Termovalorizzatore, le domande di Carteinregola al Sindaco e all’Assessore
Autore : Redazione
La decisione del Sindaco Gualtieri di chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma con la costruzione di un “termovalorizzatore” all’interno del suo territorio[1], con una accelerazione impressa da poteri speciali conferiti dal Governo per il Giubileo del 2025[2], ha suscitato interesse e aspettative ma anche dubbi e obiezioni tra i cittadini, così come anche all’interno di Carteinregola. Sull’attribuzione dei poteri speciali abbiamo già scritto[3], ma abbiamo deciso di rivolgere al Sindaco, all’Assessora Alfonsi e alla maggioranza capitolina[1]una serie di domande, che riguardano il metodo e il merito, domande a cui pensiamo che sia doveroso dare risposte, per trasparenza e per coerenza.[ dopo l’invio delle nostre domande l’Assessore Alfonsi ha risposto preannunciando le risposte].
Premesso che concordiamo con le intenzioni del Sindaco di “promuovere azioni per ridurre la produzione di rifiuti, incoraggiando il riuso e il riciclo dei materiali”, di “portare la raccolta differenziata almeno al 65% e di realizzare gli impianti per il riciclo, il riutilizzo e il recupero energetico della quota differenziata” 1, vogliamo qui concentrarci soprattutto sul cosiddetto “termovalorizzatore” che ha suscitato molte proteste, anche perchè non era stato mai citato nel programma e nella campagna elettorale[4] (ed era, anzi, il cavallo di battaglia di altre forze politiche).
Prima, una sintesi per chi non conosce tutte le problematiche connesse alla raccolta dei rifiuti di Roma.
I rifiuti si possono dividere in due categorie: quelli provenienti dalla raccolta differenziata e quelli dei cassonetti dell’indifferenziato, così come gli impianti si possono distinguere tra quelli al servizio della differenziata (per l’umido quelli per il compostaggio che producono terriccio fertilizzante e i biodigestori, che utilizzano lo stesso processo accelerato senza ossigeno per produrre biogas[5]) e quelli invece che inceneriscono i rifiuti indifferenziati. Un ulteriore trattamento – TMB Trattamento Meccanico Biologico [6]– con l’utilizzo di appositi macchinari permette la lavorazione dei rifiuti indifferenziati per separare la frazione umida (l’organico da bioessicare) dalla frazione secca (carta, plastica, vetro, inerti, ecc.); la frazione secca può essere in parte riciclata oppure usata per produrre combustibile derivato dai rifiuti (CDR) rimuovendo i materiali incombustibili.
Il termovalorizzatore proposto invece utilizza i rifiuti derivanti della raccolta indifferenziata – il cosiddetto “tal quale”[7] – per la combustione : il calore che si sviluppa viene recuperato e utilizzato per la produzione di energia elettrica e calore (ad esempio per il teleriscaldamento).
Va inoltre fatto presente che “rifiuti zero” è un traguardo virtuale, dato che, anche con le politiche più efficienti, ci sarà sempre una frazione di rifiuti inutilizzabili, da conferire in discarica o da incenerire[8].
Infine, ricordiamo che, secondo l’ultimo rapporto elaborato dal Centro nazionale dei rifiuti e dell’economia circolare, dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra – dati 2020[9]) in Italia sono operativi 37 termovalorizzatori. Nelle regioni del Nord sono attivi 26 impianti, 5 al Centro 5 e 6 al Sud. Nel Lazio è operativo il termovalorizzatore di San Vittore, uno dei due impianti gestiti da Acea Ambiente (partecipata dal Comune di Roma al 51%) per la produzione di energia elettrica[10].
Abbiamo predisposto alcune domande per il Sindaco Gualtieri, per l’Assessore Alfonsi e per la maggioranza capitolina. Cominciamo con alcune domande che riguardano il metodo
Poteri straordinari per il Giubileo 2025?
Il Governo ha conferito al Sindaco poteri straordinari, cioè la facoltà di derogare a leggi ordinarie, semplificando procedure che comprendono norme che garantiscono la tutela dell’ambiente, della salute e anche la trasparenza, in relazione all’imminente Giubileo del 2025 , tra 2 anni e mezzo[11].
Esiste un cronoprogramma che attesti che grazie ai poteri speciali l’impianto potrà entrare in funzione entro il 31 dicembre 2024?
Sarà pubblicato sui siti istituzionali, comprensivo delle tappe intermedie che permettano ai cittadini di verificare lo stato di avanzamento?
Se si giungesse alla conclusione che l’impianto non sarà pronto per il primo gennaio 2025, inizio del Giubileo, il Sindaco rinuncerà ai poteri straordinari sottoponendo l’iter alle procedure ordinarie, con tutti i passaggi previsti?
In attesa dell’entrata in funzione del nuovo termovalorizzatore, quale modalità è prevista per contenere la produzione o per lo smaltimento dei rifiuti non riciclabili?
