Il Piano di valorizzazione del patrimonio immobiliaredel Comune di Roma non spiega chiaramente il rapporto pubblico – privato nel passaggio di beni pubblici.
Roma, 5 dicembre 2019. E’ stato approvato dall’Assemblea capitolina il 3 dicembre 2019 il “Piano di valorizzazione del patrimonio immobiliare ai sensi dell’art.58 della legge 133 del 6/8/2008 e ssmmii(1). Adozione delle varianti di PRG derivanti dalle nuove destinazioni d’uso urbanistiche degli immobili oggetto di valorizzazione”. Si tratta della delibera collegata al progetto ReinvenTIAMO Roma, che dovrebbe “declinare il tema della rigenerazione urbana all’interno di una visione che intenda riqualificare il tessuto urbano abbandonato e dismesso attraverso progetti di qualità, da armonizzare con il patrimonio esistente, ed evitando ulteriore consumo di suolo, in modo che si affermino processi virtuosi urbani capaci di: sostenibilità ambientale, recupero di immobili e spazi, accessibilità alle linee di trasporto su ferro, nuove sfide sociali, ambientali, culturali, all’interno di percorsi partecipativi che vedano il coinvilgimento attivo della cittadinanza, investimenti del settore privato e forme innovative per la gestione dei luoghi e degli spazi” (2).
Dal sito reinventing cities del Comune di Milano https://www.c40reinventingcities.org
“Reinventiamo Roma”, presentato nel febbraio scorso dalla Sindaca Raggi, si inserisce in un bando globale – Reinventing Cities – lanciato da C40 – Cities Climate Leadership Group, la rete mondiale di città impegnate a contrastare il cambiamento climatico, per progetti urbani innovativi, resilienti e a emissioni zero. La sostenibilità ecologica è in realtà l’obiettivo e il carattere più qualificante del progetto internazionale. Milano l’ha lanciato fin dal dicembre 2017, selezionando una serie di progetti che prevedevano la “valorizzazione”, cioè la vendita a privati, di alcune proprietà pubbliche in disuso (3)
reinventingcities Milano uno dei vincitori del bando
Precisiamo che un’operazione che comporti la vendita di immobili e aree pubbliche a privati è una scelta legittima, che compete ai rappresentanti eletti dai cittadini, che dovrebbe essere plasmata sull’interesse pubblico e con una contropartita sociale, ed effettuata con trasparenza e possibilmente con il coinvolgimento della cittadinanza.
Nel caso romano, tuttavia, il progetto non prevede la vendita degli immobili pubblici,ma non è abbastanza chiaro per quanto riguarda le modalità di finanziamento dei progetti – che si sostiene su fondi privati – e soprattutto le modalità di passaggio dei beni dal pubblico al privato. Si parla infatti di “valorizzazione”, che nel campo immobiliare in genere è sinomimo di vendita, ma che per Reinventiamo Roma è stata esclusa fin dall’inizio (4): anche nel Regolamento per la Fase di Manifestazione di Interesse di Reinventing Cities (5) è specificato che “Per ciascun sito, le suddette disposizioni normative possono essere di diverso tipo: contratto di vendita, diritto di superficie, contratto di locazione, occupazione etc.” E l’assessore Montuori ha ribadito nel suo intervento in Aula (in calce) che non si prevede alcun passaggio di proprietà. Tuttavia è difficile immaginare come possano svilupparsi attraverso concessione o locazione interventi su immobili pubblici, per i quali sono consentiti “fatto salvo il rispetto delle tutele di natura storico-artistica, archeologica, architettonica e paesaggistica -ambientale apposte dagli enti sovraordinati competenti, tutti gli interventi di recupero del patrimonio edilizio esistente, ivi compresi quelli di ristrutturazione edilizia e di demolizione e ricostruzione,anche nel caso in cui gli immobili risultino demoliti, con il riconoscimento di una SUV [Superificie Utile Virtuale] o di una SUL [Superificie Utile Lorda] aggiuntive rispetto a quelle preesistenti nella misura massima del 30 per cento, in ragione delle esistenti finalità di riqualificazione e rigenerazione urbana“. La Delibera inoltre modifica la classificazione alcuni immobili “indisponibili” inclusi nel Piano di valorizzazione in “patrimonio disponibile di Roma Capitale”, e adotta le necessarie varianti al Piano Regolatore Generale (che saranno quindi sottoposte a osservazioni, controdeduzioni e approvazioni definitive). E poichè i privati hanno come naturale e giusto obiettivo il profitto, resta il punto interrogativo su quali contropartite potranno ottenere per la sostenibilità economica dei progetti, e per quanto tempo potranno avere la disponibilità dell’immobile o del diritto di superficie (e quali scenari si possano prefigurare per l’eventuale cessione degli immobili costruiti da privati su suolo pubblico)
