La Capitale disfatta e la disfatta della Capitale
Autore : Redazione
Il Covid 19 ha strappato definitivamente il velo, mostrando la Capitale – e la sua classe dirigente – per quello che è.
É passato ormai un mese da quando sono scattate nella Capitale le restrizioni per far fronte alla pandemia Coronavirus: tutti chiusi in casa, cori e bandiere arcobaleno alle finestre, ma soprattutto una full immersion nei telegiornali, messaggi whatsapp e social, a reti unificate su un unico tema. Una situazione che amplifica paura e smarrimento, per tutti, ma più ancora per disabili, malati e anziani, le persone più a rischio in caso di contagio ma anche più svantaggiate nell’affrontare le incombenze quotidiane. Persone che non dovrebbero essere lasciate sole, che anzi dovrebbero essere accompagnate da una catena di solidarietà che le collega dalla sfera più prossima – i vicini di casa, di quartiere – alle istituzioni locali.
E poi ci sono i poveri, i migranti, i rom (1), i senza fissa dimora, persone per le quali l’emergenza di oggi rende ancora più drammatico il disagio di sempre.
Ora affiorano con chiarezza le profonde fratture che dividono il nostro mondo disuguale, normalmente così scontate da essere diventate quasi invisibili. Disuguaglianze di qualità della vita, di prospettive, di diritti. E anche disuguaglianze di accesso alle informazioni, comprese quelle che portano assistenza, aiuto, istruzioni. In questi giorni di clausura, avere – e sapere usare – un dispositivo elettronico – computer, tablet, smartphone – che consenta di navigare nel web per trovare notizie, moduli, numeri telefonici, fa davvero la differenza. Eppure è una possibilità irraggiungibile per molte delle categorie più svantaggiate, anagraficamente e/o economicamente (in molti casi anche linguisticamente). E molti degli esclusi appartengono a quella fascia di persone prima autosufficienti, e quindi sconosciute ai servizi sociali, che per età o per improvvisa povertà adesso si trova in difficoltà.
E se questa emergenza sanitaria ha messo a nudo una volta per tutte le distorsioni inumane che la logica del mercato ha prodotto negli anni nel nostro Paese, sulle quali sarà necessaria una profonda analisi per rimettere in discussione gli sciagurati modelli seguiti, con poche differenze, dal centro destra e dal centro sinistra, va detto che la realtà della Capitale che si è presentata in questi giorni è assai amara.
La Roma reale svelata dall’emergenza è a una distanza siderale dalla Roma esaltata nelle passerelle e nei convegni organizzati fino all’altro ieri, dalla politica come dalle “forze produttive”, due categorie che in questo periodo sono piuttosto assenti dalla scena. Di fronte al drastico cambiamento della vita della città e delle persone, a parte il personale sanitario impegnato allo stremo in prima linea, hanno reagito tempestivamente solo il volontariato, il terzo settore (da un certo punto in poi in sinergia con la Regione Lazio (2), le chiese e le istituzioni caritatevoli religiose, che da sempre suppliscono alle lacune del servizio pubblico, e anche i cittadini, organizzati o singoli, armati di buona volontà e spesso di grande creatività (3).
E si sono attivati subito anche alcuni Municipi di Roma (4), che, come altre città e cittadine italiane (5), hanno creato piattaforme web dedicate all’emergenza, con informazioni sui servizi e relativi numeri telefonici, mentre il Comune per quasi un mese si è limitato a pubblicare sul sito istituzionale una finestra con le informazioni burocratiche sugli orari degli uffici e dei negozi, sulle linee di trasporto ecc (oltre ai riferimenti per le emergenze sanitarie): solo a fine marzo è stata inserita una sezione con le informazioni pratiche suddivise per Municipio, peraltro completata solo pochi giorni fa (6).
Ma anche tali informazioni, essendo reperibili attraverso il web, non sono in grado di raggiungere moltissimi di coloro che ne avrebbero più bisogno, e urgono iniziative in grado di raccogliere in una rete reale i tanti esclusi dalla rete virtuale.
Non è il momento delle polemiche, ma alcune riflessioni sono doverose, considerando che la fine dell’emergenza è tutt’altro che dietro l’angolo, e che si può ancora aggiustare il tiro. Eccone alcune.
1) É mancata una “rete” con le realtà del territorio. Abbiamo spesso criticato questa Amministrazione per l’aver messo da parte comitati e associazioni, bollati di “scarsa rappresentanza”, in nome di una “democrazia diretta” che si sarebbe attuata principalmente tramite il web, con piattaforme dedicate rivolte a singoli individui e non a comunità (e qualcuno ha anche teorizzato la partecipazione civica tramite estrazione a sorte, con buona pace dei tanti cittadini attivi nei quartieri). Ora si vedono tutti i limiti di questa visione, che oltre a escludere chi non ha facile accesso al web, mortifica tante realtà – e potenzialità – radicate nel territorio. É urgente che il Comune istituisca un registro delle associazioni (inteso come raccolta dei “biglietti da visita” dei cittadini attivi) e che incominci a interfacciarsi con loro con continuità.
