Nel dibattito che sta accompagnando il Regolamento del Verde pubblico e privato e del Paesaggio Urbano per Roma, uno dei temi più sentiti da tanti cittadini e associazioni è quello della tutela del Pinus Pinea, una specie naturalizzata che fa parte da sempre del Paesaggio della Capitale come un elemento fortemente identitario, donando ombra e ossigeno ai parchi cittadini ma anche a moltissime strade, in centro come in periferia.
La domanda più ricorrente riguarda la preoccupazione che i pini e gli alberi di prima forza possano scomparire dal panorama della Capitale, progressivamente sostituiti da altre specie che si adattano meglio ai limiti di spazio dei marciapiedi o con radici più profonde, e che il Regolamento non tuteli a sufficienza i pini romani, in questo periodo esposti anche alla terribile epidemia di Toumeyella Parvicornis, che ha suscitato una grande mobilitazione civica e iniziative promosse direttamente dalla cittadinanza per fermare la diffusione del parassita.
Va detto che Regolamento che andrà in Aula capitolina è comunque perfettibile, e lo stesso gruppo di lavoro, formato da alcuni dei membri delle associazioni e degli ordini che hanno partecipato al lunghissimo percorso di interlocuzione con le istituzioni di 3 Amministrazioni diverse, aveva già avanzato alcune integrazioni prima dell’approvazione in Giunta (poi non inserite)[1].
Rimandando anche alle informazioni che abbiamo cercato di dare in seguito alle molte domande raccolte durante il webinar “Vi raccontiamo il regolamento del Verde per Roma” nella una sezione “Domande & risposte” [2], entrambe a cura di alcuni dei membri del gruppo di lavoro, cerchiamo di fare chiarezza sui punti più controversi.
Innanzitutto il Regolamento tutela tutte le alberature esistenti, e in particolare le alberate storiche che costituiscono un’identità dei luoghi, nella città storica come nelle periferie. E considera “beni giuridici di interesse ambientale e paesaggistico” tutti “gli alberi singoli, in gruppi o in filari, recanti un tronco di circonferenza complessiva superiore a 78,5 cm (diametro > 25 cm), misurata all’altezza di 1,30 m dal colletto“[3], sia quelli su area pubblica che su area privata; per questo le motivazioni per gli abbattimenti di tali esemplari – morte o malattia della pianta che non sia possibile curare [4], rischio per la pubblica
incolumità – devono essere asserite da un tecnico specializzato abilitato. Se un albero o più alberi vengono abbattuti, anche di prima grandezza, nel caso rappresentino un carattere distintivo della strada o del viale, il regolamento stabilisce che devono essere sostituiti con individui della stessa specie, rendendo più ampio, per quanto possibile, lo spazio di terreno nudo a disposizione. Se lo spazio disponibile non fosse adeguato, il ripristino è effettuato in ogni caso, anche in deroga alle disposizioni del Regolamento [5]. Per le nuove progettazioni si sceglieranno le specie più adatte al sito in funzione dello spazio a disposizione, dei caratteri stazionali, della resistenza a fattori limitanti in ambiente urbano (inquinamento, siccità ecc.) e del contesto territoriale e paesaggistico. E poichè tale scelta deve essere basata su criteri paesaggistici, conferendo identità al luogo in conformità ai caratteri storici e identitari, per filari sui viali o piazze, per ridurre le possibili interferenze dell’apparato radicale con manufatti esistenti e favorire la longevità degli alberi, è previsto di adottare specifiche tecniche[6] .
Va anche notato che una frase che ha creato allarme nella cittadinanza, inserita in uno degli allegati, il n. 4, Classificazione delle tipologie di verde in ambiente urbano ed extraurbano – Scelta delle specie[7] dove il Pinus Pinea viene definita specie “Non idonea per le alberature stradali a causa delle radici“, è stata mutuata dalle “Linee guida di forestazione urbana sostenibile per Roma Capitale” [8] a cura di ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) e Roma Capitale, e che nelle citate richieste di modifica già avanzate – che chiederemo ai consiglieri capitolini di inserire con un emendamento – prevede di “aggiungere in fondo alla lista delle specie di particolare salvaguardia il pinus pinea, specie identitaria del paesaggio romano” e di modificare la frase sopra riportata in “… può non essere idoneo per le alberature stradali a causa delle radici superficiali se l’impianto non è eseguito con opportuni accorgimenti)” formulazione più adeguata agli articoli e allo spirito del Regolamento.
