Occupazioni Suolo Pubblico: continua il dibattito (lettera aperta di Paolo Gelsomini)
Autore : Redazione
Foto P.Gelsomini
Continua la discussione sui provvedimenti del Campidoglio riguardo l’estensione delle OSP (Occupazione Suolo Pubblico) per tavolini e dehors di bar e ristoranti. Dopo i due articoli pubblicati da Carteinregola (1), 14 comitati e associazioni riuniti nel Coordinamento Residenti Città Storica (CRCS) hanno scritto una lettera alla Sindaca e ai Consiglieri capitolini (2) che ha scatenato attacchi e polemiche ai quali Paolo Gelsomini, segratario del Coordinamento e Presidente di Progetto Celio, ha deciso di rispondere con una lettera aperta, rivolta innanzitutto agli operatori economici di bar e ristoranti del Centro Storico di Roma, ma anche agli amministratori pubblici e a tutti i cittadini che vogliono capire di più sulla questione “Occupazione suolo pubblico” che vede coinvolti Sindaca, Assessore al Commercio, associazioni di categoria dei ristoratori, e associazioni di residenti.
Lettera aperta agli operatori economici di bar e ristoranti del Centro Storico
di Paolo Gelsomini
PREMESSA
Molti sostengono che di questi tempi i problemi sono ben altri, e forse hanno un po’ di ragione, ma noi crediamo che anche questo tema apparentemente locale sia un segnale di come si intenda gestire la crisi per agire in deroga a regolamenti e normative anziché fare uno sforzo di fantasia per cercare di coniugare l’interesse pubblico con i legittimi interessi privati.
Dunque, che cosa è successo? L’Assemblea capitolina ha approvato a maggioranza lo scorso 15 aprile una mozione (3) che impegnava la Sindaca e la Giunta “ad attivarsi per il pronto riesame dei Piani di massima occupabilità (PMO) ed il ripristino delle Occupazioni suolo pubblico (OSP) che non erano in contrasto con il pubblico interesse (….) e per il pronto esame e valutazione dei progetti di riqualificazione che includano anche la rivisitazione delle OSP in modo tale da poter facilitare la ripresa del settore”.
Alcune associazioni dei residenti riunite nel Coordinamento Residenti Città Storica (CRCS) hanno scritto una lettera alla Sindaca, all’Assessore allo Sviluppo Economico e alla Giunta capitolina (2) nella quale analizzano criticamente i contenuti di quella mozione e spiegano i motivi per i quali sono contrari ad ogni aumento di OSP, considerandolo inutile e dannoso, e formulano ipotesi alternative per dare un sostegno alla categoria dei ristoratori senza ledere diritti legati all’uso pubblico di strade e marciapiedi. Apriti cielo! Appena pubblicata sui social questa lettera ha attirato sopra i suoi sottoscrittori ogni genere di improperio.
Per questo, a titolo personale, Paolo Gelsomini segretario del CRCS ha sentito l’esigenza di scrivere questa lettera aperta, sotto pubblicata e diffusa sui social, con ulteriori chiarimenti e più approfondite riflessioni.
Nel frattempo, nel corso dei lavori della cabina di regia istituita dalla Sindaca Raggi in Campidoglio, la stessa Sindaca ha annunciato che sarebbero stati concessi spazi più ampi fino al 35% in più per ristoranti, bar e librerie con l’introduzione di procedure rapide e criteri semplificati sia per le richieste che per i rilasci dei permessi, con un numero maggiore di tipologie di arredo e con la conferma della sospensione del canone di occupazione del suolo pubblico.
Puntuale è seguita una Memoria di Giunta (4) nella quale si dà mandato al Dipartimento Sviluppo Economico di predisporre, entro il 15 maggio 2020, una proposta di deliberazione da sottoporre all’approvazione dell’Assemblea Capitolina, nella quale si preveda quanto sopra esplicitato, nell’ottica della massima semplificazione amministrativa e dando atto delle ragioni di carattere straordinario legate all’emergenza sanitaria.
Lettera aperta agli operatori economici di bar e ristoranti del Centro Storico
di Paolo Gelsomini
Sento l’esigenza di scrivere questa lettera personale aperta dopo la bufera causata da una lettera inviata alla Sindaca e ai consiglieri comunali da parte di 14 comitati e associazioni riuniti nel Coordinamento Residenti Città Storica (CRCS).
