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Periferie: la città di tutti i cittadini/tante città disuguali

a Eugenio De Crescenzo

Le  periferie di Roma sono un tema da decenni oggetto di convegni, leggi, commissioni speciali, dossier, indagini, progetti. Iniziative spesso lodevoli che tuttavia hanno modificato ben poco la realtà di poco meno di un milione di cittadini che vivono intorno e oltre il grande  raccordo anulare. Si tratta di circa 18mila ettari urbanizzati pari al oltre il 25% dell’intero territorio comunale[i]    una parte di territorio consistente della Capitale. E la stessa definizione di “periferie” è ormai uno strumento poco indicativo per  descrivere la complessità dei problemi, ma anche delle risorse di territori che punteggiano Roma con un andamento che in molti casi non rispecchia nemmeno la suddivisione spaziale della distanza dal centro città.

E le periferie, prima ancora dei palazzoni, della mancanza di servizi spesso elementari come fognature e illuminazione pubblica, sono persone: persone  che abitano zone da cui è una condanna quotidiana raggiungere i posti di lavoro centrali, o che il lavoro l’hanno perso o non l’hanno mai avuto, in territori dove la criminalità organizzata, presente in tutta la città,  si insinua fino al controllo diretto del territorio. Persone che vivono dove è faticoso persino camminare per l’assenza di marciapiede,  trovare luoghi di socialità in spazi pubblici gratuiti, o aree verdi  a contorno del paesaggio e dove trascorrere il tempo libero, con un’offerta culturale molto scarsa, in palese contraddizione per una città come Roma.

Difficile invertire la tendenza, ma per cominciare bisognerebbe abbandonare la visione delle “periferie” indistinte, partendo da un’analisi delle peculiarità dei diversi  territori in termini sociali, economici, culturali e di presenza del tessuto associativo e del terzo settore, per promuovere interventi mirati che garantiscano una continuità della presenza delle istituzioni e del dialogo dei cittadini. 

Gli interventi prioritari  riguardano soprattutto l’abitare, la riqualificazione degli immobili gestiti da Ater (Aziende Territoriali per l’Edilizia Residenziale ), l’avvio di una nuova stagione di edilizia popolare, con la ristrutturazione di edifici pubblici in disuso e il cosiddetto “housing sociale”, rimettendo al centro la qualità della vita delle persone, che vuol dire rigenerazione di spazi sociali per la costruzione di comunità coese, e anche contrasto a tutte le mafie,  perché l’unica possibilità per interrompere il circolo vizioso che soffoca la vita delle periferie è  il ripristino della sicurezza e della legalità, e la restituzione della dignità ai cittadini che si specchiano in quei  luoghi.

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Abitare le periferie

CHIEDIAMO

A Governo e Parlamento

  • di assumere le politiche abitative, da troppo tempo abbandonate, come questione non più rinviabile: le difficoltà di reperire un alloggio sul mercato a costi accessibili per un largo strato di popolazione genera condizioni di povertà accentuate dalla presente fase congiunturale ed è quindi urgente avviare iniziative legislative tese a incrementare il comparto dell’affitto, a finanziare l’edilizia residenziale sociale e quella pubblica in particolare, a riformulare ruolo e compiti degli enti gestori del patrimonio pubblico che, dovendo assicurare il pareggio di bilancio, sono nell’impossibilità di manutenere e riqualificare gli immobili popolari.  

A Roma Capitale

  • di considerare,  come prevede la legge nazionale[ii]  l’edilizia sociale quale “standard urbanistico”, ponendo l’obbligo  per il privato che promuove interventi di trasformazione urbana,  di dotare l’ambito territoriale  di aree da destinare all’edilizia sociale al pari di quelle destinate a servizi, verde e parcheggi. 

A Regione Lazio e Roma Capitale

  • di potenziare gli uffici pubblici, il personale amministrativo e le competenze tecniche per permettere tempi più rapidi per la pianificazione e progettazione urbanistica 
  • di riorganizzare gli insediamenti di edilizia residenziale pubblica, all’epoca realizzati  in base a una domanda abitativa conseguente a nuclei familiari più numerosi, avviando  la ristrutturazione degli edifici per ricavare un maggiore numero di  alloggi[iii]