Quanto alla partecipazione dei cittadini, l’Assessore Montuori, dopo aver sottolineato l’ampia condivisione ” a monte” con vari enti, associazioni di categoria e anche associazioni cittadine, ha assicurato una costante disponibilità al confronto anche nei passaggi successivi. E se la delibera da un lato dichiara che “il Piano di Valorizzazione …e le varianti derivanti dai cambi di destinazione d’uso urbanistica degli immobili non rientrano tra gli atti obbligatoriamente sottoposti alla procedura paretcipativa“, dall’altro afferma che “è comunque interesse dell’Amministrazione nelle successive fasi procedurali di concessione e alienazione di diritti reali dei suddetti beni, raccogliere specifici contributi partecipativi e dunque avviare per detti interventi procedure partecipative“. E l’Assessora al Patrimonio valentina Vivarelli. ha aggiunto la necessità della creazione di una rete di relazioni e anche di un monitoraggio costante.
Ma il punto focale resta l’ambiguo rapporto pubblico/privato, su progetti che richiedono investimenti che si presumono assai consistenti, e che avranno pertanto bisogno di contropartite economiche rilevanti. Una preoccupazione evidentemente condivisa anche da alcuni consiglieri della maggioranza pentastellata, che hanno voluto inserire nella delibera l’esplicita esclusione della vendita degli immobili, approvando un emendamento che aggiunge alla farse citata “volte allaconcessione e alienazione di diritti reali”, le parole “con esclusione del diritto di piena proprietà”.
Un paletto ulteriore che non si sa quanto potrà essere resistente rispetto a futuri sviluppi decisi da future amministrazioni, dopo la trasformazione degli immobili in “beni disponibili” e l’approvazione di varianti per il cambio di destinazione d’uso.
Per l’edizione del 2019 Reinventing Cities prevede larigenerazione di 28 siti dismessi in 11 città nel mondo, tra cui Roma e Milano (6). A Roma si comincia da cinque immobili: Ex Mercato di Torre Spaccata nel Municipio VI, stazione Roma Tuscolana nel Municipio VII (in partnership con FS Sistemi Urbani – Gruppo FS Italiane),Istituto Vertunni nel Municipio V,Ex Filanda nel Municipio VII, Ex Mira Lanza nel Municipio XI.
Nella Delibera con l’elenco degli immobili del Piano di Valorizzazione del Patrimonio Immobiliare non è poi stata inserita una proprietà pubblica che Carteinregola segue da tempo con particolare attenzione, via Crispi Zucchelli (7)[testo modificato il 6 dicembre, vedi “errata corrige” (8)] che nel febbraio scorso era presente nelle aree oggetto di ReinvenTIAMO Roma, come da comunicato sul sito comunale, ma che era inserita anche nella memoria di Giunta dell’8 agosto 2019 (9)
Si tratta di un’area a pochi metri da Piazza Barberini, di proprietà dell’AMA: un luogo che da anni attrae progetti di “valorizzazione”, per lo più privata. Nel 2008 il Piano Parcheggi di Alemanno vi aveva inserito un garage privato di qualche decina di posti auto, ma pochi mesi dopo il proponente aveva depositato all’ufficio parcheggi un progetto che prevedeva vari piani interrati per centinaia di stalli. Qualche anno dopo la stessa Giunta Alemanno aveva inserito l’area dell’AMA in un fondo immobiliare, dove non sappiamo se sia rimasta, mentre il progetto di parcheggio interrato dovrebbe essere stato espunto dal PUP, come per anni abbiamo chiesto. Perchè sotto quell’area, come ben sa la Soprintendenza, c’è una villa romana di età repubblicana, in parte già scavata, dove è venuto alla luce un pregiatissimo mosaico. Soprintendenza che fin dal 1985 ha messo nero su bianco che in quel luogo non è possibile realizzare alcuna opera sotterranea, e che anche eventuali nuove edificazioni devono essere sottoposte al parere del MIBAC(7). La Giunta Marino nel 2014 aveva avviato la procedura per un Piano di recupero che prevedeva la valorizzazione dei resti archeologici, l’ampliamento della Galleria di arte moderna adiacente e il completamento del tessuto edilizio con una parte di residenze private, tutto da definire attraverso un concorso di progettazione (10). Prospettiva mai proseguita con la nuova amministrazione pentastellata .
