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Lucha y siesta, mobilitazione contro lo sgombero e per l’acquisto con azionariato popolare

dal sito lucha y siesta assemblea 7 9 2019

dal sito lucha y siesta assemblea 7 9 2019

Il 15 settembre è previsto i distacco delle utenze in vista dello lo sgombero  della Casa rifugio delle donne “Lucha Y Siesta”, un  importante centro antiviolenza  che ha sede in un immobile  in Via Lucio Sestio nel VII Municipio di proprietà dell’ Atac destinato alla vendita in seguito al concordato preventivo. Sabato 7 settembre si è tenuta un’assemblea che ha costituito il comitato “Diamo Lucha alla città”.  Scrivono sul blog le attiviste : “Vogliamo preservare un’esperienza complessa, che non si risolve con un intervento emergenziale, un’esperienza che in altre città del mondo sarebbe un fiore all’occhiello. Lucha è uno spazio femminista, un polo culturale, un pezzo di storia pluriennale. Questo è un attacco all’immaginario, alla bellezza, alla forza delle donne, è un attacco alla storia. Lucha y Siesta da questo momento rimane aperta e in assemblea permanente”. Gli obiettivi del Comitato sono promuovere e diffondere i risultati raggiunti dalla Casa e favorire iniziative di sostegno e raccolte fondi per costituire un fondo che permetta di acquistare lo stabile di Via Lucio Sestio 10. “Diamo Lucha alla città” è il messaggio attraverso il quale le attiviste hanno lanciato un obiettivo propositivo e ambizioso: un grande azionariato popolare volto a tutelare l’esperienza di Lucha y Siesta e a farla crescere oltre le sue stesse mura.(in calce l’articolo di Roma Today, il comunicato e  la presentazione di Lucha y siesta dal sito) AMBM

9 settembre 2019

Per osservazioni e precisazioni: labratoriocarteinregola@gmail.com

Da  Roam Today 7 settembre 2019 Lucha y Siesta non si vende”: migliaia di persone dicono no allo sgombero di Fabio Grilli

“Lucha y Siesta non si vende”: migliaia di persone dicono no allo sgombero
„Migliaia di adesioni. Tante sono le persone che, nel pomeriggio di sabato 7 settembre, si sono recate al civico 10 di via Lucio Sestio. Lo hanno fatto per esprimere solidarietà al centro antiviolenza finito nella lista degli sgomberi.

La vendita dell’edificio
L’immobile, di proprietà dell’Atac, rientra nel patrimonio con cui l’amministrazione Raggi tenta di far cassa per salvare l’azienda dei trasporti dal fallimento. Per questo il 15 settembre le donne ospiti del centro antiviolenza, insieme ai loro figli, subiranno un distacco delle utenze: il primo passo verso lo sgombero.

La versione del Comune
“Atac, a seguito della nomina delle liquidatrici, ha effettuato un sopralluogo in questa struttura- ha aggiunto la delegata- in quel frangente, proprio per la loro condizione di occupanti, le ospiti non si sono fatte identificare. Questo ha causato un’accelerazione da parte del Tribunale – che é l’unico ente incaricato a decidere tempistiche e modalità – nelle pratiche di sgombero” ha spiegato Lorenza Fruci, delegata della Sindaca Raggi alle politiche di genere. Fruci si è presentata alla conferenza stampa ed ha annunciato che “il Comune si sta occupando della presa in carico di queste donne anche per far sì che non paghino penalmente la loro mancata identificazione”. Essere smistate in altre strutture, ottenere un tetto sopra la testa, non è però l’obiettivo che cullano le ospiti e le attiviste di Lucha y Siesta.

Lucha y Siesta modello di cittadinanza attiva
“Assistere le donne vittime di violenza non significa solo fornire un letto per loro e per i loro bambini, come farebbe il Comune di Roma, ma offrire loro sostegno psicologico, legale e culturale  – hanno spiegato le attiviste –  ‘Lucha y siesta’ è  infatti un modello di cittadinanza attiva che va ben oltre la missione antiviolenza”. Come ricordato anche da Chiara Franceschini, una delle responsabili del progetto ” Questa è una struttura che pratica accoglienza senza chiedere nulla in cambio. Da anni svolgiamo un servizio che il Comune di Roma non e’ in grado di offrire, nonostante i proclami esclusivamente propagandistici. Mentre annunciano azioni di contrasto infatti, tagliano i fondi destinati alle donne vittime di violenza”.