2) Addavenì la “smart city” In tempi di narrazioni retoriche sulla Roma città del futuro che mette in rete risorse- competenze- sinergie, sulla resilienza, sulle connessioni e sugli open data, in tempi di convegni sulla qualunque per valorizzare “realtà produttive” di ogni genere, la mesta realtà che emerge (se ci sbagliamo saremo felici di essere corretti) dalla situazione attuale è che non esistono neppure i data base dei negozi di prossimità nei quartieri di Roma con cui costruire una rete di informazione e assistenza sul territorio.
Se fossero in possesso del Comune, o quantomeno degli enti che rappresentano i commercianti, sarebbe stato possibile, fin dai primi giorni, rendere ogni esercizio un terminale di informazione sul territorio, per chi ne ha più bisogno. Ad esempio per la distribuzione di locandine e volantini (anche da stampare a cura dei negozianti) con i numeri utili e qualsiasi altra informazione. E creare una rete sarebbe servito anche a sostenere e pubblicizzare i servizi a domicilio (7), aiutando i piccoli commercianti di quartiere, presidio di sicurezza e rapporti umani, che già faticano a sopravvivere e rischiano di essere spazzati via dalla crisi economica. Da qualche giorno, virtuosamente, il Comune ha chiesto la collaborazione delle edicole per stampare e inviare le richieste del buono spesa per chi non ha interfacce web (8). É necessario avviare al più presto una rete di negozi solidali, da inserire sul sito sitituzionale, da far conoscere e sostenere anche con una campagna affissioni, che rimandi a numeri telefonici dedicati.
3) Roma Capitale de noantri. Roma Caput mundi non ha pensato ai tanti stranieri che vivono in città, di varie provenienze, ma soprattutto agli ultimi, quelli che non hanno dimestichezza con la lingua italiana e che non sono in grado di accedere al sito istituzionale (9) . Migranti, rifugiati, lavoratori irregolari, collaboratrici familiari. Tutte le informazioni utili (spesso indispensabili) dovrebbero essere diffuse anche in lingua straniera, in tutte le lingue delle comunità presenti a Roma, e in particolare di quelle a cui appartengono le persone che si occupano degli anziani, attraverso canali e supporti adeguati.
4) Una città divisa: un altro dato che emerge vistosamente è la scarsa concertazione tra il Comune e i vari Municipi, e non solo per la solita competizione a causa del diverso colore politico, visto che riguarda anche quelli guidati dal MoVimento. Lo stesso portale Roma aiuta Roma, nelle sezioni dedicate ai vari Municipi, è assai disomogeneo, ognuno ha fatto per sè. Invece sarebbe proprio il momento di avviare una incisiva azione coordinata del Comune e di tutti i Municipi, unita certamente a un maggiore spazio di manovra per i Presidenti e i Consigli municipali, gli enti di prossimità che conoscono maggiormente il territorio e i problemi dei cittadini.
Infine, una considerazione generale: la frammentazione sociale e lo scarso dialogo delle istituzioni con la società civile che ha caratterizzato la Roma di questi anni rendono assai difficile ricomporre una comunità coesa e solidale, soprattutto in questo periodo di distanza pubblica imposta dall’emergenza sanitaria. Ma é soprattutto la classe dirigente di Roma – politica, economica, amministrativa – che si è vistosamente dimostrata non all’altezza della sfida dell’emergenza.
Solo 6 mesi fa, nel tempio della Camera di Commercio, si era tenuto un prestigioso incontro aperto dal Presidente della Repubblica, che aveva l’intenzione/ambizione di proporre delle “idee” per la Roma del 2030, partendo dal contributo dell’omonimo libro di De Masi (10).
Oggi possiamo dire che, a parte il citato mondo del volontariato laico e religioso, la Capitale d’Italia non ha una struttura solida e solidale in grado di reagire alle emergenze, e neanche di guardare alle sfide del futuro, soprattutto quello a breve termine, quando si dovrà ricostruire il “dopo Coronavirus”.
Inesistenti anche i partiti che, a parte alcune virtuose eccezioni (di singoli), si confermano aver perso completamente il rapporto con i territori, soprattutto quelli più periferici.
E se pensiamo alle imminenti elezioni comunali del 2021, gli spot, i programmi, le promesse, che già sarebbero suonati finti in una situazione normale, si sgonfiano improvvisamente di ogni retorica, lasciando sul tappeto una Capitale disfatta.