Il codice degli appalti e la consultazione pubblica
Il Codice degli Appalti (Art. 22 – Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico[12]) prevede che le amministrazioni aggiudicatrici pubblichino i progetti di fattibilità relativi alle grandi opere infrastrutturali di rilevanza sociale, aventi impatto sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio, nonchè gli esiti della consultazione pubblica, comprensivi dei resoconti degli incontri e dei dibattiti con i portatori di interesse (pubblico dibattito, come già praticato in Francia). E anche che le osservazioni raccolte siano valutate in sede di predisposizione del progetto definitivo e discusse in sede di conferenza di servizi[13].
Per il progetto del termovalorizzatore si intende attuare questa procedura?
Per la scelta della localizzazione si prevede di intraprendere un percorso informativo e di consultazione della cittadinanza?
V.I.A. e V.A.S.?
Gli impianti per l’incenerimento dei rifiuti urbani rientrano nella più ampia categoria di impianti sottoposti a V.I.A. e V.A.S., di competenza regionale[14]. La Valutazione di impatto ambientale (VIA[15])e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS[16]) sono strumenti di valutazione delle scelte di programmazione e pianificazione con la finalità di perseguire obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, di protezione della salute umana e di utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali[17]. In particolare la VIA prevede un percorso di prevenzione, integrazione, confronto tra chi progetta e chi autorizza e infine partecipazione, con l’apertura del processo di valutazione all’attivo contributo dei cittadini[18].
La realizzazione del termovalorizzatore sarà sottoposta a VIA e VAS, con tutte le fasi procedimentali che comportano ?
Quale ente gestirà la Conferenza dei servizi, la VIA e la VAS dato che le competenze regionali in materia sono attribuite dal Decreto legge al Sindaco Commissario?
Domande nel merito
Il termovalorizzatore e cosa dice (e chiede) l’Europa
Già nel 2008, la direttiva della unione europea 2008/98/CE[19] (recentemente rafforzata dalla Direttiva 2018/851/UE[20] nell’ambito del pacchetto dell’economia circolare) sancisce il principio della gerarchia nel trattamento dei rifiuti in cui la “termovalorizzazione” sta al quarto e penultimo posto dopo prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia (il 5° e ultimo è la discarica ossia lo smaltimento). E il PNRR finanzia solo impianti “a valle” della differenziata[21].
Mettere in cantiere un termovalorizzatore che dovrà bruciare rifiuti per i prossimi trent’anni è una scelta adeguata alla transizione ecologica che ci chiede l’Europa?
Costi/benefici dal punto di vista economico
Un tema complesso come quello del ciclo dei rifiuti richiede di valutare diverse soluzioni tenendo conto dei costi e benefici economici ma anche dei costi e benefici ambientali, sanitari e sociali, i così detti “benefici intangibili”. Soprattutto tenendo conto dell’interesse pubblico che riveste il tema e di quanto la cittadinanza abbia bisogno di avere informazioni – esaustive ma chiare e comprensibili – al fine di poter valutare la decisione correttamente, e non sulla spinta emotiva dovuta a criticità che si sono protratte per troppo tempo.
Prima della scelta di dotarsi di un nuovo termovalorizzatore, è stata effettuata un’analisi costi/benefici per valutare eventuali soluzioni alternative e, nel caso che non sia stata effettuata, si intende effettuarla?
Quando e come gli esiti e i dati di input e output di tale analisi verranno condivisi e discussi con la cittadinanza[22]?
I piani economici e la relativa analisi costi/benefici (se effettuata) sono stati valutati alla luce della recente (18.5.22) votazione della Commissione Ambiente del Parlamento europeo in merito all’inclusione degli inceneritori tra gli impianti che dovranno acquistare crediti[23] per compensare le emissioni climalteranti prodotte, dato che circa il 50% in peso dei rifiuti inceneriti viene immesso in atmosfera come Co2 o altri gas climalteranti?
Per la costruzione del termovalorizzatore si parla di un investimento di 700 milioni di euro
Con quali fondi sarà finanziato ?
E’ stato predisposto un piano economico alternativo che preveda di investire in un potenziamento del personale addetto alla raccolta “Porta a Porta” utilizzando le stesse risorse?[24]
I piani economici di dettaglio con la previsione di tutti gli investimenti previsti, non solo per la realizzazione del termovalorizzatore e dei biodigestori, ma anche per le altre attività necessarie alla chiusura del ciclo dei rifiuti, come, a titolo di esempio, la dotazione di cassonetti stradali intelligenti[25], il potenziamento del personale, dei mezzi, l’incentivazione alla raccolta differenziata e quant’altro saranno resi pubblici ? Quando?