Il lancio del comitato popolare
Per salvare Lucha y Siesta quindi si punta sulla fondazione di un comitato popolare che ha l’obiettivo di favorire iniziative per la raccolta fondi entro il 15 settembre. Una sorta di azionariato popolare, per contrastare la cessione dell’immobile, che è stato lanciato da una suggestiva campagna di comuinicazione. Su molti monumenti, nella notte tra il 5 ed il 6 settembre, ha fatto la sua comparsa la scritta “Vendesi”. L’immagine è stata proiettata su beni comuni e monumenti come la Piramide, il tempio di Vesta, la basilica di San Paolo fuori le mura. Un’ iniziativa, curata da un anonimo artista, che rappresenta solo uno dei tanti modi con cui, la società civile, sta manifestando solidarietà al centro antiviolenza.
La raccolta fondi e la corsa contro il tempo
Il comitato, lanciato durante la conferenza stampa, oltre al supporto delle presidenti onorarie Lea Melandri, Federica Giardini e Adele Tulli,  ha incassato anche quello di Francesca Koch, presidente della Casa delle donne, del fumettista  Zerocalcare, di Action Aid, del Circolo Mario Mieli e di Banca Etica e Produzioni Dalbasso, come consulenti per l’organizzazione del crowfounding. La rete sociale creata a supporto di Lucha y Siesta è di alto profilo. Ma il compito non è semplice. La corsa contro il tempo, per salvare il centro antiviolenza, è ufficialmente cominciata.

Comunicato di Lucha y Siesta Roma, 07 settembre 2019

In risposta alla minaccia di sgombero e distacco delle utenze dal 15 settembre 2019 e in considerazione del fatto che oltre un anno e mezzo di tentativi di interlocuzione con le Istituzioni si sono rivelati fallimentari, le attiviste della Casa delle Donne Lucha y Siesta hanno costituito pubblicamente il Comitato “Lucha alla città” e lo hanno condiviso in una conferenza stampa aperta al pubblico all’interno dello spazio di proprietà ATAC in cui dal 2008 svolgono le loro attività.
“Noi vogliamo preservare un’esperienza complessa, che non si risolve con un intervento emergenziale, un’esperienza che in altre città del mondo sarebbe un fiore all’occhiello.
Lucha è uno spazio femminista, un polo culturale, un pezzo di storia pluriennale – ha dichiarato Chiara, attivista Lucha y Siesta, in apertura della conferenza – Questo è un attacco all’immaginario, alla bellezza, alla forza delle donne, è un attacco alla storia. Lucha y Siesta da questo momento rimane aperta e in assemblea permanente”.