Ci auguriamo che il previsto parcheggio venga cancellato, e che l’area dell’AMA torni al più presto nella disponibilità del Comune, magari con uno scambio immobiliare, ma non per destinarla a qualche forma di “valorizzazione” che ne preveda il passaggio a privati (vendita o cessione per lunghissimo tempo), ma per restituire alla città il sito archeologico e ampliare gli spazi culturali che la circondano.
Invece è stato inserito nella Delibera un immobile non previsto negli elenchi del febbraio 2019, meno controverso sul piano patrimoniale, ma certamente significativo sul piano simbolico e sociale, è quello dell’ex Istituto Don Calabria in Via Cardinal Capranica(11), diventato tristemente noto per lo sgombero, la notte tra il 14 e il 15 luglio 2019, delle famiglie di occupanti abusivi, tra i quali un ragazzino immortalato mentre lasciava quella che era la sua casa portando con sè i suoi libri (12). Non entriamo nel merito delle ragioni dello sgombero – si è detto che l’edificio fosse pericolante, ma non abbiamo trovato conferme – ma fa una certa impressione se si mettono accanto i favolosi rendering delle smart cities ecosostenibili, e l’immagine di quel ragazzino che con composta dignità avanza tra i poliziotti con una pila di libri tra le braccia.E non rassicurano tutte quelle belle parole sull’housing sociale, i servizi per la collettività, la progettualità complessa, le relazioni sociali per migliorare la vita degli abitanti se non si mette mano a un piano sistematico per affrontare una volta per tutte l’emergenza abitativa in cui si torvano sempre più persone nella nostra città. Una città ecosostenibile non può che essere in primis sostenibile per tutti, a partire da quelli in difficoltà.
E quell’edificio diventato, come altri, “patrimonio comunale che giace in stato di abbandono o sottoutilizzato” dopo che sono stati mandati via uomini donne e bambini che lì avevano trovato una casa, e che ora si vuole trasformare, “attraverso il contributo di team multidisciplinari” in “baluardi di sostenibilità di sostenibilità e resilienza” (13), con operazioni immobiliari e aumenti di cubatura, lascia un po’ di amaro in bocca.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Roma, 5 dicembre 2019 ore 23 (ultima modifica. 12 dicembre 2019 ore 12)
Pubblichiamo in calce un commento dell’Assessore Montuori su Fb, che a breve commenteremo nel merito. Pe ril momento siamo grati della sua risposta, che avremmo gradito ancora di più se ci fosse stata in viata direttamente, dato che non ci riteniamo infallibili e soprattutto ci teniamo a dare conto degli altri punti di vista. Oltretutto, contestualmente alla pubblicazione, avevamo mandato l’articolo alla Presidente della Commissione Urbanistica Iorio, con la precisazione che se ci fossero stati errori li avremmo corretti e se ci fossero stati commenti li avremmo pubblicati. Come sempre facciamo, non perché vogliamo fare i paladini, ma perché ci sforziamo di informare i cittadini, assai poco informati da questa come dalle amministrazioni precedenti. (AMBM)
ReinvenTIAMO Roma”, al via bando internazionale Reinventing Cities: nella Capitale rinasceranno cinque luoghi abbandonati
4 dicembre 2019
Entra nel vivo il programma ReinvenTIAMO Roma per la rinascita di spazi abbandonati, grazie al bando internazionale Reinventing Cities – avviato dalla C40 Cities Climate Leadership Group – per progetti di rigenerazione urbana all’insegna della sostenibilità ambientale. Un processo open source, pensato per divenire veicolo verso la creazione, in diverse città del mondo, di ambienti urbani privi di emissioni di carbonio, resilienti e sostenibili.
