L’incredibile e pretestuosa polemica sull’art.39 del nuovo regolamento per l’accesso agli atti
Autore : Redazione
L’assessore a Roma Semplice Flavia Marzano
AGGIORNAMENTO 6 settembre : Si è svolto un incontro tra l’Assessora Marzano e il Segretario Generale Raffaele Lorusso e il direttore Giancarlo Tartaglia della Federazione Nazionale Stampa Italiana per un confronto sulla proposta di nuovo regolamento sull’accesso ai documenti amministrativi approvata dalla Giunta Capitolina, e per chiarire gli aspetti oggetto nei giorni scorsi di differenti interpretazioni. Pubblichiamo in calce il resoconto della riunione dell’Assessora Marzano*, che cita anche la nostra associazione.
(5 settembre 2017) Una prima puntualizzazione sugli incredibili attacchi mossi alla Proposta di Delibera con il nuovo Regolamento di accesso agli atti del Comune di Roma, che nessuno si è accorto che, quanto meno per gli articoli su cui sono piovute aspre critiche, ripropone quasi pedissequamente il testo della circolare Madia.
“…Un bavaglio, una norma anti- giornalisti, un regolamento vergognoso. È un coro unanime e trasversale, un grido d’allarme univoco e deciso quello che si è alzato contro la proposta di modifica grillina del regolamento sulla trasparenza e l’accesso agli atti del Campidoglio.” Così si apre l’articolo del 4 settembre del quotidiano La Repubblica (1), riferendosi all’art.39 “Rapporti con i media e i social network” del nuovo regolamento per il diritto di accesso a documenti atti e informazioni approvato con Decisione di Giunta del 4 agosto 2017 su proposta dell’Assessora a Roma Semplice Flavia Marzano (2).
Carteinregola, che ha fatto della trasparenza la sua principale battaglia, sta approfondendo il testo e si riserva di inviare osservazioni e, se necessario, obiezioni e richieste di modifica. E chiede da subito che possano farlo tutti i cittadini.
Ma rispetto alle accuse mosse all’articolo 39 del nuovo regolamento, che, stando a Repubblica, ha suscitato un coro di dissensi da parte della Federazione della stampa, dell’ANCI e perfino della Ministra Madia, autrice del FOIA italiano, non pensiamo che si tratti di un equivoco, se non di un’allucinazione collettiva.
E se fosse vero che la Ministra ha twittato “abbiamo approvato il decreto FOIA per attuare la massima trasparenza, M5S a Roma vuol nascondere le carte con un regolamento“, vorrebbe dire che si è (af)fidata a quanto riportato dai giornali. Perchè se avesse letto il testo del documento, avrebbe scoperto che l’articolo 39 riporta quasi TESTUALMENTE (solo piu sintetizzato) quanto previsto dalla sua circolare esplicativa.
Per chi ne dubitasse riportiamo in calce i due testi.
Circolare n. 2 /2017 del Ministro Marianna Madia :” Attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato” (c.d. FOIA) [3]
8.1. Rapporti con i media e le organizzazioni della società civile
Ferma restando la necessità di istruire in modo completo e accurato ogni singola richiesta di accesso a prescindere dall’identità del richiedente, nel più rigoroso rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità dell’azione amministrativa, occorre tener conto della particolare rilevanza, ai fini della promozione di un dibattito pubblico informato, delle domande di accesso provenienti da giornalisti e organi di stampa o da organizzazioni non governative, cioè da soggetti riconducibili alla categoria dei “social watchdogs” cui fa riferimento anche la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo (da ultimo, caso Magyar c. Ungheria, 8 novembre 2016, § 165). Nel caso in cui la richiesta di accesso provenga da soggetti riconducibili a tale categoria, si raccomanda alle amministrazioni di verificare con la massima cura la veridicità e la attualità dei dati e dei documenti rilasciati, per evitare che il dibattito pubblico si fondi su informazioni non affidabili o non aggiornate.
Proposta nuovo Regolamento per il diritto di accesso ai documenti, ai dati e alle informazioni (62a decisione di Giunta Capitolina del 4 agosto 2017)
Art. 39 Rapporti con i media e i social network
8.1.
Ferma restando la necessità di istruire in modo completo e accurato ogni singola richiesta di accesso, l’Amministrazione tiene conto della particolare rilevanza, delle istanze di accesso provenienti da organi di stampa o da organizzazioni non governative, verificando con la massima cura la veridicità e la attualità dei dati e dei documenti rilasciati, onde evitare che il dibattito pubblico si fondi su informazioni non affidabili o non aggiornate.