Rapporto termovalorizzatore/differenziata
Il “pacchetto” di economia circolare della Comunità Europea indica che si deve privilegiare il riciclo. Quindi non solo un’alta percentuale di raccolta differenziata, ma anche un’alta qualità del differenziato raccolto (frazioni il più possibile pure), in modo da ridurre il più possibile gli scarti della differenziata che tornano nel ciclo di trattamento del rifiuto indifferenziato. Una frazione differenziata che contiene il 15% di materiale “alieno” come minimo riduce la percentuale di riciclo del 15%, quindi una Raccolta Differenziata del 70% in realtà corrisponde a meno del 60% di reale riciclo in quanto va depurata dello “scarto” (vedi anche note 30 e 31). Si deve quindi puntare a una raccolta differenziata estesa e fatta bene. Soprattutto a partire dall’organico che, mediamente, rappresenta il 35%-40% dei rifiuti[26].
La costruzione di un termovalorizzatore non entrerà in conflitto con l’incentivazione della raccolta differenziata?
Considerando che l’ammortamento dei costi sarà spalmato su tempi calcolati in circa trent’anni, quando la differenziata arriverà – si spera in meno di 10 anni – a raggiungere i livelli programmati del 65%- 70%, con una quota di indifferenziato molto bassa, il nuovo termovalorizzatore come potrà continuare a bruciare rifiuti indifferenziati?
Dopo anni di crescente esasperazione dei romani per i cassonetti debordanti e i rifiuti per strada, un impianto che crea energia dai rifiuti indifferenziati non rischia di offrire una soluzione che solleva i cittadini della consapevolezza dei rischi per l’ambiente e dalla responsabilità di contribuire a ridurre l’uso di materiali riciclabili?
La realizzazione del termovalorizzatore, che offre quella che sembra una facile soluzione alla gestione dei rifiuti, non rischia di disincentivare il raggiungimento dei target di differenziata e bloccare gli investimenti sul riciclo?
Se, come sembra, il termovalorizzatore dovrà bruciare il “tal quale”, non si rischia di introdurre una gran quantità di frazione umida che, non essendo stata sottoposta a processi di essiccazione, abbassa la temperatura di funzionamento e riduce l’efficienza energetica del termovalorizzatore? Il processo non richiederà l’aggiunta di combustibile fossile per mantenere temperature adeguate di funzionamento?
Roma produce 1,7 mln t/anno di rifiuti. La prospettiva dichiarata dal Sindaco e dall’Assessora ai rifiuti è quella di arrivare al 65% di raccolta differenziata pari a 1.105.000 t/anno. Conseguentemente la indifferenziata si ridurrà al 35% pari a 595.000 t/anno. Ci risulta[27] però che solo ⅓ di indifferenziata mediamente abbia un potere di combustione, e quindi solo 198.000 t/anno sarebbero utili per l’alimentazione di un termovalorizzatore[28].
Per arrivare a 600.000 t/anno come previsto, il termovalorizzatore utilizzerà circa 400.000 t di scarti di raccolta differenziata oppure brucerà il “tal quale” saltando la selezione dei TMB e rinunciando a tecnologie per il recupero e il riuso?
In ogni caso, come si giustifica una dimensione di 600.000 t/anno? Forse con il recepimento dei rifiuti indifferenziati della Città Metropolitana, della Regione Lazio o addirittura di altre Regioni?
E’ stata presa in considerazione la possibilità di realizzare un termovalorizzatore più piccolo, da alimentare con una quota minore di rifiuti indifferenziati?
Nel discorso in Assemblea Capitolina del 20 aprile scorso, il Sindaco Gualtieri, a proposito del TMB, ha dichiarato che “…è un tipo di impianto fortemente impattante oltre che esso stesso altamente inquinante in termini di emissioni di CO2 e che “già al momento della presentazione in quest’aula delle linee programmatiche, avevo avuto modo di sottolineare che quanto maggiore sarebbe stata la capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti, tanto minore sarebbe stata la necessità di ricorrere a discariche e Tmb”[29].
L’amministrazione intende quindi non ricorrere al pre-trattamento dei rifiuti in impianti appositi come i TMB, che permettono la separazione del rifiuto indifferenziato tra frazione umida e frazione secca incrementando quindi la quota di recupero di materia[30] ?
Per ottenere un riciclaggio del 65%, come richiesto dalla normativa, la percentuale di raccolta differenziata deve comunque essere superiore, dato che si deve tenere conto degli “scarti” (quota di differenziata “mal raccolta” che inquina quindi altre frazioni)[31]. Dai documenti e dichiarazioni dell’Amministrazione non è chiaro come verranno raggiunti gli obiettivi di riciclaggio definiti dalla normativa nazionale ed europea. Ad esempio dai dati dell’amministrazione, tenendo conto degli scarti, risulta un riciclaggio al 2035 del 58,8% anziché del 65% (si veda nota)[32].
Con una quota di riciclo effettivo al 65% e non al 58,8%, le stime andrebbero riviste e il dimensionamento effettivo del termovalorizzatore non dovrebbe essere ricalcolato in diminuzione?
Possiamo avere dettagli su come il Comune intende raggiungere gli obiettivi indicati dal dlgs 116[33] al 2030 in merito agli obiettivi minimi di riciclaggio degli imballaggi previsti dalla legge atteso che non abbiamo trovato dettagli sull’organizzazione prevista per la RD ?