Una Capitale paralizzata e soffocata dal tirare a campare dei tanti poteri, lobbies, classi politiche, cittadini, senza una prospettiva comune a lungo termine. Una Capitale dove le disuguaglianze rischiano di diventare ancora più insopportabili, come in un nuovo Medioevo, dove una minoranza di privilegiati si affaccerà dai quartieri bene su territori abitati da moltitudini di persone disperate.
L’emergenza Coronavirus è una cartina di tornasole, e soprattutto un avvertimento. Non perdiamo anche questa occasione.
Anna Maria Bianchi Missaglia
9 aprile 2020
Post scriptum: sicuramente ci sono sfuggite realtà e iniziative che possono rendere il quadro migliore. Saremo felici di darne notizia inserendole man mano nelle sezioni dedicate del nostro sito, e diffondendendole nei nostri canali.
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
Vedi anche: La dolorosa lezione del virus di cui fare tesoro riflessioni e contributi sui rischi e le opportunità che questa catastrofe può portare al pianeta, al nostro Paese, alla nostra città.
NOTE
(1)Vedi i materiali raccolti da Thaya Passarelli sulla situazione nei campi Rom di Roma in “Nessuno resti indietro…” 9 aprile 2020
(2) Il Forum del Terzo Settore del Lazio insieme alla Regione Lazio ha promosso varie iniziative, tra le quali l’accordo, il 1 aprile, tra Regione Lazio, Comuni,Terzo Settore e alcune categorie del settore commercio, organizzando i volontari per la spesa e l’aiuto a domicilio (> Vedi “spesa facile” per consegne a domicilio: ecco come funziona, 1 aprile 2020)
(3)nella nostra sezione “Solidarietà vince Coronavirus” sono indicati, per ciascun Municipio, tutte le realtà di volontariato attive per l’mergenza nei territori (in continuo aggiornamento)
(4) L’iniziativa di aprire finestre di dialogo con i cittadini in difficoltà è stata presa da I MUNICIPIO, III MUNICIPIO e VIII MUNICIPIO – e in parte dal II MUNICIPIO e dal VII MUNICIPIO – che hanno creato in fretta e furia siti web dedicati, diffuso volantini, mobilitato associazioni.
(5)Vedi ad esempio il sito del Comune di Napoli http://www.comune.napoli.it/home
(7)
nella nostra sezione “Solidarietà vince Coronavirus”, aperta insieme all’omonimo gruppo FB il 12 marzo, abbiamo cominciato a raccogliere i riferimenti di esercizi che effettuano il servizio a domicilio su tutta Roma e nei vari Municipi. Iniziativa in seguito presa anche da varie testate giornalistiche, in cartaceo e on line. Invece solo alcuni Municipi hanno pubblicato recentemente degli elenchi, sui siti istituzionali e nelle piattaforme dedicate, che tuttavia propongono, oltre ai mercati rionali comunali, ben pochi riferimenti, che spesso coprono solo in minima parte gli ampi territori, soprattutto le zone più lontane (molto ricco invece l’elenco i del
XII MUNICIPIO) Fortunatamente si sono attivati da tempo tanti comitati di quartiere e gruppi di cittadini, con piattaforme dedicate e anche mappe geolocalizzate (vedi
Solidarietà vince Coronavirus) A
i primi di aprile il sito istituzionale ha inserito anche la sezione “Supermercati a casa” ,un elenco di supermercati e mercati rionali che svolgono il servizio a domicilio, con una mappa geolocalizzata.
Tuttavia lo scopo che ci siamo prefissi con la sezione del sito di Carteinregola– e che stiamo cercando di raggiungere – è anche quello di fornire dei materiali stampabili a disposizione di chi può diffonderli sui territori.
(8) Per l’assegnazione del contributo economico a favore di persone o famiglie in condizione di disagio economico e sociale causato dalla situazione emergenziale in atto, il Comune di Roma ha previsto, per chi non ha un computer per stampare il modulo di richiesta, che possa rivolgersi a circa 100 edicole convenzionate e diffuse sul territorio della Capitale. > Vai alle istruzioni per chiedere i Buoni spesa Coronavirus del Comune con l’elenco delle edicole
(9) nel sito del Comune di Roma si può attivare la traduzione in tantissime lingue
(10) Convegno “Roma 2030 – Idee per Roma” Mercoledì 18 Settembre 2019, al Tempio di Adriano, Sala storica della Camera di Commercio di Roma, alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, si è tenuto il convegno “Roma 2030 – Idee per Roma”, una giornata di dibattiti e proposte sul futuro della Capitale. https://www.rm.camcom.it/archivio27_focus_0_486_146_1.html