Sindaca, M5S e indagini giudiziarie, cosa dice il codice etico (e cosa diceva prima)
Autore : Redazione
dalla pagina Fb di Virginia Raggi
A un anno esatto dall’inizio del suo mandato, Virginia Raggi rischia il rinvio a giudizio per le accuse di falso e abuso d’ufficio, ma lei dichiara in TV che in quel caso non si dimetterà, come da codice etico del MoVimento. Proponiamo un approfondimento delle due versioni del codice e una riflessione sulle ultime vicende del M5S, che pochi giorni fa ha sospeso una Consigliera per non aver votato il parere positivo alla Delibera dello Stadio della Roma…
Il 20 giugno 2017 la Procura di Roma ha chiuso le indagini – atto che di norma precede la richiesta di processo – sul cosiddetto ‘pacchetto nomine’ – quelle di Marra e Romeo – chiedendo di archiviare la posizione di Raggi dall’accusa di abuso d’ufficio solo in relazione alla nomina di Carla Raineri a capo di Gabinetto. E la Sindaca rischia il processo per l’abuso d’ufficio in relazione alla nomina di Salvatore Romeo a capo della segreteria politica, e per falso per quella alla direzione Turismo del Campidoglio di Renato Marra, fratello di Raffaele, ex capo del personale. Ma la Raggi a Carta Bianca su Rai 3 il 20 giugno (video qui sotto) ha dichiarato che se riceverà l’avviso di rinvio a giudizio non si dimetterà, come previsto dal Codice etico del MoVimento. (> Vai all’articolo su rainews24). Anche il capogruppo Roberto Fico ricorda (Huffington Post) che “Il nostro codice etico non prevede l’espulsione dal Movimento in caso di rinvio a giudizio“. Ed effettivamente il Codice prevede incompatibilità con la carica elettiva solo in caso di condanna in primo grado, patteggiamento o prescrizione (accettata); per altre situazioni giudiziarie – condizione di indagato, rinvio a giudizio – riserva la valutazione ad alcuni soggetti del MoVimento, che possono decretare l’incompatibilità anche a prescindere dall’esistenza di indagini, in base alla sola condotta dell’esponente M5S (1); in realtà il Codice vigente non è quello presentato in campagna elettorale nel 2016 e firmato da Raggi e dagli altri candidati a Comune e Municipi (e dai membri delle varie giunte), ma è stato modificato nel gennaio 2017, dopo l’arresto di Marra e le vicende giudiziarie di cui fa parte quella di cui parliamo (ma la modifica del Codice era già stata annunciata in autunno)(2), con alcune novità. Anche il Codice precedente non prevedeva alcuna automatica sospensione o decadenza in caso di indagine e rinvio a giudizio, ma chiedeva a Sindaci, Assessori, Consiglieri “l’impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti” venissero iscritti nel registro degli indagati “e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento” decidessero per le dimissioni “nel superiore interesse della preservazione dell’integrità del MoVimento 5 Stelle“(3).
Nella nuova versione è invece sparita la possibilità di consultazione in rete della “maggioranza degli iscritti“, e anche, sembrerebbe, la possibilità che rappresentanti istituzionali M5S siano ritenuti “gravemente inadempienti laddove, secondo il principio della democrazia diretta… almeno 500 iscritti al MoVimento 5 Stelle residenti in Roma Capitale …abbiano motivatamente proposto di dichiararlo gravemente inadempiente” e laddove la proposta sia stata sottoposta alla votazione della rete.
Un ulteriore spostamento verso decisioni verticistiche, che del resto era già presente in un passaggio del Codice 2016, che prevedeva che, in caso di violazione dei principi del Codice, l’eletto dovesse dimettersi, e/o o subire il ritiro dell’uso del simbolo e l’espulsione dal M5S, e perfino pagare un risarcimento per il grave danno all’immagine del M5S, “quantificabile in almeno Euro 150.000“. La notifica della formale contestazione era a cura dello staff allora “coordinato da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio”.
