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Perché pensiamo che quella di Monti non sia un’isola ambientale

Monti - Isola Ambientale - Progetto da pagina fb stefano

Particolare del progetto pubblicato sulla Pagina Fb del Presidente della Commissione Mobilità Enrico Stefàno

Riflessioni a margine del dibattito sul progetto Argiletum

di Paolo Gelsomini

L’asse portante del progetto di un’imperfetta isola ambientale voluto fortemente dal Campidoglio e messo a punto dall’Agenzia della Mobilità consiste nella pedonalizzazione completa di un tratto di via Urbana e di via Madonna dei Monti (asse verde sul secondo disegno allegato). Da qui il nome ambizioso del progetto denominato “Argiletum”. Infatti Argiletum, era una antica strada con il fondo argilloso che collegava la Suburra al Foro romano e corrispondeva all’incirca alle attuali via Leonina e via della Madonna dei Monti.

Ma non c’è solo l’asse via Urbana-via Madonna dei Monti. L’isola ambientale, alias “progetto Argiletum”, prevede tre nuovi varchi in via Cimarra, Largo Magnanapoli e alla Salita del Grillo. Saranno riaperte al traffico via dell’Agnello e via del Garofano fino a via Baccina. Da via dell’Angeletto alla Salita dei Borgia diventerà pedonale via Leonina e, da qui, sarà istituito un doppio senso di marcia fino a piazza della Suburra. In via Panisperna continueranno a passare le auto con i pedoni che saranno incanalati in un corridoio protetto.

Restano assi di attraversamento di traffico extrarione come Magnanapoli-S.Agata dei Goti-Baccina-Serpenti-Cavour; Magnanapoli-Salita del Grillo-Cavour; Cimarra-Serpenti-Cavour; Capocci-Clementina-Cimarra-Serpenti-Cavour; Capocci-Zingari-Boschetto-Serpenti-Cavour.

Insomma non è un gran guadagno per le strette vie interne che non beneficeranno certamente della disciplina complessiva del traffico che non è proprio quella che si addice ad un’isola ambientale.

E’ previsto un allargamento dei marciapiedi in via dei Serpenti all’altezza di piazza Madonna dei Monti. La ristrutturazione della mobilità nel Rione porterà alla perdita di 76 posti auto che saranno in parte recuperati (29) su un lato di via degli Annibaldi con l’istituzione del parcheggio a spina che restringerà di fatto la sede stradale che raccoglie soprattutto il traffico proveniente da via Cavour. Altri 70 posti, non ancora definiti, saranno trovati tra via Milano e via Cavour.

A prima vista il progetto Argiletum manca di alcuni requisiti che caratterizzano le isole ambientali. Le cose infatti sono un po’ più complesse.

L’Isola Ambientale, la cui definizione è contenuta nelle Direttive Ministeriali per l’Attuazione e la Redazione dei Piani del Traffico, ha senso se si integra con il sistema urbanistico e sociale nel quale è inserita.

Dunque, la costruzione delle Isole ambientali (che non sono isole pedonali ma un insieme di aree pedonali, ZTL, Z30, corridoi ciclopedonali, servizi di trasporto pubblico, servizi alla residenza, isole ecologiche per l’economia circolare con il riciclo dei rifiuti, piazzole per la raccolta differenziata dei rifiuti, piattaforme logistiche per il carico e scarico merci, verde attrezzato ecc.), si attua attraverso la realizzazione degli interventi che interessano l’intera rete stradale di quartiere o di rione, rispettando la classificazione delle strade, la vita dei residenti e le esigenze delle botteghe artigiane ed anche del commercio che non è solo quello che genera la movida serale.

L’approccio alla realizzazione e alla riorganizzazione degli spazi urbani, e con essi delle strade, si struttura sulla base di una precisa gerarchia che definisce il ruolo di ciascun luogo, di ciascuna piazza e di ciascuna strada, precisando di volta in volta il grado di interferenza e di priorità delle diverse modalità di spostamento (pedonale, ciclabile, automobilistica e di trasporto pubblico).

Gli esiti attesi da questo approccio, apprezzabili nelle realtà dove è stato attuato, riguardano il miglioramento complessivo del contesto urbano ed architettonico, la riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico, la riduzione del rapporto conflittuale pedone/auto laddove ciascuno si riconosce in precise regole da rispettare nell’utilizzo dello spazio pubblico. Gli esempi attuati in altre realtà urbane devono essere osservati non tanto come modelli riproducibili in modo meccanicistico, quanto piuttosto come contesti che mostrano un approccio disciplinare innovativo che tenta di coniugare aspetti funzionali del traffico con aspetti di politica di risanamento ambientale e di riqualificazione urbana.