Obiettivi del Comitato sono promuovere e diffondere i risultati raggiunti dalla Casa e favorire iniziative di sostegno e raccolte fondi per costituire un fondo che permetta di acquistare lo stabile di Via Lucio Sestio 10.
“Diamo Lucha alla città” è il messaggio attraverso il quale le attiviste hanno lanciato un obiettivo propositivo e ambizioso: un grande azionariato popolare volto a tutelare l’esperienza di Lucha y Siesta e a farla crescere oltre le sue stesse mura.
Alla delegata della Sindaca alle politiche di genere Lorenza Fruci, intervenuta a chiusura
della conferenza stampa, le attiviste hanno chiesto l’apertura di un tavolo ufficiale di dialogo con le istituzioni, la prelazione d’offerta per l’acquisto dell’immobile e che il Comune faccia da garante in fase d’asta. Durante il suo intervento, inoltre, la delegata ha
confermato che attualmente ci sono 23 posti di accoglienza per donne che escono da situazioni di violenza in tutto il Comune di Roma. Un numero assolutamente insufficiente di fronte al dato allarmante che ogni tre giorni una donna viene uccisa nel nostro Paese per mano di un uomo.
Al Comitato hanno già aderito moltissime persone singole e associazioni: tra le prime firmatarie ci sono Lea Melandri, Federica Giardini e Adele Tulli, mentre molti artisti si stanno rendendo disponibili a sostenere con le loro opere il crowdfunding online che partirà a breve.
Anche la performance artistica #vendesiroma che ha fatto il giro del web nella notte tra il 5 e il 6 settembre è stata una donazione a sostegno di “Lucha alla città” come si legge nella lettera anonima ricevuta da Lucha y Siesta e letta questa mattina in apertura della conferenza stampa:
«Nel grande momento di difficoltà che Lucha y Siesta sta affrontando abbiamo pensato di venire in supporto dicendo in maniera forte e chiara che quello che voi di Lucha offrite a Roma è un patrimonio incommensurabile di tutt*, tanto quanto il Pantheon o il tempio di Vesta. Non lo diciamo per altruismo, ma per puro egoismo: noi siamo artist* e vogliamo vivere in un mondo bello come quello che state cercando di costruire voi, ogni giorno».

Email: luchaysiestanonsivende@gmail.com; segreterialys@gmail.com

 

Lucha y siesta, chi siamo

La Casa delle Donne Lucha y Siesta nasce nel 2008 dal recupero e dalla valorizzazione di una palazzina degli anni ’20 di proprietà dell’Atac nella zona di Cinecittà. Negli anni questo luogo abbandonato si è trasformato in uno spazio materiale e simbolico di autodeterminazione delle donne.

Un progetto di accoglienza abitativa e sociale al femminile che fornisce informazione, orientamento, ascolto e accoglienza alle donne che ne hanno necessità; in cui si svolgono diverse attività culturali e produttive che rendono Lucha y Siesta uno spazio di socialità, condivisione di esperienze e competenze. In questi anni tantissime donne con le loro esperienze di vita hanno attraversato la casa e l’hanno plasmata, rendendola un luogo che contribuisce a rimettere in moto le intelligenze femminili calpestate, a ridare loro forza e valore oltre che restituire alla cittadinanza un pezzo importante del patrimonio pubblico.

Un progetto politico che promuove nuove formule di welfare e di rivendicazione di diritti a partire dal protagonismo femminile. Non vogliamo sostituirci al settore pubblico, ma lavoriamo per sperimentare nuove formule di intervento dal basso che valorizzano le competenze e le capacità personali, fanno uso del partenariato fra istituzioni, associazioni e territorio e utilizzano il patrimonio pubblico in disuso, con il fine di favorire lo sviluppo locale e di fornire servizi aggiornati e con una copertura più ampia.

Lucha y Siesta in questo panorama è un esperimento innovativo e, possiamo dire, anche riuscito: non è una casa di accoglienza né un centro antiviolenza, ma è tutto questo e molto di più; è un progetto di semi-autonomia nato dalla lotta e dall’autorganizzazione delle donne, un luogo che in poco tempo è divenuto un punto di riferimento nel panorama cittadino, che lavora in sinergia con servizi sociali, centri antiviolenza, sportelli per il disagio sociale, con realtà e associazioni delle donne, in un’ottica di autonomia e non di assistenza.

Pur avendo avuto informali riconoscimenti dal mondo istituzionale, Lucha y Siesta non riceve finanziamenti e non può partecipare ai bandi, resistiamo quindi grazie ai contributi volontari di chi crede nel progetto. Secondo la legge lo stabile è “abusivamente occupato” e sotto sgombero, secondo noi, invece, è “legittimamente valorizzato” e dovrebbe essere assegnato all’Associazione che lo anima. Ciò permetterebbe l’accesso a piccoli finanziamenti per la ristrutturazione, l’avvio di nuove attività e la stipula di convenzioni con le Università ed altri soggetti in modo da restituire alla città un bene valorizzato unito con un modello di intervento nuovo e sostenibile.

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