Cinque governi hanno ignorato la volontà popolare di pubblicizzare l’acqua. Una delle stelle dei 5S è proprio l’acqua, ma passi concreti non ci sono. Occorre riprendere con forza la lotta per la difesa di questo bene comune. Con riferimenti (i.b.)
L’idea è stata subito ripresa dal comitato acqua di Benevento che ha lanciato un Referendum Comunale per bloccare la vendita di quote acqua ai privati. Altri comitati stanno pensando di seguire questa strada. Un’altra spinta all’impegno ci è venuta dall’incontro a Napoli del 12 giugno (settimo anniversario del Referendum!) organizzato dall’Università Federico II, su spinta del prof. A. Lucarelli. Vi ha partecipato anche il Presidente della Camera, Roberto Fico, che nel suo intervento ha promesso di modificare la normativa e i modelli di regolazione del servizio idrico integrato per ristabilire il ruolo centrale dei comuni e l’uscita dal mercato dell’acqua. Il 30 luglio poi ha convocato alla Camera le realtà di base afferenti al Forum dei movimenti italiani per la gestione pubblica dell’acqua e ha poi promesso che avrebbe introdotto in Parlamento, a settembre, una legge che rispetti il Referendum del 2011. I partecipanti hanno ricordato a Fico che il movimento dell’acqua ha sempre sostenuto che si scrive acqua , ma si legge democrazia.
Per questo non possiamo accettare le politiche razziste del governo giallo-verde, perché il concetto stesso di acqua come bene comune sottintende una società basata sui valori della solidarietà e dell’accoglienza e quindi contro il razzismo e la xenofobia. Ma per essere credibile nelle sua volontà di ripubblicizzazione dell’acqua, il movimento 5 stelle dovrà sottrarre immediatamente i poteri di controllo sull’acqua ad Arera, autorità che ha come fine la gestione dell’acqua nel mercato, per restituirli al Ministero dell’Ambiente. Inoltre dovrà intervenire subito con una modifica delle norme introdotte dai governi a trazione PD nel Testo Unico Ambiente per restituire il governo del sistema idrico alle amministrazioni locali. Questi provvedimenti possono e devono essere fatti subito dal governo, con decreti legge, senza aspettare la conclusione dell’iter di approvazione della legge sull’acqua.
Su questi punti non possiamo che valutare come deludente finora l’azione del Ministro dell’Ambiente Costa che addirittura in una recente intervista televisiva si è chiamato fuori dalla vicenda affermando che “non è importante la gestione pubblica o privata, ma la qualità del servizio”. Per questo il Forum dei Movimenti per la gestione pubblica dell’acqua deve premere con più forza per ottenere un nostro diritto fondamentale: la gestione pubblica dell’acqua. Ma il Movimento nazionale ha bisogno anche di vittorie locali trasformando le gestioni SPA di Torino, Reggio Emilia, Trento, città dove l’acqua è al 100% pubblica, in gestioni Azienda Speciale, con cui non si può fare profitto, ma solo utili da investire sul bene acqua.
Mi appello soprattutto alle comunità cristiane, alle parrocchie perché rafforzino ancora di più questo impegno sull’acqua. Papa Francesco ha dedicato il suo messaggio per la Giornata del Creato 2018 all’acqua :” Ogni privatizzazione del bene naturale dell’acqua- sostiene Papa Francesco- che vada a scapito del diritto umano di potervi accedere, è inaccettabile.” Si tratta davvero di vita o di morte per miliardi di impoveriti che già oggi hanno difficile accesso all’acqua (‘ diritto umano essenziale, fondamentale e universale’ secondo Papa Francesco) e l’avranno sempre meno per i cambiamenti climatici in atto. Diamoci da fare tutti, credenti e laici, per una gestione pubblica dell’acqua, partendo da questo nostro paese. L’Italia diventi un esempio per tutti.
Riferimenti
Sulla prevaricazione del voto popolare espresso con il Referendum per l’acqua pubblica si vedano anche i seguenti articoli: “Acqua pubblica, un referendum da applicare”, un intervista al portavoce del Forum italiano dei movimenti per l’acqua; “Acqua pubblica, il referendum è stato del tutto inutile” di Sergio Marotta; l’appello al Presidente Mattarella “Acqua pubblica. Lo scandalo costituzionale”.