Che fine fa quello che resta
L’Amministrazione ha dichiarato, in un recente incontro con i cittadini, che solo il 5% circa dei rifiuti immessi nel termovalorizzatore diventeranno scorie da conferire in discarica.
Quali modalità e tecniche permettono di raggiungere questo dato?
Quando sarà realizzato e messo in funzione il termovalorizzatore, quanti e quali rifiuti dovranno ancora essere conferiti in discarica?
Quali tecnologie saranno usate per smaltire le polveri pesanti e leggere (mediamente il 35%, dipende ovviamente dalla composizione dei rifiuti inceneriti)? E’ compresa anche la parte di polveri che, in quanto classificate rifiuti speciali dopo il processo di incenerimento, dovranno essere conferite in apposite discariche speciali?
La scelta delle modalità
Considerando che, come ogni impianto, e a maggior ragione viste le dimensioni previste per il termovalorizzatore proposto, si deve tenere conto degli impatti sui territori, se fosse confermata la scelta della localizzazione a Santa Palomba[34] indicata da varie fonti di stampa.
La scelta della localizzazione del sito prevede diverse ipotesi da sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale?
Considerata la distanza da percorrere e che Via Ardeatina si svolge all’interno di aree tutelate, per quando è previsto la messa in sicurezza della Via Pontina[35]?
L’area sarà pubblica o privata (con relativo indennizzo)?
Attesa la grande quantità di acqua necessaria per il funzionamento di un termovalorizzatore (o meglio inceneritore), per tutte le ipotesi di localizzazione analizzate, è stato valutato l’impatto sulle falde acquifere e sulla disponibilità di acqua considerando, ad esempio, che le falde acquifere della zona del castelli romani sono già in forte sofferenza e che in futuro si prevede una minore disponibilità d’acqua per il riscaldamento climatico e relativi processi di desertificazione[36]?
La governance
Nel discorso in Assemblea Capitolina, il Sindaco Gualtieri ha parlato di “Un termovalorizzatore a controllo pubblico da attuare con le migliori tecnologie disponibili”.
“A controllo pubblico” significa, come già per ACEA, un società di cui il Comune detiene la maggioranza, ma con una parte di azionisti privati?
La finalità di servizio pubblico, oggi effettuato da AMA, partecipata al 100% dal Comune, non contrasta con le finalità del profitto e dei dividendi da distribuire agli azionisti del partner ACEA?
Le alternative sul breve periodo
Attualmente i rifiuti romani indifferenziati ci risulta che siano già inceneriti per i ⅔ nel termovalorizzatore di San Vittore, nel Lazio, al confine con la Campania . Nel discorso in Assemblea capitolina il Sindaco ha ricordato che “nelle linee programmatiche avevamo indicato la necessità di potenziare le capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti a partire dal potenziamento del sito Acea di San Vittore, facendo ricorso alle migliori tecnologie”.
Non sarebbe più conveniente continuare ancora per qualche tempo a conferire a San Vittore (e in altri termovalorizzatori) i rifiuti eccedenti, fino all’innalzamento della raccolta differenziata, quando l’impianto laziale sarà più che sufficiente?
Prima che il termovalorizzatore sia realizzato e entri in funzione a pieno regime, quali modalità si stanno predisponendo per contenere la produzione di rifiuti non riciclabili?
la quarta linea di San Vittore, che era stata annunciata come imminente è stata bocciata dal MiC alla conferenza dei servizi[37] ed è oggetto di forte opposizione da parte delle province di Frosinone e Caserta, e dei piccoli comuni del basso Lazio. Il progetto va avanti?
Sono previsti interventi di “revamping” per le linee in esercizio a San Vittore?
Le alternative sul medio-lungo periodo /Le proposte per incentivare la differenziata
Il primo passo per rispettare la gerarchia dei rifiuti è quello di garantire una elevata percentuale di raccolta differenziata di qualità, cioè con bassa percentuale di componenti “aliene” nelle diverse frazioni differenziate
Come si intende diffondere il più possibile il modello di raccolta “porta a porta”?
Sono state valutate ipotesi di utilizzo dei circa 1.500 lavoratori AMA esonerati dai servizi di raccolta per attività di promozione e spiegazione presso i cittadini dei comportamenti virtuosi della raccolta differenziata, della riduzione, del riciclo e del riuso? E’ stata valutata la possibilità di impiegare almeno una parte di questo personale in attività di controllo delle attività di raccolta differenziata stradali?
Per la residua raccolta differenziata stradale, è prevista l’adozione di cassonetti intelligenti, dotati di tessera magnetica o altre tecnologie in grado di individuare il conferitore, al fine di ridurre al minimo l’inquinamento delle frazioni da parte di materiali “alieni”, inquinamento che le rende non utilizzabili economicamente?
