MappaRoma: il voto alle elezioni regionali 2018
Autore : Redazione
Pubblichiamo da Mapparoma l’ analisi dedicata alle elezioni regionali per la scelta del presidente del Lazio. Mapparoma oltre alle mappe mostra altri grafici di approfondimento su aspetti specifici del voto, su base territoriale (AMBM)
Dopo l’analisi di #mapparoma21 dedicata alle elezioni politiche per il rinnovo di Camera e Senato, in questa #mapparoma22 vediamo come sono andate quelle regionali per la scelta del presidente del Lazio. Anche stavolta oltre alle mappe mostreremo altri grafici di approfondimento su aspetti specifici del voto, sempre su base territoriale.
L’elemento più interessante è ovviamente la riconferma di Zingaretti (sostenuto da PD, LeU, +Europa, Insieme, Centro Solidale e Lista Civica) alla presidenza della Regione, nonostante che le liste di Centrosinistra che lo sostenevano abbiano avuto meno voti rispetto al Centrodestra, e nello stesso giorno in cui la sua coalizione usciva sconfitta dalle elezioni politiche. E’ stata quindi un’ottima performance personale del governatore uscente, un vero e proprio “effetto Zingaretti”, probabilmente favorito dal fatto che la coalizione era larga ma credibile, comprendendo anche LeU diversamente dalle elezioni politiche, e che al contrario il Centrodestra si presentava diviso tra i due candidati Parisi (appoggiato da Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, Noi con l’Italia ed Energie per l’Italia) e Pirozzi, mentre la Lombardi del M5S arrivava terza.
Se nel complesso della città il Centrosinistra vince con oltre il 37% dei voti, circa 10 punti percentuali in più rispetto a Centrodestra (28%) e M5S (26%), rimangono comunque in gran parte costanti le dinamiche del voto alle comunali del 2016, che a loro volta avevano mostrato una geografia politica diversa rispetto al voto del 2013: l’andamento dei consensi per Zingaretti è infatti nettamente decrescente allontanandosi dal centro della città, come abbiamo già evidenziato per il PD e per LeU alle elezioni politiche. Tuttavia, a differenza dei risultati della Camera, il candidato del Centrosinistra prevale non solo nei quartieri più centrali (49%) e nella periferia storica intorno all’anello ferroviario (oltre 41%), dove il distacco da Parisi e Lombardi è ampio, ma anche con uno scarto più ridotto nella periferia anulare interna al GRA (33%). Di conseguenza, la vittoria di Zingaretti nel Lazio, che è dipesa da un margine di soli 55mila voti in tutta la regione rispetto a Parisi, si basa in primo luogo sulla parte di Roma dentro al GRA, dove ha ottenuto 157mila voti più di Parisi e 184mila più di Lombardi. Proprio per questo sarà interessante tornare alla fine sulle caratteristiche demografiche, sociali ed economiche del consenso per Zingaretti.
Nella periferia fuori dal GRA continua invece a prevalere il M5S (34%), ma con un margine limitato rispetto al Centrodestra (31%), e con un andamento fortemente crescente allontanandosi dal centro della città, analogamente a quanto registrato alle elezioni politiche. Anche in questo caso la coalizione di Centrodestra mostra dinamiche più omogenee rispetto agli altri due poli, e comunque caratterizzate da un maggiore consenso fuori dal GRA. Tuttavia, sia il Centrodestra che il M5S ottengono alle elezioni regionali circa 4-5 punti percentuali in meno rispetto alle politiche, a tutto vantaggio appunto di Zingaretti, che ottiene 4,7 punti in più rispetto alla somma del risultato del Centrosinistra e di LeU nei collegi uninominali della Camera.
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Per andare più nel dettaglio delle zone urbanistiche, nelle quattro mappe sono riportati i voti in percentuale per i candidati uninominali di Centrosinistra, Centrodestra e M5S, insieme a una sorta di quantificazione dell'”effetto Zingaretti”.
