Task force al maschile e al femminile, come al solito
Autore : Redazione
La perenne sproporzione dei generi nella task force governativa e il “contentino” della Ministra delle Pari Opportunità.
di Anna Maria Bianchi Missaglia
Il Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nella conferenza stampa del 10 aprile ha annunciato che per la “fase 2” dell’emergenza legata al Coronavirus, si avvarrà di un Comitato di esperti in materia economica e sociale. “Il Comitato avrà il compito di elaborare e proporre misure necessarie a fronteggiare l’emergenza e per una ripresa graduale nei diversi settori delle attività sociali, economiche e produttive” . Il Comitato opererà in coordinamento con il Comitato tecnico scientifico. In calce la composizione della “Task Force per la fase 2, il Comitato di esperti in materia economica e sociale“, come titola il comunicato sul sito del Governo(1).
Balza agli occhi come, ancora una volta, anche per immaginare come fronteggiare la prossima emergenza, con il ritorno a una pseudo normalità che riguarda la vita di uomini e donne, ricchi e poveri, giovani e anziani, italiani e migranti, nord – centro- sud, cambiamento di sistema passato e ripensamento del futuro collettivo, si continui a perpetuare una caratteristica che si tramanda da secoli: la totale sproporzione nella rappresentanza di genere.
Infatti, la “task force” – espressione peraltro piuttosto infelice, mutuata dal gergo militare (2) – è composta da 4 donne e 13 uomini. Composizione che non fa eccezione nel panorama dei tanti gruppi di lavoro organizzati in queste settimane, come fa notare Alley Oop su Il Sole 24 ore (3), che rileva “la drammatica assenza di donne nelle cabine di regia che gestiscono un’emergenza contrastata tutta al maschile“. Come il “Comitato tecnico-scientifico” istituito lo scorso 5 febbraio da Borrelli, che è praticamente un organo “monogenere” (maschile). E se è la conseguenza di appartenenza “di diritto” di vari ruoli apicali del campo sanitario, fa notare Aleey Oop che “si prevede che in casi particolari, a discrezione del capo della Protezione Civile, possano essere invitati alle riunioni “qualificati esperti del settore”. Un’occasione per allargare all’esperienza e al contributo delle scienziate? Macché. Si tratta dei medici che abbiamo imparato a conoscere alle conferenze stampa delle 18. Di nuovo tutti uomini“. Ma anche nelle altre “task force” non va meglio (4): “su 76 componenti le donne sono 17. Il 22%. Ma, come ha denunciato la Società italiana degli economisti in una lettera invocando di rimediare alla “svista”,sono assenti nel sottogruppo dedicato all’impatto economico del coronavirus (10 uomini su 10 componenti). E sono assenti anche in quello su web data e impatto socioeconomico. Fortuna che ce n’è una su 10 nel gruppo sulle tecnologie per la gestione dell’emergenza e una su 10 in quello sui profili giuridici della gestione dei dati” (3).
A fronte di questa situazione, la Ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti (Italia Viva), ha lanciato una sua “task force” di sole donne (5), anticipando in un post su Facebook e in una serie di slides la presentazione delle 12 italiane a cui “ha chiesto di aiutare per far ripartire l’Italia“(6): Giorgia Abeltino, responsabile politiche pubbliche Sud Europa di Google, Luisa Bagnoli, imprenditrice di Beyond International, Floriana Cerniglia, economista dell’Università Cattolica, Cristiana Collu, direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna, Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra, Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, Enrica Majo, giornalista del Tg1, Paola Mascaro, presidente Valore D, Federica Mezzani, ingegnere e ricercatrice, Paola Profeta della Bocconi, Suor Alessandra Smerilli, economista e consigliera di Stato in Vaticano, Ersilia Vaudo, astrofisica e chief diversity Esa.
Titolo della task force, che sarà presentata il prossimo 15 aprile, “Donne per un nuovo Rinascimento“; sottotitolo, “task force per far ripartire l’Italia”. In pratica un contraltare in rosa di quello ufficiale istituito dalla Presidenza del Consiglio.