Un nuovo approccio alla città basato sulla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, pubblico e privato. Gli obiettivi deI bando internazionale: stimolare sviluppi innovativi a zero emissioni di carbonio a livello globale; attuare le migliori idee per trasformare siti sottoutilizzati in baluardi di sostenibilità e resilienza favorendo, al tempo stesso, la collaborazione attiva tra pubblico e privato.
Roma Capitale partecipa – insieme ad altre otto città del mondo – al concorso con il programma ReinvenTIAMO Roma, destinato a svilupparsi partendo da una call per progetti innovativi: saranno richieste “manifestazioni di interesse” e verranno attuate procedure concorrenziali rivolte a investitori, operatori, progettisti in dialogo con l’amministrazione pubblica e le comunità. I team partecipanti dovranno avanzare proposte creative in termini di contenuti e forma, nonché dimostrare che sia possibile ottenere elevate prestazioni ambientali producendo un’architettura di alta qualità e benefici diffusi.
Cinque gli immobili in gara: istituto Vertunni nel Municipio V, ex Filanda nel Municipio VII, ex Mercato di Torre Spaccata nel Municipio VI, Mira Lanza nel Municipio XI, stazione Tuscolana nel Municipio VII (in partnership con FS Sistemi Urbani – Gruppo FS Italiane).
Lo scopo è individuare le funzioni migliori (le più condivise e sostenibili in termini economico-sociali-ambientali) da attribuire ai luoghi, rigenerandoli. Si punta così a promuovere un’azione coordinata di trasformazione urbana, coinvolgendo tra l’altro enti pubblici e organizzazioni rappresentative dell’imprenditoria.
Il bando si divide in due fasi principali: la prima è la fase delle “manifestazioni di interesse”, la seconda è quella in cui si presentano le proposte. Ecco le tappe del cronoprogramma:
– 4 dicembre 2019: lancio della manifestazione di interesse
– maggio 2020: presentazione delle manifestazioni di interesse
– entro luglio 2020: analisi delle manifestazioni di interesse
– luglio 2020: lancio della fase “Proposta”
– dicembre 2020: presentazione delle proposte
– febbraio 2021: giuria per analisi delle proposte e selezione finale
“È una sfida importante non solo per Roma”, dichiara la sindaca Virginia Raggi, “ma per tutte le città che hanno voglia di mettere in campo azioni concrete per agire sui cambiamenti climatici, a tutela e salvaguardia dell’ambiente. Vogliamo allo stesso tempo migliorare la vita dei cittadini, restituendo loro spazi abbandonati e riqualificandoli. L’obiettivo è individuare le funzioni migliori per la trasformazione dei luoghi, condivise e sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Per Roma si tratta di un’occasione per puntare sulla rigenerazione urbana, migliorando sempre di più la città grazie a progetti innovativi unici”.
