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Termovalorizzatore, le risposte dell’Assessore alle domande di Carteinregola

Grafica ambm

Il 2 giugno il Gruppo di lavoro Ambiente e rifiuti Carteinregola ha inviato al Sindaco Roberto Gualtieri e all’Assessore all’Agricoltura, Ambiente e Ciclo dei rifiuti Sabrina Alfonsi una serie di domande che riguardano il metodo e il merito della scelta di chiudere il ciclo dei rifiuti di Roma con la costruzione di un “termovalorizzatore” all’interno del suo territorio, con una accelerazione impressa da poteri speciali conferiti dal Governo per il Giubileo del 2025 (*). L’Assessore Alfonsi ci ha risposto punto su punto con un documento assai approfondito che pubblichiamo, con la prospettiva di inserire in seguito ulteriori osservazioni scaturite dal dibattito interno al nostro gruppo di lavoro. Ricordiamo che il 30 settembre 2022 si concluderà la raccolta di osservazioni nell’ambito della procedura di VAS sul Piano di Gestione Integrata dei Rifiuti di Roma (> vai all’avviso e al Piano: Il 30 settembre scade il termine per presentare osservazioni sul Piano di Gestione Integrata dei Rifiuti di Roma (e sulla scelta del termovalorizzatore)

Sabrina Alfonsi

Termovalorizzatore, le domande di Carteinregola al Sindaco e all’Assessore

Domande che riguardano il metodo:

Poteri straordinari per il Giubileo 2025?

Domande: Il Governo ha conferito al Sindaco poteri straordinari, cioè  la facoltà di derogare a leggi ordinarie, semplificando procedure che comprendono norme che garantiscono la tutela dell’ambiente, della salute e anche la trasparenza, in relazione all’imminente  Giubileo del 2025 , tra 2 anni e mezzo [1].

  • Esiste un cronoprogramma che attesti che grazie ai poteri speciali l’impianto potrà entrare in funzione entro il 31 dicembre 2024?
  • Sarà pubblicato sui siti istituzionali, comprensivo delle tappe intermedie che permettano ai cittadini di verificare lo stato di avanzamento?
  • Se si giungesse alla conclusione che l’impianto non sarà pronto per il primo gennaio 2025, inizio del Giubileo, il Sindaco rinuncerà ai poteri straordinari sottoponendo l’iter alle procedure ordinarie, con tutti i passaggi previsti?
  • In attesa dell’entrata in funzione del nuovo termovalorizzatore, quale modalità è prevista per contenere la produzione o per lo smaltimento dei rifiuti non riciclabili?

Risposte:

Il Piano per la Gestione dei Rifiuti di Roma Capitale presentato dal Sindaco Gualtieri lo scorso 4 agosto (**) indica l’impiantistica prevista per la chiusura del ciclo dei rifiuti nel territorio di Roma. Tutto il procedimento sarà caratterizzato dalla massima trasparenza e tutti gli atti regolarmente pubblicati, come previsto dalla  normativa ambientale. Obiettivo dell’amministrazione è di uscire da una situazione unica in Europa per cui tutte le filiere di rifiuti vengono inviate a impianti fuori dal territorio, con costi ambientali e economici enormi.

Una volta conclusa la procedura di V.A.S. attualmente in corso, la road map indicata prevede entro fine settembre l’approvazione definitiva del Piano e l’avvio delle procedure di evidenza pubblica per la manifestazione di interesse alla realizzazione del termovalorizzatore, oltre che l’avvio delle progettazioni degli altri impianti previsti dal Piano stesso.

L’art.1, comma 421, della Legge 30.12.2021 n.234, che istituisce la figura del Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo 2025 ha, come termine ultimo del mandato del Commissario, la data del 31.12.2026. L’art. 13 del Decreto Legge 17.05.2022 n.50 che attribuisce al Commissario i poteri esercitati dalle Regioni in tema di Gestione dei Rifiuti, non stabilisce termini diversi per l’esercizio di tali poteri.

Per quanto riguarda le misure  per il contenimento della produzione dei rifiuti, le linee di indirizzo sono descritte  del Piano per la Gestione dei Rifiuti (PGR) di Roma Capitale, mentre le modalità operative di dettaglio saranno descritte nel Piano Industriale di AMA e nel nuovo Contratto di Servizio attualmente in corso di redazione. Per titoli, si prevedono campagne mirate di comunicazione e sensibilizzazione dei cittadini, la realizzazione delle case dell’acqua, accordi operativi con la distribuzione per favorire la riduzione degli imballaggi, interventi mirati alla riduzione dello spreco alimentare. Il green public procurement negli appalti pubblici, ecc.

Per una corretta gestione dei rifiuti da avviare a smaltimento, in attesa dell’entrata in funzione del termovalorizzatore, la via maestra è quella di chiudere accordi quadro di lungo periodo con operatori qualificati, nazionali ed esteri, così da ridurre in modo drastico e possibilmente eliminare del tutto le cause delle ripetute crisi di sistema che hanno purtroppo caratterizzato anche questi ultimi mesi.

Domande: Il codice degli appalti e la consultazione pubblica

Il Codice degli Appalti (Art. 22 – Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico[2])  prevede che le amministrazioni aggiudicatrici pubblichino i progetti di fattibilità relativi alle grandi opere infrastrutturali di rilevanza sociale, aventi impatto sull’ambiente, sulle città e sull’assetto del territorio, nonchè gli esiti della consultazione pubblica, comprensivi dei resoconti degli incontri e dei dibattiti con i portatori di interesse (pubblico dibattito, come già praticato in Francia). E anche che le osservazioni raccolte siano valutate in sede di predisposizione del progetto definitivo e discusse in sede di conferenza di servizi[3].

  • Per il progetto del termovalorizzatore si intende attuare questa procedura?
  • Per la scelta della localizzazione si prevede di intraprendere un percorso informativo e di consultazione della cittadinanza?

Risposta

Il progetto di fattibilità del nuovo impianto così come la localizzazione, una volta definiti, saranno resi pubblici e sugli stessi sarà avviato un percorso di partecipazione con la cittadinanza.

Domande V.I.A. e V.A.S.?

Gli impianti per l’incenerimento dei rifiuti urbani rientrano nella più ampia categoria di impianti sottoposti a V.I.A. e V.A.S., di competenza regionale[4].  La Valutazione di impatto ambientale  (VIA[5]e la Valutazione Ambientale Strategica (VAS[6]) sono  strumenti di valutazione delle scelte di programmazione e pianificazione con la finalità di perseguire obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, di protezione della salute umana e di utilizzazione accorta e razionale delle risorse naturali [7].  In particolare la VIA prevede un percorso di  prevenzione, integrazione, confronto tra chi progetta e chi autorizza e infine partecipazione, con  l’apertura del processo di valutazione all’attivo contributo dei cittadini [8].

  • La realizzazione del termovalorizzatore sarà sottoposta a VIA e VAS, con tutte le fasi procedimentali che comportano?
  • Quale ente gestirà la Conferenza dei servizi, la VIA e la VAS dato che le competenze regionali in materia sono attribuite dal Decreto legge al Sindaco Commissario?

Risposte:

La realizzazione dell’impianto seguirà tutte le procedure previste dalla normativa ambientale (in particolare il dettato del Titolo III bis della parte IV del D. Lgs.152/2006). La differenza sostanziale è quella prevista dall’art.13  del Decreto Legge 17.05.2022 n.50: il Commissario Straordinario del Governo, con specifico riferimento al territorio di Roma Capitale, esercita le competenze assegnate alla Regione. E’ attualmente aperta la procedura di VAS del Piano di Gestione dei Rifiuti (PGR) di Roma Capitale e del Relativo Rapporto Ambientale, e ovviamente seguirà il procedimento di VIA l’impianto di termovalorizzazione. Del resto, il dettato dell’art.13 è molto chiaro nella sua formulazione, laddove prescrive il rispetto di tutti i vincoli inderogabili derivanti dall’appartenenza del nostro Paese – e quindi della sua capitale –  all’Unione Europea.