Evidentemente se ci sono stati fraintendimenti ed equivoci la responsabilità è anche nostra, che forse siamo stati poco chiari. Quindi cercherò di approfondire quei pochi concetti che erano contenuti nella lettera del CRCS spedita il 25 aprile e successivamente da noi diffusa nella rete perché tutto deve essere trasparente ed ognuno di noi si deve prendere la responsabilità delle cose che dice.
Dunque, per chi non conoscesse l’antefatto, ricordiamo che l’Assemblea capitolina ha approvato a maggioranza lo scorso 15 aprile una mozione che impegna la Sindaca e la Giunta “ad attivarsi per il pronto riesame dei Piani di massima occupabilità (PMO) ed il ripristino delle Occupazioni suolo pubblico (OSP) che non erano in contrasto con il pubblico interesse (….) e per il pronto esame e valutazione dei progetti di riqualificazione che includano anche la rivisitazione delle OSP in modo tale da poter facilitare la ripresa del settore”.
Ma il presentatore della mozione, consigliere comunale e presidente della Commissione Commercio Andrea Coia, non avrebbe fatto prima a chiedere l’applicazione urgente della sua delibera sulla modifica del Regolamento OSP approvata in Assemblea capitolina il 5 dicembre scorso? In quella delibera c’è tutto, anche per fronteggiare questo periodo di emergenza, dall’esame dei PMO che sono passati dal controllo del Municipio a quello della Giunta comunale, alla possibilità di occupare determinati spazi riservati alla sosta tariffata, alla possibilità di stipulare convenzioni o approvare specifici progetti con operatori commerciali in cambio di esenzione parziale o totale del canone di OSP o di un ampliamento della superficie già contemplata nei Piani di massima occupabilità a fronte dell’effettuazione di prestazioni di pubblico interesse o utilità.
Quindi perché non l’ha fatto? Perché non si è applicata celermente quella delibera espressamente creata per dare un nuovo regolamento cittadino alle OSP e ai PMO anziché ricorrere a deroghe difficilmente applicabili?
Evidentemente c’è stata fin dall’inizio la volontà di ampliare gli spazi esterni in deroga per l’occupazione del suolo pubblico. E in effetti nella mattinata del 30 aprile, la Sindaca Raggi ha annunciato che saranno concessi spazi esterni più ampi per bar, ristoranti e librerie di Roma per far fronte alla riduzione del numero dei tavoli dovuta agli obblighi del distanziamento.
E’ un provvedimento che sulla carta pare che aiuti il rilancio delle attività economiche compensando con l’ampliamento degli spazi esterni la riduzione dei tavoli sia all’interno che all’esterno dei locali. Secondo il CRCS, purtroppo, questo provvedimento contribuirà poco o niente a risolvere i drammatici problemi degli operatori e ne creerà degli altri o, più semplicemente, potrà essere attuato solo in pochissimi posti del centro storico vista la conformazione delle strade e dei marciapiedi.
Perchè non ci si adopera per snellire finalmente l’iter burocratico, vero ostacolo per gli operatori economici, per esaminare subito pratiche di occupazioni suolo pubblico in sospeso da anni, per dare criteri chiari ed oggettivi per i Piani di massima occupabilità che sono passati alla competenza comunale, per fornire rapidamente qualsiasi altro criterio che possa agevolare la ripresa economica in questo difficilissimo momento per tutti? Di fatto si sta derogando a quella delibera approvata nel dicembre 2019. Per sei mesi? Per un anno? Per la fine dell’emergenza Covid? Per sempre? Non è dato sapere. Nella nostra lettera chiedevamo di adottare strumenti più strutturali per aiutare la categoria di bar e ristoranti, strumenti che in questa mia lettera aperta cerco di spiegare meglio. Molti ristoranti potrebbero avere OSP che attendono da anni semplicemente accelerando i processi assurdi della burocrazia, potrebbero avere detassazioni temporanee, ampliamenti di voci nella licenza, attuazione della cassa integrazione per i dipendenti, accessi certi e agevolati al credito. E invece avranno il 30% di spazio in più sui marciapiedi che nella stragrande maggioranza dei casi entrerà in conflitto con altri regolamenti anche a livello nazionale.