1. Per procedere al riordino, gestione e valorizzazione del patrimonio immobiliare di Regioni, Province, Comuni e altri Enti locali, nonché di società o Enti a totale partecipazione dei predetti enti, ciascuno di essi, con delibera dell’organo di Governo individua, redigendo apposito elenco, sulla base e nei limiti della documentazione esistente presso i propri archivi e uffici, i singoli beni immobili ricadenti nel territorio di competenza, non strumentali all’esercizio delle proprie funzioni istituzionali, suscettibili di valorizzazione ovvero di dismissione. Viene così redatto il piano delle alienazioni e valorizzazioni immobiliari allegato al bilancio di previsione nel quale, previa intesa, sono inseriti immobili di proprietà dello Stato individuati dal Ministero dell’economia e delle finanze-Agenzia del demanio tra quelli che insistono nel relativo territorio. (comma così sostituito dall’art. 33-bis, comma 7, legge n. 111 del 2011, come introdotto dall’art. 27, comma 1, legge n. 214 del 2011)
2. L’inserimento degli immobili nel piano ne determina la conseguente classificazione come patrimonio disponibile, fatto salvo il rispetto delle tutele di natura storico-artistica, archeologica, architettonica e paesaggistico-ambientale. Il piano è trasmesso agli Enti competenti, i quali si esprimono entro trenta giorni, decorsi i quali, in caso di mancata espressione da parte dei medesimi Enti, la predetta classificazione è resa definitiva. La deliberazione del consiglio comunale di approvazione, ovvero di ratifica dell’atto di deliberazione se trattasi di società o Ente a totale partecipazione pubblica, del piano delle alienazioni e valorizzazioni determina le destinazioni d’uso urbanistiche degli immobili. Le Regioni, entro 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, disciplinano l’eventuale equivalenza della deliberazione del consiglio comunale di approvazione quale variante allo strumento urbanistico generale, ai sensi dell’articolo 25 della legge 28 febbraio 1985, n. 47, anche disciplinando le procedure semplificate per la relativa approvazione. Le Regioni, nell’ambito della predetta normativa approvano procedure di copianificazione per l’eventuale verifica di conformità agli strumenti di pianificazione sovraordinata, al fine di concludere il procedimento entro il termine perentorio di 90 giorni dalla deliberazione comunale. Trascorsi i predetti 60 giorni, si applica il comma 2 dell’articolo 25 della legge 28 febbraio 1985, n. 47. Le varianti urbanistiche di cui al presente comma, qualora rientrino nelle previsioni di cui al comma 3 e all’articolo 3 della direttiva 2001/42/CE e del comma 4 dell’articolo 7 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 e s.m.i. non sono soggette a valutazione ambientale strategica. (comma così sostituito dall’art. 33-bis, comma 7, legge n. 111 del 2011, come introdotto dall’art. 27, comma 1, legge n. 214 del 2011)
3. Gli elenchi di cui al comma 1, da pubblicare mediante le forme previste per ciascuno di tali enti, hanno effetto dichiarativo della proprietà, in assenza di precedenti trascrizioni, e producono gli effetti previsti dall’articolo 2644 del codice civile, nonché effetti sostitutivi dell’iscrizione del bene in catasto.
4. Gli uffici competenti provvedono, se necessario, alle conseguenti attività di trascrizione, intavolazione e voltura.
5. Contro l’iscrizione del bene negli elenchi di cui al comma 1, è ammesso ricorso amministrativo entro sessanta giorni dalla pubblicazione, fermi gli altri rimedi di legge.
6. La procedura prevista dall’articolo 3-bis del decreto-legge 25 settembre 2001 n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001 n. 410, per la valorizzazione dei beni dello Stato si estende ai beni immobili inclusi negli elenchi di cui al comma 1. In tal caso, la procedura prevista al comma 2 dell’articolo 3-bis del citato decreto-legge n. 351 del 2001 si applica solo per i soggetti diversi dai Comuni e l’iniziativa è rimessa all’Ente proprietario dei beni da valorizzare. I bandi previsti dal comma 5 sono predisposti dall’Ente proprietario dei beni da valorizzare.
7. I soggetti di cui al comma 1 possono in ogni caso individuare forme di valorizzazione alternative, nel rispetto dei principi di salvaguardia dell’interesse pubblico e mediante l’utilizzo di strumenti competitivi, anche per quanto attiene alla alienazione degli immobili di cui alla legge 24 dicembre 1993, n. 560. (comma così modificato dall’art. 19, comma 16-bis, legge n. 122 del 2010)
8. Gli enti proprietari degli immobili inseriti negli elenchi di cui al comma 1 possono conferire i propri beni immobili anche residenziali a fondi comuni di investimento immobiliare ovvero promuoverne la costituzione secondo le disposizioni degli articoli 4 e seguenti del decreto-legge 25 settembre 2001 n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001, n. 410.
9. Ai conferimenti di cui al presente articolo, nonché alle dismissioni degli immobili inclusi negli elenchi di cui al comma 1, si applicano le disposizione dei commi 18 e 19 dell’articolo 3 del decreto-legge 25 settembre 2001, n. 351, convertito con modificazioni dalla legge 23 novembre 2001 n. 410.