Il secondo comma, è una ulteriore declinazione del primo, che mette in guardia i Dirigenti pubblici dal danno che le loro risposte – evidentemente nel caso in cui non rispondano ai criteri della verdicità e della trasparenza (come ad esempio un diniego ingiustificato) – anche attraverso una diffusione tramite web. (Noi di Carteinregola pubblichiamo regolarmente sul nostro sito le risposte incongrue o segnaliamo le mancate risposte della P.A. capitolina)
8.2
I dirigenti chiamati all’attuazione delle diverse forme di accesso, disciplinate dal presente Regolamento, tengono in considerazione il rilievo pubblico, il potenziale uso strumentale ed il danno all’immagine che le risposte dell’Amministrazione possono generare attraverso la loro pubblicazione sui social network, sui blog sulle piattaforme web realizzate per la promozione e la difesa del diritto di accesso all’informazione.
La controprova risiede in tutti gli altri articoli della proposta di Regolamento che prevedono l’impossibilità di diniego ( mutuati dal decreto FOIA e dalla circolare Madia).
Quanto all’altro articolo della proposta di nuovo regolamento oggetto di attacco, il 40, che riguarda l’ “ambito e i criteri per la accesso degli amministratori di Roma Capitale“, ci limiteremo ad osservare che, pur vedendo con sospetto ogni ventilato “aggravio per gli uffici“, che può essere usato come facile alibi per porre ostacoli alla trasparenza, ci sembra che anche in questo caso si tratti di paletti già ampiamente presenti nella circolare Madia, al punto 7:
d) Richieste “massive o manifestamente irragionevoli”
Come precisato a riguardo nelle Linee guida A.N.AC. (Allegato, § 5), “L’amministrazione è tenuta a consentire l’accesso generalizzato anche quando riguarda un numero cospicuo di documenti ed informazioni, a meno che la richiesta risulti manifestamente irragionevole, tale cioè da comportare un carico di lavoro in grado di interferire con il buon funzionamento dell’amministrazione. Tali circostanze, adeguatamente motivate nel provvedimento di rifiuto, devono essere individuate secondo un criterio di stretta interpretazione, ed in presenza di oggettive condizioni suscettibili di pregiudicare in modo serio ed immediato il buon funzionamento dell’amministrazione” (segue in calce ).
Invece facciamo notare che il comma 5 dell’articolo 40, come giustamente evidenziato dall’Assessora Marzano, introduce per la prima volta un diritto soggettivo dei consiglieri ad avere accesso diretto al sistema informatico di gestione documentale del Comune. Nel senso che fino ad adesso i consiglieri capitolini e municipali dovevano ricorrere a normali accessi agli atti (seppure con corsie preferenziali) facendo domanda agli uffici. Mentre con il nuovo regolamento consiglieri di maggioranza e opposizione avranno la possibilità di accedere direttamente ai documenti senza mediazioni. E non è poco.
Sul resto del Regolamento approfondiremo e probabilmente criticheremo. Ma una cosa è certa: leggeremo con i nostri occhi e non ci fideremo degli articoli, delle dichiarazioni, dei tweet e quant’altro.
Nemmeno di quelli dei ministri.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Per osservazioni e precisazioni: laboratoriocarteinregola@gmail.com
*(dalla pagina Facebook dell’Assessora Marzano) #RomaTrasparente Regolamento unico sull’accesso: a FNSI ribadita garanzia trasparenza e tutela del ruolo della stampa
Abbiamo invitato la Federazione Nazionale Stampa Italiana a un confronto sulla proposta di nuovo regolamento sull’accesso ai documenti amministrativi approvata dalla Giunta Capitolina. L’incontro si è tenuto ieri pomeriggio 5 settembre 2017] in Campidoglio, alla presenza anche della Consigliera capitolina Monica Montella, con il Segretario Generale Raffaele Lorusso e il direttore Giancarlo Tartaglia della Federazione Nazionale Stampa Italiana.
Nel corso del colloquio sono stati chiariti tutti gli aspetti oggetto nei giorni scorsi di differenti interpretazioni.
Roma Capitale ha ribadito che il nuovo regolamento unico è finalizzato a garantire trasparenza e tutela del ruolo della stampa e che la circolare interna di accompagnamento al regolamento aiuterà gli uffici nella sua corretta applicazione una volta completato l’iter di approvazione in Assemblea capitolina.
Come anche dichiarato da autorevoli esperti in materia, tra cui di recente il Prof. Alberto Maria Gambino Prorettore dell’Università Europea di Roma e Presidente dell’Accademia Italiana del Codice di Internet (http://bit.ly/2gKJ02K) e da associazioni della società civile impegnate sui temi della trasparenza, tra cui Laboratorio Carteinregola (http://bit.ly/2x6Q54z), l’Assessora ha confermato che l’art.39 non può dare adito ad alcuna possibilità di rigetto proprio per la sua collocazione sistematica, non essendo inserito tra le previsioni in tema di improcedibilità e/o inammissibilità dell’istanza di accesso.
Preso atto che alcuni dubbi sono sorti anche sulla base di possibili diverse interpretazioni della circolare Madia sul Freedom of Information Act (n.2/2017), Roma Capitale si attiverà per un chiarimento presso il Dipartimento della Funzione Pubblica auspicando che FNSI avvii un’analoga interlocuzione sul tema in oggetto.