E’ stata prevista l’adozione di tariffe puntuali, cioè di calcolo della tariffa rifiuti (TARI) legato alla reale produzione di rifiuti indifferenziati di ogni singola utenza? Quando e come verrà garantito il calcolo per le utenze non servite dal servizio di raccolta “Porta a Porta”?
Le altre azioni per la riduzione dei rifiuti
Secondo la citata gerarchia europea dei rifiuti la riduzione è il primo obiettivo. Atteso che il dimensionamento dell’impianto di termovalorizzazione sembra eccessivo rispetto alle esigenze a regime (vedi sopra)
Quali azioni e quali investimenti sono previsti per ridurre il quantitativo dei rifiuti?
Sono previsti incentivi per i prodotti alla spina e iniziative per la riduzione del volume degli imballaggi?
Secondo la citata gerarchia europea dei rifiuti il riuso e il riciclo sono il secondo e terzo obiettivo, prima del recupero di materia e del recupero di energia.
Quali e quanti centri di riuso e di riciclo sono previsti a livello territoriale e quali investimenti sono previsti per promuovere la cultura di riduzione, riuso e riciclo e per finanziare iniziative per il riuso?
Sono previsti incentivi per favorire la nascita di laboratori di riparazione e/o di riciclo?
Il comune ha in programma di assegnare spazi pubblici per iniziative in tale direzione e a che condizioni?
Conclusioni
In attesa di una risposta a queste domande, ci auguriamo che l’Amministrazione scelga la strada dell’informazione puntuale, con la pubblicazione di dati e cronoprogrammi, sgombrando il campo da facili slogan e da esempi fuorvianti, come quello della famosa “pista da sci” sopra il termovalorizzatoredi Copenhagen, dove il termovalorizzatore non è più un modello: infatti il governo danese da qualche anno si è reso conto che l’incenerimento è una NON-soluzione, come si legge sul sito dell’agenzia nazionale per la protezione dell’ambiente danese e su un giornale danese[38].
“Stiamo avviando una transizione molto verde nel settore dei rifiuti. Per 15 anni non siamo riusciti a risolvere il dilemma dell’incenerimento dei rifiuti” “È ora di smettere di importare rifiuti di plastica dall’estero per riempire gli inceneritori vuoti e bruciarli a scapito del clima. Con questo accordo, aumenteremo il riciclo e ridurremo la combustione”.
Dan Jorgensen, ministro danese per il cambiamento climatico.
scarica ODG 181 20/04/2022 (collegato al dibattito sulla gestione dei rifiuti nell’immediato futuro e realizzazione dell’impiantistica di smaltimento e valorizzazione nel medio lungo periodo) Impegno per il Sindaco e la Giunta a mettere in campo tutte le azioni necessarie affinché si possa raggiungere nell’arco della Consiliatura una consistente riduzione dei rifiuti prodotti dalla città; a mettere in campo tutte le tecniche, gli impianti e il trattamento dei rifiuti finalizzati al riciclo e riuso dei materiali come materia prima seconda compiendo tutte le scelte, in termini di dotazione impiantistica, compresa la produzione termica ed energetica, che consentano di chiudere il ciclo dei rifiuti utilizzando le tecnologie più moderne, efficaci, pulite e sostenibili.
(in realtà esistono molte siglie che corrispondono a vari tipi di impianti per la lavorazione di vari tipi di rifiuti con diverse destinazioni: ad esempio, oltre al Tmb, il Tm (Trattamento Meccanico), Tbm (trattamento biologico-meccanico) e BAT (Best available techniques, un protocollo adottato nel 2018 dalla Comunità Europea in cui vengono descritte le migliori pratiche per la tutela dell’ambiente da parte degli impianti). Dagli impianti Tbm si chiede, in questa nuova linea guida, che si mandino come minimo il 43% dei rifiuti a recupero energetico, il che significa (al netto della cosiddetta “perdita di processo”, che in sostanza sono le dispersioni di lavorazione attraverso vapore e calore) che su 100Kg di rifiuti, solo 20 o 30 finiranno in discarica. Per gli impianti Tmb il rapporto è differente, infatti viene indicato come recupero minimo il 25%, il che significa che circa 50 kg su 100 di rifiuti finiscono normalmente in discarica. Le Bat poi non fissano un limite per il recupero ai trito-vagliatori Tm che non avendo nessuna potenzialità di stabilizzazione di frazione umida possono lavorare solo quella già secca.La l’UE già nel 2011, aveva censurato l’utilizzo di questi strumenti (oltre alla pratica tutta italiana e molto laziale, di conferire rifiuti non trattati direttamente in discarica) in un documento della Commissione Europea nel quale si evidenziava che: “un trattamento che consista nella mera compressione e/o triturazione di rifiuti indifferenziati da destinare in discarica che non includa un’adeguata selezione delle diverse frazioni di rifiuti e una qualche forma di stabilizzazione della frazione organica non è tale da evitare o ridurre al più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e la salute umana”. un trattamento che consista nella mera compressione e/o triturazione di rifiuti indifferenziati da destinare in discarica che non includa un’adeguata selezione delle diverse frazioni di rifiuti e una qualche forma di stabilizzazione della frazione organica non è tale da evitare o ridurre al più possibile le ripercussioni negative sull’ambiente e la salute umana http://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:5uD_XbGxQOkJ:www.camera.it/temiap/temi17/circolare6ago2013mattm.pdf+&cd=2&hl=it&ct=clnk&gl=it&client=firefox-b-d
[7] ” nel discorso del Sindaco (nota 1) si esclude la intermediazione del TMB considerato “inquinante”, con la consapevolezza però che bruciando anche la parte umida si abbassa la temperatura necessaria alla combustione e che nel tal quale non selezionato preventivamente si possono trovare materiali riciclabili che verrebbero trasformati in energia anziché essere trasformati in materia.