Infine, le giuste preoccupazioni della cittadinanza per il proliferare della Toumeyella Parvicornis, parassita che provoca la morte dei pini [9], non devono far dimenticare che un Regolamento del verde riguarda ambiti specifici di competenza comunale, che prevedono anche la lotta obbligatoria ai parassiti, ma che sono sottoposti a normative sovraordinate, a livello nazionale e regionale, attraverso il servizio fitosanitario.
In calce proponiamo alcuni contributi e materiali specifici sulla tutela dei pini, augurandoci che il dibattito e il confronto possa proseguire con l’intento di migliorare il lavoro fatto, nel comune obiettivo di tutelare il patrimonio verde, il Paesaggio, l’ambiente e la qualità della vita dei cittadini.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Le proposte di modifica del gruppo di lavoro del Coordinamento del Regolamento del Verde
Testo Modifiche proposte
I materiali di approfondimento
Acer -il Verde Editoriale Milano 3/2011 “parliamo di pino domestico in ambito urbano Un cittadino sconosciuto –Testo ed elaborazioni grafiche di Giovanni Morelli*, agronomo e Pierre Raimbault, esperto di fisiomorfologia delle piante arboree. Lo studio, partendo dall’analisi delle caratteristiche generali del Pinus pinea e arrichito dall’esame ipogeo ed epigeo di numerosi impianti arborei, ha cercato di svelare i meccanismi biologici che sottendono al suo peculiare comportamento, al fine di ottenere indicazioni utili per la sua corretta gestione in città. Scarica “parliamo di pino domestico in ambito urbano Un cittadino sconosciuto
Slides dell’intervento di Giovanni Morelli* al convegno ALBERI: IMPARARE A CONOSCERE LE RADICI “Relazioni tra chioma e radici: la diagnostica morfofisiologica” (21 febbraio 2018 Rho (MI) – Myplant&Garden 2018) scarica le slides
(*) Il Dott. Giovanni Morelli svolge attività istituzionali all’interno dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali della provincia di Ferrara. E’ Membro della SAG Baumstatik e.V. di Stoccarda dal maggio 2007. E’ socio I.S.A. – International Society of Arboricolture e S.I.A. – Società Italiana di Arboricoltura dal 1995. A Maggio 2014 ha conseguito il titolo di ISA Certified Arborist®. A Marzo 2015 ha ottenuto la certificazione ETT (European Tree Technician). A Dicembre 2015 ha ottenuto la prestigiosa qualificazione TRAQ (Tree Risk Assesment Qualification) dell’ISA
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
31 gennaio 2021
NOTE
[1] Alcuni membri del Coordinamento del Regolamento del verde urbano hanno consegnato numerose proposte di modifica, per la maggior parte pure correzioni formali, prima dell’approvazione della Decisione di Giunta che non sono state inserite nella Proposta di Delibera, che ci auguriamo vengano introdotte nel testo con gli emendamenti in sede di approvazione
8. Il regolamento rischia di cambiare l’aspetto di Roma, con la sostituzione di alberature diverse da quelle esistenti, in particolare dei pini, simbolo della città eterna?Cosa si intende per “alberate storiche”?
NO. Ogni alberata sarà tutelata rispetto al suo valore storico, paesaggistico e ambientale, quindi nella sostituzione si utilizzeranno le stesse specie prima presenti. Inoltre la scelta della specie si basa sempre sul criterio d’identità del luogo. Questo significa che se un luogo è caratterizzato dalla presenza di una determinata specie, nel progetto di ripristino verrà utilizzata la stessa specie indipendentemente dal contesto storico. (APPROFONDISCI)
11. Le prescrizioni delle dimensioni dell’area di pertinenza dell’albero, nelle strade con marciapiedi stretti (come molte strade di Roma), cancellerà il verde verticale da interi quartieri e/o impedirà di mettere alberi di prima grandezza?
