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Insieme tutto è possibile: un dispaccio dal Quarticciolo

di Pietro Garau*

“Insieme tutto è possibile”: è il messaggio di una delle serigrafie prodotte dalla Micro Stamperia del Quarticciolo per la manifestazione popolare in difesa del quartiere svoltasi il1 marzo 2025. Il suo risvolto simmetrico “Nessuno si salva da solo” è poi il titolo di un romanzo, di un film, e pure un’ammonizione di Papa Francesco. “Insieme” è anche il tema della Biennale dello Spazio Pubblico di quest’anno. Per questo le vicende recenti di questa ex borgata romana sono particolarmente significative anche per la Biennale.

 Sul muro della ex-casa del Fascio ed ex-questura occupata, uno striscione gigante: “Difendiamo Quarticciolo Caivano non è un modello”. 

Cerchiamo di ricostruire brevemente l’antefatto. Nell’agosto del 2023 avviene l’orrendo stupro di tre ragazzine da parte di un baby gang. Siamo al “Parco Verde” di Caivano, una cittadina di circa 36.000 abitanti alle porte di Napoli dove fu sistemata parte delle popolazioni colpite dal terremoto. Grande copertura mediatica e pronta reazione del governo in carica che con un decreto legge adotta, a fianco di altre misure, un “progetto speciale” per Caivano sottoposto alla supervisione di un commissario di nomina governativa.

Il commissario rimarrà la figura costante dei provvedimenti governativi successivi, tutti caratterizzati da due costanti: una forte enfasi repressiva (inasprimento delle condanne penali) e conduzione degli interventi dall’alto, senza alcun accenno di dialogo con le popolazioni oggetto del provvedimento. È, questo, in sostanza, il “modello Caivano”; che viene poi esteso, alla fine del 2024, a sette “quartieri problema” in altrettante città; e a Roma, al Quarticciolo.

“Difendiamo il Quarticciolo” è frase appropriata. A Caivano, i due interventi principali sembrano essere stati la riabilitazione di un centro sportivo diventato più infrastruttura privatistica che spazio pubblico, e l’approntamento di un edificio da destinare ad un dipartimento universitario che il dipartimento non ha quasi mai utilizzato, tant’è vero che vi si è poi collocata una scuola primaria che aveva bisogno di spazi. Quindi, se il “Modello Caivano” insegna, il quartiere va difeso innanzitutto da scelte non corrispondenti alle esigenze degli abitanti. Lo spaccio di droga – parliamone subito – è una piaga riconosciuta da tutti, ed è qualcosa che intimorisce e mortifica la stragrande maggioranza dei residenti che con lo spaccio non hanno naturalmente nulla a che fare e che vorrebbero godersi i propri spazi pubblici in serenità e sicurezza. L’arresto e la chiusura in apposite strutture di ragazzotti dediti a questo mestiere, anche se richiesto dalle leggi, punisce i colpevoli ma non risolve il problema: altri sono pronti a riprendere la pratica, ed in caso di feroci controlli, il traffico si sposta in altri luoghi. Le nuove leggi sono assai severe anche nei casi di abbandono scolastico; ma piuttosto che criminalizzare i genitori sarebbe opportuno fare qualcosa per combattere l’abbandono scolastico, che – guarda caso – è stato fatto con successo grazie all’iniziativa spontanea di una coraggiosa preside proprio a Caivano.

 Il Quarticciolo ha anche altri problemi. Ma quanti di essi sono riscontrabili solo lì? Gente che aspettava un alloggio da anni ha occupato un appartamento per essere prontamente sfrattata; ma la carenza di abitazioni a prezzo accessibile è un problema di tutte le nostre città. La piazza centrale del quartiere presenta fioriere traboccanti di erbacce che sono lì da mesi, ed i resti di una fontana municipale aggiustata alla bell’e meglio ma non più funzionante; ma in mancanza di cittadinanze virtuose che si occupano di aver cura dello spazio pubblico, rimane l’insufficienza cronica dei servizi giardini e della manutenzione dei servizi essenziali demandate all’autorità pubblica. Gran parte dei negozi lungo la piazza hanno le saracinesche chiuse; ma questo non accade solo al Quarticciolo, e si verifica anche perché l’Azienda territoriale per l’edilizia residenziale del comune di Roma, proprietaria dei locali, continua a pretendere canoni di affitto a prezzi di mercato.

Molte sono le iniziative promosse dagli abitanti del Quarticciolo, come il doposcuola nei locali occupati della ex questura. È l’“Insieme” tradotto in pratica sociale e solidale. Ma vi sono esigenze pressanti di costruzione, ricostruzione e manutenzione che non possono essere demandati alla cittadinanza attiva. E queste esigenze necessitano di attenzione ed impieghi di risorse prevedibili, costanti e sicure.

Essere contro il “Modello Caivano” non significa rifiutare i trenta milioni di euro o giù di lì stanziati per il Quarticciolo, soprattutto se la scelta del vicecommissario e l’impegno del Comune promuoveranno un dialogo locale sull’impiego di queste somme. Ma attenzione: non basterà un “miniPNNR”[1] per soddisfare le esigenze di sicurezza, vivibilità ed inclusione che hanno tutti i quartieri, Quarticciolo compreso.

E c’è anche un altro pericolo. Girando per il quartiere non se ne possono ignorare le qualità urbanistiche ed edilizie. Le abitazioni sono certamente quelle degli anni quaranta, e quindi prive delle amenità dell’edilizia più recente. Ma l’ordine dispositivo, la ricchezza di spazi pedonali interni, la paradossale eleganza di facciate spoglie perché ai poveri non si potevano donare decorazioni, l’assenza di stonature di scala ne fanno un luogo straordinariamente appetibile per un processo futuro, e forse non lontano nel tempo, di “pignetizzazione”; e cioè lo stesso fenomeno che ha investito quello che era un quartiere popolare, tra l’altro a pochissima distanza dal Quarticciolo – il Pigneto – trasformandolo in una meta di movida e di plauso urbano collettivo, dove però è impossibile trovare un’ abitazione decente a un prezzo ragionevole.

È un noto dilemma; le migliorie e la rinascita sociale, quando avvengono, portano anche allo scatenamento di appetiti immobiliari. E quindi, anche qui, e paradossalmente, occorrerà dire che nemmeno il Pigneto è un modello. Ma in positivo, e per il momento, anche dire che il Quarticciolo vuole diventare quello che è: un pezzo di città ricco di storia civile e testimonianza di un radicamento operoso e solidale. 

P. Garau, 6 febbraio 2025

* Presidente Biennale Spazio Pubblico

Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@agmail.com

22 marzo 2025

[1] Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza

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