Per quanto riguarda la gestione delle Conferenze dei Servizi, grazie ai poteri conferiti  il Commissario Straordinario può gestire direttamente tutto il procedimento o affidarne una parte alle strutture pubbliche, con le quali si può convenzionare (art.13 comma 3 D. L. n.50 del 17.05.2022). Con il Decreto n.1 del 12 agosto 2022 il Commissario Straordinario ha determinato di di individuare il Dipartimento III ambiente e tutela del territorio: acqua – rifiuti – energia – aree protette della Città metropolitana di Roma Capitale, nella persona del Direttore pro tempore, quale Autorità Competente per la Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Rifiuti di Roma Capitale e del relativo Rapporto Ambientale.

Domande nel merito

Domanda Il termovalorizzatore e cosa dice (e chiede) l’Europa

Già nel 2008, la direttiva della unione europea 2008/98/CE[9] (recentemente rafforzata dalla Direttiva 2018/851/UE[10] nell’ambito del pacchetto dell’economia circolare) sancisce il principio della gerarchia nel trattamento dei rifiuti in cui la “termovalorizzazione” sta al quarto e penultimo posto dopo prevenzione, preparazione per il riutilizzo, riciclaggio, recupero di altro tipo, per esempio il recupero di energia(il 5° e ultimo è la discarica ossia lo smaltimento). E il PNRR finanzia solo impianti “a valle” della differenziata[11] .

  • Mettere in cantiere un termovalorizzatore che dovrà bruciare rifiuti per i prossimi trent’anni è una scelta adeguata alla transizione ecologica che ci chiede l’Europa?

Risposta:

L’Unione Europea ha stabilito in modo chiaro la gerarchia dei rifiuti – all’articolo 4 della direttiva quadro sui rifiuti, la 2008/98/UE, aggiornata come parte delle misure del pacchetto sull’economia circolare con la direttiva 2018/851/UE – che prevede nell’ordine: riduzione, preparazione per il riutilizzo, riuso, riciclaggio, recupero (inclusa la termovalorizzazione con recupero energetico) e da ultimo conferimento in discarica e incenerimento senza recupero energetico. Per l’Unione Europea la differenza tra un termovalorizzatore e un inceneritore è che nel bruciare i rifiuti il primo produce energia elettrica e calore, il secondo no. I nuovi obiettivi fissati dall’UE prevedono il riciclo del 55% dei rifiuti nel 2025, il 60% nel 2030 e il 65% nel 2035 e di limitare al 10% il ricorso alle discariche, quando purtroppo in Italia al centro-sud è ancora la forma prevalente di smaltimento dei rifiuti. Nella comunicazione 34/2017 è scritto che “i processi di termovalorizzazione possono svolgere un ruolo nella transizione a un’economia circolare a condizione che la gerarchia dei rifiuti dell’UE funga da principio guida” e che “siano impiegate le tecniche più efficienti per massimizzare il contributo agli obiettivi climatici ed energetici” europei (utilizzo surriscaldatori, sfruttamento energia contenuta negli scarichi gassosi, utilizzo pompe di calore etc). L’Unione europea vuole infatti garantire una corretta gestione dei rifiuti nella direzione della chiusura del ciclo per i diversi materiali. Ad andare contro l’Europa è il sistema di gestione dei rifiuti che Roma ha avuto negli ultimi cinque anni. Perché non ha fatto alcun passo avanti sulla differenziata, perché continua a conferire rifiuti a discarica (che invece l’UE vuole limitare al 10%), perché punta sulle spedizioni mentre l’Europa vuole limitare i viaggi e puntare su prossimità e autosufficienza nello smaltimento. 

Domande Costi/benefici dal punto di vista economico

Un tema complesso come quello del ciclo dei rifiuti richiede di valutare diverse soluzioni tenendo conto dei costi e benefici economici ma anche dei costi e benefici ambientali, sanitari e sociali, i così detti “benefici intangibili”. Soprattutto tenendo conto dell’interesse pubblico che riveste il tema e di quanto la cittadinanza abbia  bisogno di avere informazioni – esaustive ma chiare e comprensibili – al fine di poter valutare la decisione correttamente, e non sulla spinta emotiva dovuta a criticità che si sono protratte per troppo tempo.

  • Prima della scelta di dotarsi di un nuovo termovalorizzatore, è stata effettuata un’analisi costi/benefici per valutare eventuali soluzioni alternative e, nel caso che non sia stata effettuata, si intende effettuarla?
  • Quando e come gli esiti e i dati di input e output di tale analisi verranno condivisi e discussi con la cittadinanza[12]?
  • I piani economici e la relativa analisi costi/benefici (se effettuata) sono stati valutati alla luce della recente (18.5.22) votazione della Commissione Ambiente del Parlamento europeo in merito all’inclusione degli inceneritori tra gli impianti che dovranno acquistare crediti[13] per compensare le emissioni climalteranti prodotte, dato che circa il 50% in peso dei rifiuti inceneriti viene immesso in atmosfera come Co2 o altri gas climalteranti?

Risposte:

Occorre ricordare sempre che la scelta impiantistica effettuata da Roma Capitale è in primo luogo derivata dalla necessità di non far più dipendere la città da soggetti terzi. In questi anni Roma ha trattato con impianti di proprietà soltanto il 4% della produzione di rifiuti differenziati e il 15% dei rifiuti indifferenziati. La seconda motivazione, anch’essa di importanza fondamentale, è quella di minimizzare per quanto possibile il ricorso alla discarica (oggi pari a 450 mila tonnellate/anno, il 30% dei rifiuti prodotti). Infine va posto in evidenza il dato che, a causa della mancanza di impianti propri, attualmente Roma spende per la gestione del RUR in impianti di terzi una media di 220 euro/tonn., mentre ad esempio Torino e Milano ne spendono circa la metà.

Per quanto riguarda la proposta di revisione del meccanismo di EU – Emissions Trading System – ovvero l’inclusione del settore dell’incenerimento dei rifiuti di origine urbana nel sistema per lo scambio delle quote di emissione di gas c.d. effetto serra – occorre sempre precisare che una decisione definitiva non è stata adottata e che è stata richiesta una valutazione compiuta e organica del relativo provvedimento, in considerazione dei rischi di potenziale aumento del conferimento dei rifiuti in discarica, di favorire l’esportazione dei rifiuti verso Paesi extra europei, aumento dei costi per i cittadini.

Domande Per la costruzione del termovalorizzatore si parla di un investimento di 700 milioni di euro

  • Con quali fondi sarà finanziato ?
  • E’ stato predisposto un piano economico alternativo che preveda di investire in un potenziamento del personale addetto alla raccolta “Porta a Porta” utilizzando le stesse risorse?[14]  
  • I piani economici di dettaglio con la previsione di tutti gli investimenti previsti, non solo per la realizzazione del termovalorizzatore e dei biodigestori, ma anche per le altre attività necessarie alla chiusura del ciclo dei rifiuti, come, a titolo di esempio, la dotazione di cassonetti stradali intelligenti[15], il potenziamento del personale, dei mezzi, l’incentivazione alla raccolta differenziata e quant’altro saranno resi pubblici ? Quando?

Risposte:

Le risorse necessarie per la realizzazione dell’impianto non saranno a carico delle casse del Comune ma delle aziende che si proporranno per la sua costruzione.

Il piano per il potenziamento dell’AMA in termini di risorse umane e strumentali – oltre ad un piano per la completa reingegnerizzazione dei sistemi di raccolta – per garantire una migliore capacità di risposta dell’Azienda rispetto agli obiettivi posti dall’Amministrazione, è già stato avviato, come dimostrano le notizie di questi giorni relative all’assunzione di 650 nuovi dipendenti da destinare ai servizi di pulizia e spazzamento entro il prossimo dicembre. Questo comporterà una notevole ricaduta sui costi operativi dell’Azienda, che però non possono essere comparati agli investimenti finanziari necessari per la realizzazione degli impianti, di tutti gli impianti previsti dal Piano e non del solo TMV.

