La nostra copertina di un articolo di anno fa, a commento della mnifestazione “Roma dice basta”
Si moltiplicano le iniziative contro l’attuale Amministrazione capitolina, dalle opposizioni locali e nazionali a pezzi di società civile. Il leader della Lega sabato scorso ha lanciato una raccolta firme per chiedere le dimissioni della Sindaca(1), ma aveva già cominciato il 12 ottobre Italia Viva di Renzi, esordendo nella Capitale con l’annuncio di una petizione on line contro la prima cittadina (2) ; in contemporanea con Salvini, il Partito Democratico di Roma nello scorso WE ha montato 80 banchetti nei 15 Municipi all’insegna di “Raggi, ora basta”(3). Quasi un palindromo, il #BastaRaggi della marcia sul Lungo Tevere proposta per sabato 26 ottobre da “Tutti per Roma Roma per tutti”(4). Ma soprattutto venerdì 25 ottobre è stato indetto da CGIL CISL e UIL lo sciopero generale di Roma (5) , il primo della Capitale (6), che bloccherà il trasporto pubblico e la raccolta rifiuti; sciopero confermato nonostante l’appello della Sindaca (7) a cui aderisce anche l’associazione di consumatori Codacons, che invoca “il commissariamento urgente del sindaco Virginia Raggi” (8).
Carteinregola, come già in passato, non aderisce alle manifestazioni, soprattutto in una situazione così ingarbugliata, nella quale il disagio palpabile dei cittadini si interseca con l’inizio di quella che è ormai una campagna elettorale a tutti gli effetti, con le giuste rivendicazioni dei lavoratori, con un ormai totale immobilismo della Amministrazione pentastellata, sempre più arroccata nel fortino del Campidoglio, con una classe politica cittadina di ogni colore che ha perduto ogni contatto e dialogo con la città. Una situazione in cui la cacofonia di interessi ed istanze non riempie il vuoto che da tempo si è impadronito di Roma, che presto si ricoprirà ancora una volta di slogan e manifesti elettorali, in una città sempre più rabbiosa e indifferente.
Noi non aderiamo, ma da tre anni e mezzo raccontiamo le tante contraddizioni (e delusioni) che viviamo ogni giorno come cittadini, e che ora sono arrivate al pettine. Inutile ripetere le riflessioni che abbiamo fatto un anno fa, in occasione della manifestazione “Roma dice basta”(9). Completeremo entro fine anno il dossier che da tempo prepariamo, con il nostro bilancio a 2/3 di mandato della Sindaca, quando ormai c’è solo più il tempo di raccogliere quello che si è seminato, e ogni annuncio rischia di essere solo propaganda, visto che difficilmente nuove iniziative riusciranno a concretizzarsi prima delle prossime elezioni, nella primavera 2021.
Senza approfondire le questioni sul tappeto – il futuro delle partecipate AMA, ATAC, Roma Metropolitane, il turn over di assessori e di vertici aziendali, la manutenzione cittadina per lo più bloccata da gare abortite ecc – , che meritano ben altre analisi e conclusioni, vogliamo rappresentare un fallimento del governo pentastellato che non dipende da “eredità delle amministrazioni precedenti” (10) (dopo 3 anni e mezzo!), ma da una deliberata e sciagurata linea politica, che ha allontanato la nuova classe politica M5S dai cittadini e dalla città.
Linea che, anzichè realizzare quella trasparenza e quella partecipazione da sempre sbandierate dal MoVimento, aprendo al massimo il confronto con i cittadini, intesi come singoli, ma anche come aggregazioni associative che si impegnano disinteressatamente per la città e per il proprio territorio, ha invece virato sul rapporto con il singolo “utente”, comunicando attraverso i social e interagendo qusi esclusivamente attraverso piattaforme on line, utili per coinvolgere tante persone ma non certo per creare un vero dibattito democratico cittadino. Nessun salto di qualità nell’informazione, nella trasparenza e nella partecipazione rispetto alle decisioni pubbliche(11), a partire dalla totale assenza di informazione sul controverso progetto dello Stadio della Roma, che i cittadini romani hanno avuto modo di conoscere solo dai rendering del proponente e da qualche resoconto giornalistico: Carteniregola aveva chiesto a gennaio scorso che fosse allestito un punto informativo alla Casa della città e soprattutto che venisse resa pubblica la Convenzione con il privato in corso di elaborazione (12), ma, a oggi, su tutta la vicenda continua ad esserci uno schermo opaco (13). Perse le tracce del Regolamento del Verde Urbano, che dopo 3 amministrazioni e 7 anni sembrava giunto in porto con l’Assessora Montanari, ma sono tante le promesse elettorali finite nel cassetto.