A Roma Capitale

  • di incrementare, dove è possibile nel rispetto degli standard urbanistici,   il patrimonio di edilizia pubblica per  dare risposte alla domanda alloggiativa e di servizi attraverso l’eventuale densificazione nei territori
  • di  portare a completamento servizi e urbanizzazioni primarie dei cosiddetti “Piani di Zona”[iv] già esistenti e di annullare del tutto quelli ancora non attuati  in aree estremamente periferiche[v] per contenere il consumo di suolo e non condannare i cittadini a una residenza senza collegamenti efficienti con il resto della città 
  • di incentivare il recupero degli edifici industriali e commerciali abbandonati per ridurre il consumo di suolo e riconvertirli in  altre funzioni, quali residenza, servizi, attività lavorative,  rendendo più sicuri gli spazi pubblici
  • di promuovere  il riuso pubblico delle strutture inutilizzate come previsto dal  Bando ricognitivo  finalizzato al reperimento di immobili – aree e edifici – da utilizzare per l’atterraggio delle consistenze edilizie (diritti edificatori) derivanti da Compensazioni urbanistiche [vi]
  • di portare a termine l’approvazione dei Piani Particolareggiati relativi ai “Toponimi”[vii]  da decenni in attesa di conclusione dell’iter,  riconsegnando alla guida pubblica le decisioni  e le relative tempistiche riguardanti opere e servizi previsti e mai attuati, decisioni attualmente affidate ai consorzi dei proprietari,  che dispongono con grande autonomia dei fondi provenienti  dagli oneri concessori per la realizzazione delle infrastrutture pubbliche
  • di avviare nuove iniziative di “autorecupero”, assegnando attraverso bandiimmobili a cooperative formate da persone che non hanno la possibilità di accedere al normale mercato delle abitazioni, che provvedono ai lavori necessari,  in prima persona o attraverso imprese edili, accedendo a un mutuo per  coprire le spese dei materiali e dei lavori, le cui rate vengono poi scalate dagli affitti degli appartamenti[viii]. Una possibile “rigenerazione urbana” “dal basso”, sganciata dalla logica del profitto degli imprenditori privati, che però richiede, da parte dell’Amministrazione, di  accentrare tutte le fasi del procedimento[ix]  in un unico assessorato – o  di istituire un ufficio di scopo – e anche una modifica del Regolamento di contabilità del Comune[x], che contiene alcuni vincoli che di fatto bloccano la possibilità  di realizzare i progetti
  • per gli immobili in forte stato di degrado, di introdurre, come già in altri Comuni[xi] la possibilità  di ricorrere all’esproprio per i proprietari inadempienti, per poi procedere alla riqualificazione per usi di pubblica utilità 

Vivere le periferie

CHIEDIAMO

Alla Regione Lazio e a Roma Capitale

  • di avviare progetti di “rigenerazione urbana intesa in senso ampio e integrato comprendente, quindi, aspetti sociali, economici, urbanistici ed edilizi, anche per promuovere o rilanciare territori soggetti a situazioni di disagio o degrado sociali ed economici, favorendo forme di co-housing per la condivisione di spazi ed attività”, agevolare la riqualificazione delle aree urbane degradate e delle aree produttive”, “…aumentare le dotazioni territoriali mediante l’incremento di aree pubbliche o la realizzazione di nuove opere pubbliche ovvero il potenziamento di quelle esistenti…” come nell’art. 1 della Legge regionale della Rigenerazione Urbana 7/2017
  • di favorire la creazione di centri di incontro di quartiere, centri anziani, Case di Quartiere[xii], centri culturali, sportivi, ricreativi gestiti dall’associazionismo locale e da enti senza fini di lucro.
  • di rendere disponibili  per start up giovanili, cooperative di servizi e negozi di vicinato i locali dismessi e inutilizzati di proprietà pubblica, in particolare dei locali commerciali nei piani terra dei complessi delle case popolari, oggi luoghi degradati di spaccio che creano insicurezza sociale[xiii].
  • di investire  fondi pubblici per la ristrutturazione e l’adeguamento degli spazi da destinare alle attività dei punti precedenti, per facilitare e incentivare l’utilizzo anche a chi non ha mezzi economici 
  • di creare in tutti i territori dei punti di assistenza, informazione e formazione per agevolare l’uso degli strumenti informatici nelle fasce più deboli della popolazione come anziani, stranieri e persone in difficoltà, sempre più escluse dai diritti di cittadinanza che passano attraverso le nuove tecnologie
  • di valorizzare le eccellenze dei territori, mettendole in rete tra loro e inserendole  nei circuiti più estesi a livello cittadino, metropolitano e nazionale. In particolare il patrimonio agricolo, archeologico e naturalistico presente nelle tante periferie romane[xiv]
  • di mettere una moratoria alla proliferazione dei centri commerciali che uccidono il commercio di vicinato, presidio di sicurezza e socialità, lasciando molto spesso,  dopo un arco di vita limitato, relitti sul territorio

A Governo e Parlamento, Regione Lazio, Roma Città Metropolitana, Roma Capitale, Municipi 

  • di contrastare le mafie e la criminalità organizzata di ogni livello e diffusione, in particolare nelle periferie, dove spesso sono l’unico soggetto in grado di garantire fonti di reddito o dove le pratiche dell’usura e del racket soffocano ogni iniziativa economica, da perseguire  attraverso un maggiore controllo del territorio e soprattutto attraverso iniziative e investimenti per il rilancio economico locale. 
  • di incrementare le politiche di welfare, soprattutto nell’istruzione, con l’apertura delle scuole al territorio con attività che favoriscono l’inclusione sociale, per contrastare la dispersione scolastica e la povertà educativa. 