I Piani economici e finanziari sono già disponibili per tutti gli investimenti relativi alla realizzazione di impianti che Roma Capitale ha richiesto sui bandi del PNRR, che lo ricordiamo sono: 2 biodigestori anaerobici per la frazione organica, 2 impianti di preselezione della carta e della plastica, 10 Centri di Raccolta e Riuso. Con i fondi di Ama è stata prevista anche la realizzazione di un impianto per il trattamento delle terre di spazzamento.

Per quel che riguarda in particolare le attività della raccolta (dai cassonetti c.d. “intelligenti” alle dotazioni di mezzi e infrastrutture avanzate) per una corretta pianificazione economica bisogna attendere la stesura definitiva del nuovo piano industriale e del nuovo contratto di servizio di AMA. Si stanno infatti riprogettando, sulla base delle linee programmatiche dettate dall’Amministrazione che prevedono una forte centralità del ruolo dei Municipi, sia i servizi di pulizia, lavaggio, spazzamento e sanificazione sia le modalità di svolgimento di attività di raccolta per le utenze sia domestiche che commerciali. In questo contesto assume una grande importanza l’acquisizione di informazioni dettagliate sui sistemi insediativi e sui sistemi dei servizi e delle attività produttive. Infatti, soltanto attraverso una conoscenza precisa di questi elementi, oltre ai numeri dei flussi turistici, degli spostamenti per lavoro e studio, sarà possibile progettare un sistema di raccolta moderno, coerente con le caratteristiche urbanistiche dei territori e dimensionato correttamente.

Domanda: Rapporto termovalorizzatore/differenziata 1

Il “pacchetto” di economia circolare della Comunità Europea indica che si deve privilegiare il riciclo. Quindi non solo un’alta percentuale di raccolta differenziata, ma anche un’alta qualità del differenziato raccolto (frazioni il più possibile pure), in modo da ridurre il più possibile gli scarti della differenziata che tornano nel ciclo di trattamento del rifiuto indifferenziato. Una frazione differenziata che contiene il 15% di materiale “alieno” come minimo riduce la percentuale di riciclo del 15%, quindi una Raccolta Differenziata del 70% in realtà corrisponde a meno del 60% di reale riciclo in quanto va depurata dello “scarto” (vedi anche note 30 e 31). Si deve quindi puntare a una raccolta differenziata estesa e fatta bene. Soprattutto a partire dall’organico che, mediamente, rappresenta il 35%-40% dei rifiuti[16].

  • La costruzione di un termovalorizzatore non entrerà in conflitto con l’incentivazione della raccolta differenziata?
  • Considerando che l’ammortamento dei costi sarà  spalmato su tempi calcolati in circa trent’anni, quando la differenziata arriverà – si spera in meno di 10 anni – a raggiungere i livelli programmati del 65%- 70%, con una quota di indifferenziato molto bassa, il nuovo termovalorizzatore come potrà continuare a bruciare rifiuti indifferenziati?
  • Dopo anni di crescente esasperazione dei romani per i cassonetti debordanti e i rifiuti per strada, un impianto che crea energia dai rifiuti indifferenziati non rischia di offrire una soluzione che solleva i cittadini della consapevolezza dei rischi per l’ambiente e dalla responsabilità di contribuire a ridurre l’uso di materiali riciclabili? 
  • La realizzazione del termovalorizzatore, che offre quella che sembra una facile soluzione alla gestione dei rifiuti, non rischia di disincentivare il raggiungimento dei target di differenziata e bloccare gli investimenti sul riciclo?
  • Se, come sembra, il termovalorizzatore dovrà bruciare il “tal quale”, non si rischia di introdurre una gran quantità di frazione umida che, non essendo stata sottoposta a processi di essiccazione, abbassa la temperatura di funzionamento e riduce l’efficienza energetica del termovalorizzatore? Il processo non richiederà l’aggiunta di combustibile fossile per mantenere temperature adeguate di funzionamento?

Risposte:

Assolutamente condivisibile la riflessione sull’importanza della qualità della Raccolta Differenziata. Bisogna tenere presente che al crescere della percentuale di RD, la qualità della stessa tende a diminuire. In alcune delle esperienze più virtuose del nostro Paese, dove la tariffa puntuale misura e disincentiva la produzione di RUR, si è paradossalmente verificato un sensibile peggioramento della qualità della RD.

La realizzazione dell’impianto di TMV non entra in conflitto con il miglioramento della raccolta differenziata. Un esempio per tutti la Lombardia: 13 impianti di incenerimento, una percentuale di RD al 73,3%. Da segnalare anche il caso di Parma, che dopo l’avvio del TMV ha sempre incrementato la propria RD raggiungendo l’82,7%, miglior comune italiano con una popolazione superiore ai 200 mila abitanti.

Nell’analisi sulla produzione dei flussi contenuta nel Piano presentato si ipotizza nel 2030 una RD al 65% e una quantità totale di rifiuti prodotti pari a 1.550.000 tonnellate annue. La quantità totale di rifiuti indifferenziati da gestire sarebbe pari a  751.646 t/anno, per i quali si stima che 728.868 tonn. siano da avviare a recupero energetico e 22.778 tonn. non permettano il recupero energetico (es. frantumi di vetro, inerti, materiali non ferrosi) ma richiedano smaltimento a discarica. Quantità come si vede assolutamente coerenti con il dimensionamento dell’impianto previsto, che tratta 600 mila t/anno.

La precarietà degli sbocchi di conferimento è la causa prima delle inefficienze della raccolta: i mezzi non riescono a scaricare rapidamente e di conseguenza ritardano l’avvio di un nuovo giro di raccolta. Superare queste criticità, grazie all’impianto TMV e ad una riorganizzazione e potenziamento della logistica intermedia può senza dubbio migliorare la raccolta e contribuire a responsabilizzare i cittadini sull’importanza di adottare comportamenti sostenibili dal punto di vista ambientale. Se si percepisce un servizio finalmente più efficiente, in grado di rispettare i turni di svuotamento dei contenitori e di lasciare le postazioni più pulite, si è portati ad adottare comportamenti più corretti.

Si deve passare ad una gestione industriale del ciclo integrato dei rifiuti, che ha come finalità “la protezione dell’ambiente e della salute, per cui pianificare investimenti innovativi sulle attività di riciclo rimane una questione fondamentale. Gli investimenti devono riguardare tutte le frazioni della RD, dagli inerti alle plastiche, dall’organico agli oli usati. In questa direzione è importante prevedere accordi di collaborazione con le Università romane e i centri di ricerca pubblica quali CNR,ENEA, ISPRA, ISS.

Nell’analisi dei flussi si è ipotizzata una raccolta differenziata della frazione organica pari al 75% del totale prodotto. Di conseguenza, il RUR avrà un sufficiente potere calorifico e non sarà necessario prevedere l’aggiunta di altri combustibili.

Domande:Rapporto termovalorizzatore/differenziata 2

Roma produce 1,7 mln t/anno di rifiuti. La prospettiva dichiarata dal Sindaco e dall’Assessora ai rifiuti è quella di arrivare al 65% di raccolta differenziata pari a 1.105.000 t/anno. Conseguentemente la indifferenziata si ridurrà al 35% pari a 595.000 t/anno. Ci risulta[17] però che solo ⅓ di indifferenziata mediamente abbia  un potere di combustione, e quindi solo 198.000 t/anno sarebbero utili per l’alimentazione di un termovalorizzatore[18].

