I programmi elettorali, si sa, non sono una garanzia su quanto effettivamente farà il candidato Sindaco una volta eletto, visto che di promesse da campagna elettorale son piene le fosse. Ma certamente i programmi elettorali possono dire molto del candidato e delle sue idee, dai titoli dei capitoli del programma – i temi che ritiene più rilevanti – a come vengono trattati – o non trattati – problemi della città, e con quali parole.
Abbiamo letto i programmi elettorali di Gualtieri (centrosinistra) e Michetti (centrodestra) cercando proposte su un tema che tanto è invisibile ai più tanto è presente nella città: la mafia, o meglio, le mafie a Roma.
Abbiamo dedicato un webinar (1) con DaSud e Avviso Pubblico qualche settimana fa, per raccontare il protocollo #RomaSenzaMafie che le due associazioni hanno chiesto di firmare a tutti i candidati Sindaco, con impegni precisi e un cronoprogramma altrettanto preciso da applicare in caso di elezione. Hanno firmato Roberto Gualtieri, Virginia Raggi, Monica Lozzi (REvoluzione civica), Margherita Corrado (Attiva Roma) un delegato di Fabrizio Marrazzo (Partito Gay). Carlo Calenda ha comunicato l’adesione al protocollo. Michetti non pervenuto.
Ma non si tratta di una grande sorpresa, se si legge il programma del candidato sostenuto da Fratelli d’Italia, Lega, Forza Italia e altre liste minori. Infatti la parola “mafia“ ( “mafie” non c’è) si trova solo una volta, nella promessa di “Supporto alle associazioni e organizzazioni che combattono la mafia e l’usura“, ma non per rafforzarne l’azione in generale, dato che è inserita nel capitolo “Contrasto alla clandestinità“, ctra i provvedimenti da prendere per accertare “la regolarità degli stranieri presenti, mediante un controllo costante da parte delle forze dell’ordine e contrastando l’immigrazione clandestina“. Anche la parola “criminalità” non è mai abbinata all’aggettivo “organizzata” ma solo “diffusa”, come quando si constata “l’inevitabile aumento della criminalità diffusa collegata alla crisi economica e al disagio sociale” per concludere che “è indispensabile liberarsi dal pregiudizio secondo il quale esisterebbe solo una “percezione di insicurezza” del tutto ingiustificata perché i parametri sarebbero sostanzialmente in equilibrio“. E di cosa si intenda per criminalità diffusa viene prontamente chiarito: “violenze, scippi, borseggi, ingiurie, minacce, furti in casa, furti in auto … taccheggio, rovistaggio, accattonaggio molesto, sfruttamento della prostituzione, commercio abusivo, oltraggio, vagabondaggio, spaccio e consumo di droga e perfino piccole rapine“, che non vengono registrati dai parametri a causa “della tendenza dei cittadini che subiscono a non denunciare colpevolmente gli episodi citati, causa l’abitudine a conviverci e la certezza dell’impunità dei protagonisti dei reati“. E il programma del candidato sindaco continua invitando a liberarsi “di un’altra errata convinzione, secondo la quale non esisterebbe connessione tra illegalità, criminalità diffusa e immigrazione irregolare“. Queste riflessioni sono inserite nel capitolo “ROMA CAPITALE della sicurezza“, in cui si propone l’uso del Taser– un dispositivo che immobilizza le persone attarverso scosse elettriche (2) – per la polizia municipale e si promette la “Programmazione di un’attività di mappatura del crimine che permetta l’individuazione delle aree a più alto tasso e potenziale di criminalità e, di conseguenza, un migliore dispiego di forze e risorse per garantire la copertura totale dei luoghi più critici“: quindi criminalità sempre collegata a delle “zone” e non come “sistema”. Così come si parla di “mappa della criminalità italiana“, in questo caso per dire che “Roma è classificata come la più grande piazza di spaccio in Italia“, nel capitolo “ROMA CAPITALE libera dalle droghe e dalle dipendenze patologiche“. E la denuncia di una “carenza di vigilanza e condanna dei fenomeni di criminalità e illegalità diffuse“, si trova nel capitolo “ROMA CAPITALE del decoro urbano“, mentre i “protagonisti nella storia recente di atti criminali che impediscono la fruizione degli spazi in sicurezza” non ci si riferisce ai clan Casamonica o Spada, ma ai “senzatetto che hanno creato veri e propri accampamenti sotto i ponti”, nel paragrafo “PARCO FLUVIALE DEL TEVERE” del capitolo ROMA CAPITALE verde, ecologica e rinnovabile. Insomma per Michetti a Roma c’è solo la criminalità “diffusa” dei borseggiatori, dei drogati, degli stranieri irregolari, dei rom, da affrontare con mappe del crimine, maggiore illuminazione, taser, videosorveglianza, “introduzione di tecnologie nuove per la segnalazione, a chiamata, del pericolo imminente (colonnine SOS collegate alla rete delle Forze dell’Ordine)“. Della criminalità organizzata, che gestisce lo spaccio, ricicla i soldi, si appropria delle attività commerciali, pratica l’usura e il gioco illegale, controlla pezzi di territorio, meglio non parlare.