Perchè delle due l’una: o le donne scelte dalla Ministra sono “all’altezza” di una “task force per far ripartire l’Italia“, e allora non si capisce perchè non siano state inserite nella task force del Governo. Oppure si tratta di un’operazione di marketing politico, o, detto diversamente, del solito “contentino” per salvare capra e cavoli.
Intanto un gruppo di donne e non solo della società civile ha scritto al Presidente Conte, rivendicando un rapporto più equo nella rappresentanza di genere della task force “principale” (7).
Chi scrive intende solo registrare quanto accade, senza la pretesa si offrire soluzioni o tantomeno avanzare richieste, come l’istituzione di una specie di “quote rosa” nei gruppi di lavoro governativi. Ma una riflessione è obbligatoria, soprattutto pensando al dopo, quando si dovranno cambiare sistemi e consuetudini intollerabili. Come quella della massiccia – spesso esclusiva – presenza maschile nelle stanze dei bottoni. Ma anche, forse ancora più intollerabile, quella delle iniziative cucite su misura “per le donne”, come una sorta di riserva indiana per le minoranze, a cui si dà spazio in un mondo parallelo, non si sa con quale incisività rispetto alle task force ufficiali. Nè sembra del tutto convincente la citata lettera, che si appella al ruolo e al sacrificio di infermiere, dottoresse, lavoratrici in tempi di Covid 19 e al “concetto di cura”, storicamente relegata a dimensione domestica e familiare” che “deve quindi assurgere oggi come categoria interpretativa e salvifica del mondo, sia che si parli di persone, di economia, di scienza o di ambiente“(7).
Speriamo che il Mondo nuovo, che dovrebbe nascere sulle ceneri di questo incendio, ci regali una parità di genere che non ha bisogno di giustificazioni.
Anna Maria Bianchi Missaglia
13 aprile 2020
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Post scriptum: la riflessione è a titolo personale, inseriremo ulteriori contributi al dibattito che ci perverranno dai nostri soci.
Elisabetta CAMUSSI Professoressa di Psicologia sociale, Università degli Studi di Milano “Bicocca”
Roberto CINGOLANI Responsabile Innovazione tecnologica di Leonardo, già Direttore scientifico dell’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT)
Vittorio COLAO Dirigente d’azienda
Riccardo CRISTADORO Consigliere economico del Presidente del Consiglio – Senior Director del Dipartimento economia e statistica, Banca d’Italia
Giuseppe FALCO Amministratore Delegato per il Sistema Italia-Grecia-Turchia e Senior Partner & Managing Director di The Boston Consulting Group (BCG)
Franco FOCARETA Ricercatore di Diritto del lavoro, Università di Bologna “Alma Mater Studiorum”
Enrico GIOVANNINI Professore di Statistica economica, Università di Roma “Tor Vergata”
Giovanni GORNO TEMPINI Presidente di Cassa Depositi e Prestiti
Giampiero GRIFFO Coordinatore del Comitato tecnico-scientifico dell’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità
Filomena MAGGINO Consigliera del Presidente del Consiglio per il benessere equo e sostenibile e la statistica – Professoressa di Statistica sociale, Università di Roma “La Sapienza”
Mariana MAZZUCATO Consigliera economica del Presidente del Consiglio – Director and Founder, Institute for Innovation and Public Purpose, University College London
Enrico MORETTI Professor of Economics at the University of California, Berkeley
Riccardo RANALLI Dottore commercialista e revisore contabile
Marino REGINI Professore emerito di Sociologia economica, Università Statale di Milano
Raffaella SADUN Professor of Business Administration, Harvard Business School
Stefano SIMONTACCHI Avvocato, Presidente Fondazione Buzzi
Fabrizio STARACE Direttore del Dipartimento di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche dell’AUSL di Modena – Presidente della Società Italiana di Epidemiologia Psichiatrica (SIEP)
Domenico ARCURI Commissario straordinario per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19
Angelo BORRELLI Capo Dipartimento Protezione Civile
(2) da wikipedia Task force Originariamente introdotto dalla United States Navy, l’espressione (il cui uso nella lingua inglese è registrato per la prima volta nel 1941), è diventato ormai di uso comune ed è parte integrante del “glossario” NATO, sebbene si possa tradurre col termine italiano di “unità operativa”. Molte organizzazioni civili oggi creano unità operative o unità di pronto intervento per attività temporanee che si suppone possano essere meglio svolte da commissioni ad hoc.
