Il consumo di suolo (e il rischio idraulico) di Roma Capitale
Autore : Redazione
Tavola dalla pubblicazione SchedeMunicipali
( gennaio 2019) Presentato il lavoro congiunto di Roma Capitale e ISPRA, una ricerca che ha permesso di sviluppare una cartografia sul consumo di suolo della Capitale più dettagliata, grazie all’interpretazione di immagini satellitari (scala 1:2000-1:5000), integrata con i dati di Urban Atlas (2016), di Open street Map e della CTR di Roma. I risultati sono piuttosto impressionanti: supera i 30 mila ettari (23,54%), circa 3.600 volte l’area del Circo Massimo, la superficie di territorio consumato nella città eterna e di questi oltre il 92% è irreversibile. Consumato anche il 13% delle aree romane a massima pericolosità idraulica del quale oltre l’80% è irrecuperabile. 71.500 romani vivono in zone ad alto rischio esondazione. A breve i dati e le cartografie prodotti saranno messi a disposizione in formato aperto sul portale istituzionale di Roma Capitale. (AMBM)
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Tavola dalla pubblicazione SchedeMunicipali
(dal sito ISPRA) La UO di Statistica – Open Data di Roma Capitale, insieme all’ISPRA, ha portato avanti nel corso del 2018 un progetto nell’ambito del Servizio Civile sul tema del consumo di suolo con particolare attenzione alle aree a rischio idrogeologico. Progetto che è stato anche inserito nell’attuale Piano Statistico Nazionale con partner ISPRA ed ISTAT. La conoscenza dell’uso e del consumo di suolo è uno dei principali temi per la protezione ambientale, il rischio idrogeologico, i cambiamenti climatici la protezione civile e la sicurezza, l’assetto urbanistico della Città e non ultima la qualità della vita dei cittadini. Questa ricerca ha permesso di sviluppare una cartografia sul consumo di suolo più dettagliata grazie all’interpretazione di immagini satellitari (scala 1:2000-1:5000), integrata con i dati di Urban Atlas (2016), di Open street Map e della CTR di Roma, usando il III livello di classificazione della mappatura del consumo di suolo nazionale (I livello: suolo consumato/non consumato, II livello: suolo consumato irreversibile/suolo consumato reversibile, III livello: classificazione dei differenti tipi di copertura del suolo (strade, aeroporti etc.).
Tavola classi di consumato municipi di Roma
(dal sito di Roma Capitale) Consumati 30 mila ettari di territorio a Roma, sigillato il 13% delle aree a pericolosità idraulica
17 gennaio 2019
Supera i 30 mila ettari (23,54%), circa 3.600 volte l’area del Circo Massimo, la superficie di territorio consumato nella città eterna e di questi oltre il 92% è irreversibile. Consumato anche il 13% delle aree romane a massima pericolosità idraulica del quale oltre l’80% è irrecuperabile. Questi alcuni degli esiti che emergono dal lavoro a doppia firma Roma Capitale e ISPRA, che ha coinvolto 4 volontari per 12 mesi e per oltre 6 mila ore di attività.
Utilizzare informazioni e condividere dati per definire strategie mirate a promuovere uno sviluppo urbano sostenibile tutelando il territorio e migliorandone la vivibilità. È con questo obiettivo che la UO di Statistica – Open Data di Roma Capitale e l’ISPRA – Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale – nel corso del 2018 hanno realizzato uno studio nell’ambito di un progetto sviluppato con i volontari del Servizio Civile sul tema del consumo di suolo, con particolare attenzione alle aree a rischio idraulico. Progetto che è stato anche inserito nell’attuale Piano Statistico Nazionale con partner ISPRA ed Istat.
Grazie ad avanzate analisi statistiche, la ricerca sperimentale presentata oggi in Campidoglio ha prodotto una mappatura che costituisce una importante base di valutazione sul tema del consumo di suolo a Roma. Si tratta di una cartografia di grande dettaglio, unico esempio a livello nazionale, derivante dall’interpretazione di immagini satellitari che rende disponibili dati anche a livello di municipio e zona urbanistica.
La maggiore percentuale di territorio impermeabilizzato si trova nei municipi I (74,38%), II (68,42%) e V (63,11%), mentre quella minore ricade nel municipio XIV (12.78%). In linea generale Roma ha perso terreno a vantaggio di edifici (28% delle aree artificiali), strade (21%) e altre aree impermeabilizzate come parcheggi e piazzali (40%) e molte di queste superfici si trovano in zone sensibili, come aree di pericolosità idraulica o aree vincolate. Nel territorio di Roma Capitale le aree caratterizzate dalla massima pericolosità idraulica (reticolo principale e secondario, esclusi i canali di bonifica), aree di esondazione con un tempo di ritorno di 50 anni, hanno un’estensione superiore ai 6 mila ettari e qui risultano consumati più di 800 ettari, di cui l’82% irreversibilmente. Complessivamente, nelle aree di pericolosità idraulica, soggette a esondazioni con tempi di ritorno maggiori di 50 anni, il suolo consumato è caratterizzato dal 26% di edifici, dal 20% di strade asfaltate e nella parte restante da altre aree artificiali come parcheggi, piazzali, campi sportivi e altro.
Nei Municipi X e XI, che comprendono le zone urbanistiche di Ostia, Acilia, Malafede, Infernetto e Ponte Galeria, sono invece localizzate le aree di massima pericolosità idraulica legate ai canali di bonifica. Queste si estendono per una superficie di quasi 3.000 ettari, interessando una popolazione di quasi 58.000 abitanti. Il suolo consumato in questo contesto supera i 700 ettari con una percentuale di suolo consumato permanente del 90%.
I dati e le cartografie prodotti saranno messi a disposizione in formato aperto sul portale istituzionale di Roma Capitale.
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