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APPELLO contro la Legge blocca demolizioni del centro destra appoggiata dal PD

Manifesto del PD di Avellino del 2014

Manifesto del PD di Avellino del 2014

 

Ogni anno in Italia vengono realizzate 20.000  nuove case abusive. In Sicilia anche il Governatore Rosario Crocetta ha proposto di fermare le ruspe, nonostante esista una casa abusiva ogni 900 metri di costa” (Luciano Cerasa Il Fatto Quotidiano, 16 maggio 2017)

30 parlamentari di centro destra – 27 del Popolo delle Libertà e 3 di GAL, Grandi Autonomie e Libertà (un gruppo di centro destra) [1]  – hanno sottoscritto una proposta di legge, primo firmatario Ciro Falanga (gruppo ALA Verdini),   che riguarda l’”esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi“, che andrà in Senato per l’approvazione definitiva il 18 maggio prossimo. Un appello dei Verdi e di alcuni  intellettuali  chiede al Presidente della Repubblica Mattarella e al Presidente del Senato Grasso di  fermare una legge che rischia di bloccare  le demolizioni di molti  abusi  edilizi (l’appello è in calce, da leggere attentamente).  Intanto perché la cifra stanziata  è sufficiente per eseguirne solo 130-140 interventi all’anno.  Ma soprattutto  perchè, stabilendo delle priorità nell’ordine di demolizione, la legge prevede che siano “messe in coda” quelle costruzioni irregolari classificate nel sempiterno e ambiguo “abusivismo di necessità”, che così non verranno abbattute mai. Oltretutto, a differenza dei condoni, la legge non ha limiti di tempo. Tra tre mesi, un anno o due con chiunque potrà edificare una villa sulla costa, in una vallata o in qualunque altro luogo, anche   sottoposto a  vincolo ambientale e idrogeologico, e, se dimostra  i requisiti di necessità, ottenere che la demolizione venga messa in fondo alla lista.   Questo significa che un parlamento della Repubblica Italiana potrebbe accingersi  a legalizzare in modo perenne l’abusivismo edilizio, che anzi dalla norma riceverà ulteriori stimoli.

Ma questa vicenda significa anche che una opposizione di centro destra può portare in Parlamento e, con buona probabilità,  far approvare, una legge del genere ,   senza che nè la maggioranza guidata dal Partito Democratico, nè l’opposizione del Movimento Cinque Stelle, si impegnino per bloccarla. Anzi, il testo con alcuni  emendamenti è stato già approvato alla Camera il 18  maggio 2016  con  una maggioranza che va dal centrodestra al PD, con l’astensione del  M5S e di Sinistra Italiana/SEl/Possibile .

Una lezione da non dimenticare mai, che racconta ancora una volta il mesto epilogo di   tante buone intenzioni di partiti e movimenti sul rispetto delle regole e dell’interesse pubblico,  che finiscono seppellite sotto le  ragioni del consenso (seppure mascherate da difesa  dei  poveri,  dei posti di lavoro…).

Da ricordare soprattutto quando i sostenitori di questa legge  lanceranno gli ennesimi proclami  sul dissesto idrogeologico e   sul consumo di suolo o attingeranno di nuovo alla vasta gamma di   tormentoni propagandistici sulla difesa dell’ambiente e del patrimonio collettivo.

Anna Maria Bianchi Missaglia

per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com

APPELLO: SI FERMI LA LEGGE BLOCCA DEMOLIZIONI CHE LEGALIZZA IN MODO PERENNE L’ABUSIVISMO EDILIZIO.

Al Presidente della Repubblica
Al Presidente del Senato

Il 18 maggio prossimo al Senato della Repubblica andrà in discussione il provvedimento di legge di cui è primo firmatario il sen. Falanga, gruppo ALA Verdini. Il testo di disegno di legge è così intitolato: “Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi”[1]. E’ un provvedimento che è stato approvato da una maggioranza trasversale che va dal Pd, a Forza Italia al M5S.
In realtà questo provvedimento è di una gravità inaudita e legalizza in modo permanente l’abusivismo con effetti futuri permanenti. Le case abusive, purché abitate saranno salve.

Il disegno di legge è motivato, dalla ormai solita distinzione di comodo fra:
• abusivismo di speculazione, per il quale secondo le dichiarazioni dei proponenti si darebbe priorità nelle demolizioni
• abusivismo di necessità, cioè quello costituito dalle case abitate, che sarà messo in coda, al fine di evitare le demolizioni.

