Le monetine della Fontana di Trevi, l’indignazione automatica e il pendolo capitolino
Autore : Redazione
Foto Ambm Fontana di Trevi, ottobre 2018
Esplode sui quotidiani e rimbalza sui vari media e social la notizia che la Sindaca ha intenzione di sottrarre alla Caritas diocesana, a partire dal prossimo aprile, il milione e mezzo di euro di monetine lanciate dai turisti nella Fontana di Trevi che nel 2001 l’allora Sindaco di Roma Veltroni aveva destinato all’ente benefico cattolico per iniziative di solidarietà. Destinazione poi confermata da tutte le Giunte che si sono succedute (1). La Giunta Raggi invece decide di costituire un gruppo di lavoro nell’ottobre 2017, che dopo un anno giunge alla conclusione, messa nero su bianco in una Memoria di Giunta del 28 dicembre 2018 (2), di destinare quelle risorse “in misura prevalente al finanziamento di progetti sociali e per la restante parte alla manutenzione ordinaria del patrimonio culturale“
nello stesso documento si legge che si è concordato di affidare ad ACEA spa, che già provvede alla pulizia delle fontane e al ripescaggio delle monete, con un “addendum” al contratto di servizio, anche un lavoro fornito in questi anni gratuitamente dai volontari della Caritas, quello del lavaggio, catalogazione e impacchettamento delle monete, con un costo per il Comune che sarebbe da detrarre dai proventi della “pesca”
Tutto questo, come dicevamo, ha scatenato una campagna contro il Comune della serie “rubano i soldi ai poveri” etc, talmente pesante da costringere la Sindaca a fare rapidamente retromarcia (3), arrivando addirittura a sostenere che “Nessuno ha mai pensato di privare la Caritas di questi fondi».
Senza entrare nel merito della destinazione dei fondi alla Caritas, istituzione benemerita che tra l’altro forniva il rendiconto al Comune di come venivano impiegati i proventi ricevuti, la vicenda merita un paio di osservazioni.
La prima, sulla indignazione collettiva che troppo spesso anticipa il ragionamento. La mossa della Raggi è stata subito etichettata come l’ennesima efferatezza pentastellata, motivata dalla “fissa” dei bandi. Ma in questo caso non si tratta di un servizio da mettere a bando, ma di una elargizione in denaro.
E se dobbiamo parlarne in linea di principio, e di regole uguali per tutti, dobbiamo valutare oggettivamente la situazione. Cioè di un milione e mezzo di euro l’anno (a cui bisogna sottrarre il lavoro dei volontari, che tuttavia in questo caso non è rilevante) di proprietà pubblica – di tutti noi – che viene dato a un ente benefico religioso specifico. E se è sicuramente una bella idea che le monetine buttate nella fontana da persone che arrivano da tutto il mondo e che esprimono con quel gesto un desiderio di qualche felicità servano ad offrire, forse non felicità, ma qualche sollievo a persone in difficoltà, non dovrebbe essere così scontato che da 18 anni quel milione e mezzo venga dato alla Caritas e non, ad esempio a Sant’Egidio o alla Chiesa Valdese o a qualche ente benefico laico. Oppure che non venga suddiviso tra più enti caritatevoli.
Una seconda riflessione: possibile che una Sindaca e una Giunta si rimangino – anzi neghino – con questa facilità parole messe per iscritto su un documento pubblico? E se non si ha il coraggio di sostenere le proprie convinzioni/decisioni di fronte alle prevedibili reazioni (e strumentalizzazioni), possibile che non si possa fare uno sforzo di preveggenza per evitare figure imbarazzanti? Fa più male fare un passo e poi sconfessarlo che non farlo affatto anche se naturalmente, come ci si aspetterebbe da una Giunta del cambiamento, sarebbe ancora meglio restare coerenti con le proprie scelte, indipendentemente dalle campagne giornalistiche.
Infine: come ricordato da DiarioRomano (4), possibile che ci si preoccupi del restauro e della manutenzione della Fontana di Trevi, e si continui a trascurare il fatto che degli allucinanti banchetti di paccottiglia turistica continuano a rovinarne la visuale, portando redditi assai consistenti a privati, che sono solo i titolari delle licenze, dato che poi affidano a stranieri la vendita di minicolossei e Torri di Pisa?
Anna Maria Bianchi Missaglia
Post scriptum: siamo sicuri che i contratti con ACEA possano esere ampliati a piacimento, come una qualsiasi partecipata del Comune al 100%? Non dovrebbero essere messi comunque a bando eventuali servizi supplementari?
(1) Avvenire 11 gennaio 2018 Roma. Fontana di Trevi, tolte alla Caritas le monetine dei poveri
(2) scarica la MEMORIA N. 90 APPROVATA DALLA GIUNTA CAPITOLINA NELLA SEDUTA DEL 28 DICEMBRE 2018 OGGETTO: Raccolta e impiego delle monete rinvenute negli invasi della Fontana di Trevi e di altre fontane monumentali cittadine.Memoria della Giunta Capitolina n.90 del 28 dicembre 2018 Raccolta e impiego delle monete rinvenute negli invasi della Fontana di Trevi e di altre fontane monumentali cittadine
(3) Vatican News 14 gennaio 2019 Raggi a L’Osservatore Romano: a Caritas monete di tutte le fontane di Roma Il denaro raccolto nella Fontana di Trevi a Roma resterà alla Caritas diocesana. Anzi, anche le monete raccolte nelle altre fontane della Capitale saranno destinate all’organismo caritativo diocesano, per un totale approssimativo di 200.000 euro aggiuntivi”. Lo ha assicurato a «L’Osservatore Romano» la sindaca di Roma Virginia Raggi