Rischio rinvio delle disposizioni regionali per le slot machine, diciamo le cose come stanno
Autore : Redazione
Dopo la protesta degli operatori del settore legato al gioco del 29 aprile scorso contro la Legge regionale per il contrasto al gioco d’azzardo patologico che ha reso più stringenti le misure per le sale giochi e gli esercizi pubblici che ospitano slot, in una conferenza stampa (*) della Caritasl’assessore Troncarelli aveva assicurato che non ci sarebbe stato nessun rinvio. Invece la Giunta Zingaretti nei giorni successivi ha approvato il rinvio al 2022(**), che approderà in Consiglio nel collegato al bilancio. Una scelta inaccettabile, se si pensa che l’emergenza Covid ha aumentato il numero dei poveri e dei disperati, che sono le prime vittime del gioco d’azzardo patologico.
Riportano i giornali la protesta sotto la sede della Regione Lazio degli operatori del settore legato al gioco (1) contro la Legge regionale n. 5/2013 per il contrasto al gioco d’azzardo patologico, come modificata dalla legge regionale n. 1 del 2020“ (2) che, per tutelare i soggetti maggiormente vulnerabili e prevenire fenomeni di GAP (Gioco d’Azzardo Patologico), nel febbraio 2020 ha reso più stringenti le misure per le sale giochi e gli esercizi pubblici che ospitano slot. Introducendo il “distanziometro”, che cambia la modalità di misurazione delle distanze di sale ‘gioco” e esercizi con slot machine dai “luoghi sensibili” (scuole, luoghi di culto, ospedali, centri giovanili, centri anziani), introducendo un calcolo dei 500 metri attraverso il raggio e rendendo così più semplice la verifica (3). E tale obbligo, prima applicato solo alle nuove aperture, è stato esteso alle attività in essere, con l’obbligo di rimozione delle slot dagli esercizi pubblici e commerciali (bar, tabacchi, ecc.) entro 18 mesi, mentre per le sale scommesse è stato fissato un termine di 4/5 anni per adeguarsi (cioè chiudere o trasferirsi) (4). In pratica entro l’agosto 2021 gli esercizi che gestiscono altre attività, se localizzati entro 500 metri da uno o più luoghi sensibili devono far sparire le macchinette per il gioco d’azzardo, mentre le sale giochi hanno vari anni di tempo per trovare un’altra collocazione.
Per questo gli operatori del settore sono andati sotto la Regione a protestare chiedendo un rinvio, e, secondo una nota di AGIMEG – Agenzia Giornalistica sul Mercato del Gioco ripresa da Il Messaggero, dopo l’incontro tra una delegazione ed il Capogabinetto della Regione Lazio “probabilmente” il termine sarà prorogato all’agosto 2022 (5).
La nota aggiunge il solito argomento sollevato dalle associazioni di categoria da un bel pezzo: i posti di lavoro, che vengono calcolati “tra le 5 mila e le 7 mila unità” a rischio anche per il blocco delle attività a causa dell’emergenza Covid. Quello che non è chiaro è come potrebbe mettere in ginocchio tutto il comparto l’obbligo di ritirare le slot machine per quegli esercizi che hanno un’altra attività commerciale prevalente: bar, centri commerciali, tabaccai, escludendo coloro che svolgono l’attività di affitto delle slot machine stesse. Percentuale che dovrebbe essere messa a confronto, come non ci stancheremo di dire (6), con le vite e le famiglie distrutte dal gioco che, specialmente nei momenti di crisi economica come questo, stritola soprattutto i più deboli e sprovveduti.
Ma bisogna qui ricordare che ilComune di Roma ha già fatto notevoli passi nella stessa direzione: il 9 Giugno 2017 ha approvato un Regolamento sulle sale da gioco e i giochi leciti (n. 31 del 2017) che disciplina le concessioni delle licenze (sale pubbliche da gioco) per la “tutela dei minori, degli utilizzatori, della sicurezza urbana, della salute e della quiete della collettività“(7) e nel 2018 altre norme all’interno del Regolamento Attività Commerciali (n. 47 del 2018) (8): il primo prevede che “i locali delle sale da gioco con installazione di VLT, delle agenzie per la raccolta di scommesse e degli esercizi che installano giochi con vincita in denaro, devono rispettare una distanza dai luoghi sensibili …di almeno 350 metri all’interno del perimetro dell’“Anello Ferroviario” …e di almeno 500 metri al di fuori di esso“; e ancora … “in caso di presenza all’interno del locale di sportelli bancari, postali o bancomat, per evitare che la disponibilità immediata di denaro contante costituisca incentivo al gioco; negli immobili di proprietà di Roma Capitale e delle società da essa controllate o partecipate;in immobili vincolati, ai sensi del Codice dei beni culturali e paesaggistici; nei chioschi su suolo pubblico“. Infine, con l’Ordinanza n. 111 del 2018, in attuazione al Regolamento sulle sale da gioco e i giochi leciti, il Comune ha introdotto una riduzione giornaliera a otto ore per il funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro, ovunque collocati (9). Provvedimenti subito impugnati da alcuni operatori del settore, poi sconfitti sia al TAR che al Consiglio di Stato (10).