Su tutto spicca quello che sembra ormai l’unico principio ispiratore del M5S: il portafoglio. Un criterio che supplisce alla mancanza di valori condivisi sui quali orientare una proposta politica, che ha trasformato quello che voleva essere un cambiamento “dal basso” in una somma di rivendicazioni terra terra, il cui comune denominatore troppo spesso è un mero calcolo economico: quanti “soldi” si possono risparmiare. Fa parte di questa logica anche la sequenza di ingiunzioni di sfratto ad associazioni o realtà informali non a fini di lucro che negli spazi pubblici della Capitale svolgono attività socialmente utili. Con il rischio di cancellare esperienze spesso ben radicate nei territori, senza nessun accertamento del loro valore sociale, dei servizi erogati, dei benefici a comunità spesso dimenticate dall’amministrazione pubblica. Con la sola motivazione/tormentone dei mancati pagamenti degli affitti o del valore economico dei beni utilizzati (che magari renderebbero molto di più se messi in vendita o dati in gestione per attività commerciali!).
L’amministrazione Raggi si è infilata da sola in un tunnel di impopolarità che non può trovare giustificazione, soprattutto dopo tre anni e mezzo, nell’eredità delle precedenti amministrazioni, nei media ostili, nell’allergia per le regole del popolo romano. E non sarà la richiesta di “poteri speciali” per la Sindaca di Roma a cambiare le cose.
Sacrosanto il riconoscimento di uno Statuto speciale per la Capitale d’Italia (come peraltro le altre capitali europee) con i fondi necessari e prerogative adeguate alle funzioni, ma, appunto, come “prerogative”, non “poteri speciali”, che, come già lo sciagurato precedente dei poteri speciali attribuiti al Sindaco per l'”emrgenza traffico e mobilità”, si sono tradotti in potere di deroga a decine di normative poste a tutela dell’interesse e del patrimonio pubblico, deroghe che sono state poi applicate quasi esclusivamente per togliere lacci e lacciuoli alla Metro C e agli interventi privati del Piano Urbano Parcheggi, con i risultati che abbiamo visto.
Stanchi di ripetere sempre le stesse cose, possiamo solo augurarci che la Sindaca e la maggioranza comunale, anzichè inseguire annunci da
(6) Un precedente sciopero, durante la consiliatura Marino, rigaurdava solo i dipendenti comunali
(7) (dalla pagina Fb di Virginia Raggi, 22 ottobre 2019
Chiedo ai sindacati confederali un atto di responsabilità. Vi chiedo di revocare lo sciopero del 25 ottobre, per il bene della città e dei cittadini.
L’obiettivo di “bloccare la città” – rivendicato in questi giorni da alcuni sindacalisti – non ha alcuna giustificazione oggettiva. I cittadini romani non lo meritano e di fronte a loro dovrete assumervene la responsabilità.
Io ribadisco l’appello ad agire in modo responsabile e ad aprirvi al dialogo.
Noi abbiamo già formulato un invito al confronto proponendo in Prefettura, il 14 ottobre scorso, la firma di un documento congiunto in cui si formalizzavano una serie di impegni: la garanzia che tutte le partecipate di Roma Capitale sarebbero rimaste pubbliche, il mantenimento dei livelli occupazionali e la promessa di condivisione di ogni passaggio nodale che avrebbe coinvolto i lavoratori.
Avete detto di no, ma non avete proposto alcuna alternativa. Le nostre porte sono invece ancora aperte al dialogo. Ma il dialogo deve essere voluto da entrambe le parti e sta ai sindacati confederali sgomberare il campo da ogni sospetto di strumentalizzazione politica delle legittime rivendicazioni dei lavoratori.
Proprio ai lavoratori delle aziende partecipate di Roma Capitale mi sono rivolta, con una lettera aperta pubblicata qualche giorno fa, per ribadire che le aziende dei romani resteranno pubbliche e la mia amministrazione tutelerà i posti di lavoro.
Perché le aziende resteranno pubbliche? Perché sono convinta che, se ben gestite, funzionano meglio di quelle private avendo un unico obiettivo: l’interesse dei cittadini e non le logiche di mercato.
Come tuteleremo i posti di lavoro? Alle società partecipate di Roma Capitale è stata richiesta un’analisi del fabbisogno in modo tale da garantire un ricollocamento mirato e organizzato dei lavoratori all’interno delle stesse aziende.