Nicola Zingaretti per il Centrosinistra (mappa in alto a sinistra), che in totale ha ottenuto 543mila voti pari al 37,5%, mostra le percentuali maggiori non solo nei Municipi I e II, ma anche in varie zone della periferia storica, soprattutto nei Municipi VII, VIII e XII; comunque, le zone urbanistiche migliori sono quasi tutte centrali: Trastevere (58%, dove anche il Centrosinistra alla Camera ha ottenuto il suo massimo), Aventino (56%), Celio (55%), Della Vittoria e Testaccio (53%), Montesacro e Flaminio (52%), Trieste, Salario e Gianicolense (51%), Esquilino (50%). Al contrario, il candidato del Centrosinistra scende sotto al 30% quasi ovunque fuori dal GRA, in tutti i quadranti della città: a est in gran parte del VI Municipio (Borghesiana 20%, San Vittorino 21%, Lunghezza 22%, Torre Angela e Acqua Vergine 23,5%, nonché Tor Cervara nel V 24%), a sud (Porta Medaglia 21% e Decima 24%), a ovest (Pantano di Grano 21%, Boccea 22%, Ponte Galeria, Castelluccia e Santa Maria di Galeria circa 23%) e a nord (Santa Cornelia 24%). I risultati di queste elezioni hanno un alto indice di correlazione con quelli del 2013, quando Zingaretti fu eletto per la prima volta alla Regione, a dimostrazione di una sostanziale continuità nelle scelte degli elettori, sia pure su valori assoluti più bassi, avendo ottenuto questa volta a Roma 170mila voti in meno rispetto a cinque anni fa.
Stefano Parisi per il Centrodestra (mappa in alto a destra) ha avuto 403mila voti pari al 27,8%, con una buona capacità di attrazione interclassista sia nei quartieri benestanti che nelle zone periferiche disagiate, poiché il consenso è elevato sia nelle tradizionali roccaforti “nere” di Roma Nord (II e XV Municipio), sia nelle periferie fuori dal GRA dei quadranti nord-ovest (Municipi XII, XIII e XIV) e in misura minore est (VI Municipio): in particolare, tra le prime Parioli (43%, dove anche il Centrodestra alla Camera ha ottenuto il suo massimo), Tor di Quinto (40%), Acquatraversa (39%), Farnesina (38,5%) e Grottarossa Ovest (37%); tra le seconde Cesano (quasi 41%), Boccea (39%), La Storta (38%), Pantano di Grano (36%) e Santa Cornelia (35%). Il candidato del Centrodestra ottiene un buon risultato però anche all’Appia Antica (37%), all’Eur (35%) e nel Centro Storico (oltre 34%). Il minimo si registra in alcuni quartieri centrali e nella periferia storica dove prevale il suo avversario di Centrosinistra: Testaccio (18%), San Lorenzo (18,5%), Trastevere (20%), Montesacro e Garbatella (21%), Tiburtino Sud (21,5%), Gianicolense e Ostiense (circa 22%), Grottaperfetta, Appio-Claudio, Latino, Celio e Appio (oltre 23%), con l’unica eccezione di Malafede, fuori dal GRA nel X Municipio, dove vince il M5S.
Roberta Lombardi del M5S (mappa in basso a sinistra) ha ottenuto 383mila voti, pari al 26,4%, con un risultato migliore a ridosso o fuori dal GRA, in tutti i quadranti eccetto quello nord dove prevale il Centodestra, e in particolare nelle zone urbanistiche dei Municipi X e XI a sud-ovest verso il litorale e del VI a est: tra le prime Magliana (che corrisponde all’area di Muratella, quasi 45%), Acilia Nord (41%), Ostia Antica (40%), Ponte Galeria e Acilia Sud (38,5%), Porta Medaglia e Malafede (37%); tra le seconde Romanina (40%), Lunghezza (che corrisponde all’area di Ponte di Nona, 39%), Borghesiana e San Vittorino (quasi 38%), Acqua Vergine e La Rustica (37%). Al contrario, analogamente ai risultati della Camera, le percentuali più basse riguardano quasi tutti i quartieri centrali e semiperiferici, soprattutto verso Roma nord: il minimo a Parioli (8%), e poi Centro Storico e Salario (11%), Farnesina e Tor di Quinto (meno del 12%), Aventino, Celio, Medaglie d’Oro, Della Vittoria, Trieste, Eur, Flaminio e Prati (tra il 13 e il 14%).