E’ stata l’incertezza di fondo che traspariva nella mozione approvata dall’Assemblea capitolina il 15 aprile a farci prendere quelle posizioni e non certo il fatto di aiutare le attività economiche in difficoltà che consideriamo anche un nostro interesse e un interesse della Città.
Noi abbiamo detto: ben vengano tutti i provvedimenti coerenti con la delibera comunale vigente, con le normative legate alla sicurezza a cominciare da quella sanitaria, con il codice della strada per la sicurezza di pedoni e automobilisti, con le regole per l’accesso e la circolazione dei mezzi di soccorso, con il rispetto delle aree architettonicamente più rappresentative della nostra Città.
Solo un rapido ripristino delle OSP esistenti o un loro adeguamento compatibile e sostenibile luogo per luogo / strada per strada, potrebbe dare una risposta nel breve periodo sia ai commercianti che a tutti gli altri cittadini che vivono la Città e il suo Centro Storico.
Solo dei progetti di riqualificazione urbana condotti dalla mano pubblica nell’interesse pubblico prevalente potrebbero arrivare a risultati validi nel medio periodo.
Ma per fare questo occorre snellire le lungaggini burocratiche, fissare pochi criteri chiari e compatibili con tutti i regolamenti che già esistono. Basta applicarli.
In passato sono stati ignorati dal Comune dei progetti di riqualificazione di spazi urbani (come quello eccellente di piazza del Colosseo) che avrebbero potuto coniugare OSP e decoro.
Per anni sono rimasti nei cassetti delle Amministrazioni pubbliche Piani di massima occupabilità, richieste di Occupazioni suolo pubblico, ed altre pratiche senza dare risposta.
Perché non si sanano queste insopportabili lunghezze burocratiche? Perché non si danno regole certe, chiare e condivise? Perché non si fanno progetti necessari di riqualificazione urbana sotto la regia pubblica ed il controllo della Sovrintendenza, rispettosi dei pedoni, del decoro, dei luoghi?
Ed anche in una fase di emergenza sociale come questa, secondo noi, le medicine sono altre: applicare le regole presto e bene, dare risposte celeri agli operatori economici su tutti i casi di OSP esistenti, favorire altre attività come il catering o il cibo da asporto ad esempio o altri servizi gastronomici da fornire alla cittadinanza, intervenire per concreti sostegni economici legati al credito, alla cassa integrazione, o all’abbattimento della tassa di occupazione suolo pubblico per un tempo determinato. Invece si pensa ancora una volta a derogare, ad aumentare discrezionalmente le superfici di OSP, a rischiare di contravvenire a norme e regolamenti senza dare una risposta alle giuste aspettative degli operatori commerciali.
Insomma, quella lettera del CRCS (alla quale non ha fatto seguito nessun’altra nostra lettera come qualcuno ha incautamente fatto credere nella rete) che ha suscitato tanto sdegno e tanto clamore, racchiude questi semplici concetti e queste chiare posizioni delle associazioni che ne fanno parte.
Attendiamo con fiducia gli sviluppi dell’iter istituzionale che porterà a dei provvedimenti nella speranza che anche queste riflessioni di cittadini che non fanno “muro contro i commercianti” come ha titolato qualche giornale, possano servire alla definizione di soluzioni che rilancino tutte le attività economiche senza calpestare le elementari fondamenta del pubblico interesse.
Buona ripresa di lavoro, in una Città più coesa, più bella e più rispettosa delle opinioni di tutti.
Paolo Gelsomini (segretario del Coordinamento Residenti Città Storica)
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
(4 maggio 2020)
NOTE
(1) VEDI
Difendiamo le attività economiche ma non a discapito del pubblico interesse di Paolo Gelsomini 20 aprile 2020
Ma perchè il sostegno alle attività produttive deve essere a scapito dei Beni Culturali ? 20 aprile 2020 – di Anna Maria Bianchi Missaglia
(2) scarica LETTERA DEL CRCS oSP 25 aprile 2020
(3) Mozione n. 96.2020 (PMO)
(4) Memoria della Giunta Capitolina n.28 OSP del 29 aprile 2020