No al rinvio del distanziamento delle slot: gli interventi che smontano i “luoghi comuni” dell’industria dell’azzardo e della politica che la sostiene
Autore : Redazione
La società civile alla politica regionale: Fate la cosa giusta! No al rinvio delle misure regionali per il distanziamento delle slot machine!
Il gioco d’azzardo legale contrasta quello illegale delle mafie? E’ “un bene naturale e necessario?” E’ divertimento? “Sinonimo di socialità e aggregazione”? La dipendenza dal gioco d’azzardo patologico (GAP) è un fenomeno marginale? Chi sono le vittime della GAP? Il distanziamento delle slot machine dai luoghi sensibili come scuole e centri anziani comporta uno spostamento dei consumatori sull’azzardo on line? Quali ricadute può avere sui posti di lavoro?
In queste domande si nascondono gli alibi di chi, in questo caso nella Giunta e nel Consiglio regionale del Lazio, si appresta ad approvare un secondo rinvio dell’applicazione della Legge regionale del Lazio 5/2013 per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP), per la parte che prevede la rimozione di slot machine e videolottery da bar, tabaccherie e sale gioco nel raggio di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, centri anziani, chiese e ospedali. Il primo rinvio approvato nell’agosto scorso aveva invocato la crisi del settore dovuta alla pandemia. Oggi però, non ci sono più scuse.
Nel webinar sono intervenuti numerosi addetti ai lavori e esponenti di realtà impegnate nel sociale: Maurizio Fiasco. Presidente dell’Osservatorio della Regione Lazio sul gioco d’azzardo 2018-2021, Francesca Danese, Portavoce Forum terzo Settore Lazio, Gianpiero Cioffredi Presidente dell’Osservatorio Legalità e sicurezza della Regione Lazio, Massimo Soraci Caritas di Roma, Claudio Dalpiaz psicoterapeuta Presidente PsyPlus, Elisa Sermarini Rete dei Numeri Pari, Carlo Cefaloni Slot mob, Claudio Cippitelli, sociologo, Parsec Cooperativa Sociale. Hanno partecipato, rispondendo alle istanze della società civile, Barbara Funari, Assessora alle Politiche Sociali e alla Salute di Roma Capitale, Tiziana Biolghini, Consigliera capitolina Roma Futura con delega al sociale in Roma città metropolitana, Francesco Silvestri, Deputato M5S, Marta Leonori, Consigliera regionale e capogruppo PD, Alessandro Capriccioli, Consigliere regionale +Europa, Paolo Ciani, Consigliere Regionale e capitolino Centro Solidale – Demo. S.
I molti interventi, a partire dalla relazione introduttiva di Maurizio Fiasco, hanno sfatato gli slogan delle associazioni di categoria dell’azzardo, rivelando una situazione allarmante, che ha ripreso ad incrementarsi a spese degli strati della popolazione più fragili, in un momento di crisi economica sempre più feroce, con conseguenze che saranno pagate care dalle vittime di GAP, dalle loro famiglie ma anche dalla collettività.
Cominciamo con i numeri dell’azzardo: in questi anni c’è stato un costante incremento del “consumo di gioco”, con esclusione del periodo delle restrizioni per la pandemia, e l’80% di quello che viene puntato – il denaro giocato – proviene dal 20% dei giocatori, che vuol dire che una frazione di persone (circa 350 mila nel Lazio, delle quali almeno 120mila con patologia da azzardo) perde risorse molto consistenti.
Chi sono le vittime di GAP: quasi sempre persone in povertà, o che hanno un reddito vicino alla soglia di povertà oppure che vengono travolti dai debiti. Persone che si spogliano di tutto – beni di famiglia, attività lavorative – per continuare a “giocare”. Persone per le quali l’azzardo è l’unica sponda per sognare una vita migliore di quella che hanno. Molti anziani, che bruciano le pensioni sociali nelle macchinette di bar e tabaccherie, ma anche molti giovani, in territori dove spesso il bar con VTL e slot è l’unico punto di ritrovo. E sono vittime della spirale autodistruttiva del GAP molti minorenni, spesso attirati nelle sale scommesse da adescatori che li fanno giocare a credito, nonostante sia una pratica illegale.
Il “gioco d’azzardo” è un gioco? E’ divertimento? E’ socializzazione? Divertimento e socializzazione sono lo sport, la cultura, lo stare insieme in una comunità.
Nulla è più lontano dal divertimento e dalla socializzazione di una persona sola per ore davanti a uno schermo elettronico mentre butta via soldi che gli servirebbero per vivere. Il comportamento compulsivo di chi continua a giocare oltre le sue possibilità non è divertimento, è patologia.
Posti di lavoro I posti di lavoro dell’industria dell’azzardo sono censiti nazionalmente dall’ISTAT in 37.334, per 8365 imprese. L’8-9 per cento del settore ha sede e opera nel Lazio. Questi numeri vanno confrontati con i dati di tutti i settori operanti nella nostra regione, che, sempre secondo Istat, comprende circa 450mila imprese (prima della pandemia), con 1 milione e 891mila addetti (sempre prima dell’emergenza sanitaria) nelle 5 province. Ma la perdita – peraltro parziale – di posti di lavoro (NB: nel caso della rimozione dello slot da bar e tabaccherie riguarderebbe un’attività secondaria) – paragonata al danno che questo comparto “non generativo” procura al sistema sociale economico e occupazionale generale, diventa quasi risibile e potrebbe essere sostenuta da specifici ammortizzatori sociali.