Tornando alla Regione Lazio, ci auguriamo che la “probabile” proroga annunciata dalla testata degli operatori del gioco sia una voce senza consistenza e che, come previsto dalla legge regionale, entro agosto 2021 siano tolte le slot dai bar e dai tabaccai vicino alle scuole e agli altri luoghi sensibili. Sarebbe paradossale che una Regione a guida centrosinistra, da qualche mese insieme al M5S – che del contrasto al gioco d’azzardo patologico ha fatto una bandiera – cedesse alle pressioni della categoria, a scapito dell’interesse generale e delle tante persone fragili e a rischio.
Staremo a vedere cosa decideranno la Giunta e il Consiglio del Lazio.
Anna Maria Bianchi Missaglia
5 maggio 2021
PS.: Alla Regione Piemonte le opposizioni sono riuscite a bocciare l’iniziativa della Giunta presieduta dal Governatore Cirio che voleva modificare la L. 9/2016 in tema di gioco d’azzardo pubblico sovvertendone la struttura e minandone alla base l’efficacia, ricevendo il plauso delle associazioni cittadini impegnate nel sociale (11)
Per osservazioni e precisazioni : laboratoriocarteinregola@gmail.com
(*) COSI’ IL 10 MAGGIO (da Romasette, 10 maggio 2021)La Regione Lazio «mantiene l’impegno di proseguire su questa rotta» e tra meno di 4 mesi troverà piena validità la legge regionale del 21 febbraio 2020 – che modifica la legge regionale n. 5 del 5 agosto 2013 – che ha introdotto il “distanziometro”, misura con la quale si vieta l’apertura di sale bingo e slot machine in un raggio di 500 metri dai luoghi sensibili come scuole, centri giovanili, presidi sanitari, centri anziani, strutture residenziali. A rasserenare gli animi ci ha pensato l’assessore regionale alle Politiche sociali Alessandra Troncarelli, intervenuta oggi, 10 maggio, all’incontro online promosso dalle Caritas diocesane del Lazio, le Fondazioni regionali antiusura e l’associazione Alea, preoccupate da una paventata proroga dell’entrata in vigore della legge dopo le proteste dei giorni scorsi degli addetti al settore. Accogliendo l’appello a difesa della legge regionale per regolamentare le slot machine, Troncarelli ha assicurato che la giunta «continuerà su questa strada, rispettando integralmente gli impegni presi con la legge regionale. Vogliamo essere vicini alle famiglie che vivono il dramma della ludopatia. Per questo non torniamo sui nostri passi».
(2) Il 21 febbraio 2020 il Consiglio regionale, ha approvato, con 26 voti a favore e 16 contrari, il cosiddetto “Collegato”, al cui interno l’articolo 15 modifica la legge regionale n.5 del 2013 sulla prevenzione e II trattamento del gioco d’azzardo patologico.
1. Le limitazioni di cui all’articolo 4* si applicano anche agli esercizi pubblici e commerciali nonché alle sale da gioco già esistenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione.
2. Gli esercenti che, alla data di entrata in vigore della presente disposizione, gestiscono apparecchi per il gioco d’azzardo collocati all’interno di esercizi pubblici commerciali o di sale da gioco si adeguano, entro i diciotto mesi successivi a tale data, a quanto previsto all’articolo 4, anche attraverso la rimozione degli apparecchi stessi, in coerenza con quanto stabilito nell’Intesa sancita dalla Conferenza unificata del 7 settembre 2017 concernente le caratteristiche dei punti di raccolta del gioco pubblico.
3. Le limitazioni di cui all’articolo 4 si applicano alle nuove concessioni in materia di apparecchi da gioco di cui all’articolo 110, comma 6, lettere a) e b), del regio-decreto 18 giugno 1931, n. 773 (Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) e successive modifiche, e ai titolari delle sale da gioco esistenti alla data di entrata in vigore della presente disposizione, che si adeguano entro i quattro anni successivi a tale data, ovvero entro i cinque anni successivi alla medesima data nel caso di autorizzazioni decorrenti dal 1° gennaio 2014.
