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Locali di somministrazione cibi e bevande nel centro storico: si fermeranno nuove aperture?

vinerie centro storicoCronaca di una Commissione commercio

di Paolo Gelsomini*

(11 aprile 2017) Finalmente le proteste  di moltissimi cittadini contro le continue aperture di friggitorie e minimarket nelle zone storiche della città, sembrano aver trovato  sostanza nell’azione propositiva di molte associazioni (1) che hanno appoggiato la richiesta del consigliere comunale Orlando Corsetti (PD), affiancato dalla battagliera consigliera del primo municipio Nathalie Naim (Radicali per Giachetti), volta ad inibire l’apertura di ogni attività di genere alimentare nel centro storico ed in alcune zone ritenute sature di locali e minimarket,  da San Lorenzo all’area pedonale del Pigneto, da Ponte Milvio ad alcune strade di Città giardino.

In realtà sono circa due anni che le  associazioni del Centro storico partecipano a tavoli istituzionali, commissioni comunali e municipali, incontri con gli assessori al commercio che si sono succeduti,  dalla Leonori della Giunta Marino, a Meloni della Giunta Raggi.

Nulla si è mosso finora,  e nel frattempo i buoi sono scappati dalla stalla. Una miriade di negozietti di ogni sorta di generi food & drink hanno invaso le piazze, le strade, i vicoli di un centro storico oramai asservito alla monocultura della ristorazione e della gastronomia calda e fredda. Solo nel primo Municipio, nei primi tre mesi del 2017 sono state inoltrate 500 richieste di apertura di attività di somministrazione e di “esercizi di vicinato” che in realtà sono quasi sempre  minimarket aperti 24h su 24, con distribuzione di alcolici anche dopo l’orario consentito.

Mercoledi 5 aprile le  associazioni del centro si sono trovate a partecipare ancora una volta ad una Commissione Commercio comunale, presieduta da Andrea Coia,  consigliere del M5S.

Ancora una volta il consigliere Corsetti ha ripetuto  le buone ragioni per cui è sempre più  necessario impedire nuove aperture di generi alimentari nelle zone di rispetto del centro storico ed oltre,  di fronte ad una situazione fuori controllo di degrado ambientale nei luoghi storici consacrati dall’ Unesco come Patrimonio dell’Umanità.

Corsetti ha illustrato alla perfezione la storia e la ragione della sua proposta  – sostenuta dalle associazioni presenti – di variazione della del. 36/2006 (2) modificata dalla del. 86/2009 (3): nessuna nuova apertura di attività food di qualsiasi genere nel territorio del Centro Storico, più San Lorenzo, Pigneto isola pedonale, Ponte Milvio, Cittagiardino ed altre aree delimitate. Queste zone sono sature (anche se si dovrà aspettare una decina di giorni per conoscere ufficialmente il risultato dello studio del Dipartimento sugli indici di saturazione delle zone indicate).

Inoltre a tutte le attività di somministrazione di cibi e bevande (paninerie e decine di altre) e non solo a quelle poche indicate nella del. 86 (friggitorie, pizzerie a taglio, rosticcerie, gelaterie artigianali), debbono essere tolti i requisiti di attività tutelate in quanto attività di artigianato alimentare abilitate ad aprire nelle zone di rispetto del centro storico. Questa è l’essenza della richiesta di modifica.

Ma quando si è riparlato di tutto questo, il presidente  della Commissione Andrea Coia (M5S) ha sollevato delle questioni che le associazioni pensavano di aver già chiarito davanti all’assessore in una precedente riunione.

Ad esempio, ile associazioni cittadine non hanno mai chiesto di interdire in tutta la Città Storica l’apertura di generi di somministrazione,  ma solo nelle zone della Città Storica considerate sature per quel genere di commercio dagli studi parametrici degli indici di saturazione. Anche perchè la  situazione è molto grave e appare  “scappata di mano” da un pezzo. Le procedure dei permessi sono troppo semplificate: basta chiedere con  una SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività)  di  aprire un locale di friselle pugliesi o di pizze tonde da asporto o di qualsiasi altra forma di somministrazione non contemplata tra quelle escluse dalla delibera 86 (friggitorie, rosticcerie, gelaterie artigianali, pizzerie a taglio ecc.) per ottenere il permesso ed invadere ogni localetto delle zone tutelate.

Ed ora, dopo quella commissione del 5 aprile che cosa succederà?

Difficie capire le intenzioni della Commissione, dietro i dubbi del presidente Coia, la saltuaria e distratta presenza in commissione di qualche consigliere di peso, il silenzio della maggior  parte dei consiglieri presenti, il silenzio persino dei rappresentanti di categoria. Difficile capire anche quale sarà la posizione della Giunta capitolina  e dell’Assessore Meloni, che sta preparando una delibera da sottoporre alla Giunta ed all’Assemblea capitolina.

Il rischio paventato dalle associazioni  è che si scelga la classica soluzione di compromesso, poco coraggiosa e poco incisiva,    con una  “zona rossa” tutelata  limitata al solo sito Unesco (centro storico e adiacenze del Vaticano), in cui  l’apertura delle attività di somministrazione anzichè  essere interdetta totalmente (come richiesto da Corsetti e dalle associazioni) venga  subordinata al rispetto di alcuni requisiti di decoro, sicurezza e di igiene (con effetti assai risibili).

Le associazioni che sono intervenute nel corso della commissione hanno fatto presente  che le famose liberalizzazioni possono essere limitate (ci sono leggi regionali e decreti, come bene illustrato da un avvocato di un’associazione di Borgo Pio) se sono minacciate la salute dei residenti e dei lavoratori e l’integrità del patrimonio storico ed artistico. Il Comune può quindi applicare delle deroghe anche alle liberalizzazioni, una volta verificato il superamento degli indici di saturazione prefissati.

Alla Commissione hanno partecipato due rappresentanti degli Uffici del Dipartimento che hanno confermato che ci vorranno una decina di giorni per effettuare un controllo sugli indici di saturazione per giustificare l’esclusione di nuove aperture food nei luoghi indicati. Quindi le associazioni saranno riconvocate tra un paio di settimane per  avere dall’assessore per la comunicazione del testo conclusivo della bozza di delibera da trasmettere alla Giunta ed all’Assemblea capitolina.

Il resto alla prossima puntata, con la speranza che il film sia a lieto fine.

Paolo Gelsomini, Carteinregola, segretario del Coordinamento Residenti Città Storica

 (1) Alla Commissione erano presenti le associazioni: Coordinamento Residenti Città Storica, Carteinregola, Borgo, Vivere Trastevere, San Lorenzo, PerRoma, Monti, Sos Coronari, Piazza Navona. C’erano inoltre per il primo municipio la consigliera Nathalie Naim  e le due consigliere municipali M5S.

(2) scarica  del-_cc_36-del-2006

(3) scarica del-cc_86-del-2009

 

 

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