Un’analisi di Giancarlo Storto a un emendamento allo “Sblocca cantieri” presentato da alcuni senatori del PD che ci riporta alla deroghe del “Piano casa”
Un gruppo di senatori PD
(1) ha presentato nei giorni scorsi alla Commissione Lavori pubblici e Ambiente del Senato un emendamento al decreto cosiddetto “Sbloccacantieri”
(2) che andrà al voto dell’ Aula il prossimo 28 maggio.
Alle sciagurate deroghe già contenute nel decreto, di cui ci siamo occupati a più riprese (3), si aggiunge questo emendamento in linea con la Legge per la Rigenerazione Urbana del Lazio del luglio 2017, di cui Carteinregola ha criticato molti aspetti (4), ma anche con il “Piano Casa” Polverini, poi prorogato, per la parte edilizia, con poche modifiche da Zingaretti, nonostante il nostro presidio di un mese e mezzo al Consiglio regionale nell’autunno 2014 (4)
L’emendamento consiste in un articolo, art.5 , composto da 16 commi che sono in realtà altrettanti articoli, a comporre quella che è una sorta di legge sulla rigenerazione urbana, alquanto generica ma abbastanza chiara nel far capire dove si va a parare, nonostante la solita introduzione disneyana sulla rigenerazione urbana per le aree di degrado socio economico urbanistico, l’housing sociale etc etc etc. Basti dire, tra il resto, che si vorrebbe ancora una volta rimettere mano al decreto sugli standard dell’aprile del 1968 che resta, che a distanza di tanti anni, è ancora un riferimento irrinunciabile per una pianificazione che tuteli i diritti degli abitanti, permettendo altezze degli edifici superiori e distanze tra fabbricati inferiori.
Publichiamo un’analisi dell’emendamento di Gian Carlo Storto, già autore di una recente disamina presentata al Convegno del novembre 2017 sul diritto alla città storica, a proposito della vicenda dei cosiddetti “villini” della città storica a rischio demolizione (5) (AMBM)
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
La rigenerazione urbana secondo il Partito democratico
di Giancarlo Storto*
Superati i riferimenti alle virtù salvifiche della rigenerazione urbana che ritualmente vengono ripetute in ogni provvedimento consimile, sia di emanazione statale che regionale, il lungo emendamento all’articolo 5 del decreto “sbloccacantieri” di alcuni deputati del Partito democratico contiene non pochi elementi che destano forti preoccupazioni.
Occorre premettere che il testo proposto si inserisce a pieno titolo nel solco del Piano casa dell’epoca berlusconiana e dell’accordo a suo tempo sottoscritto (l’Intesa sancita in Conferenza unificata avvenne il 1° aprile 2009) riprende gli aspetti più nefasti: l’introduzione ope legis delle deroghe allo strumento urbanistico, in tal modo travalicando poteri primari e consolidati delle amministrazioni comunali a cui vengono di fatto sottratte competenze da sempre attribuite ed esercitate in materia di pianificazione territoriale .
I più inquietanti elementi di rottura nei confronti della vigente legislazione sono contenuti nell’articolo 5 sexies. Viene demandato alla legislazione regionale di provvedere, entro 90 giorni, ad approvare provvedimenti (di fatto vincolati non potendo assimilarsi le indicazioni presenti nell’emendamento come normativa di principi) che prevedano una misura premiale di incremento di volumetria del venti per cento (in deroga e sull’intero territorio); la possibilità di delocalizzare gli interventi con le volumetrie aggiuntive; le modifiche alle destinazioni d’uso (in deroga e senza limiti); la riduzione del contributo di costruzione e l’esonero dal contributo straordinario di urbanizzazione (senza contropartite di benefici per la collettività e non tenendo conto che sull’esistente i margini di remunerazione dell’investimento sono certamente più elevati). È infine inserita l’eventualità di “interventi derogatori di maggiore dimensione o portata urbanistica” con il solo vincolo (ma nulla viene specificato sulla natura e sugli esiti finali delle iniziative) che la loro attuazione avvenga “esclusivamente” con accordi pubblico/privato o mediante crediti edilizi (modalità quest’ultima incomprensibile nella collocazione testuale ma inserita forse come memoria ritenuta utile da menzionare).
Non è il solo. Anche l’articolo 5 novies contiene disposizioni che destano più di qualche perplessità. Con una scrittura involuta, al limite dell’incomprensibile, le Regioni sono chiamate ad adeguare la legislazione riguardante il turismo per quanto attiene le strutture alberghiere ed extra-alberghiere, eliminando per i centri storici “l’eventuale esclusione dall’obbligo di conformità con la destinazione di zona prevista dallo strumento urbanistico comunale ovvero dall’obbligo di richiesta dell’atto abilitativo comunale per il cambio di destinazione d’uso dell’ immobile”. L’interpretazione più plausibile parrebbe quindi una disinvolta liberalizzazione di tale strutture finanche nei centri storici.
Da segnalare le modifiche (6) al decreto sugli standard dell’aprile del 1968 che resta, a distanza di decenni, un riferimento irrinunciabile per una pianificazione che tuteli i diritti degli abitanti. Di recente oggetto di provvedimenti di modifica, anche (impropriamente) da parte della legislazione regionale (Emilia Romagna e Lazio), nell’emendamento in esame si ammette la possibilità di realizzare costruzioni con altezze superiori e con distanze tra fabbricati inferiori rispetto a quelle indicate nel decreto ministeriale.
Tralasciando altri aspetti (non da ultimo le norme riguardanti gli incentivi fiscali), colpisce l’esiguità dei fondi che si vorrebbero impegnare. Allo Stato si chiede di finanziare il “Piano nazionale per la rigenerazione urbana” con una postazione di bilancio pari a 100 milioni per anno (per venti anni), somma che va ripartita tra le Regioni cui spetterebbe mediamente 5 milioni di euro. Anni luce dagli impegni per le grandi opere.
Giancarlo Storto
(*) urbanista, già direttore generale delle Aree urbane e dell’edilizia residenziale presso il Ministero dei Lavori pubblici
Grazie a Angelo Bonelli per averci segnalato è messo a disposizione l’emendamento
NOTE
(1) I senatori Ferrazzi, Margiotta, Assuntela, Messina,Mirabelli, Sudano, Astorre, D’Arienzo, Nencin Emendamento Art. 5 emendamento Ferrazzi, Margiotta, Assuntela Messina, Mirabelli, Sudano, Astorre, D’Arienzo, Nencini (l’emendamento è alle pag 281- 301) scarica
emendamento PD sblocca cantieri scarica tutti gli
emendamenti senato sblocca cantieri 28 maggio 2019
Il Piano casa Polverini è stato poi preso a modello da molte regionia guida centro destra come Liguria, Sardegna, Veneto
(6) L’articolo 5 dello sbloccacantieri contiene già norme derogatorie al DM144/68: si veda
Decreto “Sbloccacantieri”: cosa dice l’articolo 5 – norme in materia di rigenerazione urbana http://www.carteinregola.it/?p=65801