Eccole, le 12 italiane scelte da Bonetti: Giorgia Abeltino, responsabile politiche pubbliche Sud Europa di Google, Luisa Bagnoli, imprenditrice di Beyond International, Floriana Cerniglia, economista dell’Università Cattolica, Cristiana Collu, direttrice della Galleria nazionale d’arte moderna, Fabiola Gianotti, direttrice del Cern di Ginevra, Lella Golfo, presidente della Fondazione Bellisario, Enrica Majo, giornalista del Tg1, Paola Mascaro, presidente Valore D, Federica Mezzani, ingegnere e ricercatrice, Paola Profeta della Bocconi, Suor Alessandra Smerilli, economista e consigliera di Stato in Vaticano, Ersilia Vaudo, astrofisica e chief diversity Esa.
Un’iniziativa lodevole, che però ci auguriamo non sia mero pink washing. Perché contrasta con la drammatica assenza di donne nelle cabine di regia che gestiscono un’emergenza contrastata tutta al maschile. L’ultimo gruppo di lavoro, in ordine di tempo, è quello istituito per decreto dal premier Giuseppe Conte, proprio nel giorno in cui Bonetti presentava la sua squadra. Il “Comitato di esperti in materia economica e sociale” incaricato di elaborare le misure per il post-Covid19 è presieduto dal maager Vittorio Colao ed è composto da altri 18 membri, tra cui due di diritto (il capo della Protezione Civile Angelo Borrelli e il commissario Domenico Arcuri). Le donne sono soltanto quattro: Elisabetta Camussi, docente di psicologia sociale all’Università di Milano Bicocca, Filomena Maggino, statistica sociale della Sapienza di Roma e già consigliera di Conte per il benessere equo e sostenibile, Mariana Mazzucato, direttrice dell’Institute for Innovation and Public Purpose allo University College of London, anche lei già consigliera economica del premier, e Raffaella Sadun, che insegna Business Administration alla Harvard Business School.
Il Comitato per la ricostruzione dovrà confrontarsi costantemente con l’altro ormai famoso Comitato tecnico-scientifico istituito lo scorso 5 febbraio da Borrelli, che è invece praticamente un organo monogenere. Di diritto – si legge nel decreto istitutivo – ne fanno parte il coordinatore dell’Ufficio promozione e integrazione del Servizio nazionale della protezione civile, con funzioni di coordinatore, tre dirigenti del ministero della Salute (il segretario generale, il direttore generale della prevenzione sanitaria e il direttore dell’Ufficio di coordinamento degli Uffici di sanità marittima, aerea e di frontiera), il direttore scientifico dello Spallanzani, il presidente dell’Istituto superiore di Sanità e il componente designato dalla Conferenza delle Regioni. Sette membri, tutti uomini: sono Agostino Miozzo, Giuseppe Ruocco, Claudio D’Amario, Mauro Dioniso, Giuseppe Ippolito, Silvio Brusaferro e Alberto Zoli.
Lo stesso decreto dispone che il Comitato è integrato dal direttore dell’Ufficio V della Direzione generale della prevenzione sanitaria del ministero della salute e dal Coordinatore del Servizio risorse sanitarie dell’Ufficio I del Dipartimento della protezione civile in qualità di segretario del Comitato. Anche loro, tutti uomini: Francesco Paolo Maraglino e Federico Federighi. Ma attenzione: si prevede che in casi particolari, a discrezione del capo della Protezione Civile, possano essere invitati alle riunioni “qualificati esperti del settore”. Un’occasione per allargare all’esperienza e al contributo delle scienziate? Macché. Si tratta dei medici che abbiamo imparato a conoscere alle conferenze stampa delle 18. Di nuovo tutti uomini, come Franco Locatelli, Alberto Villani, Roberto Bernabei, Ranieri Guerra, Luca Richeldi.