A Roma Capitale

  • di istituire un organismo che coinvolga  le migliori esperienze presenti sul territorio, con funzioni consultive e propositive, finalizzato a co-progettare una strategia di prevenzione e contrasto alle mafie e ai fenomeni criminali, favorendo il dialogo e il confronto tra istituzioni, associazioni, enti, ordini professionali che svolgono attività nel settore dell’antimafia sociale e nella promozione della cittadinanza attiva e responsabile[xv]

Alla Regione Lazio 

  • Nell’ambito della prevenzione e il trattamento del Gioco d’Azzardo Patologico (GAP), di  ripristinare la misura prevista dalla Legge regionale del Lazio[xvi]  della rimozione di slot machine e videolottery nel raggio di 500 metri da luoghi sensibili come scuole, centri anziani, ospedali e altri, sia per le nuove aperture, sia per gli esercizi esistenti[xvii]
  •  di pubblicare sul portale “Osservatorio regionale on line del gioco d’azzardo”  le attività e i provvedimenti assunti dai Comuni, per diffondere la conoscenza del fenomeno tra la cittadinanza e responsabilizzare le istituzioni coinvolte

A Roma Capitale 

  • di procedere alla ricognizione delle sale gioco e degli esercizi commerciali con slot machine, VLT ecc per effettuare il monitoraggio delle attività[xviii], di avviare una campagna di informazione, di inserire la GAP tra le forme di dipendenza e di accedere al fondo messo a disposizione dalla Regione delle agevolazioni per gli esercizi che rimuovono slot machine o videolottery o che scelgono di non installarle[xix]

15 novembre 2022

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

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[i] Dati ricavati dalla Tabella 8 della Relazione generale del PRG – Elab. D1

[ii] MINISTERO DELLE INFRASTRUTTURE DECRETO 22 aprile 2008  Definizione di alloggio sociale ai fini dell’esenzione dall’obbligo di notifica degli aiuti di Stato, ai sensi degli articoli 87 e 88 del Trattato istitutivo della Comunita’ europea. (GU Serie Generale n.146 del 24-06-2008 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2008/06/24/08A04473/sg

[iii] come già allo studio da parte di ATER Roma

[iv] vedi Piani di zona – cronologia e materiali

[v]“seconda variante PEEP Piani per l’edilizia economica e popolare- completamento II PEEP 2006”   http://www.urbanistica.comune.roma.it/pdz/completamento-ii.html) anche delibera 86/2020

[vi] D.G.C 256/2022

[vii] Vedi Toponimi – Piani di Recupero dei nuclei di edilizia ex abusivi http://www.urbanistica.comune.roma.it/toponimi.html

[viii] legge istitutiva della Regione Lazio n.55 del 11 dicembre 1998. Gli enti pubblici … individuano immobili, destinati a finalità diverse da quelle di edilizia residenziale pubblica, di loro proprietà o di proprietà di altri enti pubblici o di privati da acquisire, rimasti inutilizzati e/o in evidente stato di degrado, al fine di recuperarli in concorso con cooperative di autorecupero e/o autocostruzione

[ix]  Un unico ufficio dovrebbe gestire  dal bando per l’assegnazione del progetto, alla realizzazione dei lavori di competenza del comune, alle procedure per il rilascio dell’autorizzazione all’iscrizione dell’ipoteca o al rilascio della fideiussione a garanzia del mutuo per i lavori di competenza della cooperativa dei soggetti assegnatari degli alloggi, del successivo collaudo dei lavori e dell’approvazione del rendiconto

[x] Il Regolamento di contabilità Approvazione del nuovo Regolamento di Contabilità. Abrogazione del Regolamento di contabilità approvato  il 9 agosto 2021(Assemblea Capitolina n.83/2021 che ha abolito il precedente  n. 4 del 25 gennaio 1996,  stabilisce  il divieto di concessione della garanzia ipotecaria e limitando le fideiussioni al 50% del valore dei lavori bloccando ogni possibilità di autorecupero “dal basso”

[xi] Vedi  Comune di Milano  Piano delle regole giugno 2018  art.11 edifici abbandonati e degradati

