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Via del Forte Bravetta – come si disperde il patrimonio pubblico

L’accesso stradale interdetto dal lato di via di Bravetta

L’accesso stradale interdetto dal lato di via di Bravetta

Una strada  che finisce con una recinzione e il cartello “proprietà privata” – che in realtà è una strada pubblica, che dal 2009 il Comune ha preso in consegna dal Demanio, ma non ha mai provveduto a riconsegnare all’uso pubblico.  Un’inquietante situazione che è stata segnalata ancora nel giugno scorso agli uffici preposti – Dipartimento Patrimonio, Municipio XII, Vigili urbani – senza che finora ci risulti che qualcuno sia intervenuto.

di Maurizio Geusa*

Se cercate sullo stradario Via del Forte Bravetta troverete due strade con lo stesso nome. Una prima, lunga circa un chilometro, che  da via della Nocetta s’inoltra nel Parco della Valle dei Casali per terminare davanti ad una recinzione. Una seconda, da via di Bravetta, risulta ancora indicata sulle mappe con una lunghezza di circa 700 metri, ma  in realtà si riduce a poche decine di metri, in quanto termina presto di fronte ad una recinzione con tanto di cartello “Proprietà privata”. Ma è veramente proprietà privata o no ?

L’intera strada si sviluppa per poco meno di tre chilometri, congiungendo Villa Pamphili con il Forte Bravetta e attraversando, pertanto, il cuore della Valle dei Casali con indiscutibile utilità pubblica paesaggistica e ricreativa.

Il collegamento stradale è stato realizzato alla fine dell’ottocento per raggiungere il Forte di Bravetta. Dunque, ne costituisce il complemento essenziale caratterizzandosi per la qualità dei materiali e delle finiture, come il manto in sampietrini ed i cordoli in travertino che richiamano le architetture dello stesso Forte.

L’accesso stradale interdetto dal lato di via di Bravetta

L’accesso stradale interdetto dal lato di via di Bravetta

La più recente vicenda della nostra strada ha inizio ad aprile del 2009 con la sottoscrizione del Protocollo di Intesa tra Agenzia del Demanio e Comune di Roma finalizzato alla razionalizzazione dei rispettivi patrimoni immobiliari.

Fra gli immobili richiamati in tale Protocollo è compreso anche il Forte Bravetta, di cui il Comune di Roma aveva chiesto la consegna anticipata per poter avviare iniziative di valorizzazione. L’Agenzia del Demanio si dichiara disponibile alla consegna “in ragione della ravvisata necessità della custodia e della vigilanza dello stesso”.

Di conseguenza, con il verbale del 29 aprile 2009,  il Comune di Roma la prende in consegna, “in via temporanea, a titolo gratuito,  per avviare le iniziative di valorizzazione, presidiare e mantenere il complesso edilizio” costituito dalla fortificazione ed annesse aree a verde, strade di accesso e le altre strutture individuate tramite gli identificativi catastali.

Quanto fosse necessaria la custodia e la vigilanza emergeva già nel verbale di sopralluogo datato 4 maggio 2009, dove sono evidenziate le condizioni critiche in cui versa la strada. Infatti,  “la strada militare di accesso, Via del Forte Bravetta, non recintata, non segnalata quale strada militare, e non più utilizzata per anni come tale, presenta le criticità”:

“4. porzione di Via di Forte Bravetta, non recintata, non asfaltata, chiusa da sbarra – che ne impedisce l’accesso veicolare – ed utilizzata da soggetti privati ignoti, con attigua porzione distinta al n. 7 [1];

5. porzione di Via di Forte Bravetta, non recintata, totalmente abbandonata e non più fruibile a causa della fitta vegetazione spontanea presente;”

Oggi, dopo oltre sei anni dalla consegna al Comune di Roma e dell’affidamento della relativa “vigilanza”, l’utilizzazione della strada da parte di soggetti ignoti, se possibile, si è ancora  ampliata. Infatti sono fruibili solo i brevi tratti necessari a garantire l’accesso ad altre proprietà private.

A giugno del 2015,  dopo l’ennesimo sopralluogo,  lo stato di ostruzione della strada pubblica è stato segnalato con lettera raccomandata al XII Gruppo dei Vigili Urbani e al Dipartimento Patrimonio. Il 30 settembre scorso la Presidente del Municipio XII ha risposto informando di aver “fatto presente la questione al Comandante della Polizia Locale che sta provvedendo ad effettuare dei controlli.”

Questi sono i fatti. Quindi, che fare ? Abbandonare il campo ? Denunciare ?

Ma poi interessa a qualcuno la gestione del patrimonio pubblico o è solo territorio di conquista? I principi e le regole non distinguono forse la civiltà dalla barbarie ?

Tutti interrogativi non retorici, dalle cui risposte i cittadini possono valutare  la qualità dell’Amministrazione.

*Maurizio Geusa, architetto, già dirigente della U.O. Riqualificazione di ambito urbano e riuso del patrimonio pubblico

[1] Area indicata nelle planimetrie catastali allegate al Verbale.

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