Piazza del Parco Caduti del 19 Luglio 1943. Il Parco dei Caduti 19 luglio 1943 ha una superficie di 5.400 mq. E’ uno dei pochissimi spazi verdi pubblici di aggregazione e socializzazione per il quartiere S. Lorenzo. L’area centrale accoglie il monumento ai Caduti del terribile bombardamento che durante la II Guerra Mondiale distrusse San Lorenzo. Nell’area è presente una piazzetta con un chiosco bar, uno spazio recintato attrezzato con i giochi per i bambini e un circolo bocciofilo.
Nel Parco dei Caduti è stata recentemente realizzata la prima microforesta urbana di Roma, “mini” oasi verde ampia 150 metri quadrati che ha accolto 150 piante donate dal progetto Ossigeno – parco dei Monti Aurunci della Regione Lazio (1).
Nei pressi del parco dei Caduti, tra via dei Peligni e via dei Corsi, esiste un capannone su area di proprietà comunale affidata in concessione a un privato nel 1961 per realizzarvi un capannone ad uso artigianale; nel 2013 tale concessione è stata volturata e benchè scaduta nel 2014 è rimasta operativa fino al 2021 tramite il pagamento degli oneri dovuti al Municipio II. L’immobile necessita di lavori di bonifica per la presenza di amianto e restauro conservativo (si trova nei pressi di una Scuola) e sarebbe volontà del Municipio II destinarlo ad attività sociali. Il 29 luglio 2021 è stato approvato dalla Giunta un protocollo d’intesa con gli eredi del concessionario per l’affidamento in custodia temporanea (6 mesi rinnovabili) dell’immobile capitolino in gestione al Municipio II sito in via dei Peligni 3 – via dei Corsi al fine di salvaguardarlo da abbandono, degrado ed eventuali occupazioni abusive ed in attesa che l’area venga riqualificata per un utilizzo pubblico con servizi alla cittadinanza. I Comitati cittadini avevano predisposto per questo ambito e trasmesso alle Istituzioni richieste specifiche fin dal 2020: “Il quadrante Peligni-Tiburtina Antica-Corsi: spazio in grado di congiungere il Parco dei caduti e l’Istituto comprensivo Borsi e di ospitare percorsi bike, pattini, monopattini, ecc. per bambine/i. Oggi parcheggio sotto utilizzato, quello di via dei Peligni, si potrebbe facilmente riconvertire come ampliamento del Parco e spazio all’aperto anche per attività educative in vista del nuovo anno scolastico. Particolarmente interessanti, poi, per interventi di urbanismo sperimentale si mostrano anche gli spaziosi marciapiedi di via Tiburtina Antica.”
Via Tiburtina 113: Villa Mercede. Situato tra via Marruccini e via Tiburtina, il parco di Villa Mercede è un bel giardino pubblico di dimensioni ridotte – circa 5000 mq – incastonato tra gli edifici circostanti (2). Nonostante le modeste dimensioni, è molto frequentato e costituisce un ambiente fresco e ombroso per gli abitanti della zona, uno dei quartieri più congestionati dal traffico e meno ricchi di verde della città. Il parco è una tipica creazione dell’inizio del XIX secolo ed attualmente appare incassato tra gli edifici moderni circostanti. Appena superato il cancello di ingresso inizia un vialetto a sampietrini, fiancheggiato da scogliere rustiche con evidenti tracce di nicchie, che si addentra nel bosco, sopraelevato rispetto al piano del viale, fitto di palme, pini, cedri e piante lussureggianti, sistemate sul modello dei giardini paesaggistici. Il lato del giardino situato sul lato opposto del vialetto è solcato da due sentieri fiancheggiati da lecci. Attualmente all’interno esiste anche un parco giochi bimbi (attualmente chiuso a causa del crollo del muro perimetrale di via dei Marruccini) , un campo di pallacanestro ed una pista di pattinaggio.
Via di Marruccini. Nel 2018 una parte del muro di cinta di Villa Mercede (angolo tra via Tiburtina e via dei Marruccini) è crollato. E’ stato a suo tempo transennato ma non si hanno notizie nè date certe sull’avvio dei lavori di consolidamento e recupero con gravi disagi per chi deve percorrere via di Marruccini in autobus e/o in automobile a causa della riduzione della carreggiata (3).
(3) Leggi a riguardo l’articolo di Roma Today del 20 marzo 2023:” La ferita di San Lorenzo: in via dei Marrucini dopo il crollo del muro solo buio, buche e bivacchi”.