  • Per arrivare a 600.000 t/anno come previsto, il termovalorizzatore utilizzerà circa 400.000 t di scarti di raccolta differenziata oppure brucerà il “tal quale” saltando la selezione dei TMB e  rinunciando a tecnologie per il recupero e il riuso?
  • In ogni caso, come si giustifica  una dimensione di 600.000 t/anno? Forse con il recepimento dei rifiuti indifferenziati della Città Metropolitana, della Regione Lazio o addirittura di altre Regioni?
  • E’ stata presa in considerazione la possibilità di realizzare un termovalorizzatore più piccolo, da alimentare con una quota minore di rifiuti indifferenziati?

Risposte:

Gli studi di Zero Waste citati nelle note, che tra le ipotesi considerano che i 2/3 dei RUR non possono andare ad impianti di termovalorizzazione contraddicono le modalità operative dei principali impianti italiani.

Come si è già evidenziato, la dimensione proposta per l’impianto è il risultato di una rigorosa analisi dei flussi presente nel Piano di Gestione dei Rifiuti di Roma.

Domanda: Rapporto termovalorizzatore/differenziata 3

Nel discorso in Assemblea Capitolina del 20 aprile scorso, il Sindaco Gualtieri, a proposito del TMB, ha dichiarato che “…è un tipo di impianto fortemente impattante oltre che esso stesso altamente inquinante in termini di emissioni di CO2 e che “già al momento della presentazione in quest’aula delle linee programmatiche, avevo avuto modo di sottolineare che quanto maggiore sarebbe stata la capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti, tanto minore sarebbe stata la necessità di ricorrere a discariche e Tmb” [19].

  • L’amministrazione intende quindi non ricorrere al pre-trattamento dei rifiuti in impianti appositi come i TMB, che permettono la separazione del rifiuto indifferenziato tra frazione umida e frazione secca incrementando quindi la quota di recupero di materia[20] ?

Risposta:

Si è scelto di superare la fase dei TMB e dei TM perché, come indicato anche nel Programma Nazionale di Gestione dei Rifiuti, si devono valorizzare “le scelte tecnologiche e impiantistiche volte al recupero energetico diretto senza attività di pre-trattamento affinché si massimizzi la valorizzazione energetica del rifiuto”. Inoltre, i dati sui flussi in uscita dai TMB laziali dimostrano la bassissima percentuale di recupero di materia e, al contrario, l’elevatissima percentuale di rifiuti avviati a smaltimento.

Domande Rapporto termovalorizzatore/differenziata 4

Per ottenere un riciclaggio del 65%, come richiesto dalla normativa, la percentuale di raccolta differenziata deve comunque essere superiore, dato che si deve tenere conto degli “scarti” (quota di differenziata “mal raccolta” che inquina quindi altre frazioni)[21]. Dai documenti e dichiarazioni dell’Amministrazione non è chiaro come verranno raggiunti gli obiettivi di riciclaggio definiti dalla normativa nazionale ed europea. Ad esempio dai dati dell’amministrazione, tenendo conto degli scarti, risulta un riciclaggio al 2035 del 58,8% anziché del 65% (si veda nota)[22].

  • Con una quota di riciclo effettivo al 65% e non al 58,8%,  le stime andrebbero riviste e il dimensionamento effettivo del termovalorizzatore non dovrebbe essere ricalcolato in diminuzione?
  • Possiamo avere dettagli su come il Comune intende raggiungere gli obiettivi indicati dal dlgs 116[23] al 2030 in merito agli obiettivi minimi di riciclaggio degli imballaggi previsti dalla legge atteso che non abbiamo trovato dettagli sull’organizzazione prevista per la RD ?

Risposta:

Per raggiungere un obiettivo di riciclaggio al 65% si stima sia necessaria una percentuale di RD al 82%. Si deve sempre tenere presente che gli obiettivi comunitari si riferiscono agli Stati. Ad esempio, l’obiettivo di RD al 65% per i Comuni è valido dal 2012, ma ad oggi nessun comune capoluogo di Regione ha raggiunto questa percentuale. Milano, spesso citata come città virtuosa, è  al 62,7%.

Con riferimento agli imballaggi, nell’ambito delle proprie competenze, Roma Capitale intende perseguire tale obiettivo attraverso una strategia complessa che prevede l’informazione ai cittadini per promuovere la cultura del rispetto dell’ambiente e orientare gli acquisti ambientalmente sostenibili, l’attivazione di sistemi premianti e di metodi per la determinazione della produzione dei rifiuti, la promozione dei centri del riuso, la prevenzione della produzione ed una corretta gestione dei rifiuti derivanti da eventi pubblici e dalla ristorazione scolastica, la lotta allo spreco alimentare e gli acquisti ambientalmente preferibili (Green Public Procurement – GPP).

Le singole misure sono attualmente in fase di valutazione, e così gli investimenti necessari. le linee guida sono descritte in un apposito capitolo del Piano per la Gestione dei Rifiuti (PGR) di Roma Capitale, a alcune iniziative sono già state avviate. A marzo di quest’anno il Comune ha approvato la delega ad AMA per la firma della Convenzione  con il Consorzio di filiera Biorepack, che, in ambito europeo, rappresenta il primo sistema di responsabilità estesa del produttore per il riciclo dei rifiuti da imballaggio in plastica biodegradabile e compostabile. Un provvedimento necessario per dare effettiva attuazione all’Accordo Quadro siglato nel 2020 tra ANCI e CONAI riguardante la gestione dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico. Con questa Convenzione, Roma Capitale intende mettere in atto ogni iniziativa utile alla valorizzazione delle frazioni recuperabili provenienti dalla raccolta differenziata cittadina.

Domande Che fine fa quello che resta

L’Amministrazione ha dichiarato, in un recente incontro con i cittadini, che solo il 5% circa dei rifiuti immessi nel termovalorizzatore diventeranno scorie da conferire in discarica.

  • Quali  modalità e tecniche permettono di raggiungere questo dato?
  • Quando sarà realizzato e messo in funzione il termovalorizzatore, quanti e quali rifiuti  dovranno ancora essere conferiti  in discarica?
  • Quali tecnologie saranno usate per smaltire le polveri pesanti e leggere (mediamente il 35%, dipende ovviamente dalla composizione dei rifiuti inceneriti)? E’ compresa  anche la parte di polveri che, in quanto classificate rifiuti speciali dopo il processo di incenerimento, dovranno essere conferite in apposite discariche speciali?

Risposte:

Le modalità tecniche che permettono un elevato recupero delle scorie di incenerimento sono quelle utilizzate nei principali impianti italiani. La fase operativa importante per raggiungere un elevato livello di recupero riguarda la fase di raffreddamento delle ceneri. Le ceneri pesanti, dopo una prima fase di trattamento e il recupero dei metalli, possono essere utilizzate come componenti per le pavimentazioni stradali e i materiali da costruzione. Nell’analisi dei flussi presentata nel Piano le ceneri pesanti rappresentano circa il 20% dei rifiuti trattati e di queste il 90% sono avviate a recupero. Le ceneri leggere e i prodotti sodici residui sono il 5% dei rifiuti trattati dall’impianto e vengono tutte trattate in impianti di inertizzazine prima di essere avviate in discariche per rifiuti pericolosi. Le ipotesi inserite nel Piano presentato all’A.C. prevedono che siano avviate a discarica per inerti circa 15 mila tonn. Di ceneri pesanti e 30 mila tonn. Di ceneri leggere e prodotti sodici inertizzati.

Domande La scelta delle modalità

Considerando che, come ogni impianto, e a maggior ragione viste le dimensioni previste per il termovalorizzatore proposto, si deve tenere conto degli impatti sui territori, se fosse confermata la scelta della localizzazione a Santa Palomba[24] indicata da varie fonti di stampa.