Infine, nella mappa in basso a destra proviamo a misurare l'”effetto Zingaretti” con la differenza tra i voti per il candidato presidente (come detto, 543mila) e la somma di Centrosinistra e LeU nei collegi uninominali della Camera (477mila). La differenza è sempre positiva, in ognuna delle 133 zone urbanistiche con seggi elettorali, e varia tra un massimo di 7,5 punti percentuali a San Lorenzo e Testaccio e un minimo di 1,1 punti a Celio, Prati e Centro Storico. Nonostante che il massimo e il minimo siano registrati entrambi in quartieri centrali, emerge comunque un andamento territoriale in cui l’effetto del candidato appare maggiore in tutto il quadrante est della città, in tutte le fasce urbane, dalla periferia storica a quella anulare, per finire a quella esterna al GRA, nonché nella periferia storica a sud e in alcune zone extra GRA a ovest. Uno scarto elevato fuori dal centro si registra infatti, a est, a Tor Cervara e Centocelle (circa 7 punti), Barcaccia, Lucrezia Romana, Torpignattara, Tiburtino Sud, Quadraro e Casal Boccone (circa 6,5); a sud, a Garbatella (6,6); a ovest fuori dal GRA a Santa Maria di Galeria e Ponte Galeria (6,3). Le differenze sono invece più limitate in tutte le zone centrali dove già il Centrosinistra e LeU avevano ottenuto un ampio successo, e dove quindi Zingaretti aveva un minore margine di crescita.
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Anche per le regionali concludiamo con l’analisi del voto secondo le caratteristiche demografiche, sociali, economiche e urbanistiche dei quartieri, in modo da andare oltre la semplice evidenza della distanza dal centro. Il grafico mostra appunto l’andamento del voto per Zingaretti suddividendo le zone urbanistiche in tre gruppi di uguale numerosità, secondo il livello alto, medio o basso dei vari indicatori presi in esame. Il candidato del Centrosinistra ottiene più voti dove la densità di popolazione è alta (42%), la variazione dei residenti è bassa (42%), l’età media è alta (quasi 45%), i componenti del nucleo familiari sono pochi (quasi 47%), i laureati sono molti (46%), il tasso di occupazione è alto (oltre 45%), il tasso di disoccupazione è basso (quasi 45%), la disponibilità di piazze per ettaro, come indicatore di capitale sociale, è alta (44%), il disagio socio-economico è basso (44%). Appare evidente come, al contrario del
risultato del M5S alla Camera, Zingaretti prevalga nei quadranti e nelle fasce urbane periferiche dove
la città è consolidata e
non cresce il numero di residenti, che appaiono pienamente inclusi nelle dinamiche sociali, economiche e culturali, in termini di
istruzione,
occupazione,
opportunità per i giovani,
offerta di servizi e spazi pubblici e
accessibilità dei trasporti, e dove di conseguenza
l’indice di sviluppo umano risulta superiore rispetto alla media romana.
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Keti Lelo, Salvatore Monni, Federico Tomassi
NOTA: nell’analisi sono considerate solo le zone urbanistiche con più di 1000 votanti.
> Vai a Mapparoma elezioni alla Camera 2018
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Fonte: elaborazione su dati Roma Capitale – Servizi elettorali
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Scarica qui gli open data – Scarica qui i dati elettorali dal 2000 al 2018
Gli autori, ferme restando le loro responsabilità per i contenuti delle mappe, sono debitori nei confronti del
CROMA (Centro per lo studio di Roma dell’Università Roma Tre) e di
Luoghi Idea(li) per le elaborazioni, le suggestioni e gli spunti sulle attività di mappatura del territorio romano che sono state fonte di ispirazione per la nascita di questo blog.