9-bis. In caso di conferimento a fondi di investimento immobiliare dei beni inseriti negli elenchi di cui al comma 1, la destinazione funzionale prevista dal piano delle alienazioni e delle valorizzazioni, se in variante rispetto alle previsioni urbanistiche ed edilizie vigenti ed in itinere, può essere conseguita mediante il procedimento di cui all’articolo 34 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, e delle corrispondenti disposizioni previste dalla legislazione regionale. Il procedimento si conclude entro il termine perentorio di 180 giorni dall’apporto o dalla cessione sotto pena di retrocessione del bene all’ente locale. Con la medesima procedura si procede alla regolarizzazione edilizia ed urbanistica degli immobili conferiti. (comma aggiunto dall’art. 33, comma 6, legge n. 111 del 2011)
Area compresa tra Via F. Crispi e Via Zucchelli (PUP B1.4-159 ) (non convenzionato, non oggetto di ordinanza commissariale) –11 ottobre 2014
In una nota della Soprintendenza del 28 ottobre 2010 si legge che “L’area… è di grande sensibilità archeologica e caratterizzata nel sottosuolo da numerose strutture, diversamente orientate, sicuramente relative a insediamenti connessi con la Via Salaria Vetus” “… l’area è stata negli ultimi 25 anni oggetto della presentazione di piani di recupero via via modificati, ma [questa Soprintendenza] già il 26/6/1985 esprimeva parere contrario alla creazione di piani interrati, a seguito del progetto presentato dal Comune, per interferenza con le quote archeologiche” [Analoghi pareri contrari venivano espressi dopo i sondaggi del 1997 per un progetto dell’AMA, poi nel 1998 e nel 2005. Nel 2006 vengono iniziati degli scavi che portano alla luce i reperti] “al di sotto dell’edificio esistente …parti di una domus repubblicana, con resti di finissimi mosaici policromi”. Le indagini venivano successivamente interrotte su disposizione della Direzione Lavori dell’AMA ed il cantiere è rimasto fermo a tutt’oggi”. [Tuttavia per la Soprintendenza]“…Appare del tutto improponibile la proposta di un parcheggio interrato multipiano e di conseguenza questo Istituto esprime parere contrario alla realizzazione del progetto presentato [del parcheggio interrato]”. Nell’area è presente anche un albero monumentale censito nel PRG.
(8) ERRATA CORRIGE del 6 dicembre 2019: si precisa che l’area compresa tra via Crispi e via Zucchelli, che nell’articolo è stata indicata inizialmente come presente nell’elenco degli immobili del Piano di Valorizzazione del Patrimonio Immobiliare approvato, in realtà non è più stata inserita nella Delibera, anche se sia nel comunicato istituzionale di presentazione di ReinvenTIAMO Roma del febbraio 2019,sia, ancora, nella Memoria di Giunta del 2 agosto 2019 , faceva parte della serie di proprietà pubbliche che il Comune aveva messo nel progetto(vedi il comunicato sul sito istituzionale e il post su Facebook sottostante della Sindaca Raggi , scarica la Memoria della Giunta Capitolina n.29 /2019).In ogni caso ci scusiamo per l’errore con gli interessati e con chi ci segue, sono incidenti che possono capitare quando, come in questo caso, si trovano – di straforo – solo testi incompleti delle Delibere che vanno al voto dell’Assemblea (che vengono pubblicate dopo molti giorni dall’approvazione). Fortunatamente Carteinregola è un’associazione che agisce in totale libertà, in cui è compresa quella di poter ammmettere i propri errori (in calce la precisazione da un commento Fb dell’Assessore Montuori)
Un progetto di rilancio della città a partire dal recupero degli edifici esistenti, con regole chiare e obiettivi comuni. Nasce ReinvenTIAMO Roma: un piano per la rigenerazione della Capitale con una visione che pone al centro del suo sviluppo un nuovo modo di abitare, di costruire relazioni urbane e di sviluppare il tessuto produttivo nel suo insieme.
