La Provincia di Bolzano riapre alla caccia il Parco Nazionale dello Stelvio
Autore : Redazione
La Provincia Autonoma di Bolzano ha deciso di riaprire alla caccia la porzione altoatesina del Parco Nazionale dello Stelvio del quale una sciagurata decisione del governo Berlusconi decise di fare “spezzatino”, frantumando un Parco Nazionale istituito nel 1935 fra la Regione Lombardia e le Provincie Autonome di Trento e Bolzano. Una regressione alla barbarie giuridica e naturalistica.
E’ dal 1964 che le due Provincie Autonome ci provano a riaprire la caccia, con una legge di quell’anno di poterono cacciare cervi, camosci, caprioli e anche marmotte, galli cedroni e galli forcelli. Nell’81 – come testimonia un grande botanico e naturalista, il professor Franco Pedrotti – la Provincia di Bolzano aprì la caccia anche alla lepre, alla lepre bianca, al tasso, alla martora, al tordo, al merlo e ad altre specie. Soltanto nell’83 – su istanza del Wwf – il Consiglio di Stato decise l’abolizione della caccia nel Parco Nazionale dello Stelvio.Divieto sancito definitivamente dalla legge-quadro n. 394 del ’91 sulle aree protette.
Ora la Provincia Autonoma di Bolzano ci riprova approfittando anche del lassismo che si è instaurato in materia, dei tentativi ripetuti di allentare tutele e controlli previsti dalla legge-quadro e di inserire nei Consigli rappresentanti di categorie. I Parchi Nazionali inoltre sono sempre più oggetto di spartizione fra i partiti con la nomina di consiglieri e di presidenti che sono per lo più politici locali, ex sindaci o assessori, e non invece competenti, scienziati, esperti veri di alto livello. Tutto ciò ha provocato una grave caduta di attenzione della politica migliore, dell’opinione pubblica, degli organi di informazione verso i Parchi di ogni livello a cominciare da quelli nazionali. Parchi che oggi coprono il 13 per cento della superficie contro il 4 per cento scarso di qualche decennio addietro e che dovrebbero essere oggetto di ogni attenzione, finanziati, tutelati, promossi, come gli immensi polmoni di verde del Paese, essenziali anzitutto alla salute fisica e mentale dei cittadini.
Il presidente Napolitano non firmò la definitiva divisione in tre parti del Parco Nazionale dello Stelvio (alla quale seguirebbe quella del Gran Paradiso, il primo Parco istituito con quello d’Abruzzo nel 1922). Non abbiamo dubbi sul fatto che il presidente Mattarella adotterà la stessa linea di condotta. Ma chiediamo di più, chiediamo una rinnovata attenzione politica in positivo per tutte le aree protette, un aggiornamento della legge 394/1991 in base al Codice per il Paesaggio, la cancellazione dei “correttivi” peggiorativi che si vogliono introdurre, facendo di nuovo dei Parchi e delle aree protette un giusto vanto nazionale e non una vergogna per l’Italia.
Il Comitato per la Bellezza
Vittorio Emiliani, Luigi Manconi, Vezio De Lucia, Paolo Berdini, Massimo Fregnani