  • La scelta della localizzazione del sito prevede diverse ipotesi  da sottoporre a Valutazione di Impatto Ambientale?
  • Considerata la distanza da percorrere e che Via Ardeatina si svolge all’interno di aree tutelate, per quando è previsto la messa in sicurezza della Via Pontina[25]?  
  • L’area sarà pubblica o privata (con relativo indennizzo)?
  • Attesa la grande quantità di acqua necessaria per il funzionamento di un termovalorizzatore (o meglio inceneritore), per tutte le ipotesi di localizzazione analizzate, è  stato valutato l’impatto sulle falde acquifere e sulla disponibilità di acqua considerando, ad esempio, che le falde acquifere della zona del castelli romani sono già in forte sofferenza e che in futuro si prevede una minore disponibilità d’acqua per il riscaldamento climatico e relativi processi di desertificazione[26]?

Risposte:

La scelta definitiva dell’area su cui dovrà sorgere l’impianto non è stata ancora effettuata.

Una volta individuato il sito e acquisito il progetto da sottoporre alla procedura di VIA sarà possibile valutare la necessità di acqua per il funzionamento e l’impatto sulle falde acquifere. E’ sempre importante ricordare che, dopo l’adozione delle BAT Conclusions, i limiti di emissione per gli inquinanti in aria e acqua per i termovalorizzatori sono i più severi tra tutti i tipi di impianti industriali. I dati sono pubblici e si possono verificare sull’European Industrial Emissions Portal

Domande: La governance

Nel discorso in Assemblea Capitolina, il Sindaco Gualtieri ha parlato di “Un termovalorizzatore a controllo pubblico da attuare con le migliori tecnologie disponibili”.

  • “A controllo pubblico” significa, come già per ACEA, un società di cui il Comune detiene la maggioranza, ma con una parte di azionisti privati?
  • La finalità di servizio pubblico, oggi effettuato da AMA, partecipata al 100% dal Comune, non contrasta con le finalità del profitto e dei dividendi da distribuire agli azionisti del partner ACEA?

Risposta:

Le modalità con cui si esplicherà il controllo pubblico sul futuro impianto devono ancora essere definite.

Non appare corretto evidenziare il contrasto tra Aziende in house e società a maggioranza pubblica con la presenza nel capitale di fondi di investimento/imprese private/azionisti privati. I casi di A2A, IREN e HERA confermano che i Sindaci di Milano, Brescia,Genova, Torino, Reggio Emilia, Bologna hanno ben chiaro che interesse pubblico significa offrire ai cittadini un servizio pubblico efficiente e ambientalmente sostenibile.

Domande Le alternative sul breve periodo

Attualmente i rifiuti romani indifferenziati ci risulta che siano già inceneriti per i ⅔ nel termovalorizzatore di San Vittore, nel Lazio, al confine con la Campania . Nel discorso in Assemblea capitolina il Sindaco ha ricordato che “nelle linee programmatiche avevamo indicato la necessità di potenziare le capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti a partire dal potenziamento del sito Acea di San Vittore, facendo ricorso alle migliori tecnologie”.

  • Non sarebbe più conveniente continuare ancora per qualche tempo a conferire a San Vittore (e in altri termovalorizzatori) i rifiuti eccedenti, fino all’innalzamento della raccolta differenziata, quando l’impianto laziale sarà più che sufficiente? 
  • Prima che  il termovalorizzatore sia realizzato e entri in funzione a pieno regime,  quali modalità si stanno predisponendo  per contenere la produzione di rifiuti non riciclabili?
  • la quarta linea di San Vittore, che era stata annunciata come imminente è stata bocciata dal MiC alla conferenza dei servizi[27] ed è  oggetto di forte opposizione da parte delle province di Frosinone e Caserta, e dei piccoli comuni del basso Lazio. Il progetto va avanti?
  • Sono previsti interventi di “revamping” per le linee in esercizio a San Vittore?

Risposte:

L’impianto di San Vittore, che tratta circa 320 mila tonn. di CSS,  di cui una quota limitata è riservata alla città di Roma, non può in alcun modo coprire le esigenze di smaltimento dei rifiuti indifferenziati prodotti in tutto l’ambito regionale,  anche quando sarà ridotta la produzione di rifiuti e aumentata la percentuale di differenziata e riciclo. Inoltre, continuando ad utilizzare TMB e TM per il fabbisogno di Roma resterebbe il grande problema di dove smaltire oltre 300 mila tonn. di rifiuti. Come più volte evidenziato, la scelta di Roma Capitale di chiudere il ciclo integrato dei rifiuti con un TMV deriva dalla necessità di non dover dipendere da impianti di terzi localizzati in altre regioni e/o all’estero.

Domande Le alternative sul medio-lungo periodo / Le proposte per incentivare la differenziata

Il primo passo per rispettare la gerarchia dei rifiuti è quello di garantire una elevata percentuale di raccolta differenziata di qualità, cioè con bassa percentuale di componenti “aliene” nelle diverse frazioni differenziate

  • Come si intende diffondere il più possibile il modello di raccolta “porta a porta”?
  • Sono state valutate ipotesi di utilizzo dei circa 1.500 lavoratori AMA esonerati dai servizi di raccolta per attività di promozione e spiegazione presso i cittadini dei comportamenti virtuosi della raccolta differenziata, della riduzione, del riciclo e del riuso? E’ stata valutata la possibilità di impiegare almeno una parte di questo personale in attività di controllo delle attività di raccolta differenziata stradali?
  • Per la residua raccolta differenziata stradale, è prevista l’adozione di cassonetti intelligenti, dotati di tessera magnetica o altre tecnologie in grado di individuare il conferitore, al fine di ridurre al minimo l’inquinamento delle frazioni da parte di materiali “alieni”, inquinamento che le rende non utilizzabili economicamente?
  • E’ stata prevista l’adozione di tariffe puntuali, cioè di calcolo della tariffa rifiuti (TARI) legato alla reale produzione di rifiuti indifferenziati di ogni singola utenza? Quando e come verrà garantito il calcolo per le utenze non servite dal servizio di raccolta “Porta a Porta”?

Risposte:

Nel nuovo contratto di servizio di AMA in corso di redazione saranno dettagliate le diverse modalità di raccolta con l’obiettivo di migliorare qualità e quantità della RD. Deve essere chiaro che non esiste un “modello ideale” di raccolta, ma bisogna progettare i diversi sistemi attuabili tenendo presenti le peculiarità antropiche e urbanistiche dei territori.

Assolutamente corretto coinvolgere i lavoratori nelle attività di promozione e informazione ai cittadini e nelle attività di controllo. In questa direzione l’Azienda ha già avviato un dialogo proficuo con le Organizzazioni Sindacali.

Per quanto riguarda le attrezzature della RD stradale, dopo la negativa esperienza dei cassonetti acquistati dalla precedente Amministrazione di Roma, si è deciso di acquisire nuovi modelli di contenitori con maggiore capacità e dotati di sistemi di riconoscimento dell’utenza. Già nei prossimi mesi verrà avviata la sperimentazione di queste attrezzature in alcuni territori.

Il tema della tariffazione puntuale esige di essere affrontato con grande rigore. Nelle grandi città esistono delle criticità che non sono state ancora risolte. Non è un caso che nessun capoluogo di Regione abbia avviato un sistema di tariffazione puntuale. La sola misurazione della RUR può andare bene per i piccoli centri, caratterizzati prevalentemente da unità immobiliari ad uso abitativo mono o bi-familiari.

Domande Le altre azioni per la riduzione dei rifiuti 

Secondo la citata gerarchia europea dei rifiuti la riduzione è il primo obiettivo. Atteso che il dimensionamento dell’impianto di termovalorizzazione sembra eccessivo rispetto alle esigenze a regime (vedi sopra)

  • Quali azioni e quali investimenti sono previsti per ridurre il quantitativo dei rifiuti?
  • Sono previsti incentivi per i prodotti alla spina e iniziative per la riduzione del volume degli imballaggi?

Domande Secondo la citata gerarchia europea dei rifiuti il riuso e il riciclo sono il secondo e terzo obiettivo, prima del recupero di materia e del recupero di energia.