E le donne? Che fine hanno fatto? Non c’è nessuna rappresentante dell’epidemiologia, della medicina o della scienza ritenuta in grado di dare un contributo pesante nelle decisioni cardine di questa epidemia? E dove sono le economiste, le giuriste, le esperte di nuove tecnologie?
Si dirà: almeno loro saranno nella maxi “task force dati per l’emergenza Covid-19” istituita dalla ministra dell’Innovazione, Paola Pisano. Ebbene: su 76 componenti le donne sono 17. Il 22%. Ma, come ha denunciato la Società italiana degli economisti in una lettera invocando di rimediare alla “svista”, sono assenti nel sottogruppo dedicato all’impatto economico del coronavirus (10 uomini su 10 componenti). E sono assenti anche in quello su web data e impatto socioeconomico. Fortuna che ce n’è una su 10 nel gruppo sulle tecnologie per la gestione dell’emergenza e una su 10 in quello sui profili giuridici della gestione dei dati.
Se qualcuno dovesse pensare che “son quisquilie”, basta richiamare alla mente qual è stato e qual è ancora il ruolo cruciale assunto dal Comitato tecnico-scientifico in questa pandemia per ricredersi: raccomandare al Governo le misure di contenimento reputate necessarie in base ai dati raccolti e all’andamento della curva epidemica, quelle misure che stanno impattando sulla vita di 60 milioni di italiani. La task force dati si sta invece occupando delle app e dei sistemi di data tracing, che molto probabilmente ci accompagneranno in futuro per convivere con il virus.Per non parlare del nuovo Comitato per la ripresa voluto da Conte: gli spetterà il compito di delineare protocolli e nuove modalità organizzative per la fase 2, quella in cui dovremo convivere con il virus.
In sintesi: nel “cervello” della gestione dell’emergenza, nelle stanze dei bottoni, le donne non ci sono o sono pochissime. Nel “cuore” invece sì: lo dimostrano le migliaia di dottoresse, di infermiere, di operatrici sanitarie e di ricercatrici in prima linea nelle corsie e nei laboratori di tutta Italia.
Task force dati per l’emergenza Covid-19 – istituita dalla ministra dell’Innovazione, Paola Pisano.
Il Gruppo di lavoro è diviso in otto sottogruppi e composto da: [il grassetto per evidenziare i membri di genere femminile è nostro]
1) Coordinamento generale delle attività: Paolo De Rosa, Fidelia Cascini, Gualtiero Ricciardi;
2) Infrastrutture e data collection: Maria Claudia Bodino, Giorgia Lodi, Roberto Polli, Serena Battilomo, Pierluigi Cara, Stefania Garassino, Fabio Pammolli, Umberto Rosini, Stefano Calabrese, Armando Cirillo, Giovanni Baglio;
3) Impatto economico: Andrea Roventini, Giovanni Dosi, Alessandro Santoro, Alessandro Caiani, Mauro Napoletano, Giorgio Fagiolo, Mario Martina, Leonardo Ghezzi, Renato Paniccià, Massimiliano Gambardella;
4) Web data e impatto socio-economico: Walter Quattrociocchi, Stefano Denicolai, Andrea Lacalamita;
5) Teleassistenza: Anna Ceccarelli, Valeria Proietti, Mariangela Contenti, Francesco Gabbrielli, Paolo Traverso, Rosanna Mariniello, Luciana Patrizi, Carla Ramella, Antonietta Cavallo, William Frascarelli;
6) Tecnologie per il governo dell’emergenza: Ciro Cattuto, Stefano Calabrese, Carlo Alberto Carnevale Maffè, Alfonso Fuggetta, Andrea Nicolini, Leonardo Favario, Umberto Rosini, Alberto Eugenio Tozzi, Francesca Bria, Simone Piunno;
7) Big data & AI for policies: Dino Pedreschi, Francesca Chiaromonte, Luca Ferretti, Fosca Giannotti, Giovanni Rezza, Mauro Grigioni, Patrizio Pezzotti, Paolo Vineis, Marina Davoli, Stefano Merler, Serafino Sorrenti, Elio Mungo, Massimo Bernaschi;
8) Profili giuridici della gestione dei dati connessa all’emergenza: Guido Scorza, Giovanni Comandè, Carlo Colapietro, Vincenzo Tiani, Marco Bassini, Antonio Iannuzzi, Guerino Oscar Massimo Fares, Fabrizio Urbani Neri, Ernesto Belisario, Simona Toscano.