(…)
Tra le invarianti, ovvero i criteri generali a cui le proposte progettuali dovranno attenersi, vi sono: disponibilità immediata del bene, accessibilità alle linee di trasporto pubblico su ferro, attuabilità immediata. In base a tali criteri sono state già individuate alcune aree pubbliche e immobili dismessi che potranno essere oggetto di iniziative di rigenerazione urbana secondo le procedure descritte. Li elenchiamo qui di seguito:
4 AMBITI URBANI: Bastogi (Municipio XIII), ex Miralanza (Municipio XI), viale Castrense-ex Filanda (Municipio VII), Ama via Crispi (Municipio I)
10 IMMOBILI PUBBLICI: ex edificio scolastico I.T. Hertz (Municipio VII), ex edificio scolastico I.C. La Giustiniana (Municipio XV), ex edificio scolastico Leonori (Municipio X), edificio dismesso Verne (Municipio VI), edificio demolito via Montebruno (Municipio XIV), ex edificio scolastico Vertunni (Municipio V), ex edificio scolastico Villari (Municipio IV), ex edificio scolastico L.A. Ripetta (Municipio III), scuola Parini (Municipio III), ex impianto Acea Oletta (Municipio X).
(…)
Questo il post di Virginia Raggi su FB il 12 febbraio 2019
(11) L’occupazione di via Cardinal Capranica non c’è più: la polizia spezza la resistenza, sciolta la comunità di Primavalle Alle 23 blindati in massa per impedire il supporto agli occupanti. In mattinata lo sgombero. Il Campidoglio: “Offerta accoglienza alle 199 persone censite”. 145 quelle che hanno accettato http://www.romatoday.it/cronaca/roma-sgombero-via-cardinal-capranica-oggi.html
Un progetto di rilancio della città a partire dal recupero degli edifici esistenti, con regole chiare e obiettivi comuni. Nasce ReinvenTIAMO Roma: un piano per la rigenerazione della Capitale con una visione che pone al centro del suo sviluppo un nuovo modo di abitare, di costruire relazioni urbane e di sviluppare il tessuto produttivo nel suo insieme.
Il progetto – che si ispira dichiaratamente all’iniziativa Reinventer Paris, lanciata dalla Capitale francese nel 2014 e che si lega al bando internazionale Reinventing Cities, avviato dalla C40 Cities Climate Leadership Group – ha lo scopo di selezionare aree e immobili pubblici da rigenerare per migliorare la qualità della vita degli abitanti e contribuire così a una reale innovazione urbana sostenibile.
Si tratta di un nuovo approccio alla città basato sulla valorizzazione del patrimonio edilizio esistente, pubblico e privato. Si svilupperà attraverso una call per progetti innovativi mediante manifestazioni di interesse e procedure concorrenziali rivolte a investitori, operatori, progettisti in dialogo con l’amministrazione pubblica e le comunità. L’obiettivo è individuare le funzioni migliori per la trasformazione dei luoghi, condivise e sostenibili dal punto di vista economico, sociale e ambientale. Si punta così a promuovere un’azione coordinata di trasformazione urbana anche attraverso il coinvolgimento di enti pubblici e organizzazioni rappresentative del mondo dell’imprenditoria.
Nella pubblicazione del bando i candidati saranno invitati a esprimere il loro interesse per uno o più siti su una piattaforma web dedicata (una “manifestazione di interesse”) a cui seguirà una consultazione online aperta ai cittadini per la votazione delle proposte. Infine, una commissione selezionerà una short list e si giungerà poi all’offerta vincolante che comprenderà: progetto architettonico, progetto di gestione, piano economico e finanziario, offerta economica, garanzie bancarie.
Sarà istituito un “ufficio di scopo”, si chiamerà “ReinvenTIAMO Roma” e avrà questi compiti: individuare i programmi e i progetti innovativi di rigenerazione e riconversione di aree e immobili pubblici o in partenariato pubblico-privato; indire e gestire le procedure a evidenza pubblica per concorsi di progettazione – per la riqualificazione di spazi aperti e di opere pubbliche – nonché le procedure di manifestazione d’interesse e concessione per la valorizzazione di immobili; monitorare e controllare le fasi di attuazione e coordinamento delle attività; promuovere e gestire le attività di consultazione e informazione ai cittadini sui programmi che l’Amministrazione intende avviare.