In testa alla lista delle priorità degli abusi da demolire ci sono:
1 ) gli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico o a vincolo sismico o a vincolo idrogeologico o a vincolo archeologico o storico-artistico

2) gli immobili che costituiscono un pericolo per la pubblica e privata incolumità

3 ) gli immobili sottratti alla mafia perché nella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di soggetti colpiti da misure di prevenzione.

All’interno di ognuna di queste categorie sono però stabiliti ulteriori gradi di priorità.

Gli edifici saranno demoliti secondo questo ordine:
1 – prima quelli in corso di costruzione o non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado
2 – poi quelli non stabilmente abitati

Per ciascuna delle sopra dette categorie i Procuratori della Repubblica detteranno i criteri di priorità che dovranno tenere conto delle specificità del territorio di competenza, attribuendo la priorità, di regola, agli immobili in corso di costruzione o comunque non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e agli immobili non stabilmente abitati.

La legge prevede una somma di 10 milioni di euro annui per gli abbattimenti.
In questo modo la legge fermerà le ruspe e intaserà il lavoro dei tribunali come denuncia il procuratore della repubblica di Napoli Riello che afferma: ”si apre la via a un contenzioso enorme. Appellandosi a una legge, gli avvocati faranno giustamente il loro dovere che è quello di tentare ogni strada per impedire la demolizione dell’immobile del proprio assistito. Questi casi si chiamano “incidenti di esecuzione”. Per banalizzare, ogni avvocato dirà: perché demolite casa al mio cliente e non a quell’altro? È stato verificato che l’ordine di priorità è stato rispettato? Sono stati controllati bene tutti i criteri? I quali criteri, mi si permetta di dirlo, mi sembrano evanescenti».

Le demolizioni con questa futura legge saranno fermate per due ordini di motivi:
1) perché la cifra stanziata per le demolizioni è sufficiente per eseguirne 130-140 all’anno
2) perché buona parte delle case sono abitate e quindi saranno in coda alle priorità stabilite dalla legge e perciò mai demolite.

Ma l’aspetto più grave della legge è che la sua applicazione non ha limiti di tempo a differenza dei condoni. Questo significa che tra tre mesi, un anno o due chiunque potrà edificare una villa sulla costa, in una vallata o in qualunque altro luogo avendo i requisiti di necessità. Questo significa che il parlamento della Repubblica Italiana si accinge a legalizzare in modo perenne l’abusivismo edilizio, che anzi dalla norma riceverà ulteriori stimoli.
E la norma potrà diventare uno strumento formidabile anche in mano alla criminalità che in base ai criteri di necessità previsti della legge, potrà realizzare case abusive in spregio alla legge mettendoci dentro qualcuno che vi abiti . Non è fantasia ma la triste realtà.
Altro aspetto grave è che si fermeranno le demolizioni delle case abitate anche nelle aree protette, con vincolo ambientale e idrogeologico perché la legge prevede di mettere per ultimi questi casi.
Invece di approvare norme più stringenti per demolire sul nascere l’abuso e per commissariare quei comuni, anche con lo scioglimento dei consigli comunali, che non sono rigorosi o nell’adottare strumenti urbanistici o nell’eseguire le demolizioni, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe dietro l’alibi delle priorità e dell’inesistente abuso di necessità. Non è un caso che nei resoconti stenografici i senatori Falanga e Palma parlino esplicitamente di fermare le demolizioni a partire dalla Campania. Infatti sia il presidente della regione Campania De Luca che della Sicilia Crocetta attendono con ansia questa legge dopo aver approvato in giunta provvedimenti blocca ruspe. Questa è l’Italia: piange di fronte alle tragedie del dissesto idrogeologico ma il giorno dopo quando tutto è passato torna a chiudere gli occhi per favorire l’abusivismo edilizio. Questa è una piaga tipicamente italiana che non trova riscontri in Europa: un ben triste primato che ci appartiene. Con i voti degli abusivi si vincono le elezioni ma si ammazza il territorio e il futuro delle generazioni che verranno. Con tanti saluti al consumo zero di suolo fissato dall’Unione Europea per il 2050.
La legge che il Senato è in procinto di approvare ha vari profili di incostituzionalità a partire dal rispetto dell’art.3 e 9 della Costituzione (la Corte Costituzionale ha più volte affermato che il paesaggio è un bene primario e assoluto) e per questi motivi chiediamo che la legge sia fermata e non promulgata.

