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PATRIMONIO COMUNALE

Patrimonio comunale, online i fitti passivi del Campidoglio

Roma, 11 novembre – Quanto spende Roma Capitale per pagare gli affitti degli immobili di cui si serve – come sedi istituzionali o di servizi pubblici – e di cui non è proprietaria? 57,2 milioni di euro l’anno, di cui 33,7 per gli uffici centrali. E’ quanto emerge dal riesame dei contratti di locazione svolto dal Campidoglio, anche alla luce del decreto sulla spending review (DL 95/2012). Ed è quanto risulta dalla lista dei fitti passivi, online sul nostro portale per la massima trasparenza nei confronti dei cittadini.

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Ora l’Amministrazione punta a contenere le spese e dunque a disdire un congruo numero di contratti di affitto. Intanto, fa sapere il vicesindaco Luigi Nieri con delega al Patrimonio, sono stati compiuti due passi essenziali in questa direzione: 1) si è ottenuta la proroga della possibilità – accordata dal decreto sulla spending review agli enti pubblici – di disdire i fitti passivi senza pagare penali. La scadenza era il 31 dicembre 2012, ora è il 31 dicembre 2013 grazie a un emendamento fatto inserire ad hoc nel “Decreto del fare” di agosto scorso. Roma Capitale ha così il tempo necessario per tagliare in modo indolore i costi delle locazioni. E ulteriori risparmi si potranno conseguire rinegoziando i contratti più gravosi. 2) Gli uffici del Patrimonio hanno messo online l’elenco completo dei canoni di locazione e affitto pagati dal Campidoglio a terzi. Un’operazione trasparenza che serve a far conoscere a tutti le dimensioni del problema. E a far da impulso ad azioni che vi pongano sistematicamente mano.

La lista, completa di tutti i dati (indirizzi, superfici, canoni mensili pagati, totali annuali, uso che si fa degli immobili…), è divisa in due parti: una per le sedi centrali, l’altra per le decentrate (Municipi, scuole, biblioteche, centri anziani…). Il tutto, come già detto, pesa sulle casse di Roma Capitale per 57,2 milioni di euro annuali e il grosso se ne va per mantenere le sedi centrali: 33,7 milioni, una voce di spesa destinata però a scomparire grazie al progetto “Campidoglio Due”, il nuovo comprensorio degli uffici capitolini, progetto in corso d’opera.

La questione dei fitti passivi s’iscrive in quella più ampia, e di forte attualità, della gestione complessiva del patrimonio capitolino inteso – sottolinea il Vicesindaco – come “bene comune”. L’approccio è quello della piena trasparenza (“metteremo a disposizione di tutti i romani la conoscenza esatta del patrimonio di Roma Capitale”, afferma Nieri), delle dismissioni “di ciò che non è funzionale alle esigenze di Roma Capitale” e, per il resto, del riuso intelligente: recupero di edifici per ricavarne case, terreni per rilanciare l’agricoltura urbana, sostegno all’artigianato, spazi culturali e sociali, atelier per gli artisti.

Intanto l’elenco dei fitti passivi sarà ripubblicato a gennaio 2014, in versione aggiornata “con i minori costi derivanti dall’avvio del processo di razionalizzazione complessivo del patrimonio”.