No. Laddove gli alberi di prima grandezza sono già presenti verranno sostituiti a fine vita con alberi della stessa specie, nelle nuove progettazioni si sceglieranno le specie più adatte al sito in funzione dello spazio a disposizione, dei caratteri stazionali, della resistenza a fattori limitanti in ambiente urbano (inquinamento, siccità ecc.) e del contesto territoriale e paesaggistico. (APPROFONDISCI)
19. Nel regolamento è previsto l’utilizzo di tecniche di impianto che consentono di limitare le interferenze delle radici con il manto stradale ?
Sì: Al fine di agevolare e guidare lo sviluppo delle radici nei nuovi impianti stradali o nelle piazze, di ridurre le possibili interferenze dell’apparato radicale con manufatti esistenti e da realizzare e di favorire la longevità degli alberi, si devono adottare specifiche tecniche quali, ad esempio le vie preferenziali per le radici (root paths), le trincee di suolo (soil trenches), le volte con suolo (soil vaults), le pavimentazioni sospese su celle (soil cells), suoli strutturali (structural soil).(APPROFONDISCI)
[3] Art. 29 – Tutela delle alberature e salvaguardia delle siepi e macchie arbustive
comma 1. Gli alberi singoli, in gruppi o in filari, recanti un tronco di circonferenza complessiva superiore a 78,5 cm (Ø > 25 cm), misurata all’altezza di 1,30 m dal colletto, ubicati nel territorio di Roma Capitale sono considerati beni giuridici di interesse ambientale e paesaggistico.
[4] Art. 40 – Interventi sul verde pubblico e privato oggetto di speciale salvaguardia Art. 41 – Sostituzioni e compensazioni a seguito di abbattimenti
[5] Art. 18 comma 3 punto c:
c. la scelta delle alberature tiene conto dei seguenti elementi di valutazione:
– l’analisi del contesto storico, archeologico, architettonico, paesaggistico. Nelle aree di interesse storico sono oggetto di tutela, anche ai fini del loro ripristino, le specie esistenti, quali Olmi (Ulmus spp.) Platani (Platanus spp.), Pini (Pinus pinea L.) in quanto caratteristici di determinati periodi storici;
art. 19 comma 22
Il ripristino di alberate storiche è effettuato in ogni caso con nuovi individui arborei della stessa specie di quelli sostituiti, anche in deroga alle disposizioni del presente Regolamento.
[6] art. 19 comma 18. Al fine di agevolare e guidare lo sviluppo delle radici nei nuovi impianti stradali o nelle piazze, di ridurre le possibili interferenze dell’apparato radicale con manufatti esistenti e da realizzare e di favorire la longevità degli alberi, si devono adottare specifiche tecniche quali, ad esempio le vie preferenziali per le radici (root paths), le trincee di suolo (soil trenches), le volte con suolo (soil vaults), le pavimentazioni sospese su celle (soil cells), suoli strutturali (structural soil)
[9] La Toumeyella parvicornis, cocciniglia alloctona, è originaria del Nord America e passata per i Caraibi , dove ha provocato numerosi danni; è stata segnalata in Italia per la prima volta nel 2015. A Roma la prima ondata aveva colpito solo pochi pini; la scorsa primavera, invece, la presenza di questo insetto è diventata più massiccia e le contromisure sono state finora poco incisive, sia da parte delle norme nazionali, sia da parte del servizio fitosanitario regionale, sia da parte del Comune. Alcuni volenterosi cittadini hanno cominciato a finanziare trattamenti di endoterapia con le stesse procedure adottate per la processionaria. Si tratta della più promettente tecnica di lotta disponibile. Il trattamento endoterapico, mediante l’utilizzo di specifiche attrezzature permette di iniettare direttamente all’interno dei vasi linfatici dell’albero una miscela composta da un’insetticida, con specifico principio attivo anticoccidico (abamectina), ed un formulato veicolante studiato appositamente per facilitare ed ottimizzare la distribuzione del principio attivo in tutta la chioma.
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