Paolo Berdini, Angelo Bonelli, Vittorio Emiliani, Sauro Turroni, Francesco Lo Savio, Vezio De Lucia, Gianfranco Amendola, Fabio Balocco, Luana Zanella, Mario Staderini, Domenico Finiguerra

> Firma la petizione dei Verdi 

[1] Sul documento vengono indicati I FIRMATARI della Proposta di legge di Ciro Falanga ( PdL ) (27 parlamentari PDL – 3 GAL; firme aggiunte in data 7 maggio 2013) Cofirmatari: Piero Aiello( PdL ) ()Lucio Barani( GAL ) Giacomo Caliendo( PdL ) Franco Cardiello(PdL) Luigi Compagna( GAL ) Vincenzo D’Anna( PdL ) Domenico De Siano( PdL ) Giuseppe Esposito( PdL ) Enzo Fasano( PdL ) Claudio Fazzone( PdL ) Roberto Formigoni( PdL ) Antonio Gentile( PdL ) Vincenzo Gibiino( PdL ) Carlo Giovanardi( PdL ) Pietro Langella( PdL ) Pietro Liuzzi( PdL ) Eva Longo( PdL ) Giuseppe Francesco Maria Marinello( PdL ) Giovanni Mauro( GAL ) Antonio Milo( PdL ) Alessandra Mussolini( PdL ) Pippo Pagano( PdL ) Nitto Francesco Palma( PdL ) Paola Pelino( PdL ) Antonio Razzi( PdL ) Mariarosaria Rossi( PdL ) Domenico Scilipoti Isgro'(PdL) Cosimo Sibilia( PdL ) Guido Viceconte( PdL ) Riccardo Villari( PdL )

[2] scarica DDL S. 580-B dal sito del Senato (16 maggio 2017) http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/FascicoloSchedeDDL/ebook/46919.pdf

> Vai a Open Parlamento con tutte le notizie su disegno di legge S.580-B Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi

Vedi anche:

La Repubblica 15 maggio 2017  Al voto la nuova legge sulle demolizioni. E scatta l’allarme: “Si rischia l’abusivismo legalizzato” Un appello di Verdi, urbanisti ed ex magistrati contro il Decreto Falanga: “Così si legalizza per sempre l’abusivismo edilizio”. Nasce l’abuso per necessità: “Niente ruspe per chi non ha un’altra casa” di CORRADO ZUNINO*

Il Fatto  Quotidiano  15 maggio 2017 Abusi edilizi, Verdi: “Mattarella e Grasso fermino la legge che li legalizza e ferma le demolizioni. È peggio di un condono” Il ddl, che ha come primo firmatario l’ex senatore di Forza Italia passato ad Ala Ciro Falanga, arriverà in aula al Senato giovedì 18. Prevede che le case abitate finiscano ultime in ordine di priorità tra quelle da abbattere. Gli ambientalisti: “Invece di commissariare i comuni che non eseguono le demolizioni, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe”**
*La Repubblica 15 maggio 2017  Al voto la nuova legge sulle demolizioni. E scatta l’allarme: “Si rischia l’abusivismo legalizzato” Un appello di Verdi, urbanisti ed ex magistrati contro il Decreto Falanga: “Così si legalizza per sempre l’abusivismo edilizio”. Nasce l’abuso per necessità: “Niente ruspe per chi non ha un’altra casa” di CORRADO ZUNINO

ROMA – In Senato si vota, fra tre giorni, una legge per cambiare le regole sugli abbattimenti delle abitazioni abusive. Il primo firmatario è un verdiniano, Ciro Falanga, e il decreto in dirittura d’arrivo prevede una serie di provvedimenti di peso. Oggi la maggior parte delle demolizioni è affidata alla magistratura, che interviene quando i sindaci non ottemperano (quasi sempre, in Italia). La novità del Decreto Falanga è quella di organizzare una vera e propria classifica delle priorità per l’invio delle ruspe. In fondo a questa graduatoria c’è “l’abuso per necessità”. A chi non ha un alloggio alternativo – la maggior parte di coloro che hanno commesso un abuso edilizio, d’altra parte – non si potrà tirare giù l’edificio illegale. Fosse anche una villa, fosse anche in un’area protetta. Nel testo, si legge, all’ultimo posto delle priorità sono posizionati “gli immobili abitati la cui titolarità è riconducibile a soggetti appartenenti a nuclei familiari che non dispongano di altra soluzione abitativa”. Si dovranno quindi segnalare “alle competenti amministrazioni comunali” gli edifici “in possesso di soggetti in stato di indigenza”.

