Il 18 novembre ci ha lasciato il nostro carissimo amico e socio Piero Filotico. Perdiamo un compagno di avventure straordinario, per il suo impegno serio e curioso, per la sua amicizia generosa, per il suo sforzo costante e entusiasta per rendere il mondo un po’ migliore. E ci mancherà la sua ironia che rendeva più lieve la vita di chi gli era vicino.
Ciao Piero, il dolore di oggi diventerà tristezza, poi malinconia. Ma sarà una malinconia che ci accompagnerà sempre, soprattutto ogni volta che penseremo di impegnarci in qualcosa di giusto, qualcosa a cui tu avresti aderito con entusiasmo, e che saremo costretti a ricordarci che non possiamo condividere con te. Ciao amico, ciao compagno. Noi continueremo a sognare anche per te.
Una vita come quella di Piero Filotico, che se n’è andato il 18 novembre scorso per il Covid, dopo il ricovero per un incidente di moto, merita di essere ricordata, perché è stato un uomo straordinario.
Piero era un compagno.
Dopo la conclusione di una lunga carriera come dirigente d’azienda nel campo pubblicitario, aveva potuto dedicarsi alla politica, con un impegno sempre rinnovato, fresco, vitale. Una passione civile che lo ha portato a combattere con entusiasmo tante battaglie insieme a tanti nuovi compagni di strada, con una generosa moltiplicazione. Dall’impresa della costruzione del Partito Democratico, dove si era iscritto con la speranza in un cambiamento che non aveva trovato, alla fondazione dell’associazione “la Questione Morale” per rimettere al centro della politica i valori della trasparenza, della giustizia, della Costituzione. E la difesa della Costituzione ha sempre guidato il suo percorso, concretizzandosi nella strenua battaglia per il NO ai due referendum costituzionali, con una vittoria inaspettata e un’amara sconfitta. Ma non era tipo da scoraggiarsi, dietro l’angolo c’era sempre qualche causa giusta, che lo trasformava in una macchina da guerra instancabile, capace di mobilitarsi e mobilitare. Con una particolare miscela di garbo ed ironia, che gli permetteva di indicare la strada da seguire senza forzature, e che gli faceva guadagnare la stima e l’affetto dei suoi compagni di avventura.
A Piero piaceva scrivere libri gialli, ridere, ascoltare. Aveva un blog che si chiama unfilorosso. Era un marito, un padre e un nonno tenero e presente.
Nelle foto che gli amici hanno sparpagliato in suo ricordo, Piero è in tante manifestazioni in difesa dei diritti, della Carta, degli ultimi. Davanti alla RAI per protestare per una notizia falsa al TG1. Raccogliendo firme per una nuova legge elettorale. Su una terrazza con “il gruppo del blog”. Con i Marziani del Sindaco Marino, con il comitato di Caudo Sindaco, con l’associazione Carteinregola di cui è stato fondatore. Con il sorriso sornione sotto i baffi, e la sigaretta. Con le Sardine di Roma, in una delle ultime foto: un gruppo di ragazzi sorridenti e in mezzo, un po’defilato, il ragazzo Piero.
Ciao, compagno Piero.
In calce il video registrato mercoledì 18 novembre per ricordare insieme ai tanti amici l’amico e compagno di battaglie Piero Filotico
Forse è vero che a Cuba non c’è il paradiso Che non vorremmo essere in Cina a coltivare riso Che sempre più spesso ci si trova a dubitare Se in questi anni non abbiamo fatto altro che sognare
È che viviamo in un momento di riflusso E ci sembra che ci stia cadendo il mondo addosso Che tutto quel cantare sul cambiar la situazione Non sia stato che un sogno o un’illusione
Ma no non è un’utopia Non è uno scherzo della fantasia No, non è una bugia È solo un gioco dell’economia
E se in questi anni tanti sogni son sfumati In compenso tanti altri li abbiamo realizzati C’è chi silenziosamente s’è infilato dentro al gioco E ogni giorno lentamente lo modifica di un poco
Ed è normale che ci si sia rotti i coglioni Di passare la vita in dibattiti e riunioni E che invece si cerchi di trovare Nella pratica un sistema per lottare
Ma no non è un’utopia Non è uno scherzo della fantasia No, non è una bugia È solo un gioco dell’economia
Forse è vero che a Cuba non c’è il paradiso Che non vorremmo essere in Cina a coltivare riso Che sempre più spesso ci si trova a dubitare Se in questi anni non abbiamo fatto altro che sognare
È che viviamo in un momento di riflusso E ci sembra che ci stia cadendo il mondo addosso Che tutto quel cantare sul cambiar la situazione Non sia stato che un sogno o un’illusione
Ma no non è una bugia Non è uno scherzo della fantasia No non è un’utopia È solo un gioco dell’economia.