La città che resiste: con Repubblica salgono sul palco i comitati
Autore : Redazione
Foto A.D’Elia
Pubblichiamo la cronaca di Paolo Gelsomini della serata organizzata dal quotidiano La Repubblica il 23 gennaio scorso, a cui hanno paretcipato alcuni comitati della Rete di Carteinregola
La città che resiste dalle pagine di “Repubblica” sale sul palcoscenico
di Paolo Gelsomini
Diciamo subito che l’iniziativa “La città che resiste” alla quale “La Repubblica” ha dato luce e risonanza prima nelle 150 giornate di pubblicazioni sul giornale (una per ogni associazione di quartiere) e poi nella piovosa serata di mercoledi alla Sala Umberto, è stato un successo.
Innanzitutto un successo di pubblico che ha riempito in ogni ordine di posti la vecchia Sala Umberto di via della Mercede.
In secondo luogo il successo è venuto dai messaggi semplici quanto importanti trasmessi nei brevi filmati che raccontavano le attività delle associazioni di vari quartieri e rioni di Roma: la capacità di inventare, di fare incontrare persone diverse, di scoprire la bellezza anche dove non te l’aspetti, di far rivivere spazi morti, di mettere in rete esperienze e competenze, di socializzare, di fare arte, di creare lavoro, di divertirsi, di meravigliarsi, di creare piccoli grandi mondi possibili.
E così passano in rassegna sullo schermo e poi sul palco le esperienze di cinque associazioni prese fra le oltre 150 pubblicate sul quotidiano nei mesi scorsi.
sul palco anche le organizzatrici di Roma dice basta Foto A.D’Elia
La presentazione tocca al direttore de “La Repubblica” Mario Calabresi e ai caporedattori della cronaca romana. C’è un certo compiacimento da parte di questi ultimi nel ricordare come non ci siano politici in sala (applausi) e che la politica ha cercato di corteggiare questa iniziativa così come ha fatto nei confronti delle sei donne che dettero vita lo scorso 27 ottobre alla grande manifestazione di “Roma dice basta” in piazza del Campidoglio.
E sono proprio queste sei donne a salire per prime sul palco per ricordare i motivi che le spinsero a dar voce alla protesta strisciante dei cittadini e dell’associazionismo romano contro il “degrado della città e l’inerzia dell’amministrazione”. Tocca ad Emma Amiconi fare il punto. Ma quel grande concorso di donne ed uomini che riempirono piazza del Campidoglio sembra per il momento essersi fermato al 27 ottobre senza ulteriori sviluppi o scatti in avanti.
Valeria Grilli dà però una speranza annunciando una giornata di informazione sulla situazione dei rifiuti a Roma per fare spiegare dall’AMA e dall’assessore i motivi per cui siamo ridotti così.
Foto A.D’Elia
Poi in rapida successione si alternano sul palco le cinque associazioni scelte a campione tra le 150. il Comitato del Quarticciolo ha allestito una palestra popolare di pugilato in un locale di proprietà dell’Ater che ospitava le caldaie delle case popolari.
Il Comitato di quartiere Torresina ha inventato degli spazi di libri da scambiare, da prendere, da leggere all’interno di una cabina situata in un parco giochi e nei locali sotterranei di un supermercato.
L’Associazione dei genitori Esquilino gestisce le attività multiculturali della scuola multietnica “Di Donato”. Non vogliono parlare di “integrazione” perché preferiscono le parole “incontro, mutualismo, conoscenza reciproca”. Per loro la città non solo resiste, ma crea ed inventa continuamente.
L’Associazione del progetto “Periferia delle meraviglie” dà vita al percorso dal Trullo a Corviale con murales, eventi, passeggiate. Un loro principio è quello di “far rete con tutte le realtà di base”. Una loro convinzione è che “creare bellezza è un modo per resistere e la bellezza si trova dove meno te l’aspetti”. Basta cercarla e farla vivere tra le persone.
L’Associazione “Vivere in….” di Casal Brunori crea orti urbani e compostaggi di comunità gestiti rigorosamente in modo collettivo e determina contemporaneamente forme elevate di socializzazione attraverso esperienze autogestite. Ha intercettato un finanziamento europeo e ogni operazione della comunità urbana raccolta intorno all’Associazione si svolge all’interno di processi condivisi e autogestiti.
Tra un’associazione e l’altra sono saliti sul palco gli attori Marcello Fonte e Francesca Reggiani e lo scrittore Giancarlo De Cataldo.
Si chiude alla grande con l’orchestra “Stradabanda” di strumenti a fiato e a percussione.
Si esce dal teatro tardi. Non piove più. Sarà un segno del padre Giove che veglia benevolo sulla sua città?