Quindi vi dico che Ama resterà pubblica, ma anche che non approveremo bilanci non veritieri. Vi dico che Roma Metropolitane sarà risanata al termine di una procedura di liquidazione, che garantiremo il proseguimento dei lavori della Metro C e la tutela dei lavoratori.
Non sono parole, ma fatti: lo dimostra la vicenda di Atac. Abbiamo salvato la società, abbiamo salvato i posti di lavoro dei dipendenti, abbiamo assunto nuovi autisti, abbiamo investito per rilanciarla mettendo in strada 400 nuovi mezzi ed entro il 2021 avremo in circolazione 700 nuovi autobus.
Noi non vogliamo mandare a casa nessuno. Il nostro unico interesse è quello di risanare le aziende, senza perseverare negli errori del passato che in alcuni casi le hanno ridotte sul lastrico.
Lo facciamo proprio per dare un futuro a quei lavoratori che voi sindacati dite di voler difendere: questo dovrebbe essere anche il vostro unico interesse. Mi auguro che lo dimostriate percorrendo la sola via possibile, quella del confronto e del dialogo.
Il prossimo 27 ottobre sotto il Campidoglio si svolgerà la manifestazione #Romadicebasta. Carteinregola non aderisce, anche se si augura che sia un successo, perchè è un’ottima occasione per far capire alla –Continua#
(11) Elencando a caso: nessun accesso per la cittadinanza alle delibere in approvazione (con l’esclusione di alcuni volenterosi consiglieri che hanno pubblicato sui propri blog personali), nessuno streaming delle commissioni pubbliche, accesso macchinoso all’agenda delle sedute dell’Aula e delle commissioni, scarsissima trasparenza sulle proprietà di Roma Capitale, sulla loro gestione e sul loro eventuale affidamento ai privati.
(12) vedi Sullo stadio, Sindaca Raggi, è il momento della verità 29 gennaio 2019 Carteinregola e altre associazioni hanno scritto alla Sindaca e ai vari enti coinvolti nella CdS, chiedendo un’operazione trasparenza sul Progetto Stadio, con l’informazione e il coinvolgimento dei cittadini attraverso:
l’immediata convocazione dell’incontro pubblico ai sensi del Regolamento di partecipazione;
l’allestimento nella Casa della città e presso i Municipi interessati, di un modellino che mostri come si dovrebbe presentare l’intera area di Tor di Valle secondo il progetto approvato in Conferenza dei servizi, integrato dalle prescrizioni e raccomandazioni comminate in quella sede, con appositi tabelloni con infografiche che riportino in maniera sintetica come sono stati definitivamente affrontati e risolti i problemi della mobilità, delle criticità idrogeologiche, degli accessi, della conservazione delle tribune dell’Ippodromo di Fuentes, quali spazi verdi saranno restituiti alla città, nonché tutti gli impegni del proponente con l’Amministrazione e il cronoprogramma dei lavori, anche in relazione alla prevista simultaneità dell’ apertura del nuovo Stadio e del nuovo quartiere con l’ultimazione dei servizi e di tutte le infrastrutture necessarie.
Che tali materiali siano pubblicati contestualmente anche on line sui siti istituzionali, compresa la bozza della Convenzione con il privato che l’ Assemblea Capitolina sarà chiamata ad approvare.
Che Regione Lazio e di tutti gli enti coinvolti stilino un elenco chiaro di tutte le prescrizioni e raccomandazioni, o delle questioni rimaste irrisolte alla chiusura della Conferenza dei servizi
Tale lettera aveva avuto risposta positiva nel corso della conferenza stampa del4 febbraio 2019 dalla stessa Raggi, tuttavia alla richiesta non è stato poi dato alcun seguito.
(13) Carteinregola ha seguito tutto l’iter e in particolare l’ultimo conferenza decisoria in regione che si è conclusa con una montagna di prescrizioni e raccomandazioni di dubbia applicazione, soprattutto nei tempi previsti. Tuttavia il progetto pubblicato dal Comune per raccogliere le osservazioni, in vista dell’approvazione della necessaria variante urbanistica in assemblea capitolina, oltre ad essere praticamente inaccessibile (una infinita serie di elaborati e documenti sul sito sitituzionale senza alcuna guida alla consultazione), non conteneva le modifiche prescritte (la cui applicazione era legata a procedure assai nebulose , quando non espslicitamente rinviata alla fase esecutiva, ad approvazione già avvenuta)