[8] I target Ue prevedono sul totale dei rifiuti raccolti, entro 15 anni, il raggiungimento del 65% di riciclaggio effettivo e un utilizzo della discarica per una quota inferiore al 10%.
[11] da una nota sul sito di IREN che ha realizzato il termovalorizzatore di Torino, si evince che ha richiesto, solo per la costruzione e i test di collaudo, più di tre anni, dal 2010 al 2014, ma gli studi preliminari erano cominciati nel 2006.
Dal sito di IREN, che ha realizzato l’impianto di Torino: il primo studio di impatto ambientale è del 2006, i lavori di costruzione si sono svolti tra il 2010 e il 2013, e, dopo una fase di test e collaudo prestazionale durata un anno, il termovalorizzatore è entrato in piena attività da maggio 2014.
Il processo autorizzativo e le autorità di controllo
Fin dalla fase di avvio del progetto, TRM ha posto la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, ossia all’impatto delle proprie scelte sull’ambiente e sulla popolazione delle comunità coinvolte nella gestione del termovalorizzatore.
L’Autorizzazione Integrata Ambienta disciplina “la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento”; oltre a verificare il rispetto delle prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale, nel corso della valutazione sono stati analizzati gli aspetti tecnologici e gestionali in grado di generare potenziali impatti sull’ambiente.
Il termovalorizzatore è subordinato al controllo di molti organismi:
La Città Metropolitana di Torino (ex Provincia di Torino): prescrive gli adempimenti tecnici e ambientali cui l’impianto deve ottemperare e vigila sulla loro osservanza da parte di TRM;
L’ATO-R (Autorità d’Ambito nella pianificazione dei flussi di rifiuti sul territorio): è titolare dell’Autorizzazione a TRM, con la quale ha stipulato il Contratto di servizio per la gestione del termovalorizzatore;
L’ARPA Piemonte: verifica il rispetto dei parametri di processo, emissivi e ambientali e valuta l’impatto ambientale complessivo dell’impianto;
Il Comitato Locale di Controllo: esamina e verifica la gestione del termovalorizzatore attraverso i rappresentanti politici e tecnici dei Comuni limitrofi e garantisce – soprattutto nei confronti dei cittadini – un adeguato livello di trasparenza nella comunicazione relativa all’impianto.
Art. 22. (Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico)
1. Le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori pubblicano, nel proprio profilo del committente, i progetti di fattibilità relativi alle grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale, aventi impatto sull’ambiente, sulla città o sull’assetto del territorio, nonché gli esiti della consultazione pubblica, comprensivi dei resoconti degli incontri e dei dibattiti con i portatori di interesse. I contributi e i resoconti sono pubblicati, con pari evidenza, unitamente ai documenti predisposti dall’amministrazione e relativi agli stessi lavori.
2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente codice, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro per i beni e le attività culturali, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, in relazione ai nuovi interventi avviati dopo la data di entrata in vigore del medesimo decreto, sono fissati i criteri per l’individuazione delle opere di cui al comma 1, distinte per tipologia e soglie dimensionali, per le quali è obbligatorio il ricorso alla procedura di dibattito pubblico, e sono altresì definite le modalità di svolgimento e il termine di conclusione della medesima procedura. Con il medesimo decreto sono, altresì stabilite le modalità di monitoraggio sull’applicazione dell’istituto del dibattito pubblico. A tal fine è istituita una commissione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con il compito di raccogliere e pubblicare informazioni sui dibattiti pubblici in corso di svolgimento o conclusi e di proporre raccomandazioni per lo svolgimento del dibattito pubblico sulla base dell’esperienza maturata. Ai componenti della commissione è riconosciuto un rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate per le missioni effettuate nei limiti previsti per il personale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, con oneri complessivi non superiori a 18.000 euro per l’anno 2021 ed a 36.000 euro a decorrere dall’anno 2022. (il provvedimento è stato emanato con d.p.c.m. 10 maggio2018, n. 76) (comma così modificato dall’art. 5, comma 6, della legge n. 156 del 2021)
[13] Comma 3. L’amministrazione aggiudicatrice o l’ente aggiudicatore proponente l’opera soggetta a dibattito pubblico indice e cura lo svolgimento della procedura esclusivamente sulla base delle modalità individuate dal decreto di cui al comma 2.