*Art. 4 (Collocazione delle sale da gioco. Agevolazioni dei comuni)
1. Fermo restando il rispetto della normativa statale in materia, al fine di tutelare determinate categorie di soggetti maggiormente vulnerabili e prevenire fenomeni di GAP, è vietata l’apertura di nuove sale gioco che siano ubicate ad un raggio inferiore a cinquecento metri da aree sensibili, quali istituti scolastici di qualsiasi grado, centri giovanili o altri istituti frequentati principalmente dai giovani, centri anziani, strutture residenziali o semiresidenziali operanti in ambito sanitario o socio assistenziale o luoghi di culto. (2)
1 bis. I comuni possono individuare ulteriori limitazioni a quelle previste al comma 1, tenendo conto dell’impatto sul territorio, della distribuzione oraria, della sicurezza urbana, dei problemi connessi con la viabilità, dell’inquinamento acustico e delle esigenze di tutela della salute e della quiete pubblica. (3)
1 ter. In caso di contrasto tra le disposizioni di cui al comma 1 e le disposizioni comunali, si applicano le norme più restrittive. (3a)
(…)
(3) “Molto soddisfatti per l’approvazione della norma la consigliera regionale Marta Leonori, che si è fortemente impegnata, e la presidente e l’assessore alle politiche sociali del Primo Municipio di Roma Sabrina Alfonsi e Emiliano Monteverde. Infatti questa legge è partita dal territorio. Prima dell’estate proprio il Municipio ha verificato l’effettiva applicazione della legge regionale del 2013, convocando tutti gli uffici e un gruppo di associazioni del quartiere Esquilino, dove la presenza di sale e slot è molto forte. Sono emerse difficoltà nel calcolare i 500 metri di distanza e nell’individuare le “zone rosse” all’interno delle quali sale e slot non potrebbero stare. Il Municipio ha quindi siglato un accordo con la Asl Rm 1, Rete Esquilino Sociale, Libera Roma e Auser Lazio per un’attività sperimentale di lavoro comune sul contrasto all’azzardo. «Oggi — sottolinea la Leonori, ex assessore comunale nella giunta Marino — la Regione fa un passo avanti che è il risultato di un bel gioco di squadra tra un’associazione di cittadini, il Municipio, la Asl e la Regione, che insieme hanno costruito un percorso».Antonio Maria Mira, Avvenire, 23 febbraio 2020Lazio, stretta contro l’azzardoDa anni nel Lazio combattiamo il gioco d’azzardo e la ludopatia, ora una nuova stretta per liberare la vita di tante persone e togliere le slot dai quartieri delle nostre città. Vogliamo essere vicini alle persone in questo dramma che spesso è proprio figlio della solitudine. Diciamo basta al gioco d’azzardo patologico! (> leggi l’articolo)
(4) Gli esercizi pubblici come bar e tabacchi hanno 18 mesi per rimuovere le slot, anche se i Comuni potranno prorogare questo termine fino a 4 anni ma solo se le “macchinette’ sono collocate all’interno dell’unico esercizio di vendita al dettaglio di prodotti alimentari o dell’unico esercizio di somministrazione di alimenti e bevande esistente nel territorio comunale. Art. cit. Avvenire, 23 febbraio 2020
(7) Regolamento sulle sale da gioco e i giochi leciti Roma (Delibera n. 31 del 2017 34a Proposta di iniziativa consiliare a firma dei Consiglieri Catini, Angelucci, Pacetti, Coia, Agnello, Terranova, Sturni, Ferrara, Calabrese, Paciocco e Seccia
(8) il secondo regolamento, finalizzato a tutelare il Centro storico di Roma, riconosciuto come Sito Unesco, include le sale per videogiochi, biliardi ed altri giochi leciti ” tra le attività incompatibili con le esigenze di tutela dei valori ambientali e urbanistici del Centro storico di Roma“.
“…Nell’ordinanza vengono riportati i dati tratti dal Sistema Informativo Regionale Dipendenze del Lazio presso i Ser. D delle ASL del Lazio relativi a persone in trattamento per problematiche relative al gioco d’azzardo patologico, con focus aggiornato su Roma. I dati mostrano un aumento progressivo di soggetti in carico ai Ser. D di Roma per problemi legati al disturbo da gioco d’azzardo, passati da 82 casi nel 2012 ai 323 casi del 2017, fino ai 281 casi tra gennaio e maggio 2018. Il numero reale delle persone affette da ludopatia non coincide peraltro con i dati sopra forniti, in quanto parte significativa del fenomeno resta sommerso“.
Orari. L’orario di funzionamento degli apparecchi con vincita in denaro di cui all’art. 110, c. 6 del TULPS, collocati nelle sale gioco e altre tipologie di esercizi, autorizzati ex art. 86 e 88 del TULPS, è fissato dalle ore 9 alle ore 12 e dalle ore 18 alle ore 23 di tutti i giorni, compresi i festivi. Nell’ordinanza viene fatto presente l’obbligo per ogni locale in cui è consentito l’utilizzo dei dispositivi da gioco d’azzardo lecito, di esporre all’esterno e all’interno, in un luogo ben visibile, l’avviso con la fascia oraria sopra fissata.
Sanzioni. Le violazioni delle disposizioni e delle prescrizioni sono punite con sanzione amministrativa da euro 150 a euro 450. In caso di recidiva, viene sospeso il funzionamento di tutti gli apparecchi collocati nel locale fino a cinque giorni.
(a cura di Sara Capitanio, vincitrice di una borsa di studio indetta da Avviso Pubblico)
https://www.gioconews.it CdS ribadisce: ‘Legittimi limiti orari al gioco di Roma Agosto 27, 2020 Il sindaco Raggi e la vice presidente dell’Assemblea capitolina Seccia commentano le sentenze con cui il Consiglio di Stato ha respinto i 13 appelli contro l’ordinanza di Roma sul gioco.