A sostenere il decreto – è il 580-B, “Disposizioni in materia di criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi” – ci sono dieci milioni di euro. Una cifra che, parametrata ai costi attuali di un abbattimento, consentirebbe 130 interventi l’anno in tutto il Paese.

Il Decreto Falanga è atteso con una certa premura dai governatori della Campania e della Sicilia. In particolare, Vincenzo De Luca ha disposto a Napoli e nelle altre quattro province campane la sospensione di ogni intervento di demolizione in attesa dell’ultimo passaggio parlamentare del Ddl 580-B, appunto al Senato. Ma l’azione di Ala e Forza Italia – che fin qui non ha incontrato ostacoli da parte del Pd e del Movimento 5 Stelle, la sesta commissione ha votato favorevolmente e all’unanimità – conosce un’opposizione formale da parte dei Verdi con i suoi coordinatori nazionali Angelo Bonelli e Luana Zanella e il responsabile territorio Sauro Turroni. In questa campagna sono affiancati da urbanisti di peso come Paolo Berdini (ex assessore della Giunta Raggi) e Vezio De Lucia, ex magistrati ambientali come Gianfranco Amendola e Domenico Lo Savio, dal radicale Mario Staderini, l’intellettuale Vittorio Emiliani, l’avvocato Fabio Balocco.

Sul provvedimento si è già espresso il procuratore generale di Napoli, Luigi Riello. “Se si irrigidiscono i criteri di priorità con una legge si apre la via a un contenzioso enorme”, ha detto. “Gli avvocati tenteranno ogni strada, giustamente, per impedire la demolizione dell’immobile del proprio assistito. Si chiamano incidenti di esecuzione. Ogni legale alzerà un’opposizione: perché demolite la casa del mio cliente e non quella a fianco?”. I criteri di priorità, sostiene il magistrato, sembrano evanescenti: “Questa legge prova a tutelare il piccolo abuso di necessità rispetto all’ecomostro, ma rischia solo di rallentare l’intero processo di demolizioni”. Nel Napoletano, dove ci sono 70.000 abitazioni fuorilegge, si era avvertita nelle ultime stagioni un’inversione di tendenza con una decrescita dei manufatti abusivi e un aumento delle autodemolizioni da parte dei proprietari: sconfitte al processo, diverse famiglie sceglievano di abbattere la costruzione avviata per evitare il conto dello Stato, più oneroso.

Nelle audizioni al Senato si parla esplicitamente di fermare le ruspe al Sud. Il senatore di Forza Italia, Nitto Francesco Palma, anche lui magistrato, ha dichiarato: “Il disegno di legge è volto a salvare dagli abbattimenti le abitazioni delle persone che vivono in Campania con un reddito assai modesto e non già i grandi gruppi alberghieri o i faccendieri che abitano dimore lussuose presso la Costiera sorrentina”.

L’appello di chi si oppone al decreto è stato inviato oggi ai presidenti della Repubblica e del Senato e chiede di fermare “una legge blocca demolizioni che legalizza in modo perenne l’abusivismo edilizio”. La denuncia di ambientalisti, urbanisti e scrittori sottolinea: “L’aspetto più grave del provvedimento è che la sua applicazione non ha limiti di tempo, a differenza dei condoni. Questo significa che fra tre mesi, un anno o due chiunque potrà edificare una villa sulla costa,

in una vallata o in qualunque altro luogo avendo i requisiti di necessità. Significa, inoltre, che da questa norma l’abusivismo riceverà ulteriori stimoli e la criminalità organizzata potrà realizzare case abusive in spregio alla legge attraverso prestanome”.