  • Quali e quanti centri di riuso e di riciclo sono previsti a livello territoriale e quali investimenti sono previsti per promuovere la cultura di riduzione, riuso e riciclo e per finanziare iniziative per il riuso?
  • Sono previsti incentivi per favorire la nascita di laboratori di riparazione e/o di riciclo?
  •  Il comune ha in programma di assegnare spazi pubblici per iniziative in tale direzione e a che condizioni?

Risposte

Sebbene il tema della prevenzione della produzione di rifiuti sia da riferire prevalentemente ad iniziative di carattere nazionale attinenti alla responsabilità del produttore, come nel caso dei programmi generali di prevenzione e gestione degli imballaggi, è evidente che siamo di fronte ad un tema che rappresenta certamente uno degli obiettivi più sfidanti per le amministrazioni locali. Nell’ambito delle proprie competenze, Roma Capitale intende perseguire tale obiettivo attraverso una strategia complessa che prevede l’informazione ai cittadini per promuovere la cultura del rispetto dell’ambiente, l’attivazione di sistemi premianti e di metodi per la determinazione della produzione dei rifiuti, la promozione dei centri del riuso, la prevenzione della produzione ed una corretta gestione dei rifiuti derivanti da eventi pubblici, la lotta allo spreco alimentare e gli acquisti ambientalmente preferibili (Green Public Procurement – GPP).

Le singole misure sono attualmente in fase di valutazione, e così gli investimenti necessari. Le linee guida sono descritte in un apposito capitolo del Piano per la Gestione dei Rifiuti (PGR) di Roma Capitale, a alcune iniziative sono già state avviate. A marzo di quest’anno il Comune ha approvato la delega ad AMA per la firma della Convenzione  con il Consorzio di filiera Biorepack, che, in ambito europeo, rappresenta il primo sistema di responsabilità estesa del produttore per il riciclo dei rifiuti da imballaggio in plastica biodegradabile e compostabile. Un provvedimento necessario per dare effettiva attuazione all’Accordo Quadro siglato nel 2020 tra ANCI e CONAI riguardante la gestione dei rifiuti di imballaggio conferiti al servizio pubblico. Con questa Convenzione, Roma Capitale intende mettere in atto ogni iniziativa utile alla valorizzazione delle frazioni recuperabili provenienti dalla raccolta differenziata cittadina.  Parallelamente stiamo portando avanti una interlocuzione con i consorzi di filiera per l’attivazione di progetti volti a favorire la raccolta di altre frazioni come la carta, la plastica e gli oli esausti. In particolare questi ultimi, che sono molto ricercati come materia prima seconda e che invece, se dispersi nell’ambiente, rappresentano un fattore altamente inquinante.

Il piano dell’Amministrazione prevede l’ampliamento della rete cittadina dei Centri di raccolta,  attraverso la realizzazione – a regime – di 30 strutture distribuite sull’intero territorio cittadino. E’ allo studio anche un progetto per la trasformazione dell’ex TMB Salario in un grande hub dell’economia circolare, destinato ad ospitare Centri per il riciclo ed il riuso, laboratori di riparazione e Centri per lo scambio dell’usato, secondo la filosofia utilizzata nelle Ressourceries francesi, dove si recuperano gli oggetti danneggiati, li si ripara e gli si garantisce una seconda vita. Attraverso il Consiglio del Cibo, di recente istituzione, vengono promosse iniziative, in accordo con le Associazioni del Terzo Settore, per la raccolta e la redistribuzione delle eccedenze alimentari nei supermercati, nei mercati rionali e nella rete cittadina del commercio al dettaglio.

Vai alle Osservazioni sulle risposte dell’Assessore Alfonsi alle nostre domande sull’inceneritore di Guido Marinelli

6 settembre 2022 (ultima modifica 18 febbraio 2023)

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

(*) vedi Termovalorizzatore, le domande di Carteinregola al Sindaco e all’Assessore-2 Giugno 2022Continua#

(**) vedi Il Piano rifiuti del Sindaco Gualtieri (commissario straordinario per la “Gestione dei rifiuti a Roma e altre misure per il Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025”)

vedi anche:

Gualtieri ha presentato il nuovo piano rifiuti con obiettivi al 2030. Ma l’oggi?

Gualtieri ha presentato il nuovo piano rifiuti con obiettivi al 2030. Ma l’oggi? da Diario Romano 6 agosto 2022 di Roberto Tomassi -7 Agosto 2022 Continua#

Il Piano rifiuti del Sindaco Gualtieri (commissario straordinario per la “Gestione dei rifiuti a Roma e altre misure per il Giubileo della Chiesa cattolica per il 2025”)

Il Piano rifiuti del Sindaco Gualtieri E’ stata presentata dal Sindaco Gualtieri in Campidoglio il 4 agosto la proposta di Piano per la Gestione Integrata dei Rifiuti e la pulizia di Roma Capitale-5 Agosto 2022 Continua#

Rifiuti: Parigi  vista da Roma (e viceversa)

Rifiuti: Parigi vista da Roma (e viceversa)-10 Luglio 2022 Continua#

NOTE delle domande

[1] da una nota sul  sito di IREN che ha realizzato il termovalorizzatore di Torino, si evince che ha richiesto, solo per la costruzione e i test di collaudo, più di tre anni, dal 2010 al 2014, ma gli studi preliminari erano cominciati nel 2006.

Dal sito di IREN, che ha realizzato l’impianto di Torino: il primo studio di impatto ambientale è del 2006, i lavori di costruzione si sono svolti tra il 2010 e il 2013, e, dopo una fase di test e collaudo prestazionale durata un anno, il termovalorizzatore è entrato in piena attività da maggio 2014.

Il processo autorizzativo e le autorità di controllo

Fin dalla fase di avvio del progetto, TRM ha posto la massima attenzione alla sostenibilità ambientale, ossia all’impatto delle proprie scelte sull’ambiente e sulla popolazione delle comunità coinvolte nella gestione del termovalorizzatore.

Dopo aver presentato lo Studio di Impatto Ambientale (SIA), il progetto del termovalorizzatore di Torino ha ottenuto a fine 2006 il giudizio positivo di compatibilità ambientale nella procedura di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) e l’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), nonché il parere positivo del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici.

L’Autorizzazione Integrata Ambienta disciplina “la prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento”; oltre a verificare il rispetto delle prescrizioni contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale, nel corso della valutazione sono stati analizzati gli aspetti tecnologici e gestionali in grado di generare potenziali impatti sull’ambiente.

Il termovalorizzatore è subordinato al controllo di molti organismi:

  • La Città Metropolitana di Torino (ex Provincia di Torino): prescrive gli adempimenti tecnici e ambientali cui l’impianto deve ottemperare e vigila sulla loro osservanza da parte di TRM;
  • L’ATO-R (Autorità d’Ambito nella pianificazione dei flussi di rifiuti sul territorio): è titolare dell’Autorizzazione a TRM, con la quale ha stipulato il Contratto di servizio per la gestione del termovalorizzatore;
  • L’ARPA Piemonte: verifica il rispetto dei parametri di processo, emissivi e ambientali e valuta l’impatto ambientale complessivo dell’impianto;
  • Il Comitato Locale di Controllo: esamina e verifica la gestione del termovalorizzatore attraverso i rappresentanti politici e tecnici dei Comuni limitrofi e garantisce – soprattutto nei confronti dei cittadini – un adeguato livello di trasparenza nella comunicazione relativa all’impianto.

[2] Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 Codice dei contratti pubblici (G.U. n. 91 del 19 aprile 2016)    https://www.bosettiegatti.eu/info/norme/statali/2016_0050.htm

Art. 22. (Trasparenza nella partecipazione di portatori di interessi e dibattito pubblico)

1. Le amministrazioni aggiudicatrici e gli enti aggiudicatori pubblicano, nel proprio profilo del committente, i progetti di fattibilità relativi alle grandi opere infrastrutturali e di architettura di rilevanza sociale, aventi impatto sull’ambiente, sulla città o sull’assetto del territorio, nonché gli esiti della consultazione pubblica, comprensivi dei resoconti degli incontri e dei dibattiti con i portatori di interesse. I contributi e i resoconti sono pubblicati, con pari evidenza, unitamente ai documenti predisposti dall’amministrazione e relativi agli stessi lavori.