Fanno parte del Gruppo di lavoro anche rappresentanti designati:
dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni, Antonio Nicita e Marco Delmastro;
dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato, Filippo Arena;
dal Garante per la protezione dei dati personali, Giuseppe Busia;
dal Ministero della Salute, Silvio Brusaferro e Ranieri Guerra.
Alle attività del gruppo possono essere invitati a partecipare soggetti pubblici o privati al fine di acquisire informazioni, pareri o proposte.
Scopo e attività
Il Gruppo di lavoro svolge attività di studio e analisi, utile a supportare la Presidenza del Consiglio dei ministri e le Amministrazioni pubbliche nella definizione di politiche di contenimento del contagio da COVID-19. A tal fine procede all’analisi del relativo impatto socio-economico ed epidemiologico sul sistema Paese e delle soluzioni tecnologiche data-driven, tenendo conto dei profili giuridici correlati alla gestione dei dati necessari a fronteggiare l’emergenza e, in particolare, svolge le seguenti attività:
a) analisi e studio dei fenomeni e delle problematiche connesse alla raccolta, conservazione ed elaborazione dei dati relativi all’emergenza in atto sotto il profilo giuridico, economico, sociale, sanitario ed ambientale;
b) analisi e mappatura delle banche dati di interesse per gli scopi del Gruppo di lavoro e dei livelli di interoperabilità esistenti;
c) analisi e individuazione del quadro normativo di riferimento nazionale ed europeo e ricostruzione comparativa delle soluzioni adottate in altri ordinamenti, nel contesto Ue ed extra Ue;
d) analisi e studio di metodi e strumenti per la progettazione e l’attuazione di politiche basate sui dati (data driven) e sull’evidenza informativa, sfruttando tecnologie innovative per la raccolta e l’interpretazione di grandi volumi di dati (big data).
Più in dettaglio, i singoli Sottogruppi di lavoro procedono allo svolgimento delle seguenti attività:
Coordinamento generale delle attività: sovrintende, coordina e dà impulso a tutte le attività del Gruppo di lavoro;
Infrastrutture e data collection: procede all’analisi analisi e mappatura delle banche dati di interesse e dei livelli di interoperabilità esistenti, alla raccolta e consolidamento dei dati necessari allo svolgimento delle attività degli altri Sottogruppi di lavoro, mette a sistema e/o ottimizza i flussi dei dati sanitari e amministrativi regionali e la gestione della interoperabilità, per la creazione di un ecosistema di scambio digitale con l’applicazione di BigData Analytics;
Impatto economico: procede alla stima dell’impatto dell’emergenza COVID-19 sulla produzione industriale italiana a livello combinato di regione-settore e alla stima degli impatti diretti ed indiretti sulla finanza pubblica;
Web data e impatto socio-economico: procede allo sviluppo di metodi innovativi e modelli statistici per lo studio dell’emergenza Covid19 – impatto economico, sociale, misure di contenimento, etc. – sulla base dell’analisi di dati provenienti dal web (Facebook, Twitter, Google, Chatbot e altri sistemi AI-based, etc.), nonché all’analisi e studio di strumenti, metodi, e modelli per l’analisi del contagio virale e informativo e relativo impatto socio-economico attraverso tecniche di data e network science;
Teleassistenza: individua possibili soluzioni offerte dalle tecnologie digitali per supportare l’assistenza domiciliare sia in fase di emergenza COVID-19 sia successivamente per la teleassistenza in condizioni di normalità e procede alla valutazione, sotto il profilo tecnologico e dell’efficacia nell’ausilio a pazienti e persone a casa, delle soluzioni proposte nell’ambito della “Fast Call per tecnologie per il contrasto alla diffusione del Covid-19” promossa dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, dal Ministro dello Sviluppo economico, dal Ministro dell’università e della ricerca e dal Ministro della Salute;