Roma ad oggi è l’unica amministrazione ad avere attivato l’iter per dotarsi di un regolamento unico sugli accessi seguendo le linee guida dell’Autorità Nazionale Anticorruzione. Ringrazio la Federazione Nazionale Stampa Italiana per il costruttivo incontro; sono per noi fondamentali tutti i soggetti che a vario titolo sollecitano verso politiche a garanzia di trasparenza e accesso all’informazione, tematiche di primaria importanza per l’Amministrazione Capitolina.
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(1) La Repubblica 4 settembre 2017 Regole anti-cronisti, la ministra Madia frena il Campidoglio
L’assessora Marzano ribatte: la censura è fake news. Coro di critiche sul regolamento per l’accesso agli atti di LAURA MARI http://roma.repubblica.it/cronaca/2017/09/04/news/regole_anti-cronisti_la_ministra_madia_frena_il_campidoglio-174616602/?refresh_ce
(2) Scarica la decisione di Giunta pubblicata nella sezione Assessorato Roma Semplice del sito istituzionale del Comune http://www.comune.roma.it/resources/cms/documents/Proposta_n62.pdf
http://www.comune.roma.it/resources/cms/documents/Proposta_n62.pdf
(3) Vai alla Circolare n. 2 /2017. Attuazione delle norme sull’accesso civico generalizzato (c.d. FOIA) [MADIA] http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/01-06-2017/circolare-n-2-2017-attuazione-delle-norme-sull’accesso-civico
CIRCOLARE MADIA CITATA, punto 7
d) Richieste “massive o manifestamente irragionevoli”
Come precisato a riguardo nelle Linee guida A.N.AC. (Allegato, § 5), “L’amministrazione è tenuta a consentire l’accesso generalizzato anche quando riguarda un numero cospicuo di documenti ed informazioni, a meno che la richiesta risulti manifestamente irragionevole, tale cioè da comportare un carico di lavoro in grado di interferire con il buon funzionamento dell’amministrazione. Tali circostanze, adeguatamente motivate nel provvedimento di rifiuto, devono essere individuate secondo un criterio di stretta interpretazione, ed in presenza di oggettive condizioni suscettibili di pregiudicare in modo serio ed immediato il buon funzionamento dell’amministrazione”.
Sulla base dei primi riscontri applicativi, è opportuno chiarire che la ragionevolezza della richiesta va valutata tenendo conto dei seguenti criteri:
– l’eventuale attività di elaborazione (ad es. oscuramento di dati personali) che l’amministrazione dovrebbe svolgere per rendere disponibili i dati e documenti richiesti;
– le risorse interne che occorrerebbe impiegare per soddisfare la richiesta, da quantificare in rapporto al numero di ore di lavoro per unità di personale;
– la rilevanza dell’interesse conoscitivo che la richiesta mira a soddisfare.
L’irragionevolezza della richiesta è manifesta soltanto quando è evidente che un’accurata trattazione della stessa comporterebbe per l’amministrazione un onere tale da compromettere il buon andamento della sua azione. Il carattere palese del pregiudizio serio e immediato al buon funzionamento dell’amministrazione va motivato in relazione ai criteri sopra indicati.
Qualora tale pregiudizio sia riscontrabile, l’amministrazione, prima di decidere sulla domanda, dovrebbe contattare il richiedente e assisterlo nel tentativo di ridefinire l’oggetto della richiesta entro limiti compatibili con i principi di buon andamento e di proporzionalità. Soltanto qualora il richiedente non intenda riformulare la richiesta entro i predetti limiti, il diniego potrebbe considerarsi fondato, ma nella motivazione del diniego l’amministrazione non dovrebbe limitarsi ad asserire genericamente la manifesta irragionevolezza della richiesta, bensì fornire una adeguata prova, in relazione agli elementi sopra richiamati, circa la manifesta irragionevolezza dell’onere che una accurata trattazione della domanda comporterebbe.
I medesimi principi sono applicabili all’ipotesi in cui uno stesso soggetto (o una pluralità di soggetti riconducibili a un medesimo ente) proponga più domande entro un periodo di tempo limitato. In questo caso, l’amministrazione potrebbe valutare l’impatto cumulativo delle predette domande sul buon andamento della sua azione e, nel caso di manifesta irragionevolezza dell’onere complessivo che ne deriva, motivare il diniego nei termini sopra indicati. Se il medesimo richiedente ha già formulato una richiesta identica o sostanzialmente coincidente, l’amministrazione ha la facoltà di non rispondere alla nuova richiesta, a condizione che la precedente sia stata integralmente soddisfatta.
. (leggi tutto il seguito http://www.funzionepubblica.gov.it/articolo/dipartimento/01-06-2017/circolare-n-2-2017-attuazione-delle-norme-sull’accesso-civico