Le case dell’ housing sociale del “Piano casa” a chi sono andate?
Autore : Redazione
di Maurizio Geusa
Con un titolo a tutta pagina “La truffa dei palazzinari- Case per i poveri date a parenti e amici” l’edizione romana del quotidiano La Repubblica lo scorso 26 marzo ha sorpreso l’attenzione del pubblico indistinto con la vicenda, ormai storica, del “Piano Casa” e della relativa costruzione di alloggi ad affitto calmierato, il cosiddetto “housing sociale”. Con questo termine sono definite le “unità immobiliari ad uso residenziale, destinati alla locazione a canone calmierato e a canone concordato, che si propongono come soluzioni abitative dirette a soddisfare le esigenze di una fascia di popolazione che, pur non avendo i requisiti per accedere ai servizi abitativi dell’edilizia popolare, non può comunque sostenere i canoni di affitto imposti dal libero mercato.” Come recita la pagina dedicata sul sito istituzionale del Comune di Roma (1)
Infatti, la Regione Lazio con due successivi provvedimenti di legge nel 2009 (art. 3 ter della L.R. n. 21/2009) e nel 2014, aveva voluto agevolare gli interventi di demolizione e ricostruzione nonché i cambi di destinazione d’uso a condizione che una parte di questi nuovi appartamenti venisse destinata alla locazione a canone calmierato (2)
Questi incentivi hanno raccolto un discreto successo se, come dice Repubblica, sono 1.386 gli alloggi realizzati. Dal canto suo il Comune di Roma si è dotato (3) sia di linee di indirizzo per la gestione e il controllo in materia di housing sociale; sia di un “Registro degli immobili in housing sociale” per monitorare e divulgare l’offerta di alloggi (4) .
Questa attenzione giornalistica sul tema dell’housing sociale ha fatto riemergere le recenti dichiarazioni di Fabrizio Scorzoni Presidente Consorzio Cooperative Abitazione A.I.C. (Associazione Italiana Casa) nel corso del convegno “14 anni del Prg ’08 del Comune di Roma – Pnrr, strategie di sviluppo e di rigenerazione per un nuovo welfare urbano”, organizzato il 14 febbraio 2022 dal Dipartimento di Pianificazione, Design e Tecnologia dell’Architettura dell’Università La Sapienza di Roma, dalla Fondazione Roma Sapienza e dal Laboratorio Progetto Roma.
“Dobbiamo capire a Roma, – afferma Fabrizio Scorzoni (5) – se qualcuno vorrà rimettere mano alle politiche della casa, pensare che c’è una fascia sociale che può essere soddisfatta attraverso l’affitto calmierato è una ipotesi teorica. Nella realtà chi va nell’affitto calmierato dopo poco vuole essere considerato come cittadino che sta nelle case popolari. Primo. Se è in grado di accedere a quel mercato dopo poco esce e si va ad acquistare la casa.”
Eppure il fabbisogno di housing sociale stimato nel 2010 (6) era di circa 22.700 alloggi quota parte della più ampia fascia di 36.600 famiglie i condizione di insostenibilità del canone di affitto. Queste quantità (31.514 famiglie) sono state confermate anche dalla più recente Delibera Giunta Capitolina n. 86/2020 (7).
Infine, per completare il quadro delle informazioni, dobbiamo andare ancora più indietro nel tempo al febbraio 2020 quando l’allora Assessore Luca Montuori in una intervista (8) dichiara che: “… l’ultimo giorno di presentazione dei progetti del Piano Casa arrivano 7/800 progetti …”. Quindi, in pancia agli uffici comunali ci sono ancora centinaia di progetti di Piano Casa con la loro quota di housing sociale pronti a partire.
Conclusione, ci saranno certamente delle storture nella gestione di questa quota di alloggi a prezzi calmierati, ma non si comprende come mai tanta solerzia investigativa non sia stata applicata anche nel controllare la gestione del patrimonio abitativo pubblico di ATER e Comune, quello si effettivamente destinato alle situazioni di emergenza abitativa.
Come se quello che accade nei “Dépotoirs sociaux” non riguardasse la nostra città.
P.S. Questa definizione dei quartieri popolari è estratta da “Les territorires perdus de la Republique” di Emmanuel Brenner, Ed. Pluriel, 2016
DIPARTIMENTO PROGRAMMAZIONE E ATTUAZIONE URBANISTICA
Linee guida e criteri generali finalizzati all’avvio del Programma Strategico per il superamento della condizione di disagio e della condizione di emergenza abitativa nel territorio capitolino. (Protocollo N. 13245 del 14/05/2020) scarica Delibera Giunta Capitolina n. 86/2020