Tale contratto (che prevedeva anche l’impegno a sottoporre preventivamente al parere tecnico -legale dello staff coordinato dai garanti del Movimento tutte le proposte di atti di alta amministrazione, tutte le questioni giuridicamente complesse e tutte le proposte di nomina dei collaboratori) secondo molti osservatori e giuristi, violerebbe l’articolo 67 della Costituzione, che stabilisce il divieto di vincolo di mandato. Per altri invece il contratto non avrebbe nessuna conseguenza pratica, in quanto non comporterebbe alcun obbligo legale per i sottoscrittori: un’interpretazione che sembrerebbe condivisa anche dai legali di Raggi e Grillo, come argomentato in occasione di un ricorso presentato nel gennaio scorso al Tribunale civile di Roma (4)
Ma dopo le recenti vicende legate all’approvazione della Delibera del nuovo Stadio della Roma in Assemblea Capitolina, e il rapidissimo arrivo della sospensione da parte dei probi viri del MoVimento a una Consigliera capitolina che non aveva dato il parere favorevole in Commissione – Cristina Grancio – e la ventilata sospensione di altre due consigliere che non si erano presentate in Aula durante la votazione – Gemma Guerrini e Monica Montella (5) – il tema delle regole e della democrazia interna al MoVimento si sta ponendo con forza anche a Roma.
Perchè un MoVimento che poggia i suoi fondamenti sul rispetto della legalità e dei principi comuni, se vuole essere credibile, non può permettersi di cambiare le regole in corsa, a seconda di quello che succede, o di “a chi succede”. E non dovrebbe neanche escludere la consultazione della rete per questioni così importanti, come l’espulsione di consigliere, che tra l’altro non hanno neanche ostacolato le decisioni della maggioranza, ma che si sono limitate a non votare un provvedimento su cui chiedevano più approfondimento e più dibattito interno.
Ci auguriamo che il MoVimento Cinquestelle sappia restare coerente con gli ideali da cui ha preso le mosse e che scelga di avviare un serio confronto con i suoi attivisti (possibilmente in un’assemblea di persone in carne e ossa, non nella solitudine dei rapporti tramite web) prima di prendere qualsiasi decisione.
Per capire il rischio che sta correndo, basterebbe rovesciare la situazione e immaginare che cosa avrebbe scatenato il fronte M5S se l’indagato – e possibile rinviato a giudizio – fosse stato il Sindaco PD Roberto Giachetti, o se fosse stato sospeso dal Partito un consigliere di qualunque forza politica che non se la fosse sentita di votare a scatola chiusa un progetto che aveva sempre contestato, tra l’altro insieme ai suoi compagni di partito.
Il “mondo alla rovescia” spesso aiuta a fare riflessioni necessarie.
Anna Maria Bianchi Missaglia
Post scriptum: senza fare tanti sforzi di immaginazione, è sufficiente ricordare le dicharazioni dei membri M5S e di Virginia Raggi nei confronti dell’indagato Sindaco Marino
Per osservazioni e precisazioni laboratriocarteinregola@gmail.com
Carteinregola sta preparando il dossier “Raggi X – un anno di amminsitrazione M5S a Roma”(> vai alla pagina)
2. RAPPORTI CON EVENTUALI PROCEDIMENTI PENALI
Il Garante del MoVimento 5 Stelle, il Collegio dei Probiviri od il Comitato d’appello, quando hanno notizia dell’esistenza di un procedimento penale che coinvolge un portavoce del Movimento5stelle, compiono le loro valutazioni in totale autonomia, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del MoVimento 5 Stelle, nel pieno rispetto del lavoro della magistratura. Il comportamento tenuto dal portavoce può essere considerato grave dal Garante o dal Collegio dei probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello, anche durante la fase di indagine, quando emergono elementi idonei ad accertare una condotta che, a prescindere dall’esito e dagli sviluppi del procedimento penale, sia già lesiva dei valori, dei principi o dell’immagine del MoVimento 5 Stelle. La condotta sanzionabile può anche essere indipendente e autonoma rispetto ai fatti oggetto dell’indagine.
3. AUTOSOSPENSIONE
In qualsiasi fase del procedimento penale, il portavoce può decidere, a tutela dell’immagine del MoVimento 5 Stelle, di auto-sospendersi dal MoVimento 5 Stelle senza che ciò implichi di per sé alcuna ammissione di colpa o di responsabilità. L’autosospensione non vincola né condiziona né preclude il potere del Garante, del Collegio dei Probiviri e del Comitato d’appello di adottare eventuali sanzioni disciplinari. Tuttavia, l’autosospensione può essere valutata quale comportamento suscettibile di attenuare la responsabilità disciplinare.