Gioco on line e gioco in presenza Da sfatare anche l’argomento del rischio del passaggio al gioco on line – illegale e incontrollabile – degli utenti in caso di eliminazione delle slot dai bar nelle aree sensibili. L’utenza che consuma il gioco nelle sale coincide solo in parte con quella dell’azzardo sul web, e tra l’altro, l’incremento di entrambi prosegue parallelo.
Gioco legale/gioco illegale Ma soprattutto, come illustrato da Gianpiero Cioffredi, va smontato un altro luogo comune, quello delle campagne dei gestori che fanno credere che l’offerta di “gioco legale” in qualche maniera contrasti le mafie, ma non è così: le evidenze giudiziarie indicano che nel paniere degli investimenti criminali il gioco d’azzardo occupa un ruolo importante non solo per il riciclaggio, ma anche per il controllo del territorio: le mafie sono organizzate sia a livello illegale online che a livello legale. E le agenzie di rating ci dicono che a Roma uno dei maggiori investimenti delle mafie insieme al comparto della ristorazione, quello turistico e dei carburanti è proprio quello nel gioco d’azzardo: realtà confermata anche dall’elenco delle inchieste giudiziarie degli ultimi anni nella Capitale.
Nel webinar sono intervenuti alcuni rappresentanti istituzionali, che hanno già dato qualche risposta: l’Assessora capitolina Funari, che si è impegnata a coinvolgere l’assessorato delle attività produttive per quanto riguarda la mappatura delle attività legate al gioco d’azzardo, e la polizia di Roma Capitale per i controlli sull’osservanza delle regole, spesso esistenti e stringenti ma non rispettate. Intenzione di Funari è anche aprire un osservatorio permanente presso l’assessorato, effettuare il monitoraggio previsto dalla legge 5/2013, e sviluppare un’azione preventiva, con una campagna di informazione e formazione, inserendo la GAP nella delibera che si sta predisponendo per contrastare tutte le dipendenze. Anche Tiziana Biolghini ha preso l’impegno per iniziative volte a coinvolgere i comuni della città metropolitana, ricordando che il più forte rimedio contro il gioco d’azzardo è la creazione di spazi sociali e culturali nei tanti territori che ne sono sprovvisti, incrementando il decentramento ai Municipi. Più moderata la capogruppo PD Marta Leonori, che si era battuta per l’adozione del distanziometro anche per gli apparecchi già presenti in tabaccherie e locali nelle aree sensibili approvata nel 2020, ora con qualche dubbio su misure regionali non ancora supportate da una legge nazionale, e alle prese con un partito che già l’anno scorso aveva votato piuttosto compatto per il rinvio (ma, ricorda Leonori, nessun comune ha approfittato di un fondo messo a disposizione dalla Regione per gli esercizi che rinunciano alle slot); decisamente contrari a procrastinare le misure i consiglieri Paolo Ciani e Alessandro Capriccioli, che già avevano votato contro il provvedimento della loro stessa maggioranza nel 2021 (e che sanno di essere “minoranza” in Consiglio anche oggi). Il deputato Francesco Silvestri ha confermato l’impegno del Movimento 5 stelle contro la GAP, lamentando la mancata approvazione della legge nazionale per il riordino del comparto su cui si lui stesso e il Movimento si erano molto impegnati.
Noi vogliamo ribadire con forza che un ulteriore rinvio al 2023 delle disposizioni sulla rimozione delle apparecchiature di gioco all’interno delle aree sensibili intaccherebbe fortemente la credibilità della Regione Lazio e della sua maggioranza, Movimento 5 stelle compreso, che formalmente adotta atti a tutela della salute e del benessere di cittadini – e se ne vanta con comunicati urbi et orbi – ma nei fatti li annulla, con provvedimenti a favore di interessi economici privati e non solo, viste le entrate fiscali ricavate dal gioco d’azzardo.
E questo ulteriore passo indietro diventerebbe facilmente il pretesto per la messa in discussione dell’impianto complessivo della legge da parte delle Associazioni imprenditoriali di categoria, come già è avvenuto in altre regioni, dove maggioranze di centro sinistra avevano adottato delle regole stringenti a tutela dei cittadini, azzerate dopo il passaggio a un governo di centro destra.
E comunque, sarebbe un pessimo viatico per le prossime elezioni regionali.
Roma, 15 giugno 2022
Vai al video Fate la cosa giusta! No al rinvio delle misure regionali per il distanziamento delle slot machine! del 13 giugno 2022
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
L’iniziativa e il comunicato sono stati ripresi da Valerio Valeri di Roma today il 17 giugno 2022 : Lazio. CARTEINREGOLA: “No al rinvio del distanziamento delle slot dai luoghi sensibili” La Giunta e il Consiglio regionale del Lazio si apprestano ad approvare un secondo rinvio dell’applicazione della Legge regionale del Lazio 5/2013 per la prevenzione e il trattamento del gioco
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