Comma 4. Gli esiti del dibattito pubblico e le osservazioni raccolte sono valutate in sede di predisposizione del progetto definitivo e sono discusse in sede di conferenze di servizi relative all’opera sottoposta al dibattito pubblico.
[14] disciplinata dal Titolo III – bis del d.lgs. n. 152 del 2006 art.li da 237 bis sino a 237 duovicies -in particolare la domanda di autorizzazione è regolata dall’art. 237 quinquies.
[17] Nel 1977 la Comunità Europea, nel secondo programma d’azione, ha indicato tra gli obiettivi di un’azione ambientale preventiva, la necessità di predisporre regole per analizzare la rilevanza dell’impatto sulle risorse ambientali della realizzazione dei progetti di trasformazione del territorio. Questo impegno è stato tradotto nella direttiva 85/337/CEE del 27 giugno 1985 http://www.sicet.it/documentazione/normativa/normativa-nazionale/direttive-ce/direttiva-85-337-cee-del-27-giugno-1985 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, poi modificata dalla direttiva 97/11/CE del 3 marzo 1997 e 35/2003 del 26/05/2003. La Direttiva 2001/42/CE del 21 luglio 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, introduce la procedura di valutazione ambientale strategica, che ha come obiettivo quello “di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”. Il recepimento delle direttive comunitarie è avvenuto con l’introduzione nella normativa nazionale decreto legislativo. 152/2006 recante “Norme in materia ambientale“, modificato e integrato con il d.lgs. 4/2008 e con il d.lgs. 128/2010. il D. lgs. 104/2017 del 16/06/2017 ha introdotto il procedimento autorizzatorio unico.
Nel 2014 il decreto Sblocca Italia n. 133 del 12 settembre (Governo Renzi) aveva escluso la VAS per gli inceneritori, contrariamente a quanto stabilito dalla direttiva Cee. In seguito la sentenza del TAR n. 4987 del 26 aprile 2022 di fatto ha annullato il decreto, intimando al governo Draghi ed al ministro Cingolani di provvedere entro massimo nove mesi a completare la procedura di Valutazione Ambientale Strategica sul fabbisogno nazionale di impianti di riciclo – recupero – smaltimento, secondo la gerarchia prevista e le recenti direttive europee sull’economia circolare (> scarica la sentenza TAR Lazio 27 4 2022 ricorso Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare (VAS) da sito VAS https://www.carteinregola.it/wp-content/uploads/2022/05/sentenza-TAR-Lazio-27-4-2022-ricorso-Movimento-Legge-Rifiuti-Zero-per-lEconomia-Circolare-VAS-da-sito-VAS.pdf
[18] La procedura di VIA si basa su concetti fondamentali quali:
Prevenzione: analisi di tutti i possibili impatti derivati dalla realizzazione dell’opera/progetto, al fine non solo di salvaguardare ma anche di migliorare la qualità dell’ambiente e della vita; quindi valutazione di diverse opzioni al fine di scegliere quella che crea meno impatti
Integrazione: analisi di tutte le componenti ambientali e delle interazioni fra i diversi effetti possibili (effetti cumulativi);
Confronto: dialogo e riscontro tra chi progetta e chi autorizza nelle fasi di raccolta, analisi ed impiego di dati scientifici e tecnici;
Partecipazione: apertura del processo di valutazione all’attivo contributo dei cittadini in un’ottica di maggiore trasparenza (pubblicazione della domanda di autorizzazione e possibilità di consultazione).
[21] Cosa prevedono i 7 bandi Mite per l’economia circolare 19 ottobre 2021
(…) Il bando specifica che non sono in ogni caso finanziabili investimenti correlati anche in maniera indiretta con discariche, impianti di Trattamento Meccanico Biologico/Trattamento Meccanico (TMB, TBM, TM, STIR, ecc.) o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti, nel rispetto del principio europeo Dnsh (non arrecare danni significativi all’ambiente). E non è finanziabile nemmeno l’acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti. https://economiacircolare.com/bandi-mite-economia-circolare/
[22] atteso che è universalmente noto (un esempio: Pragmatica dell’analisi costi–benefici, Di Franco-Iacobone. ISBN 978–88–548–2360–0) che un’analisi costi/benefici è attendibile solo se sono attendibili e completi i dati di input ed è esaustiva l’analisi degli scenari alternativi
[24] Il costo del personale potrebbe essere finanziato con tali risorse nei primi anni e poi, dopo una fase iniziale di crescita progressiva, essere finanziato dagli introiti della “vendita” delle frazioni differenziate che aumenterebbero sia di quantità che di qualità
[27] da un Comunicato stampa di zero Waste aprile 2022
[28] Questo scenario vale se si intende utilizzare il termovalorizzatore al netto della quota di rifiuti riciclati o riusati all’interno di un processo virtuoso di economia circolare e al netto dei rifiuti selezionati con i TMB (se verranno mantenuti). Proseguendo il calcolo in questo scenario, occorrerebbe togliere circa il 20% di residui inerti della indifferenziata combustibile (cit. rapporto Zero Waste aprile 2022), pari a 40.000 t/anno che finirebbero in discarica insieme ai ⅔ di raccolta indifferenziata non combustibile pari a 397.000 t/anno. Con questa metodologia occorrerebbe quindi trasferire in discarica annualmente 397.000t di indifferenziata non combustibile più 40.000 t di residui inerti della indifferenziata combustibile per un totale di 437.000 t/anno, cifra ben superiore al 10% dello smaltimento in discarica dei Rifiuti solidi Urbani previsti dalle direttive europee. Alla luce di questi calcoli desunti dalle fonti indicate e da dichiarazioni ufficiali istituzionali, risulta, da nostre elaborazione dei dati, che in un termovalorizzatore andrebbero 198.000 t/anno di indifferenziata combustibile più gli scarti di rifiuti differenziati.