Tecnologie per il governo dell’emergenza: individua possibili soluzioni offerte dalle tecnologie digitali per la gestione dell’emergenza e per il contenimento del contagio, anche alla luce di una ricostruzione comparativa delle soluzioni adottate nel contesto Ue ed extra Ue (UK, Germania, Singapore, Cina e Corea del Sud) e procede alla valutazione, sotto il profilo tecnologico e dell’impatto ai fini del contrasto alla diffusione del contagio, delle soluzioni proposte nell’ambito della “Fast Call per tecnologie per il contrasto alla diffusione del Covid-19” promossa dal Ministro per l’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, dal Ministro dello Sviluppo economico, dal Ministro dell’università e della ricerca e dal Ministro della Salute;
Big data & AI for policies: procede all’analisi e studio di metodi e strumenti per la progettazione e l’attuazione di politiche basate sui dati (data driven) e sull’evidenza informativa, sfruttando tecnologie innovative per la raccolta e l’interpretazione di grandi volumi di dati (big data), nonché individua possibili soluzioni offerte dalle tecnologie digitali per la gestione dell’emergenza e per il contenimento del contagio anche alla luce di una ricostruzione comparativa delle soluzioni adottate nel contesto Ue ed extra Ue (UK, Germania, Singapore, Cina e Corea del Sud);
Profili giuridici della gestione dei dati connessa all’emergenza: procede all’analisi e alla mappatura dei vincoli normativi per l’utilizzazione e la condivisione dei dati personali tra soggetti pubblici e tra soggetti privati e pubblici e predispone una strategia di garanzia dei diritti e delle libertà fondamentali nella gestione ordinaria ed emergenziale dei dati personali, anche attraverso la ricognizione ed analisi delle strategie in atto nei paesi europei, nonché procede alla verifica della compatibilità degli strumenti tecnologici oggetto di valutazione da parte dei Sottogruppi di lavoro 5) e 6) con l’ordinamento nazionale.
Il Gruppo di lavoro utilizza, per lo svolgimento delle proprie attività, i dati messi a disposizione da qualsiasi soggetto pubblico o privato, nel rispetto del decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196 recante il “Codice in materia di protezione dei dati personali” e del Regolamento UE 2016/679 (GDPR).
(5) (dal sito del Ministero delle Pari Opportunità 10 Aprile 2020) Mercoledì 15 aprile in videoconferenza, la prima riunine della Task Force “Donne per un nuovo Rinascimento”, voluta dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, prof.ssa Elena Bonetti.
È stata formalmente istituita e si riunirà per la prima volta il prossimo mercoledì 15 aprile in videoconferenza, la Task Force “Donne per un nuovo Rinascimento”, voluta dalla Ministra per le pari opportunità e la famiglia, prof.ssa Elena Bonetti.
La Task force è composta da dodici donne che si sono distinte in diversi ambiti, da quello scientifico a quello umanistico, ed è chiamata ad elaborare idee e proposte per il rilancio sociale, culturale ed economico dell’Italia dopo l’emergenza epidemiologica da Covid-19.
“Sono convinta – ha detto la Ministra Bonetti – che la ripartenza avrà impulso proprio dalle donne e dalla loro resilienza, ed è per questo che ho costituito nel mio Ministero una task force al femminile, convinta che ripartendo dalle donne, con le donne, possiamo insieme costruire un nuovo percorso, un vero e proprio Rinascimento per il nostro Paese”.
