I pini di Roma se ne stanno andando uno dopo l’altro, attaccati dal parassita Toumeyella Parvicornis, nell’indifferenza generale. Indifferenza persino di coloro che per lo svolgimento dei loro compiti istituzionali percorrono ogni giorno strade costellate di alberi malati o “morti in piedi”, con un danno incalcolabile al Paesaggio, ma anche con notevoli rischi per la pubblica incolumità, in caso di schianti o crolli. Solo pochi giorni fa abbiamo osservato numerosi esemplari in pessime condizioni in Via della Pisana, la strada che porta al Consiglio regionale del Lazio, ma situazioni analoghe si vedono ormai su moltissime strade della Capitale. Pubblichiamo una amara lettera di Paolo Salonia, Portavoce del Comitato Abitare Ponte Milvio, da anni impegnato per la sopravvivenza dei pini della zona Flaminia Nord. (AMBM)
Via Flaminia: atto finale
Come era facilmente – e drammaticamente – prevedibile, siamo arrivati all’epilogo della storia. E non poteva essere diversamente: date le premesse, lo sviluppo e l’aggravamento, ne è conseguita la prevista e prevedibile morte. Venerdì 12 e sabato 13 mattina è iniziato il macabro rito del taglio dei pini seccati che fiancheggiavano il tratto di via Flaminia tra Corso Francia e il Centro Euclide, come noto di competenza Anas. Anche se questa Amministrazione ci ha ampiamente abituato all’indecente spettacolo, con numeri spaventosi e mai prima raggiunti, per noi il taglio sistematico del quale sono rimasti vittime gli alberi romani rimane sempre macabro. Aggiungendosi alle centinaia e centinaia già stroncati, questa cinquantina di pini – o poco più – sono rimasti annientati, uccisi non tanto dalla cosiddetta “cocciniglia tartaruga”, quanto piuttosto dalla “distrazione” delle istituzioni preposte: erano almeno tre anni che questi bellissimi pini avevano iniziato a manifestare gli evidenti segni dell’attacco del parassita e la situazione è andata via via peggiorando.
Ad una lettera di Italia Nostra del febbraio scorso, ANAS ha ufficialmente risposto di aver effettuato le necessarie cure endoterapiche sulle alberature di quel tratto. A fronte dell’esito finale (la morte dei pini), è indubbio che qualcosa non abbia funzionato. Apparirebbe, dunque, lecito ipotizzare che tali cure siano state manifestamente tardive, oppure che la ditta incaricata da Anas non abbia eseguito professionalmente e a regola d’arte l’incarico ricevuto.
Chi scrive sa di cosa parla, essendosi fatto carico in prima persona per due volte (la prima nel 2021, la seconda nel 2023), sostenuto da due iniziative di crowdfunding da lui stesso promosse, dell’esecuzione del trattamento endoterapico su 530 pini in zona Saxa Rubra a ridosso del Parco di Veio, salvandoli tutti e 530. Basta intervenire con le giuste tempistiche e mettendo a disposizione le risorse economiche necessarie. E i cittadini lo hanno immediatamente fatto di tasca loro.
Inoltre, ci si interroga se quanto sta avvenendo oggi in quel tratto di via Flaminia rappresenti danno erariale, risaputo e dimostrato quanto sia enormemente più elevato il costo del taglio e dello speciale smaltimento per i pini morti perchè infestati dal parassita rispetto a quello, certamente di gran lunga più sostenibile, della cura. E quale è l’Ente che sta sostenendo le spese relative, Comune o Anas?
Per il momento, l’unica certezza è rappresentata dallo stravolgimento del paesaggio, in particolare di quello storico urbano e del proprio ambiente di vita irreversibilmente alterato.
Qualcuno risponderà?
Paolo Salonia
Portavoce Comitato Abitare Ponte Milvio
31 luglio 2024
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
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