sovrintendenza stessa e quindi della Carta per la Qualità.

Inoltre il periodo “ovvero non ricadenti all’interno di aree tutelate dalla legge” costringerebbe ulteriormente i confini di intervento generando una sovrapposizione di competenze che ha il solo scopo di smontare lo scheletro giuridico sul quale si fonda l’attività della Carta per la Qualità, più volte riconosciuto anche dalla Magistratura amministrativa.

Ad esempio, se passasse la modifica del comma 10 dell’art. 16 proposta , il lavoro di aggiornamento della Carta per la Qualità, diventerebbe inutile in quanto è vero che vi sarebbe l’inserimento, ad esempio, dei villini, ma è anche vero che non esisterebbe più il potere di bloccare eventuali demolizioni/ricostruzioni – ma più in generale interventi di modifica – in quanto non più previsto dalle NTA se non per un miglioramento/riconoscimento della qualità formale compositiva ed architettonica degli interventi urbanistici ed edilizi ed al loro inserimento nel contesto urbano…ecc.

Cosi come per l’Agro, con le modifiche al comma 6 dell’art. 16 non vi sarebbe alcun controllo qualitativo dei progetti e delle sistemazioni paesaggistiche.
A nostro avviso, quindi, nella proposta in oggetto si elabora una radicale riscrittura delle norme che associano gli articoli delle NTA con gli elaborati G1 Carta per la Qualità e G2 Guida per la Qualità degli interventi che, trovando diretta corrispondenza nelle NTA del PRG, dovranno essere “aggiornati” sul piano paritetico, rispetto alle corrispondenti norme.

Occorre ribadire, inoltre, sul piano normativo che già con DPR 18 dicembre 1965 e con DM 4876 del 1971 e poi con la delibera Regione Lazio 689 del 1979 veniva individuata la necessità di affidare ad uno strumento di programmazione e pianificazione il ruolo di tutela, allegando la Carta dell’Agro. Successivamente, nel 1980, viene approvata con delibera la Carta dell’Agro, dando mandato agli uffici di definire strumenti urbanistici idonei alla tutela dei valori indicati nella suddetta Carta, cosi come nella delibera si fa esplicito riferimento alla necessità di un parere nell’ istruttoria dei progetti di cui alle tavole della Carta stessa.

Questi elementi, prescrizioni e norme degli Enti sovraordinati sono stati raccolti nel Piano del 2008, mettendo in campo il tema della salvaguardia di elementi non tutelati per legge e del controllo di qualità degli interventi mediante l’introduzione di norme ed uffici, sistemi cartografici e linee guida.

Risulta, inoltre, che la giurisprudenza amministrativa abbia convalidato l’assunto della doppia natura della Carta per la Qualità come strumento prescrittivo e gestionale, proprio perché connessa alle NTA, efficace a preservare valori e qualità urbana.
Per Roma, si ritiene quindi sia sempre più necessario, al contrario, il massimo impegno dell’ Amministrazione per la tutela e conservazione del ricco patrimonio storico monumentale nelle aree centrali, cosi come dell’Agro, proprio col fine di sviluppare reali processi di rigenerazione urbana, in particolare per i quartieri disagiati, su elementi del patrimonio pubblico e privato in stato di dismissione o abbandono, secondo quanto previsto dall’articolo 1 della L.R. 7/2017, inclusi gli interventi per il miglioramento della qualità ambientale per la promozione dell’attività agricola, del paesaggio e del verde pubblico. La ricchezza di Roma sta in tutto il suo esteso territorio di risorse culturali significative, che potrebbero trovare la migliore valorizzazione proprio nell’ambito del processo di rigenerazione urbana.

Per il raggiungimento di tali obiettivi si considera importante che l’Amministrazione operi per il rafforzamento dell’esercizio dello strumento della Carta per la Qualità atta ad assicurare il principio della “Qualità” cittadina e del buon vivere sociale, quale espressione del tessuto dell’intera città, dei siti e dei beni d’interesse, oltreché di tipologie significative sia nel contesto urbano che nell’Agro.

A riguardo si osservano criticamente anche altre modifiche delle NTA, in specie sulla “città da ristrutturare”, in particolare degli articoli 52, 53. Le modifiche apportate invece di superare i problemi relativi a tali tessuti, semplificando gli strumenti operativi come quello del Print, e operando per dare maggiore forza a programmi, assetti di indirizzo e scelte pubbliche, su temi come qualità e servizi, offrono invece maggiori possibilità all’intervento privato diretto in termini di scelte e cubature, comma 5 art 52. L’art 53, inoltre, è modificato per prevedere di affidare completamente al privato i programmi PRINT, contemplando sub-ambiti di intervento diretto e convenzionato e, soprattutto, spostando la pubblicazione del programma dalla fase di definizione, alla successiva fase quando cioè è già approvato, sovvertendo cosi completamente il principio della partecipazione della comunità interessata su scelte che riguardano la vita quotidiana, i servizi, gli spazi pubblici. La conseguenza è di non migliorare, proprio nei quartieri più critici, la cosiddetta periferia, la qualità urbana e non preservare i valori di questi tessuti, ma di peggiorarli aumentando il consumo di suolo e la carenza di servizi e spazi pubblici.

Ci si aspetta che l’Amministrazione negli adeguamenti delle NTA presti opportuna attenzione al paesaggio urbano di Roma e si prefigga obiettivi di qualità ed equità sociale attraverso l’innovazione, che non alteri i valori culturali della città, la rigenerazione tesa a migliorare lo spazio pubblico, il riuso degli immobili in abbandono, la definizione dei limiti al consumo di suolo, la valorizzazione culturale dell’ Agro e del paesaggio urbano nel suo complesso. Si chiede quindi di rivedere le proposte di modifiche delle NTA sulla base di questi principi.

Roma può e deve costituire il modello di riferimento in tema di città storica e di rigenerazione, anche per orientare i provvedimenti di livello nazionale e regionali, per la vastità del patrimonio culturale, paesaggistico e naturalistico diffuso nella città intera, meritevole di essere valorizzato, secondo programmi da attuare con strumenti realmente innovativi e qualitativamente adeguati alle sfide ambientali, sociali e culturali che, oggi, le metropoli devono affrontare.

Rita Paris Presidente dell’Associazione Bianchi Bandinelli

Mirella Di Giovine Consigliere dell’Associazione Bianchi Bandinelli

21 febbraio 2024

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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