L’INU Lazio (Istituto Nazionale di Urbanistica) ha pubblicato qualche giorno fa un documento in cui fa una dettagliata disamina di molte problematiche legate al progetto dello Stadio della Roma e soprattutto al “Business Park”, che nascerebbe come “compensazione” dei costi sostenuti dai privati per le infrastrutture chieste da Roma Capitale per assicurare il “pubblico interesse” dell’opera. Infrastrutture che non dovrebbero servire quindi solo il nuovo insediamento sportivo/direzionale nell’ansa del Tevere, ma portare benefici all’intero quadrante e a tutta la città.
Rimandiamo alla lettura del documento, che se ha il pregio di mettere a fuoco con grande efficacia tutti i “bandoli della matassa”, per quanto riguarda la valutazione dell’effettiva utilità delle nuove infrastrutture per la mobilità si basa – come tutti – su opinioni. E noi pensiamo che si potranno fare valutazioni effettivamente circostanziate, solo quando le affermazioni (anche degli assessori, anche dei cittadini), saranno suffragate da studi trasportistici e dati attendibili. Per questo pensiamo che la contingentazione dei tempi imposta dai commi della legge sugli stadi sia incompatibile con una trasformazione urbana di questa portata. Anche per l’inesistente coinvolgimento dei territori interessati (se si esclude qualche seduta delle commissioni municipali).
Concordiamo invece con l’INU sul fatto che “la proposta del nuovo insediamento a Tor di Valle è un caso evidentissimo di “urbanistica contrattata”, dato che anche noi abbiamo posto la domanda se esista una “moneta urbanistica buona” (vedi il nostro dossier). Ma certamente non siamo sulla linea di chi scrive: “Che esso [l’insediamento Tor di Valle] venga proposto da chi in passato ha attaccato, anche su questo tema, il Piano Regolatore Generale non è un paradosso. E’ invece la chiara dimostrazione che l’esame di proposte imprenditoriali e il negoziato sui loro contenuti e condizioni sono necessità ineliminabili della città e della metropoli contemporanea“.
Noi invece speriamo che prima o poi qualcuno trovi delle alternative alla scelta di pagare sempre quello che manca e che serve alla città (una rete di trasporto ramificata ed efficiente, verde pubblico attrezzato, opere per la messa in sicurezza del territorio) con consistenti montagne di mattoni, col risultato di aumentare parossisticamente il numero di edifici in cui nessuno va a vivere o lavorare. Certo, è meglio aumentarli “dentro” la città, dove ci sono già o si stanno per realizzare servizi e infrastrutture necessari, piuttosto che “fuori” dalla città (come le compensazioni sparse a piene mani dal PRG – rivendicato dall’INU – in luoghi lontani da strade, fognature, reti di servizi). Ma non sarebbe meglio – e lo dicono tutti ma non lo fa nessuno – prima di avviare l’ennesimo cantiere, “abitare l’esistente” e anche “l’invenduto”(e inaffittato)?
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Scarica la Proposta Stadio Tor di Valle n.163 con relazione tecnica 4-9-2014 (grazie ai consiglieri M5S)
>vai alla trascrizione dell’intervento dell’assesore caudo alle Commissioni congiunte del 2 ottobre e agli altir interventi