Qui il testo della lettera. Per firmare scrivere a datecivoce@gmail.com con nome e cognome
Lettera indirizzata a Giuseppe Conte, Presidente del Consiglio e al Governo. Per conoscenza a Vittorio Colao e ai componenti della “task force” per la ricostruzione.
L’emergenza COVID-19 ha messo in evidenza la forza ma anche la difficoltà del ruolo delle donne oggi in Italia. L’impegno in prima linea di infermiere, dottoresse, ricercatrici e farmaciste si è rivelato infatti da subito indispensabile per il nostro Paese, così come si sono rivelate determinanti per la tenuta sociale e la vita quotidiana le insegnanti, le volontarie, le lavoratrici, operaie e non, dei settori essenziali, dall’alimentare al sociosanitario, all’informazione, ai servizi pubblici.
Nelle famiglie, le donne si sono inoltre spese senza risparmio nell’accudire, curare, tranquillizzare, sedare le ansie degli altri oltre che le proprie, affrontando le nuove difficoltà di un lavoro di cura già abitualmente pesante e condizionante. Accanto a loro tutte le donne immigrate che sono presenti in tanti modi nella nostra società. Le donne hanno anche sofferto molto, certo per i lutti, la perdita del lavoro o per le preoccupazioni economiche, ma pure come vittime di quella violenza domestica che il confinamento ha solo peggiorato. Le donne, insomma, ci sono state in questa crisi, e hanno lottato, sopportato, subito, sperato e disperato. Insieme agli uomini, e forse, in alcune dimensioni, anche più degli uomini. Tutto questo, purtroppo, non ha trovato un’adeguata rappresentazione nei centri di decisione pubblica e collettiva.
Da più parti è stata osservata la mancanza di una adeguata presenza femminile tra i protagonisti politici e scientifici della crisi, rilevata in numerose occasioni, non ultima la nomina della Task force governativa composta da uomini per l’80%. Tra poco ci sarà il momento di ricostruire il Paese. Di certo, occorrerà affrontare enormi problemi economici, sociali, culturali, ci sarà bisogno di risollevare una popolazione disorientata, preoccupata, insicura.
Molti dovranno affrontare problemi di salute mentale e depressione legati sia alla gestione emotiva di una situazione così difficile sia alle preoccupazioni di carattere economico. Ci sarà quindi un enorme bisogno di cura che andrà affrontato con la stessa attenzione riservata all’economia, con competenze specifiche, senso di responsabilità e anche un sano “senso pratico”.
La crisi COVID-19 ha insegnato infatti come i problemi sociosanitari siano in grado di condizionare l’economia e viceversa. La ripartenza dovrà quindi avere questa maggiore attenzione, con il coraggio di sradicare i nostri meccanismi di riferimento, di avere uno sguardo nuovo nei confronti della scienza, della salute, della economia, della cultura, e della sostenibilità. In questo senso, il concetto di “cura”, storicamente relegata a dimensione domestica e familiare, deve quindi assurgere oggi come categoria interpretativa e salvifica del mondo, sia che si parli di persone, di economia, di scienza o di ambiente. In questa riscoperta di un nuovo approccio alla cosa pubblica, la voce di noi donne va ascoltata e considerata ad ogni livello decisionale. Non è un caso, ad esempio, che nei Paesi a guida femminile ci sia stata una risposta alla crisi COVID-19 mediamente più efficace, accompagnata a un’attenzione dichiarata al benessere psicologico e alla comunicazione, intesa anche come dialogo con i bambini e le bambine. Si è trattato infatti di un approccio femminile nato spontaneamente da chi questo tipo di cura l’ha praticata per secoli. Secoli in cui ci siamo emancipate, rompendo gli stereotipi in cui eravamo ingabbiate, ricoprendo via via incarichi sempre più importanti nella società, grazie alle nostre competenze, al forte senso di responsabilità e alla capacità di risolvere problemi pratici, spesso pagando un prezzo alto sia in termini personali che professionali. Una maggiore presenza femminile nei consessi politici ed economici nei quali si deciderà il futuro del Paese è quindi nell’interesse di tutti, e va riconosciuta: per il ruolo che abbiamo avuto e avremo nella crisi COVID-19 e per il diverso sguardo che sappiamo offrire, anche grazie a solide competenze che sono oramai sotto gli occhi di tutti e che non si possono davvero più ignorare.