(…) In particolare, il modello di sviluppo che governa il ciclo dei rifiuti di Roma si basa su un fabbisogno smisurato di Tmb e di discariche, e su un ricorso al trasporto con camion altamente inquinante in termini di emissioni. (…)Inoltre, come è noto, il conferimento in discarica richiede il passaggio in un Tmb, che a sua volta – come sanno molto bene i cittadini di Rocca Cencia o quelli del Salario – è un tipo di impianto fortemente impattante oltre che esso stesso altamente inquinante in termini di emissioni di CO2. (…) già al momento della presentazione in quest’aula delle linee programmatiche, avevo avuto modo di sottolineare che quanto maggiore sarebbe stata la capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti, tanto minore sarebbe stata la necessità di ricorrere a discariche e Tmb
Abbiamo inoltre chiesto finanziamenti per due ulteriori impianti per trattare carta e plastica, al fine di recuperare 200.000 tonnellate l’anno. Ciò ci consentirà di estrarre il valore di tali materie attraverso il loro riciclo e riutilizzo, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi della economia circolare.
[30] Dal sito di AMA – impianti: Ama utilizza gli impianti di trattamento dei rifiuti, sulla base di due principi: ottimizzazione dello smaltimento ed incentivazione del recupero o valorizzazione degli scarti.
[31] Gli obiettivi di riciclaggio rifiuti urbani, dal dlgs 116/2020 di attuazione direttiva UE 2018/851, sono: 55% al 2025, 60% al 2030, 65% al 2035.
Per gli imballaggi sono anche superiori. Ad esempio al 2030 abbiamo:
85% per carta/cartone,
75% per il vetro,
60% per alluminio,
80% per ferro,
30% per legno,
55% per plastica.
[32] Prendendo dati dai lucidi proiettati durante l’assemblea capitolina di Roma Capitale del 20.4.22, si ricava (pag. 6) che la RD (Raccolta Differenziata) al 2035 dovrebbe essere il 70% su 1.520.000 tonnellate totali previste. Quindi 1.064.000 tonnellate. Ma dallo stesso grafico risulta che di questi ben 170.000 (il 16% della RD) siano scarti di RD. La stima del Comune stesso quindi scende a 894.000 tonnellate di rifiuti realmente riciclati, cioè il 58,8% (894.000/1.520.000) e non il 65% come richiesto dalla normativa. Analoghe differenze si riscontrano per gli anni precedenti (per esempio al 2030 il 54,6% contro il 60% di riciclo richiesto dalla UE).
[37] Vedi Rifiuti di Roma, stop alla quarta linea dell’inceneritore di San Vittore Parere negativo della Soprintendenza all’ampliamento dell’impianto che nelle intenzioni di Acea e del comune di Roma servirebbe a bruciare migliaia tonnellate di indifferenziato della Capitale, alle prese con la sua cronaca emergenza rifiuti. Le motivazioni dello stop risiedono nel fatto che c’è un vincolo di uso civico sui terreni nei quali dovrebbe essere realizzato l’asse viario per l’accesso all’impianto. 21 Gennaio 2022https://www.ecodallecitta.it/rifiuti-di-roma-stop-alla-quarta-linea-dellinceneritore-di-san-vittore/
Il sindaco Gualtieri punta molto sull’utilizzo dell’impianto di Acea oltre ad aver già impostato una partnership con la multiutiliy capitolina proprio per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Ma la concessione della Via (Valutazione di impatto ambientale) emessa dalla Regione Lazio non è detto che arrivi né che arrivi in tempi brevi. È vero che il parere espresso dall’Area rifiuti regionale è positivo, ma a opporsi non c’è solo la Soprintendenza. Ci sono le province di Frosinone e Caserta, e tutti i piccoli comuni del basso Lazio, più che mai intenzionati a ricorrere a vie legali per far valere le ragioni del no.
[38] Vedi Denmark without waste We are well aware of waste as a consequence of economic activity in society. The more vigorous the economy, the more waste we produce. scarica il PDF