2. Con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, adottato entro un anno dalla data di entrata in vigore del presente codice, su proposta del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, sentito il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare e il Ministro per i beni e le attività culturali, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti, in relazione ai nuovi interventi avviati dopo la data di entrata in vigore del medesimo decreto, sono fissati i criteri per l’individuazione delle opere di cui al comma 1, distinte per tipologia e soglie dimensionali, per le quali è obbligatorio il ricorso alla procedura di dibattito pubblico, e sono altresì definite le modalità di svolgimento e il termine di conclusione della medesima procedura. Con il medesimo decreto sono, altresì stabilite le modalità di monitoraggio sull’applicazione dell’istituto del dibattito pubblico. A tal fine è istituita una commissione presso il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, con il compito di raccogliere e pubblicare informazioni sui dibattiti pubblici in corso di svolgimento o conclusi e di proporre raccomandazioni per lo svolgimento del dibattito pubblico sulla base dell’esperienza maturata. Ai componenti della commissione è riconosciuto un rimborso delle spese effettivamente sostenute e documentate per le missioni effettuate nei limiti previsti per il personale del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili, con oneri complessivi non superiori a 18.000 euro per l’anno 2021 ed a 36.000 euro a decorrere dall’anno 2022.
(il provvedimento è stato emanato con d.p.c.m. 10 maggio2018, n. 76)
(comma così modificato dall’art. 5, comma 6, della legge n. 156 del 2021)

[3] Comma 3. L’amministrazione aggiudicatrice o l’ente aggiudicatore proponente l’opera soggetta a dibattito pubblico indice e cura lo svolgimento della procedura esclusivamente sulla base delle modalità individuate dal decreto di cui al comma 2.

Comma 4. Gli esiti del dibattito pubblico e le osservazioni raccolte sono valutate in sede di predisposizione del progetto definitivo e sono discusse in sede di conferenze di servizi relative all’opera sottoposta al dibattito pubblico.

[4] disciplinata dal Titolo III – bis del d.lgs. n. 152 del 2006 art.li da 237 bis sino a 237 duovicies -in particolare la domanda di autorizzazione è regolata dall’art. 237 quinquies.

[5] Vedi cosa è la VIA Valutazione di Impatto Ambientale https://www.isprambiente.gov.it/it/attivita/autorizzazioni-e-valutazioni-ambientali/valutazione-di-impatto-ambientale-via

Vedi Valutazione impatto ambientale REGIONE LAZIO https://www.regione.lazio.it/cittadini/tutela-ambientale-difesa-suolo/valutazione-impatto-ambientale

[6] Vedi Cos’è la Valutazione Ambientale Strategica (VAS)

[7] Nel 1977 la Comunità Europea, nel secondo programma d’azione, ha indicato tra gli obiettivi di un’azione ambientale preventiva, la necessità di predisporre regole per analizzare la rilevanza dell’impatto sulle risorse ambientali della realizzazione dei progetti di trasformazione del territorio. Questo impegno è stato tradotto nella direttiva 85/337/CEE del 27 giugno 1985 http://www.sicet.it/documentazione/normativa/normativa-nazionale/direttive-ce/direttiva-85-337-cee-del-27-giugno-1985 concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, poi modificata dalla direttiva 97/11/CE del 3 marzo 1997 e 35/2003 del 26/05/2003.
La Direttiva 2001/42/CE del 21 luglio 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull’ambiente, introduce la procedura di valutazione ambientale strategica, che ha come obiettivo quello “di garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi, al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile”.
Il recepimento delle direttive comunitarie è avvenuto con l’introduzione nella normativa nazionale decreto legislativo. 152/2006 recante “Norme in materia ambientale“, modificato e integrato con il d.lgs. 4/2008 e con il d.lgs. 128/2010. il D. lgs. 104/2017 del 16/06/2017 ha  introdotto il procedimento autorizzatorio unico.

Nel 2014 il  decreto Sblocca Italia n. 133 del 12 settembre (Governo Renzi)  aveva escluso  la VAS per gli inceneritori,  contrariamente a quanto stabilito dalla direttiva Cee. In seguito la sentenza del TAR n. 4987 del 26 aprile 2022 di fatto ha annullato il decreto, intimando al governo Draghi ed al ministro Cingolani di provvedere entro massimo nove mesi a completare la procedura di Valutazione Ambientale Strategica sul fabbisogno nazionale di impianti di riciclo – recupero – smaltimento, secondo la gerarchia prevista e le recenti direttive europee sull’economia circolare (> scarica la sentenza TAR Lazio 27 4 2022 ricorso Movimento Legge Rifiuti Zero per l’Economia Circolare (VAS) da sito VAS https://www.carteinregola.it/wp-content/uploads/2022/05/sentenza-TAR-Lazio-27-4-2022-ricorso-Movimento-Legge-Rifiuti-Zero-per-lEconomia-Circolare-VAS-da-sito-VAS.pdf

[8] La procedura di VIA si basa su concetti fondamentali quali:

  • Prevenzione: analisi di tutti i possibili impatti derivati dalla realizzazione dell’opera/progetto, al fine non solo di salvaguardare ma anche di migliorare la qualità dell’ambiente e della vita; quindi valutazione di diverse opzioni al fine di scegliere quella che crea meno impatti
  • Integrazione: analisi di tutte le componenti ambientali e delle interazioni fra i diversi effetti possibili (effetti cumulativi);
  • Confronto: dialogo e riscontro tra chi progetta e chi autorizza nelle fasi di raccolta, analisi ed impiego di dati scientifici e tecnici;
  • Partecipazione: apertura del processo di valutazione all’attivo contributo dei cittadini in un’ottica di maggiore trasparenza (pubblicazione della domanda di autorizzazione e possibilità di consultazione).

Vedi https://www.altalex.com/documents/news/2011/08/12/codice-dell-ambiente-parte-ii-valutazione-impatto-ambientale-vas-e-ippc#parte2

[9] DIRETTIVA DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO

19 novembre 2008, n. 2008/98/CE

Direttiva del Parlamento europeo e Consiglio dell’Unione europea relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive

[10] DIRETTIVA (UE) 2018/851 DEL PARLAMENTO EUROPEO E DEL CONSIGLIO del 30 maggio 2018 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti

[11] Cosa prevedono i 7 bandi Mite per l’economia circolare  19 ottobre 2021 

(…) Il bando specifica che non sono in ogni caso finanziabili investimenti correlati anche in maniera indiretta con discariche, impianti di Trattamento Meccanico Biologico/Trattamento Meccanico (TMB, TBM, TM, STIR, ecc.) o inceneritori o combustibili derivati da rifiuti, nel rispetto del principio europeo Dnsh (non arrecare danni significativi all’ambiente). E non è finanziabile nemmeno l’acquisto di veicoli per la raccolta dei rifiuti. https://economiacircolare.com/bandi-mite-economia-circolare/

[12] atteso che è universalmente noto (un esempio: Pragmatica dell’analisi costi–benefici, Di Franco-Iacobone. ISBN 978–88–548–2360–0) che un’analisi costi/benefici è attendibile solo se sono attendibili e completi i dati di input ed è esaustiva l’analisi degli scenari alternativi

[13] mercato ’ETS -Emission Trading System

[14] Il costo del personale potrebbe essere finanziato con tali risorse nei primi anni e poi, dopo una fase iniziale di crescita progressiva, essere finanziato dagli introiti della “vendita” delle frazioni differenziate che aumenterebbero sia di quantità che di qualità

[15] I cassonetti intelligenti sono attrezzature “smart” perché dotate di dispositivo che, grazie ad una green card, consegnata da AMA, ne permette l’apertura e quindi il conferimento da parte dei cittadini identificati tramite la tessera. https://www.amaroma.it/raccolta-differenziata/4023-cassonetti-intelligenti.html