  1. Il recupero di edifici degradati, che comportano pericolo per la salute e la sicurezza urbana, situazioni di degrado ambientale e sociale, costituisce attività di pubblica utilità ed interesse generale, perseguibile secondo le modalità di cui al presente articolo.
  2. Le disposizioni del presente articolo si applicano a tutte le aree e gli edifici, indipendentemente dalla destinazione funzionale, individuati nella Tav. R.10, periodicamente aggiornata, per questo aspetto, con Determina Dirigenziale. Si considerano abbandonati gli edifici dismessi da più di tre anni, che determinano pericolo per la sicurezza o per la salubrità o l’incolumità pubblica o disagio per il decoro e la qualità urbana. L’individuazione degli immobili di cui al presente comma sarà comunicata periodicamente alla Prefettura e alla Questura.
  3. Agli edifici abbandonati e dismessi, così come individuati dalla Tav. R.10, fatti salvi eventuali procedimenti in corso ad esito favorevole, è data facoltà di presentare proposta di piano attuativo o idoneo titolo abilitativo finalizzato al recupero dell’immobile; i lavori dovranno essere avviati entro 18 mesi dalla loro prima individuazione.

In alternativa è fatto obbligo di procedere con la demolizione del manufatto

  1. in caso di demolizione dell’edificio esistente su iniziativa della proprietà è riconosciuta integralmente la SL esistente. I diritti edificatori saranno annotati nel registro dei diritti edificatori, con possibilità di utilizzo in loco o in altre pertinenze dirette per mezzo di perequazione, secondo la normativa vigente;
    1. in caso di mancata demolizione da parte della proprietà, entro i termini sopraindicati, è riconosciuta la SL esistente fino all’indice di edificabilità territoriale (IT) unico pari a 0,35 mq/mq. L’Amministrazione si riserva il potere sostitutivo finalizzato alla demoli- zione dell’edificio. Le relative spese sostenute da parte dell’Amministrazione dovranno essere rimborsate dalla proprietà o dai titolari di diritti su tali beni. Se non rimborsate tali spese saranno riscosse coattivamente secondo normativa vigente. Di quanto sopra verrà inviata comunicazione alla proprietà, alla prefettura e alla questura.
  2. Dall’applicazione della presente norma sono:
    a) fatti salvi gli edifici oggetto di vincolo diretto ai sensi del D.Lgs 42/2004;
  3. esclusi gli edifici a tessuto rurale così come identificati sulla tav.R.02 e disciplinati all’art. 21 comma 5;
  4. escluse le aree e gli edifici disciplinati come ambiti interessati da provvedimenti appro- vati e adottati fino alla scadenza per loro prevista dalla legislazione vigente o dallo strumento stesso.

[xii] Vedi Art. 5. La Casa della Città e le Case dei Municipi Delibera di C.C. n. 57 del 2 marzo 2006 Regolamento per l’attivazione del processo di partecipazione dei cittadini alle scelte di trasformazione urbana (Allegato A di Delibera di CC. n. 57 del 2 marzo 2006

[xiii] VediZingaretti, nelle periferie apriamo i negozi, oltre ai circoli del PD20 Maggio2019Continua# – vedi anche Roma Today 15 1 2021 San Basilio: Ater mette a bando locali commerciali ma sono fatiscenti Sono 17 i locali oggetto dell’avviso sul territorio del IV Municipio. Dalla Rete Popolare Tiburtina: “Di questi solo 2 o 3 possono ospitare attività” https://www.romatoday.it/zone/tiburtino/san-basilio/riaccendi-il-tuo-quartiere-locali-fatiscenti.html

[xiv] Come ad esempio il  sito Gabi nel VI Municipio o Parco Agricolo di Casal del Marmo nel XIV Municipio e altri 

[xv] Vedi #Romasenzamafie: le richieste ai candidati Sindaco di Roma – video e materiali -18 Settembre 2021Continua#

[xvi]

L.R. 05 Agosto 2013, n. 5
Disposizioni per la prevenzione e il trattamento del gioco d’azzardo patologico (GAP) https://www.consiglio.regione.lazio.it/consiglio-regionale/?vw=leggiregionalidettaglio&id=9227&sv=vigente

[xvii] vedi Regione Lazio e distanziamento slot, un’amara sconfitta 29 luglio 2022

[xviii] Vedi Art. 6 (Osservatorio regionale sul fenomeno del gioco d’azzardo) L.R. 05 Agosto 2013, n. 5

[xix] tratte dalle richieste della campagna Mettiamoci in gioco, vedi Fate la cosa giusta! No al rinvio delle misure regionali per il distanziamento delle slot machine! 9 Giugno 2022 https://www.carteinregola.it/index.php/webinar-13-giugno-fate-la-cosa-giusta-no-al-rinvio-delle-misure-regionali-per-il-distanziamento-delle-slot-machine/

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