Regolamento dei beni comunali in concessione, non in nostro nome
Autore : Redazione
CILD e Carteinregola spiegano il dissenso dalla Delibera “Regolamento delle concessioni dei beni immobili appartenenti al patrimonio demaniale e indisponibile di Roma Capitale” che andrà al voto dei consiglieri capitolini
In questi giorni approda in Assemblea Capitolina la proposta di Regolamento sulle concessioni d’uso sui beni immobili di Roma Capitale appartenenti al demanio e al patrimonio indisponibile, a firma del Presidente della Commissione Patrimonio Francesco Ardu e dei consiglieri Iorio, Sturni, Simonelli, Spampinato, Diario e Catini (1).
Le nostre associazioni, a partire dal 31 gennaio 2020, hanno partecipato ai lavori della Commissione Patrimonio tentando di addivenire ad un testo quantomeno utile e dignitoso: non evidentemente il migliore dei Regolamenti possibili, ma almeno un Regolamento che, da un lato, mettesse definitivamente fine alla condizione di illegittimità formale in cui le realtà sociali e culturali di questa città sono state relegate ormai dal 2014 e che, dall’altro lato, consentisse di riaprire una stagione di nuova rinascita di quel patrimonio, ponendo in termini chiari e agili le regole del suo utilizzo.
Purtroppo il testo che arriverà in Consiglio, ma anche gli emendamenti annunciati dal Presidente Ardu dopo la lunghissima serie di interlocuzioni che abbiamo avuto con la Commissione Patrimonio e altre Commissioni, rendono il Regolamento inaccettabile, inadeguato, sbagliato edannoso per la città, oltre che in larga parte inapplicabile, dato che non identifica procedure e responsabilità chiare, che non fornisce tempi certi, che non attribuisce parametri di giudizio rigorosi. E soprattutto perchè continua a riproporre il bando pubblico come unica modalità di assegnazione, in contrasto con i principi ribaditi con la recente sentenza n. 131/2020 della Corte Costituzionale, dato che il Regolamento proposto ritiene di trattare le attività culturali e sociali di interesse generale e collettivo come mera fornitura di servizi e non come processi da costruire e promuovere anche valorizzando quanto già esiste. Un paradosso, se si pensa che la stessa amministrazione comunale ha dovuto appoggiarsi a tante realtà dei territori che si impegnano nel sociale per la gestione dell’emergenza pandemica.
CILD e Carteinregola avevano proposto nell’autunno scorso una serie di emendamenti puntuali (2) al testo del Regolamento Ardu, che intendevano coniugare la necessità di regole certe e condivise con la salvaguardia di tante situazioni in essere che meritano il giusto riconoscimento per il ruolo che svolgono, spesso in territori privi di servizi e di spazi culturali.
Emendamenti che non sono stati condivisi dal Presidente Ardu, che nella Commissione del 5 maggio scorso (3) ha ritenuto di approvare le modifiche da lui stesso apportate che sono di segno opposto alle nostre richieste e che hanno dimostrato l’inutilità di un anno e mezzo di confronto a cui ci siamo sottoposti.
CILD Centro d’Iniziativa per la Legalità Democratica