**Il Fatto  Quotidiano  15 maggio 2017 Abusi edilizi, Verdi: “Mattarella e Grasso fermino la legge che li legalizza e ferma le demolizioni. È peggio di un condono” Il ddl, che ha come primo firmatario l’ex senatore di Forza Italia passato ad Ala Ciro Falanga, arriverà in aula al Senato giovedì 18. Prevede che le case abitate finiscano ultime in ordine di priorità tra quelle da abbattere. Gli ambientalisti: “Invece di commissariare i comuni che non eseguono le demolizioni, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe”

Un provvedimento “di una gravità inaudita”, che “legalizza in modo permanente l’abusivismo con una portata peggiore del condono edilizio dal punto di vista dei suoi effetti futuri”. E’ il giudizio dei Verdi sul disegno di legge che fissa i “criteri per l’esecuzione di procedure di demolizione di manufatti abusivi”, che il 18 maggio arriverà in aula al Senato. Il coordinatore nazionale Angelo Bonelli e il responsabile territorio e paesaggio Sauro Turroni lanceranno il 16 maggio un appello al presidente della Repubblica Sergio Mattarella e al presidente del Senato Pietro Grasso perché la legge, che ritengono presenti “vari profili di incostituzionalità“, sia fermata e non venga promulgata.

Secondo i Verdi il ddl, primo firmatario l’ex senatore di Forza Italia passato ad Ala Ciro Falanga, “produrrà effetti di continue violazioni di legge” perché “introduce l’abusivismo di necessità e le case abitate non saranno abbattute perché collocate per ultime nell’ordine di priorità anche se si trovano in zone vincolate dal punto di vista ambientale e idrogeologico“.
In testa alla lista delle priorità degli abusi da demolire ci sono gli immobili di rilevante impatto ambientale o costruiti su area demaniale o in zona soggetta a vincolo ambientale e paesaggistico o a vincolo sismico o a vincolo idrogeologico o a vincolo archeologico o storico-artistico, quelli che costituiscono un pericolo per la pubblica e privata incolumità e quelli sottratti alla mafia perché nella disponibilità di soggetti condannati per reati di associazione mafiosa o di soggetti colpiti da misure di prevenzione. Tuttavia all’interno di ognuna di queste categorie sono stabiliti ulteriori gradi di priorità. Gli edifici saranno demoliti secondo questo ordine:
prima quelli in corso di costruzione o non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado, poi quelli non stabilmente abitati e infine quelli abitati.

Per ciascuna delle 3 sopra dette categorie i Procuratori della Repubblica detteranno i criteri di priorità che dovranno tenere conto delle specificità del territorio di competenza, attribuendo la priorità, di regola, agli immobili in corso di costruzione o comunque non ultimati alla data della sentenza di condanna di primo grado e agli immobili non stabilmente abitati. Infine, per gli abbattimenti vengono stanziati 10 milioni di euro l’anno, a fronte di un costo di circa 80mila euro a demolizione.
“Le demolizioni con questa futura legge saranno fermate per due ordini di motivi”, si legge nell’appello. “Perché la cifra stanziata per le demolizioni è sufficiente per eseguirne 130-140 all’anno e perché buona parte delle case sono abitate e quindi saranno in coda alle priorità stabilite dalla legge e perciò mai demolite. Ma l’aspetto più grave della legge è che la sua applicazione non ha limiti di tempo a differenza dei condoni. Questo significa che tra tre mesi, un anno o due chiunque potrà edificare una villa sulla costa, in una vallata o in qualunque altro luogo avendo i requisiti di necessità. Questo significa che il parlamento della Repubblica Italiana si accinge a legalizzare in modo perenne l’abusivismo edilizio, che anzi dalla norma riceverà ulteriori stimoli. E la norma potrà diventare uno strumento formidabile anche in mano alla criminalità che con prestanome, che corrispondano a criteri di necessità previsti della legge, potrà realizzare case abusive in spregio alla legge”.

Invece, dunque, di “approvare norme più stringenti per demolire sul nascere l’abuso e per commissariare quei comuni, anche con lo scioglimento dei consigli comunali, che non sono rigorosi o nell’adottare strumenti urbanistici  o nell’eseguire le demolizioni, si è scelta una strada assurda come quella di fermare le ruspe dietro l’alibi delle priorità e dell’inesistente abuso di necessità. Non è un caso che nei resoconti stenografici i senatori Falanga e Palma parlino esplicitamente di fermare le demolizioni a partire dalla Campania. Infatti sia il Presidente della regione Campania De Luca che della Sicilia Crocetta attendono con ansia questa legge dopo aver approvato in giunta provvedimenti blocca ruspe”. In Campania le case abusive sono 70mila, in Sicilia ne sono state costruite 2.438 nel 2015 e 1.749 nel 2016.

L’appello è già stato firmato da Paolo Berdini, Vittorio Emiliani, Gianfranco Amendola, Francesco Lo Savio, Vezio De Lucia, Luana Zanella, Fabio Balocco e Mario Staderini.

 

 

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