Post scriptum: Nel Programma del candidato Gualtieri c’è una sezione, sempre dedicata alla sicurezza, con la proposta di “politiche integrate e di lungo respiro, che combattano gli effetti della criminalità tanto quanto le sue cause più profonde, quali l’esclusione, le discriminazioni e le disuguaglianze sociali. E, in parallelo, di azioni di contrasto a quei fenomeni che minano la pacifica convivenza: criminalità, degrado, disagio sociale, atti di inciviltà e illegalità, conflittualità tra gruppi, allarme sociale“. Le proposte sono “Promozione del Piano d’Azione per l’Economia Libera dalle mafie, in collaborazione con la Camera di Commercio e i Sindacati”*, “Attivazione del Forum sui Beni Confiscati”** e Istituzione di uno sportello comunale antiusura***. Non sappiamo se tali buoni propositi sarebbero/saranno effettivamente portati avanti con la necessaria determinazione, ma almeno guardano in faccia la realtà, e indicano un percorso.
(…) Nel novembre 2007 l’ONU ha equiparato l’uso di taser ad una forma di tortura e ne ha sconsigliato l’acquisizione alle forze di polizia portoghesi (…) nel novembre 2007, anche in conseguenza della morte di una persona in Canada (la terza nell’arco di un mese) sull’uso di questo tipo di arma si sono appuntate dure critiche da parte di fonti autorevoli e, soprattutto, indipendenti, come l’ONU ed Amnesty International, che ne ha chiesto il ritiro (…) Nel 2011, una ricerca della University of California di San Francisco ha sollevato seri dubbi sull’affidabilità degli studi pubblicati sugli effetti del taser per la salute, rilevando come circa la metà di essi fosse stata finanziata da TASER International (oggi Axon) o scritta da autori collegabili alla stessa azienda. (…) (*) A Roma non poche periferie stanno diventando lo spazio di sperimentazione di nuovi ‘modelli criminali’ da parte della criminalità organizzata impegnata su larga scala in crimini come lo spaccio, la prostituzione, l’usura, etc. Questi fenomeni di illegalità diffusa sono in costante aumento a seguito dello shock economico e sociale causato dalla Pandemia. Per contrastarli occorre cogliere la profondità di come è cambiata la condizione umana e sociale nelle periferie romane. Le organizzazioni criminali riempiono i vuoti generati dalla disgregazione sociale. Il Piano d’azione per l’Economia libera dalle mafie sarà lo strumento di programmazione di azioni di contrasto alle mafie e, insieme, di politiche sociali attive che proteggano i deboli e favoriscano lo sviluppo culturale, sociale ed economico delle comunità oppresse dalle mafie. Il ripristino della legalità è il pilastro imprescindibile di ogni convivenza civile, ma anche un fondamentale valore economico perché condizione necessaria per il pieno sviluppo dei territori, a protezione della libertà degli operatori economici, del regolare svolgimento delle dinamiche imprenditoriali, della trasparenza del mercato, della sana concorrenza.
(**)Attivazione del Forum sui Beni Confiscati Seppur a lungo promesso, il Forum sui beni confiscati è stato approvato solamente alla fine del Luglio di quest’anno, dunque mai realmente attivato nonostante il grande bisogno. Nella nostra città sono 477 le aziende sequestrate e confiscate alle mafie e 942 gli immobili, di cui 654 saranno trasferiti al comune di Roma nei prossimi mesi. Trasformare questi beni in risorsa è essenziale, non solo in termini economici, ma soprattutto da un punto di vista culturale e simbolico di affermazione della legalità. Ogniqualvolta lo Stato confisca dei beni alle mafie, questi devono essere reimpiegati, nel più breve tempo possibile, ad uso sociale; ogni minuto perso è un regalo alle mafie. Il Forum avrà un ruolo centrale in tutto questo. Farà attività di pianificazione e valorizzazione economica e sociale dei beni confiscati. Dovrà agire da broker per individuare e intercettare realtà del terzo settore con cui cooperare per riconvertire queste strutture. Oltre a questo, il Forum – dotato di una Task force multidisciplinare – agirà in sinergia con l’Ufficio del Patrimonio per assicurare la tempestività e regolarità del processo. Avrà un sistema gestionale informatizzato in regime di interoperabilità con Cooper. ni.co. (sistema operativo di gestione dei beni confiscati dell’Agenzia Beni confiscati che, a sua volta, è interconnesso con i sistemi informativi delle altre istituzioni pubbliche coinvolte). Condurrà con regolarità attività ispettive e di monitoraggio sull’effettivo e pieno utilizzo dei beni destinati, disponendo con tempestività le revoche a fronte di scorretto o mancato utilizzo del bene destinato.
(***)Istituzione di uno sportello comunale antiusura
La pandemia ha aumentato il rischio mafie e usura. Spesso, organizzazioni criminali reinvestono il denaro nel prestito a tasso usuraio, specialmente nella ristorazione e nel turismo. Si tratta di un allarme a Roma pienamente percepito dalla società civile, dalle associazioni di categoria e dalle istituzioni, in particolare per il prestito a tasso usuraio. Nonostante questa emergenza, il Comune ha lasciato completamente sole le associazioni e le fondazioni antiusura che in questi anni sono state finanziate solo dalla Regione Lazio che ha sostenuto indennizzi per le vittime, assistenza legale e presa in carico delle vittime di usura e sovraindebitamento. Per questo istituiremo uno sportello antiusura, un luogo in cui le vittime avranno servizi e che promuoverà iniziative di sensibilizzazione sul tema in stretta sinergia con l’associazionismo antiusura e le associazioni di categoria.