La strategia dell’Amministrazione propone una visione innovativa del tessuto della città da un punto di vista ambientale, sociale e culturale: la sfida ambientale punta su progetti ad alta efficienza con la riduzione del quantitativo di energia per riscaldamento, illuminazione, ventilazione; con riduzione di emissioni di gas a effetto serra; con soluzioni innovative per affrontare il cambiamento climatico a partire da biodiversità, ri-vegetazione urbana e agricoltura. La sfida sociale punta su progetti di inclusione sociale e partecipazione con un accesso diffuso ai servizi e un approccio architettonico di qualità. La sfida culturale punta su progetti di promozione del patrimonio storico-culturale, di diffusione della conoscenza, di integrazione nell’ambiente contemporaneo.
Tra le invarianti, ovvero i criteri generali a cui le proposte progettuali dovranno attenersi, vi sono: disponibilità immediata del bene, accessibilità alle linee di trasporto pubblico su ferro, attuabilità immediata. In base a tali criteri sono state già individuate alcune aree pubbliche e immobili dismessi che potranno essere oggetto di iniziative di rigenerazione urbana secondo le procedure descritte. Li elenchiamo qui di seguito:
4 AMBITI URBANI: Bastogi (Municipio XIII), ex Miralanza (Municipio XI), viale Castrense-ex Filanda (Municipio VII), Ama via Crispi (Municipio I)
10 IMMOBILI PUBBLICI: ex edificio scolastico I.T. Hertz (Municipio VII), ex edificio scolastico I.C. La Giustiniana (Municipio XV), ex edificio scolastico Leonori (Municipio X), edificio dismesso Verne (Municipio VI), edificio demolito via Montebruno (Municipio XIV), ex edificio scolastico Vertunni (Municipio V), ex edificio scolastico Villari (Municipio IV), ex edificio scolastico L.A. Ripetta (Municipio III), scuola Parini (Municipio III), ex impianto Acea Oletta (Municipio X).
“Roma torna a governare il suo territorio con una visione: rigenerare il tessuto urbano partendo dalla riqualificazione degli spazi abbandonati all’interno della città, per armonizzarli con il patrimonio edilizio esistente ed evitare ulteriore consumo di suolo”. Così la sindaca Virginia Raggi. “Con regole certe il ruolo dell’amministrazione pubblica torna unico e determinante, a solo vantaggio del benessere dei cittadini e del miglioramento della qualità della vita. La Capitale guarda al futuro individuando edifici abbandonati e aree che presto avranno una nuova vita grazie a progetti di alta qualità architettonica, di elevata efficienza energetica, di inclusione sociale e di promozione del patrimonio. I progetti non saranno mai più lontani dal contesto urbano ma concepiti al suo interno per rispondere concretamente ai bisogni dei cittadini”.
Il post su fb della Sindaca Raggi del 4 dicembre 2019
Con ReinvenTIAMO Roma rinasceranno cinque luoghi abbandonati della nostra città: l’Istituto Vertunni nel Municipio V, Ex Filanda nel Municipio VII, Ex Mercato di Torre Spaccata nel Municipio VI, Mira Lanza nel Municipio XI, e le aree della Stazione Tuscolana nel Municipio VII (in partnership con FS Sistemi Urbani – Gruppo FS Italiane).
Entra nel vivo la partecipazione di Roma al bando internazionale “Reinventing Cities” avviato dalla C40 Cities Climate Leadership Group per città più sostenibili e resilienti. Nove città di tutto il mondo partecipano da oggi alla seconda edizione del concorso che punta ad un nuovo approccio di sviluppo con progetti innovativi a zero emissioni di carbonio.
E’ una sfida importante non solo per Roma ma per tutte le città che hanno voglia di attuare azioni concrete agendo sui cambiamenti climatici a tutela e salvaguardia dell’ambiente e allo stesso tempo migliorare la vita dei cittadini restituendo loro spazi abbandonati, riqualificandoli.
Un’occasione per puntare sulla rigenerazione urbana, migliorando sempre di più la città grazie a progetti innovativi unici. Tutte le informazioni all’indirizzo http://www.c40reinventingcities.org