Quelli del PD che non osano dichiararsi del PD
Autore : Redazione
Continua l’insana abitudine di organizzare incontri partitici, in cui intervengono illustri esponenti dei partiti (in questo caso del Partito Democratico), dissimulando simboli e appartenenze partitiche dietro titoli genericamente “civici” – “la cittadinanza attiva del VII Municipio” – evocando i soliti slogan – “tutela del territorio“, “mobilità sostenibile” e “riqualificazione urbana” – con corredo di manifesti pieni di papaveri e spighe di grano. La versione elettorale del Mulino bianco Barilla, per attirare cittadini/clienti sempre più recaciltranti ai richiami della politica romana.
Così Laura Coccia, deputata del PD (con una biografia personale di tutto rispetto) e Valentina Grippo, ex consigliere comunale PD – che si è persa anche un “ex” – appaiono sulla locandina come “deputato” e “consigliere”. Non sappiamo se l’idea di non scrivere di quale partito sia farina del sacco delle due esponenti PD o degli organizzatori (peraltro non indicati). Ma è davvero un brutto segnale per un partito che si accinge a chiedere ai cittadini romani di andare a votare per le primarie per il Sindaco della Capitale. Se persino una deputata, una ex consigliera e gli organizzatori dell’iniziativa pensano che sia meglio omettere il nome del PD, vuol dire che lo ritengono un marchio talmente squalificato davanti all’opinione pubblica da ripiegare su etichette espressamente “civiche” .
Come la celebre battuta di Groucho Marx: “Non vorrei mai far parte di un club che accettasse tra i suoi soci uno come me“.
E comunque, pensiamo che i cittadini meritino rispetto, e che quando sono invitati a un’iniziativa debbano essere informati su chi la promuove e con quale scopo. E vogliamo partiti che abbiano il coraggio di metterci la faccia, senza nascondersi dietro alla “cittadinanza attiva”. Che è una cosa seria.
Anna Maria Bianchi Missaglia
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