4. PRESUNZIONE DI GRAVITÀ
Il Garante del MoVimento 5 Stelle, il Collegio dei Probiviri o il Comitato d’Appello, in virtù e nell’ambito delle funzioni attribuite dal Regolamento del MoVimento 5 Stelle, valutano la gravità dei comportamenti tenuti dai portavoce, a prescindere dall’esistenza di un procedimento penale.
E’ considerata grave ed incompatibile con il mantenimento di una carica elettiva quale portavoce del MoVimento 5 Stelle la condanna, anche solo in primo grado, per qualsiasi reato commesso con dolo, eccettuate le ipotesi indicate all’ultimo comma. A tal fine, sono equiparate alla sentenza di condanna la sentenza di patteggiamento, il decreto penale di condanna divenuto irrevocabile e l’estinzione del reato per prescrizione intervenuta dopo il rinvio a giudizio. E’ invece rimessa all’apprezzamento discrezionale del Garante, del Collegio dei Probiviri con possibile ricorso del sanzionato al Comitato d’appello la valutazione di gravità ai fini disciplinari di pronunzie di dichiarazione di estinzione del reato per esito positivo della messa alla prova, di sentenze di proscioglimento per speciale tenuità del fatto, di dichiarazione di estinzione del reato per prescrizione.
La ricezione, da parte del portavoce, di “informazioni di garanzia” o di un “avviso di conclusione delle indagini” non comporta alcuna automatica valutazione di gravità dei comportamenti potenzialmente tenuti dal portavoce stesso, sempre salvo quanto previsto al punto 5.
E’ sempre rimessa alla discrezionalità del Garante e del Collegio dei Probiviri o del Comitato d’appello (e non comporta alcuna automatica presunzione in tal senso) la valutazione della gravità di fatti che configurano i c.d. reati d’opinione ipotesi di reato concernenti l’espressione del proprio pensiero e delle proprie opinioni, ovvero di fatti commessi pubblicamente per motivi di particolare valore politico, morale o sociale.
5. DOVERE DI INFORMAZIONE
I portavoce, quando ne hanno notizia, hanno l’obbligo di informare immediatamente e senza indugio il gestore del sito (con comunicazione da inviare al link www.movimento5stelle.it/contattaci.php), dell’esistenza di procedimenti penali in corso nei quali assumono la qualità di indagato o imputato nonché di qualsiasi sentenza di condanna o provvedimento ad essa equiparato ai sensi del punto 4.
6. AMMINISTRATORI
Ogni sindaco e presidente di regione eletto nelle liste del MoVimento 5 Stelle è tenuto a far rispettare il presente codice etico ai componenti delle proprie giunte, anche se gli assessori non risultano iscritti e/o eletti nel MoVimento 5 Stelle.
a)Il Sindaco, ciascun Assessore e ciascun consigliere assume l’impegno etico di dimettersi se, durante il mandato, sarà condannato in sede penale, anche solo in primo grado.
Assume altresì l’impegno etico di dimettersi laddove in seguito a fatti penalmente rilevanti venga iscritto nel registro degli indagati e la maggioranza degli iscritti al M5S mediante consultazione in rete ovvero i garanti del Movimento decidano per tale soluzione nel superiore interesse della preservazione dell’integrità del MoVimento 5 Stelle.
b) Il Sindaco, ciascun Assessore e ciascun consigliere assume altresì l’impegno etico di dimettersi qualora sia ritenuto inadempiente al presente codice di comportamento, al rispetto delle sue regole e dei suoi principi e all’impegno assunto al momento della presentazione della candidatura nei confronti degli iscritti al M5S, con decisione assunta da Beppe Grillo e Gianroberto Casaleggio o dagli iscritti M5S mediante consultazione online.
c) Il Sindaco, ciascun Assessore e ciascun consigliere sarà ritenuto gravemente inadempiente laddove, secondo il principio della democrazia diretta, detto “recall”, già applicato negli Stati Uniti:
i) almeno 500 iscritti al MoVimento 5 Stelle alla data del 31/12/2014, residenti in Roma e nelle zone sotto la competenza territoriale di Roma Capitale, abbiano motivatamente proposto di dichiararlo gravemente inadempiente;
ii) la proposta sia stata approvata mediante votazione in rete a maggioranza dagli iscritti al MoVimento 5 Stelle al 30/6/2015 residenti in Roma e nelle zone sotto la competenza territoriale di Roma Capitale