Gli interventi necessari per un miglioramento ambientale riguardano:

  1. Il rimodellamento generale della circolazione all’interno dell’area di intervento (traffico leggero locale non di attraversamento, aree di sosta per i residenti, individuazione di strade perimetrali della viabilità principale raccordate fra di loro intorno alle isole ambientali, percorsi ciclopedonali);
  2. la risistemazione degli incroci stradali strategici, il recupero di spazi di sosta pedonale lungo le vie residenziali, il recupero di alcuni tracciati storici liberati dai flussi di attraversamento ma non necessariamente da quelli locali, riorganizzazione della sosta, lo spostamento di alcune tratte di linee del trasporto pubblico per agevolare lo scorrimento lungo i flussi di primo livello delle strade perimetrali;
  3. estensione dell’area valutata in base al raggio di influenza e di percorrenza pedonale per l’accessibilità ai servizi di prima necessità soprattutto da parte degli anziani e delle persone con ridotta mobilità;
  4. ridurre e regolare gli spostamenti veicolari all’interno dell’isola pedonale per aumentare la sicurezza e ridurre l’inquinamento;
  5. riqualificare gli aspetti visivi dell’ambiente urbano;
  6. riscoprire l’identità dei luoghi e rispettare la funzione residenziale delle strade e delle piazze;
  7. istituzione di servizi per il miglioramento della qualità della vita dell’area (servizi di trasporto pubblico, servizi alla residenza, isole ecologiche per l’economia circolare con il riciclo dei rifiuti, piazzole per la raccolta differenziata dei rifiuti, piattaforme logistiche per il carico e scarico merci, verde attrezzato).

Il Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) di Roma Capitale prevede l’istituzione di ISOLE AMBIENTALI a partire dalle 14 del centro storico e con la progressiva estensione negli altri quartieri della città.

Le ISOLE AMBIENTALI, la cui realizzazione in Italia è stata resa possibile dalla modifica del Codice della Strada, sono aree concepite e realizzate a misura delle utenze deboli (ciclisti e pedoni), nelle quali sono adottate particolari politiche: limiti di velocità, divieti, sensi unici, regolamentazione della sosta, miglioramento dei trasporti pubblici e opere di arredo, differenziazione dei livelli e delle pavimentazioni, arredi, illuminazioni efficaci. Esse rientrano tra gli obiettivi di riqualificazione urbana dei rioni e dei quartieri e la loro realizzazione si attua attraverso interventi che interessano l’intera rete stradale dell’area costituita da viabilità locale e da viabilità principale perimetrale.

Le maglie della “rete principale urbana” racchiudono nel loro interno le “ISOLE AMBIENTALI”, composte esclusivamente da strade locali; in queste zone gli interventi sono finalizzati al recupero della vivibilità degli spazi urbani.

Si prevede per le ISOLE AMBIENTALI la loro organizzazione in “Zone 30” (ossia con limitazione delle velocità veicolari a 30 km/h) e con sensi unici di tipo contrapposto (atti a deviare i movimenti di transito diametrale delle isole medesime sulla viabilità principale perimetrale).

All’interno di ciascuna maglia della rete principale si assegna, agli ambiti costituiti esclusivamente da strade locali, la denominazione di “ISOLE AMBIENTALI” quando si intenda riqualificare e valorizzare il soddisfacimento delle esigenze del traffico pedonale e della sosta veicolare a prevalente vantaggio dei residenti e degli operatori in zona: esse sono infatti caratterizzate dalla la precedenza generalizzata per i pedoni rispetto a veicoli e da un limite di velocità per i veicoli pari a 30 km/h.

Gli interventi per una riqualificazione urbana della rete locale devono essere quindi indirizzati a moderare la preminenza dell’automobile, a “tranquillizzare” il traffico e alla pacifica convivenza di autoveicoli, biciclette e pedoni. È necessario recuperare lo spazio strada e ridistribuirlo più equamente fra tutti i suoi utilizzatori, che hanno pari diritti.

Nelle isole ambientali, come indicato dalle direttive, deve essere impedito l’effetto bypass al traffico veicolare e deve essere organizzato un sistema circolatorio secondo il quale i veicoli escono in prossimità a dove sono entrati. L’effetto by-pass deve essere consentito alle biciclette.

Come si vede non basta mettere un cartello stradale e riversare il traffico da qualche altra parte, ma si tratta di progettare delle vere e proprie unità urbanistiche all’interno di un sistema complesso e gerarchizzato della mobilità cittadina.

> Vai al Progetto Argiletum linkato alla sua pagina facebook dal Presidente della Commisione Moiblità Enrico Stefàno scarica Monti – Isola Ambientale – Progetto_Consegna del 2017.06.13 da pagina Fb stefano

Via Urbana (foto dal sito del Coordinamento Comitati Rione Monti)

Via Urbana (foto dal sito del Coordinamento Comitati Rione Monti)

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