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Le due mosse di Berdini per ricostruire la città.

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Un resoconto di Maurizio Geusa dell’incontro Abitare l’incompiuto in cui è intervenuto  l’Assessore all’Urbanistica e Lavori Pubblici Paolo Berdini

Le due mosse di Berdini per ricostruire la città.Finanziamento pubblico e rispetto delle regole

di Maurizio Geusa

Si è tenuto  lunedì 19 dicembre alla Città dell’Altra Economia, un incontro sulle opere incompiute nel nostro paese, “con l’obiettivo di sollecitare la cultura architettonica e urbanistica, la cittadinanza e le istituzioni al confronto con questi spazi dello scarto, attraverso la costruzione di strumenti idonei alla loro trasformazione”.

All’incontro, organizzato dal Gruppo degli eurodeputati di European United Left / Nordic Green Left, coordinato dall’eurodeputato Curzio Maltese, hanno partecipato: l’Assessore all’urbanistica di Roma Paolo Berdini, l’architetto Alfonso Giancotti, il Professore di progettazione architettonica Luca Montuori, l’antropologo Giorgio de Finis, l’artista visivo Andrea Musa di Alterazioni Video e il regista Benoit Felici.

E’ stata l’occasione per l’Assessore Berdini di rivendicare il primato delle opere incompiute della nostra città, ricordando i cantieri abbandonati dei parcheggi pubblici, a partire da Cornelia con i suoi sette piani interrati, Viale Libia, Val Melaina, Tor Tre Teste, il Mercato pubblico di Via Appia, tutti finanziamenti pubblici spesi male. A questi si devono aggiungere le Torri dell’Eur rimaste scorticate, che forse si concluderanno e il patrimonio di Santa Maria della Pietà ridotto in condizioni di pericolo per i crolli.

L’Assessore ha anche ricordato le attuali proposte inaccettabili come il nuovo centro commerciale al posto dei Mercati Generali di Via Ostiense in cui il verde pubblico è stato proposto in verticale sull’esempio del Bosco verticale di Boeri a Milano.

A giudizio dell’Assessore sono due le cause strutturali di tali risultati. Una prima,  da ricercare nel dominio dell’economia liberista che ha sciolto il legame fra capitali e luoghi togliendo i vincoli all’investimento di fondi mobiliari internazionali sulla nostra città.

Una seconda causa strutturale è da ricercare nella caduta delle regole della trasformazione urbanistica. In questo caso con la responsabilità di un pezzo della sinistra che si è adeguato alla deregulation delle trasformazioni urbanistiche.

Da questa premessa ha sviluppato la sua proposta in due mosse per ricostruire questa nostra città.

Una prima riguarda la vertenza relativa ai finanziamenti. Sempre secondo Berdini un pezzo di sinistra in questi anni ha tagliato circa 3 miliardi alle finanze locali. A fronte di questi tagli la recente ricerca del CRESME ci informa che Londra ha sviluppato un programma fino al 2030 con finanziamenti da parte dello stato per 1 miliardo all’anno. Parigi, altrettanto con un programma fino al 2025 e finanziamenti per 800 milioni all’anno. Per Roma la richiesta è di cinquecento milioni a fronte di cui sono stati assegnati i 18 milioni con il recente bando per le periferie. Infine ha ricordato la situazione delle casse capitoline dove in mancanza di fondi per la manutenzione straordinaria dei treni l’Assessore Meleo sarà costretta a chiudere le linee A e B della metropolitana con conseguenze solo da immaginare.

La seconda mossa riguarda le regole per le trasformazioni urbanistiche. Da tempo, con il Piano casa della Regione Lazio, le regole sono state travolte, lasciando mani libere ai privati. Emblematico il caso dell’ex Centro Direzionale Alitalia della Magliana,  presto trasformato in residenze, con incremento premiale della superficie utile lorda. Altro caso la trasformazione in studentato della ex Dogana di San Lorenzo. In definitiva, ha esemplificato Berdini “questa sembra una città fai da te. L’economia liberista ha finito per strangolare la città:  giocando in difesa non si vincono le battaglie e togliere le regole porta all’inferno”. Da tutto ciò  non siamo riusciti a dare una prospettiva alle periferie e al degrado sociale dentro la città.

Quindi, Berdini ha proposto di rovesciare il tavolo per un’idea di città pubblica. Perchè il pubblico deve dare gli obiettivi.

E ha ricordato che in questa città ci sono 99 stabili occupati da cittadini senza casa, ma per dare risposte a questo bisogno primario si devono costruire case pubbliche. Il fabbisogno è nell’ordine dei 8.000-10.000 alloggi. Questo il primo obiettivo. Oggi per il residence di Ostia si spendono 3 milioni all’anno mentre sono circa 20 i  milioni all’anno per l’assistenza alloggiativa. Il finanziamento richiesto al governo servirà a questo scopo.

A questo obiettivo primario, per il quale la nuova Giunta chiede risorse, si aggiunge un secondo obiettivo di breve termine  di 7 nuove linee tramviarie.

Infine, l’Assessore ha ricordato come per realizzare la Nuvola si siano spesi 400 milioni cedendo il patrimonio immobiliare collettivo dell’EUR.

Berdini ha concluso, ricordando un uomo importante laico e socialista come Adriano Olivetti di cui occorre riscoprire l’utopia per recuperare questo immenso patrimonio abbandonato, sostituendo la strada dell’urbanistica liberista con il pensiero collettivo. (MG)

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