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Per non morire di bus turistici: l’intervento di Paolo Gelsomini

Pubblichiamo il testo dell’intervento di Paolo Gelsomini del direttivo di Carteinregola alla conferenza stampa del 3 aprile “Per non morire di bus turistici” a cura di Carteinregola, Motus, Roma Ricerca Roma per presentare un appello e una proposta al Sindaco, all’Assessore alla Mobilità di Roma Capitale, alla Presidente di Roma Servizi Mobilità, agli Assessori alla Mobilità dei 15 Municipi.

Nelle intenzioni del Comune e dell’assessore Patanè è prevista una politica della mobilità di largo respiro: progettazione di nuove linee tranviarie strategiche; completamento di metropolitane; adeguamento di linee ferroviarie regionali da mettere in rete con altri nodi intermodali del trasporto pubblico; sistemi integrati per il trasporto delle merci; acquisto di nuovi autobus e di nuovi tram; manutenzioni del materiale rotabile e delle linee del ferro; realizzazione di isole ambientali con zone 30 ed aree pedonali.

In questa visione di sistema non si capisce perchè non si dovrebbe toccare la modalità di accesso, di circolazione e di sosta dei bus turistici.

Le associazioni promotrici di questa lettera appello spedita a tutti i soggetti istituzionali competenti, partono dai dati e dalla diffusa percezione di un disagio causato alla città dai pullman turistici e si chiedono: “Si può risolvere questo conflitto senza limitare e anzi migliorando l’accoglienza turistica della capitale?”. La risposta è ovviamente per noi affermativa: sì, si può.

I bus turistici quotidianamente in circolazione a Roma nell’area B, quella che va grosso modo dall’anello ferroviario alla zona centrale, e nell’area A, quella più esterna che arriva al GRA, sono mediamente 700. Gli stalli di sosta distribuiti tra sosta breve, oraria e lunga sono complessivamente 837 secondo l’allegato alla delibera comunale 55/2018, successivamente ridotti a 682 e dislocati in gran parte nell’area B in sosta breve ed oraria. Quasi tutti sotto le abitazioni, quasi tutti causa di ingorghi di traffico durante le frequenti manovre con conseguenti concerti di clacson delle auto bloccate, di inquinamento, di impedimento alla stessa mobilità pedonale, di danneggiamento ai monumenti anche per la concentrazione di turisti sui marciapiedi a ridosso degli stalli in prossimità dei luoghi d’arte.

Una tale pressione non può essere sostenuta dai tessuti storici e dai luoghi immediatamente limitrofi. Neppure le residenze poste accanto alle aree di sosta possono sopportare questa presenza che produce inquinamento ambientale e sottrazione enorme di spazio pubblico.

Per noi è possibile risolvere questo conflitto innanzitutto inserendo il problema all’interno di una soluzione di sistema integrato e reso compatibile con tutte le altre funzioni della Città.

  • Estendere il divieto di circolazione e di sosta dei bus turistici almeno fino all’Anello Ferroviario e lungo in parte la Fascia Verde con esclusione delle vie di accesso ai parcheggi di scambio con trasporto su ferro (Ponte Mammolo, Anagnina, Aurelia, Saxa Rubra, stazione Tiburtina ecc. o stazioni delle ferrovie regionali laddove facilitino l’avvicinamento dei turisti al centro).
  • Adottare il principio generale di non porre gli stalli dei bus in prossimità delle abitazioni.
  • Potenziare il trasporto pubblico con la costruzione di nuove linee bus e tranviarie strategiche con collegamenti a rete.

Si potrebbe realizzare l’idea di Italo Insolera dell’Archeotram, ripreso dal progetto CaRMe di Walter Tocci, un servizio di trasporto che utilizza il tram già esistente per connettere tutti i luoghi della città antica, dal Museo Nazionale Romano e dalle Terme di Diocleziano, passando per il sistema Celio-Palatino-Colosseo e arrivando fino alla Piramide. Il progetto dell’Archeotram è già pronto.

Con la realizzazione dell’ Archeotram (che dalla Piramide potrebbe arrivare anche al nodo di scambio degli stalli dei pullman in piazza dei Partigiani e alla stazione Ostiense con l’allungamento dei binari di 660 metri) e con l’utilizzazione della stazione interna del Vaticano, si risolverebbe gran parte della mobilità turistica in modo sostenibile e senza fare opere costose.

Una opportunità viene anche dalle nuove tecnologie. L’infomobilità consente di adottare un servizio di trasporto a chiamata, senza linee fisse, a costo zero per il Comune, in aggiunta al trasporto pubblico, oggi carente, che speriamo possa tornare a rispettare i parametri del contratto di servizio Atac-Comune.

Si tratta quindi di integrare il servizio privato turistico con il TPL, e con mezzi anche privati di servizio pubblico di linea, con fermate e capolinea, e percorrenze mirate periferia-luoghi turistici come avvenne con le navette J nel 2000 e che servirebbero tutti i cittadini oltre che i turisti, portando vantaggi soprattutto alle aree periferiche che si avvarrebbero di nuove linee di trasporto pubblico.

I servizi aggiuntivi di trasporto coprirebbero così un’ampia fascia di domanda intermedia, oggi non pienamente soddisfatta dai servizi pubblici. Con le tecnologie digitali una comitiva potrebbe prenotare in tempo reale una navetta autorizzata per recarsi in un sito turistico e poi chiamarne un’altra per la tappa successiva del tour, evitando l’attuale stazionamento dei pullman nelle strade centrali. Oppure si possono offrire servizi mirati di vario genere, per determinati eventi, per destinazioni particolari o per soggetti con limitata mobilità, anche per rispondere all’infelice frase dell’assessore Patanè nell’intervista a Repubblica del 30 marzo in riferimento a persone anziane (“se la proposta delle associazioni è quella di sbatterli fuori dico già che non è possibile”).

Gli stessi servizi sarebbero poi a disposizione di tutti i cittadini: basta un’App per aggregare la domanda dei passeggeri che hanno bisogno di muoversi in una determinata direzione nello stesso momento. Il servizio aggiuntivo potrebbe essere svolto con mezzi elettrici di alta qualità, compatibili con il paesaggio urbano e sostenibili dall’ambiente. La tecnologia dei pullman sarebbe impiegata solo al di fuori del traffico urbano, come aveva previsto l’omonimo inventore americano George Pullman all’inizio dell’Ottocento.

Il sistema di tariffazione differenziata per incentivare la sosta nelle aree esterne è lo strumento in mano al Comune per regolare la pressione dei pullman, ma pensiamo che non basti.

La regolazione dell’accesso, della circolazione e della sosta dei pullman turistici deve essere l’occasione di una messa a sistema di tutta la mobilità romana.

Questo vuol dire progettare e programmare in una visione di insieme condivisa tenendo insieme parole come turismo, residenzialità, pedoni, mobilità generale, monumenti.

Si chiama “Sostenibilità”. Non è difficile da capire e forse neanche da fare.

Infine, considerata l’importanza strategica della nuova delibera sul regolamento dei bus turistici, al fine di ottimizzare le scelte operative nell’interesse della Città, sarebbe opportuno aprire un Tavolo di Consultazione per consentire così a tutti i cittadini di esprimere le loro considerazioni e le loro proposte per arrivare a decisioni condivise.

Paolo Gelsomini

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

13 aprile 2024

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