La task force “Donne per un Nuovo Rinascimento”, promossa dalla Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, è una iniziativa a cui guardare con apprezzamento, purché non sia l’ennesima iniziativa delle donne per le donne, ma un progetto delle donne per il Paese. Tuttavia, non basta. Chiediamo quindi che fin da ora, all’interno delle Commissioni e delle Task Force costituite e da costituirsi, si valorizzi il talento femminile e che sia inserito un adeguato numero di donne capaci commisurato alla rappresentanza femminile di questo Paese, che è la metà della popolazione. Quattro donne su diciassette, infatti, non solo è un mancato riconoscimento al patrimonio di competenze femminili, ma non offre nemmeno una rappresentazione della nostra Italia.
Vi abbiamo dato ascolto, ora #datecivoce
Annamaria Abbinante – Partner Reply; Emma Amiconi; Giovanna Badalassi, ricercatrice; Roberto Barbagli; Elisa Campra, architetto, paesaggista; Daniela Colombo ; Marzia Camarda Camarda, Consigliera Piccolindustria, presidente Verba Volant ; Mariolina Coppola, Presidente nazionale Soroptimist International; Valentina Dolciotti; Emanuela Girardi, Presidente POP AI ; Patrizia Ghiazza; Costanza Hermanin, ispiratrice Prime Donne; Paolo Iabichino; Alessandra Lomonaco; Monica Lucarelli, CEO di Passoni; Darya Majidi, founder Community Donne 4.0; Cristina Muccioli ; MariaCristina Origlia – Presidente Forum della Meritocrazia; Valentina Parenti, Founder Gamma Donna; Paola Poli, Founder women-security e coordinatrice donne dirigenti Aldai; Minerva Federmanager; Luisa Rizzitelli; Daniela Poggio; Luisa Quarta – Responsabile Gruppo Donne Manager Manageritalia; Elena Kathleen Santambrogio – VP people and culture Emea Discovery inc.; Katia Scannavini; Azzurra Rinaldi; Laura Zanfrini – CEO Zala Consulting; Stefania Mancino – Dottore Commercialista; Francesca Parviero – Board Member ; Patrizia Loiola – Esperta di Pari Opportunità; Laura Tosto – President & CEO at Datacontact Srl; Maria Chiara Roti – Managing Director Fondazione Ronald McDonald; Veronica Diquattro – Executive Vice President DAZN Sud Europa; Francesca Devescovi, CEO; Luisa Brembilla – Sales Executive; Irene Boni – E-commerce and Digital Executive; Mara Pilla, Dottore Commercialista; Giusy Cannone, CEO acceleratore di startup; Valentina Dolciotti, Founder & Editorial Director DiverCity magazine: Monica Martinelli, edizioni Settenove; Daniela Carlà, NoiReteDonne; Tiziana Bartolini, direttora Noi Donne ; Federica Thiene artista artway of thinking; Marcella Mallen, Presidente Prioritalia; Monica B. M. Pontiroli, National Program Manager Prioritalia; Silvia Zanella – Manager, autrice; Francesca Maria Montemagno; Pari e Dispare; Rosanna D’Antona; Luisa Melara; Viviana Corsi; Luigia Mirella Campagna; Marinella Marino; Mara Giovannini; Carla De Bernardinis; Laura Tedeschini Lalli; Paola Codato; Elvira Grilli; Francesca Rocchi; Laura Barbieri; Roberta Berbabei, Presidente Ass. Culturale EOS; Amina Iacuzio; Flaminia Barachini