[16] Cit. https://www.isprambiente.gov.it/it/pubblicazioni/rapporti/rapporto-rifiuti-urbani-edizione-2021

[17] da un Comunicato stampa di zero Waste aprile 2022

[18] Questo scenario vale se si intende utilizzare il termovalorizzatore al netto della quota di rifiuti riciclati o riusati all’interno di un processo virtuoso di economia circolare e al netto dei rifiuti selezionati con i TMB (se verranno mantenuti). Proseguendo il calcolo in questo scenario, occorrerebbe  togliere circa il 20% di residui inerti della indifferenziata combustibile (cit. rapporto Zero Waste aprile 2022), pari a 40.000 t/anno che finirebbero in discarica insieme ai ⅔ di raccolta indifferenziata non combustibile pari a 397.000 t/anno. Con questa metodologia occorrerebbe quindi trasferire in discarica annualmente 397.000t di indifferenziata non combustibile più 40.000 t di residui inerti della indifferenziata combustibile per un totale di 437.000 t/anno, cifra ben superiore al 10% dello smaltimento in discarica dei Rifiuti solidi Urbani previsti dalle direttive europee. Alla luce di questi calcoli desunti dalle fonti indicate e da dichiarazioni ufficiali istituzionali, risulta, da nostre elaborazione dei dati, che in un termovalorizzatore andrebbero 198.000 t/anno di indifferenziata combustibile più gli scarti di rifiuti differenziati.

[19] Vedi Costruire un termovalorizzatore a Roma: il discorso del Sindaco e il dibattito in Assemblea https://www.carteinregola.it/index.php/costruire-un-termovalorizzatore-a-roma-il-discorso-del-sindaco/

(…) In particolare, il modello di sviluppo che governa il ciclo dei rifiuti di Roma si basa su un fabbisogno smisurato di Tmb e di discariche, e su un ricorso al trasporto con camion altamente inquinante in termini di emissioni. (…) Inoltre, come è noto, il conferimento in discarica richiede il passaggio in un Tmb, che a sua volta – come sanno molto bene i cittadini di Rocca Cencia o quelli del Salario – è un tipo di impianto fortemente impattante oltre che esso stesso altamente inquinante in termini di emissioni di CO2. (…) già al momento della presentazione in quest’aula delle linee programmatiche, avevo avuto modo di sottolineare che quanto maggiore sarebbe stata la capacità di valorizzazione energetica dei rifiuti, tanto minore sarebbe stata la necessità di ricorrere a discariche e Tmb

Abbiamo inoltre chiesto finanziamenti per due ulteriori impianti per trattare carta e plastica, al fine di recuperare 200.000 tonnellate l’anno. Ciò ci consentirà di estrarre il valore di tali materie attraverso il loro riciclo e riutilizzo, contribuendo al contempo al raggiungimento degli obiettivi della economia circolare.

[20] Dal sito di AMA – impianti: Ama utilizza gli impianti di trattamento dei rifiuti, sulla base di due principi: ottimizzazione dello smaltimento ed incentivazione del recupero o valorizzazione degli scarti.

 Polo Impiantistico di Rocca Cencia

Impianto di selezione Multimateriale di via Laurentina – Pomezia

Impianto di compostaggio di Maccarese

Tritovagliatore mobile

[21] Gli obiettivi di riciclaggio rifiuti urbani, dal dlgs 116/2020 di attuazione direttiva UE 2018/851, sono: 55% al 2025, 60% al 2030, 65% al 2035. 

Per gli imballaggi sono anche superiori. Ad esempio al 2030 abbiamo: 

85% per carta/cartone, 

75% per il vetro, 

60% per alluminio, 

80% per ferro, 

30% per legno, 

55% per plastica.

[22] Prendendo dati dai lucidi proiettati durante l’assemblea capitolina di Roma Capitale del 20.4.22, si ricava (pag. 6) che la RD (Raccolta Differenziata) al 2035 dovrebbe essere il 70% su 1.520.000 tonnellate totali previste. Quindi 1.064.000 tonnellate. Ma dallo stesso grafico risulta che di questi ben 170.000 (il 16% della RD) siano scarti di RD. La stima del Comune stesso quindi scende a 894.000 tonnellate di rifiuti realmente riciclati, cioè il 58,8% (894.000/1.520.000) e non il 65% come richiesto dalla normativa. Analoghe differenze si riscontrano per  gli anni precedenti (per esempio al 2030 il 54,6% contro il 60% di riciclo richiesto dalla UE). 

[23] DECRETO LEGISLATIVO 3 settembre 2020, n. 116 

Attuazione della direttiva (UE) 2018/851 che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti e attuazione della direttiva (UE) 2018/852 che modifica la direttiva 1994/62/CE sugli imballaggi e i rifiuti di imballaggio. (20G00135) (GU Serie Generale n.226 del 11-09-2020) https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2020/09/11/20G00135/sg

[24] Vedi varie testate, ad es. Il caffè di Roma   16 maggio 2022 Il ‘termovalorizzatore’ di Roma sorgerà a 1 km dalla discarica di Albano, in località Santa Palomba https://ilcaffediroma.it/roma-inceneritore-gualtieri-discarica-albano/

[25] Carteinregola è da sempre  schierata per la messa in sicurezza dell’attuale superstrada e contro il progetto dell’autostrada a pagamento

[26] già negli ultimi 10 anni l’apporto delle  piogge è considerevolmente diminuito (si veda tra i vari articoli, 2013 https://www.romatoday.it/zone/castelli/genzano/disservizi-idrici-acea-19-giugno-2013.html

2019 https://www.castellinotizie.it/2019/06/28/caldo-e-poca-acqua-a-frascati-turnazioni-idriche-dal-1-luglio/

[27] Vedi Rifiuti di Roma, stop alla quarta linea dell’inceneritore di San Vittore Parere negativo della Soprintendenza all’ampliamento dell’impianto che nelle intenzioni di Acea e del comune di Roma servirebbe a bruciare migliaia tonnellate di indifferenziato della Capitale, alle prese con la sua cronaca emergenza rifiuti. Le motivazioni dello stop risiedono nel fatto che c’è un vincolo di uso civico sui terreni nei quali dovrebbe essere realizzato l’asse viario per l’accesso all’impianto. 21 Gennaio 2022https://www.ecodallecitta.it/rifiuti-di-roma-stop-alla-quarta-linea-dellinceneritore-di-san-vittore/

Termovalorizzatore di Acea, un freno alla quarta linea arriva dal ministero: il parere della Soprintendenza è negativo 19 1 2022 Ginevra Nozzoli https://www.romatoday.it/politica/termovalorizzatore-acea-parere-soprintendenza.html

Il sindaco Gualtieri punta molto sull’utilizzo dell’impianto di Acea oltre ad aver già impostato una partnership con la multiutiliy capitolina proprio per quanto riguarda la gestione dei rifiuti. Ma la concessione della Via (Valutazione di impatto ambientale) emessa dalla Regione Lazio non è detto che arrivi né che arrivi in tempi brevi. È vero che il parere espresso dall’Area rifiuti regionale è positivo, ma a opporsi non c’è solo la Soprintendenza. Ci sono le province di Frosinone e Caserta, e tutti i piccoli comuni del basso Lazio, più che mai intenzionati a ricorrere a vie legali per far valere le ragioni del no. 

[38] Vedi Denmark without waste We are well aware of waste as a consequence of economic activity in society. The more vigorous the economy, the more waste we produce. scarica il PDF

vedi Denmark aims for climate-neutral waste sector by 2030 The Danes currently produce the most waste per citizen in all of Europe

( vedi anche dal sito dell’Università di Pisa 08/08/2020 Rifiuti zero e il triste caso della Danimarca e dell’inceneritore di Copenhagen … TOMMASO LUZZATI

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